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Autore: Elicia Elis    12/06/2014    3 recensioni
Dal Testo:
Poi, quell'attimo finì e, al suo posto, mentre assimilavo l'idea, una fitta di dolore si espanse nel mio corpo, come il veleno paralizzante di un serpente, che mi attanagliava da tutta la giornata, ormai.
Non mi ero mai sentita, in vita mia, tanto sola.
Sola con i mostri che avevo dentro, che mi stavano straziando l'anima.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scavalcai la staccionata e mi inoltrai nelle profondità del bosco.
Correvo il piu veloce possibile, trattenendo a stento le lacrime.
Strinsi con la massima potenza il mio arco, che avevo sempre tra le mani.
Mi sedetti davanti ad un piccolo laghetto, guardando la mia immagine riflessa in acqua; Un ragazza con la pelle pallida, il trucco sbavato dalle lacrime e gli occhi che si facevano piu scuri, come se la mia tristezza fosse una macchia di petrolio che si stava diffondendo per tutta l'iride grigio-azzurra; Il mio demone peggiore, che si stava ribellando a me, perche non voleva piu nascondersi.
I capelli castani erano spettinati, sparati qua e la e le guance avevano preso un colorito rosso, che contrastava con il pallido della mia pelle in un modo orribile, quasi inverosimile.
Quella che vidi non ero io. Avalon Gray non si piange addosso, o almeno, non per amore.
Eppure, questa volta, era diverso.
Mi accovacciai a terra, la schiena appoggiata delicatamente sul tronco di un albero, mi portai le ginocchia al petto, spingendoci sopra gli occhi socchiusi, provando a fermare le lacrime e i singhiozzi.
Le mie braccia, disposte a semicerchio, mantenevano le gambe racchiuse nel petto, mentre univo le mani intrecciando le dita.
Udii uno scoppiettio: nel cielo, tinto di blu e costellato da astri luminosi, sotto alla luna che mi illuminava con quei freddi raggi argentei, i fuochi d'artificio colorati iniziarono a designare il loro percorso, fino ad esplodere, espandendo i loro colori ovunque. Alzai gli occhi al cielo. Per un momento quasi magico, ma allo stesso tempo terribile, mi immaginai li sotto, sulla spiaggia, con il rumore delle onde arrivare leggere fino alla riva, tambulellarmi le orecchie, gli occhi fissi sul cielo, un sorriso stampato sulle labbra.
Poi, quell'attimo finì e, al suo posto, mentre assimilavo l'idea, una fitta di dolore si espanse nel mio corpo, come il veleno paralizzante di un serpente, che mi attanagliava da tutta la giornata, ormai.
Non mi ero mai sentita, in vita mia, tanto sola. Sola con i mostri che avevo dentro, che mi stavano straziando l'anima.
Una lacrima colma di sentimento mi rigò una guancia, quando altri fuochi d'artificio scoppiarono nel cielo oscurato dalla notte.
Piccole sorelle di quella lacrima, che aveva racchiuso in poche molecole tanto di quel dolore che sembrava interminabile, si ribellarono a qualsiasi mio sforzo e scesero, eseguendo il medesimo percorso delle altre.
Mi morsi le labbra, ormai gonfie e violacee, immergendo la mia mano dentro l'acqua cristallina del lago, facendola oscillare un po' a destra ed un po' a sinistra, lo sguardo fisso sul mio riflesso.
Odiai quello che vidi, provai persino a colpirlo con la mano, gesto che portò solo allo spaventare alcune ninfe.
"Sei anni al Campo" Pensai tra me e me. Quella frase penzolò nella mia testa piu e piu volte in pochi istanti.
- Sei... - Ripetei con voce tremante. 
- E nessuno mi ha mai trattata piu di un'amica. Perchè non posso essere come quelle ragazze, non ho mai chiesto nulla. Voglio solo provare a vivere una vita normale, solo per un giorno. - Guardai ancora i fuochi d'artificio, un singhiozzo dopo l'altro.
- Voglio essere come loro. - Distinsi le frasi con una breve pausa.
- Perchè nessuno mi ama? - Mormorai con un filo di voce. Quelle parole, anche se rimbalzavano nella mia testa da tempo, oramai, dette ad alta voce mi procurarono un fastidio simile alle unghie delle Furie che mi si conficcavano nella carne. Quel mormorio sembrò quasi un sussurro alle stelle, come se stessi cercando di caricare tutte le mie consapevolezze al cielo. Provare a spogliarmi di tutte le mie colpe, delle mie paure, anche solo per una sera.
Strizzai gli occhi. Pizzicavano, come se avessi appena preso un pugno in faccia.
Spostai ancora lo sguardo sull'acqua cristallina, rovinata da quell'immagine che, a malincuore, sapevo d'essere realmente io. Non ero mai stata così insicura di me stessa in tutta la mia vita.
