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Autore: PolvereDiLuna    12/06/2014    11 recensioni
Chiuse un attimo gli occhi per riprendere la concentrazione, mentre lei continuava a parlare senza freno. Quando li riaprì, però, un unico pensiero vorticava nella sua testa: sentire ancora il calore di quelle labbra sulle sue.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Come va la febbre? >> chiese Oliver scendendo le scale che portavano al covo.
<< E’ sempre molto alta >> rispose Diggle, passando un asciugamano bagnato sulla fronte di Felicity << Adesso sta dormendo >>
Oliver si avvicinò al tavolo su cui era posata la ragazza per controllare di persona. Aveva la fronte imperlata di sudore e i capelli appiccicati al viso. D’istinto chiuse la mano a pugno e contrasse la mascella. Non avrebbe dovuto permetterle di accompagnarli nella missione, quella volta. Stavano seguendo la pista di un’azienda farmaceutica che distribuiva tra alcuni medici corrotti un siero capace abbassare le difese immunitarie dei pazienti, in modo da farli ammalare più spesso e costringerli a comprare i loro medicinali. Felicity aveva voluto seguirli a tutti i costi per riuscire a distruggere tutto il lavoro che avevano fatto su quel siero dai loro computer.
<< Non è colpa tua, Oliver >> Diggle sembrava sempre saper leggere nei suoi pensieri.
<< E invece si! Non sarebbe dovuta venire con noi. Non avrei dovuto acconsentire >>
<< La sua presenza era necessaria, lo sai. C’erano troppi uomini contro cui dovevamo combattere. Ci serviva una terza persona che distruggesse tutto. Ci serviva Felicity >>
<< No >> Oliver si allontanò dalla ragazza per avvicinarsi alla sua solita postazione, vicino ai computer. Ne accarezzò la tastiera << Era questo il suo posto. Deve sempre essere questo il suo posto. Roy doveva venire con noi, non lei >>
<< Peccato che sia irreperibile da quando tua sorella è andata via. Oliver, nessuno di noi poteva immaginare che uno di quei farabutti potesse iniettare a Felicity il loro siero >>
<< Ma io avrei dovuto impedirlo. Avrei dovuto proteggerla >> strinse le mani sulla sedia che la ragazza occupava solitamente.
<< So che ci tieni particolarmente a lei >> Oliver gli scoccò un’occhiata ammonitrice << Credi che non me ne sia accorto? Come ti comporti con lei, come la guardi... è tutto molto chiaro >> Un’occhiata confusa del ragazzo lo spinse a continuare << Questa tua eterna gelosia nei suoi confronti... >>
<< Non è gelosia, Diggle. Semplicemente, mi sembra ovvio che quando lavora non debba pensare ad altro >>
<< O a un’altra persona >> concluse Diggle sorridendo << E comunque il tuo sguardo non mente >>
<< E sentiamo, cosa direbbe il mio sguardo? >>
<< Che sei irrimediabilmente innamorato di lei. La guardi come si guarda una persona verso cui non si vogliono provare tutti quei sentimenti >>
Oliver contrasse ancora una volta la mascella. Certo, si era reso conto che quella ragazza spesso fin troppo prolissa non gli era più così indifferente. Di recente si era reso conto di quanto fosse bella, ma anche così dolce e fragile da sentirsi costantemente in dovere di proteggerla da tutto. E poi si era reso conto di quanto fosse particolarmente brava a farlo ridere, cosa che non faceva più da quando il Queen’s Gambit era affondato, e di quanto la sua fiducia nei suoi confronti lo riempisse di una forza che spesso non credeva di avere. Anche quando era arrivato allo scontro finale con Slade e le cose sembravano essere ormai perdute, lei gli aveva fatto capire che avrebbe potuto realmente vincere, e non uccidendolo, come gli aveva suggerito Lance, ma alla sua nuova maniera, consegnandolo alla giustizia. Quando, poi, avevano trovato il modo di raggirare Slade, facendogli credere che era Felicity la ragazza che amava, quel “Ti amo” non era previsto. Gli era uscito di getto, senza un motivo apparente. E quando Slade gli aveva detto di aver rapito Felicity, il suo cuore mancò di un battito, e il panico si impossessò di lui. Come aveva potuto esporla ad un rischio tanto alto? E invece anche quella volta ce l’avevano fatta. Insieme. Eppure quel peso sul cuore non era più andato via. Le aveva detto che il “Ti amo” era venuto fuori solo per rendere più convincente la loro farsa, ma nel dire quelle parole il suo cuore si accartocciò su sé stesso, rendendolo consapevole che probabilmente quello che stava dicendo era solo una grande scusa che stava raccontando non solo a lei, ma anche a sé stesso. E in quei 5 mesi passati dalla cattura di Slade, la consapevolezza di amare Felicity stava diventando sempre più reale, ma anche più sbagliata. Non poteva metterla in pericolo, o almeno non più di quello che già era come partner di Arrow. Se avesse ceduto ai suoi sentimenti, Felicity sarebbe stata in pericolo 3 volte: non solo come partner di Arrow, ma anche come la donna di Arrow e soprattutto come la ragazza di Oliver Queen. E lui non lo avrebbe permesso.
