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Autore: Lady Moon    12/06/2014    2 recensioni
In questa storia ci farà compagnia ancora una volta la fantastica coppia Ron e Hermione.
Giorni prima dalla partenza per Hogwarts, i due troveranno modo di rimanere da soli e anche se non in modo esplicito, ritrovarsi a svelare le proprie emozioni nei momenti in cui i due sono vicini.
Dietro ogni loro dubbio si nasconderá sempre una realtá.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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«« Beyond words.»»
 

I passi di Hermione si facevano sempre più vicini. Era finalmente quasi arrivata alla tana, dove Harry e Ron, e ovviamente il resto della famiglia dei Weasley la stava attendendo. Bussò due o tre volte e la signora Weasley, con il suo solito viso simpatico e candido le aprì la porta sorridendo.
:"Entra pure cara! I tuoi amici sono di sopra, vuoi che ti prepari qualcosa mentre ti sistemi?"- le domandò cortese.

:"Oh no, grazie signora. Raggiungo subito Harry e Ron."

:"Molto bene cara."

Salendo le scale Hermione pensò subito di andare nella stanza di Ronald, dove all'89% avrebbe trovato anche Harry, così fu.

:"H-hei...!"- pronunciò Hermione,aprendo la porta socchiusa della stanza di Ron pian pianino.

:"Ohi, Hermione!"- esclamò Ron, girando il capo per guardarla, seduto sul suo letto con le mani incrociate. 

:"Ma dov'è Harry? E i tuoi fratelli? Non ho sentito alcun rumore, mi sembra strano che ci siate solo tu e tua mad... aspetta, Ginny?"- gli domandò Hermione, perplessa.

:"Oh, Ginny è andata con loro."-rispose Ron, inespressivo.

:"E Harry? Ah, insomma, mi spieghi dove sono tutti? Tua mamma mi ha detto che eravate tutti sopra."- insistì Hermione.

:"Si sono smaterializzati proprio qualche minutino fa, all'insaputa di mamma. Lei non vuole che Ginny e i miei fratelli si divertano oggi. E'arrabbiata con loro, sai. A parte che con Percy e Harry, ma comunque Percy è andato al Ministero. Ovviamente. Sai com'è."

:"Mhh...che cosa avrebbero fatto?"- gli domandò Hermione, incuriosita più di prima.

:"Hanno distrutto praticamente tutti i piatti facendoli cadere al posto di asciugarli e incendiato le coperte della camera da letto di Bill. Francamente non so se sia stato un errore anche quello o un modo per dimostrare a mia madre che sono incompetenti nelle faccende domestiche. Mamma era furiosa. Io ovviamente ero in bagno e l'ho scampata. Siccome sapevamo che saresti venuta ho accettato di rimanere qui. Torneranno presto, solo il tempo di ridere di mamma e fare in modo che Fred e George mostrino uno dei loro nuovi scherzi. Credo sia opera loro... per le coperte. "- confabulò Ron.

:"Molto altruista da parte tua, Ron."- sogghignò Hermione.

:"Grazie."-rispose Ron, serio.

:"Bhè... io... credo che andrò nella mia stanza, se non ti dispiace."- abbozzò Hermione.

:"No. Ma se hai intenzione di raggiungerli dimmelo."

:"Dimmi la verità. Hai detto a loro che li avremmo raggiunti, vero?"-domandò Hermione, sicura.

:"Ehmm... una mezza cosa, io vorrei andare."- le rispose, esitante.

:"Ok. Ma non mi va adesso, sono stanca. Hai fatto bene ad aspettarmi ma io voglio andare a dormire."

:"Grazie per avermi fatto aspettare inutilmente te."- avviò Ron. Un attimo dopo si alzò dal letto.

:"Hei, non ti ho chiesto io di aspettarmi. Tanto lo so che se fosse stato per merito tuo non mi avresti aspettata..."

:"Perché non avrei dovuto?"-le domandò, dubbioso.

:"Se vuoi puoi raggiungerli."-ribattè Hermione.

:"Dal momento che tu non vuoi non mi pare il caso. Tranquilla, ti faccio compagnia a debita distanza."- sfiorò Hermione con la spalla e uscì fuori dalla sua stanza, dirigendosi di sotto.
Hermione, cercando di non provare riluttanza nel seguirlo dopo un po' lo raggiunse. In effetti non sarebbe andato chissà dove senza smaterializzarsi. Ron, infatti, era in cucina a bere del thè che era rimasto. La signora Weasley probabilmente si era spostata fuori.
:"Ron, perché hai reagito così?"- gli domandò Hermione, piuttosto mesta.

:"Scusa. Mi dispiace che neanche oggi possa fare quel che voglio."

:"Nemmeno oggi?"

:"Sì."

:"Oh beh, non ti ho trattenuto, mi sembra."-continuò Hermione.

:"Hai ragione due volte. Ma Hermione, pensa se io me ne andassi. Rimarresti da sola con mamma. Ti piacerebbe?"

:"Non ci trovo nulla di male nel rimanere da sola con tua madre, Ron. Potrei aiutarla io decentemente."-rispose Hermione, in tono determinato e placato.

:"No, non capisci. Non ti dispiacerebbe se io ti lasciassi?"- azzardò Ronald.

Per un istante a Hermione salirono i brividi per tutto il corpo, ma non si lasciò condizionare e gli rispose

:"Sì."

:"Bene. Era quello che mi aspettavo di sentire."-aggiunse Ron, subito dopo.

:"Ma io..."- Un istante dopo Ron la zittì. Fece l'ultimo sorso di thè e si avvicinò a lei.

:"Lo so."-le disse.

Hermione che non riusciva più a staccargli gli occhi da dosso, disperatamente abbassò la testa, come se fosse in cerca di aiuto, non sapeva cosa dire. Poi altri brividi continuarono ad assordirla, così che riguardò Ron cercando di non provare più timore. Lui continuava a guardarla, muto, come un alieno che per la prima volta vedeva un essere umano. Hermione si avvicinò ancora di più e velocemente lo abbracciò, senza aspettarsi che anche Ron ricambiasse la stretta. Ma Ron la stava già abbracciando, le alzò il viso con una mano e le disse
:"Se questa può essere un'occasione per poter restare solo con te,  meglio sfruttarla. Non ti pare?"

:"Si Ron. Sei tu che volevi andare..."-gli rispose Hermione, arrossita.

:"Si, ma non senza di te."

:"Ron, devo dirti una cosa."-aggiunse dopo poco Hermione.

:"Si?"

:"Niente."

:"So quello che avresti voluto dirmi."- le disse Ron, con aria da pedante.

:"Davvero?!"- gli domandò con fervore.

:"Sì, se smetti di arrossire magari potrei dirlo al posto tuo."

:"No... davvero. Non importa."- gli rispose affrettosamente Hermione.

:"Ho un'idea, al posto di parlare ti va di giocare a scacchi?"

:"Scacchi? Oh... ma come ti viene di..."

:"Almeno questo!"- reclamò Ron.

:"Sì, va bene, va bene."- terminò Hermione, lasciando Ron, che pareva si fosse innamorato del suo calore.

 

 
   
 
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