Pelle pallidissima, labbra violacee, occhi rossi e gonfi, coperti da un velo scuro che cercava disperatamente di nascondere la mia tristezza. La gola secca e lo sguardo perso nel nulla. 
La mia mente straripava di pensieri, troppo tristi da poterli consultare uno per uno. 
Mi sentii come un pezzo di carta che brucia assieme alla legna in un Falò... Perchè, dopo tutto, non è questo che sono? Tutti mi considerano l'amica. Niente di piu. Solo l'amica. Ed ero stanca di essere così inutile, così insignificante o di dover lottare ogni giorno per nascondere la mia tristezza dietro ad un comportamento egocentrico, assiduo, determinato e talvolta anche troppo fiducioso... Ero davvero al limite, non volevo piu essere così... Così me.
Accanto al mio volto, quasi irriconoscibile, rigato dal trucco nero sbavato in basso, apparve una figura. L'unica figura che non avrei mai, per nessuna ragione, voluto vedere. Specialmente in queste circostanze, quando queste lacrime, bensì lo negassi, erano colpa sua. Riservate a lui.
Sussultai come se mi avessero appena regalato un bel pugno sullo stomaco; Insomma, chi avrebbe mai voluto vedere la ragazza che tutti definivano la "Leader" in questo modo? Il volto scheggiato dal dolore, distrutto dalla tristezza?
Nella sua postura da perfetto figlio di Ade, con i soliti capelli neri che luccicavano al chiarore della luna argentea e quegli occhi del colore della pece arricchiti dal solito barlume di tristezza e misteriosità di chi fa credere di essere ciò in realtà non è, c'era il ragazzo che tante volte avevo considerato solo un amico. Ma sapevo di sbagliare.
Strizzai gli occhi, ignorando il bruciore, come se esso non esistesse.
"Sono fottuta." Pensai tra me e me. Persino nella mia testa, quelle due semplici parole suonarono con un tono disperato, secco. Pieno di disprezzo nei miei e nei suoi confronti.
Forse non avrebbe raccontato nulla a nessuno, ma avevo rovinato tutto. Le mie speranze con Nico erano appena bruciate, mi ero appena mostrata debole davanti a chi fingevo di essere potente.
Come potevo essere stata così idiota?
Sentii una fitta al cuore che mi straziò. Davanti a quello sguardo tagliente, stranamente intenso, questa volta, capii che forse avevo appena mandato all'aria tutto ciò che avevo creato di autoritario in me in sei anni consecutivi al Campo Mezzosangue.
Rimasi con gli occhi chiusi, sperando che fosse solo un brutto sogno o, almeno, un'allucinazione, ma quella fitta al cuore divenne pesante quasi come una colpa che ti porti dietro da secoli, che ti fa sentire goffa... Che ti possiede e ti guarda soffocare nella tua pelle.
Riscoprii le mie iridi, lucide, giusto il tempo per vedere Nico di Angelo avvicinarsi a me. 
Provai a respirare, ma avvertii come se i polmoni fossero pieni di petrolio.
- Sai, ti sbagli. Anche questa volta, sbagli. - Si limitò a dire, quando ero pronta a scommettere che sarebbe scoppiato a ridere.
Mi guardò. Piano piano, vidi quel barlume negli occhi spegnersi, come una lampadina che si sta fulminando.
Feci un profondo respiro, quasi brusco, riuscendo finalmente a sostenere il suo sguardo.
Mi corrucciai.
- Non è vero che nessuno ti ama. Forse sei tu che non hai mai aperto davvero gli occhi, Avalon. - mi precedette il figlio di Ade, avvicinandosi a me. 
Ci scambiammo un bacio. 
All'iniziò rimasi quasi paralizzata, come se Nico possedesse i poteri di Medusa, ma poi riuscii a rispondere al bacio.
I fuochi d'artificio si fermarono e l'aria fresca che tirava smise di soffiare sul mio corpo. 
C'eravamo solo io e lui. 
Il mio ed il suo profumo che si compattavano.
E niente poteva essere piu perfetto.



Angolo dell'Autrice che nessuno leggerà mai perchè troppo noioso
Buonsalve giiiiiiente xD
Allora............. Diciamo che quella cosa strana fanfiction che avete appena letto è una sottospecie di sfogo modalità Fangirl *--*
So che fa schifo, ma comunque è una falshfic che unisce i miei sentimenti (Infatti ho creato il personaggio di Avalon Gray, giusto per rispecchiarmi un po') momentanei con la mia fictional relationship (Purtroppo c'è la parola Fictional............ :( ) Evvvabbe'. Tutto qui. So che fa schifo, ma diciamo che è stato d'aiuto scrivere un pochino <3
SeViVaRecensiteIoNonMiOffendoMica e alllloooora.... Alla prossima <3
Grazie mille per aver sprecato un paio di minuti per leggere questa fanfiction.
Baci 
TokyLoVe
  
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