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Autore: mrdancedance    11/06/2014    1 recensioni
In fondo, lo faccio per passione. No, non la passione per la vendita, ma per l’acquisto.
Genere: Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vendere il corpo




Quella di vendere il mio corpo è stata una scelta ragionata. Non sono una di quelle ochette che sculettano in tv. Il cervello lo uso, io, e prima di prendere una decisione così importante ci rimugino sopra all’infinito. Anche troppo, direbbe qualcuno. Però mica si può fare questo passo senza averci ben riflettuto. Non si tratta di un vecchio cappotto, ma di te stessa, della tua presenza, della forma che tu occupi nel mondo. E’ per questo che ho lasciato passare molti mesi, prima di iniziare.
Ho anche parlato con molte esperte del settore. Mi sono lasciata consigliare, ho ascoltato anedotti e storielle in modo da potermi fare un’opinione sensata, con cognizione di causa, su quanto avevo intenzione di compiere. Mi sono presa il lusso di farmi istruire, perché è sempre meglio essere preparati. Ho imparato moltissime cose interessanti, per esempio che una donna che lo fa volontoriamente viene pagata meglio. Ne sono stata molto contenta, ma allo stesso tempo mi sono rattristata nel pensare a tutte quelle povere ragazze che sono costrette a svendersi per tirare a campare, o perché sono finite in un brutto giro. Ognuno dovrebbe poter essere libero di scegliere il proprio destino. Ognuno dovrebbe non avere mai la necessità di essere costretto a fare qualcosa.
Io, invece, lo faccio per una scelta personale. So che alcuni mi critichano, ma sono fiera e contenta di quello che faccio. So di aver ponderato per bene la questione e sono convinta di aver fatto bene.
In fondo, lo faccio per passione. No, non la passione per la vendita, ma per l’acquisto. Io ADORO comprare vestiti, gioielli, scarpe e accessori vari. Amo follemente cambiarmi d’abito un paio di volte al giorno, seguire i colori delle mie emozioni, abbinare degli orecchini allo smalto con cui vesto le mie unghie. Non posso resistere alla moda e una coppia di iridi ben abbinate a uno splendido tatuaggio dello stesso colore mi fa andare in brodo di giuggiole, qualsiasi cosa siano le giuggiole! Ovvio, però, che un tatuaggio, seguito da un’operazione al laser per rimuoverlo e da un nuovo tatuaggio che faccia pendant con le nuove iridi ha un costo. Un costo notevole.
Inutile dire che per le proprie passioni si farebbe qualsiasi cosa! Io ho scelto di fare soldi vendendo il corpo.
La cosa non mi disturba, mi fa guadagnare il quintuplo di quanto guadagnerei con un mese di lavoro d’ufficio e vengo pagata in contanti. Se non è vantaggioso questo, non so proprio cosa dire!

Dopo aver a lungo parlato con le esperte ho deciso di farmi guidare da un team di professionisti, ed è così che ho incontrato lo studio C.U.T. Loro mi chiamano quando hanno bisogno di me e io corro su tacchi a spillo per accontentarli quanto prima.
La prima cosa che ho venduto del mio corpo è stato un rene. Un rene equivale a borse in quantità.
Si incomincia sempre da un rene, mi hanno detto, perché vale poco ma allo stesso tempo hai un guadagno netto, in quanto non necessita di essere sostituito con un apparecchio meccanico. Apparecchio che ti devi comunque pagare.
Non ho sentito niente, non ho sofferto di nessun postumo e il colore Tiffany sull’iride sinistra mi mancava.
Poi è stata la volta di un polmone. Era di ottima qualità, mi hanno detto. Io ho risposto che non fumavo. Loro mi hanno pagato in contanti e io li ho spesi tutti quasi subito (non mi fido a lasciarli in banca). E’ stato estremamente interessante scoprire quante borse, abiti, gioielli, foulard, iridi, tatoo, calzini, cinture, orologi ho potuto comprare. Le commesse dei negozi mi hanno perfino servito del caffè su un vassoio d’argento, forse perché sapevano cosa facevo per ben apparire. Quanta dedizione!
Al secondo polmone (era un articolo molto richiesto in quel periodo) ho scoperto che si può benissimo vivere con un polmone meccanico. Ho preso il modello più economico, che tanto basta oliarlo ogni dodici mesi. Scricchiola un po’ quando respiro, ma se ho una giacca pesante addosso non si sente. Sono congegni di una certa qualità, ovviamente.
Dagli organi interni si è poi passati agli arti, sostituiti da protesi dotate di pistoni e colori sgargianti e con cover intercambiabili. Le cover, ho scoperto, le vendono nelle boutique più rinomate della città.

L’ultima vendita, in ordine di tempo, è stato il cuore. Me ne hanno messo uno sostitutivo di porcellana. E’ piccolo e bianco. L’ho visto prima che facesse effetto l’anestesia. E’ stata un’operazione veloce, perché non potevo rimanere troppo a lungo senza un cuore. Questo è garantito dieci anni. Pulsa che è un piacere. Ah! Assicurano che non si spezzerà mai… in questi dieci anni.
L’ultimo acquisto, in ordine di tempo, è stato un bracciale. E’ d’oro. Ha ventitre diamanti. Me lo sono regalato il giorno del mio ventiquattresimo compleanno. Tintinna proprio come il mio nuovo cuore.
Ho venduto praticamente tutto il vendibile. Ho soldi da spendere in abbondanza. Ma nel caso la moda lo richiedesse (perché proprio non sono riuscita a prevedere le nuove tendenze) potrei sempre vendere il cervello. Mi hanno assicurato che si può fare. Mi impianterebbero una specie di memoria removibile, o una cosa simile. Ci capisco poco di tecnologia. Faccio finta di conoscerla solo quando funziona bene.
Ma ora basta cianciare, ci sono dei sandali con la zeppa che attendono in centro!

  
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