<< Che ne dici di andare a casa a riposarti? Resto io con lei >>
Diggle scosse la testa, abituato, ormai, a vedere Oliver tenersi tutto dentro e cambiare discorso ogni volta che il discorso si spostava su argomenti più scomodi, come lo era sempre stato l’isola, e come da qualche mese a quella parte stava diventando Felicity.
<< D’accordo. Ci vediamo domani mattina allora >>
Prese il suo giubbotto di pelle e si avviò per le scale, lasciando Oliver solo a riflettere.
 
*
<< O-Oliver >>
La voce flebile di Felicity lo raggiunse e lui subito si avvicinò a lei, bloccandola nel suo tentativo di alzarsi.
<< Non se ne parla >> la ammonì subito.
Felicity sbuffò lievemente e alzò gli occhi al cielo, provocando una piccola risata in Oliver.
<< Dovresti ringraziare il fatto che sono senza forze e non riesco a ribattere, lo sai vero? >>
Oliver le rivolse un piccolo sorriso, di quelli che lui mascherava sempre con lei << Come ti senti? >>
<< Fisicamente abbastanza bene, ma non mi sento molto lucida. Mi hai dato quella piantina miracolosa che hai preso dall’isola? >>
Oliver annuì << E’ quella che ti stordisce. Probabilmente domani non ricorderai nemmeno questa conversazione >>
<< Perfetto. Oliver Queen mi ha offerto la prima droga della mia vita e non me lo ricorderò nemmeno. Cioè, non che voglia ripetere l’esperienza per ricordarmene, solo che un Oliver stile spacciatore non me lo immaginavo proprio. Ovviamente non sei un vero spacciatore, ma... >>
<< Felicity... >> Oliver la bloccò sorridendo.
<< Sto straparlando di nuovo vero? Visto, allora non sto così male >>
Si girò con una mossa brusca verso il bordo del tavolo, in modo da alzarsi finalmente in piedi, quando un giramento di testa, dovuto probabilmente all’eccessiva velocità dei suoi movimenti, le fece perdere per un attimo l’equilibrio.
Subito Oliver le fu di fronte, sorreggendole una spalla con una mano, e poggiando l’altra sul suo viso. << Ehy, tutto a posto? >>
<< Si, è stato solo un momento. Niente di che, tranquillo >>
Quando, però, Felicity sollevò lo sguardo su di lui, Oliver sentì il suo cuore fermarsi. Era decisamente troppo vicino a lei, e sentiva un impulso irrefrenabile di accarezzarle il volto. Immediatamente, perciò, si staccò da lei.
Sul viso di Felicity, a quella velocità nel ritirare la mano, si dipinse una smorfia di delusione. Davvero provava tutta quella repulsione nei suoi confronti?
<< Ti fa addirittura così schifo toccarmi? >> Le parole le erano uscite così, senza fermarsi un secondo a pensare.
<< Cosa? >> chiese Oliver confuso, puntando gli occhi nei suoi.
<< Hai ritirato così in fretta la mano. Perché le altre ragazze riesci a toccarle, invece io ti faccio schifo? Cos’hanno Laurel, Sarah, Elena e Isabel Rochev che io non ho? Certo, loro sono bellissime, quasi delle modelle, io invece... >> abbassò lo sguardo, torturandosi le mani.
<< Felicity... >> come faceva a spiegarle tutto?
<< So che non sono alta, e di certo non sono bella come loro. Senza contare che sono una NERD patentata >>
<< Felicity >> la richiamò con più convinzione Oliver.
La ragazza sollevò lo sguardo su di lui, pronta a ricevere l’ennesima batosta da quel ragazzo che proprio non riusciva a smettere di amare.
<< Tu sei bellissima >>
Gli occhi della ragazza si spalancarono leggermente. Si aspettava qualche frase diplomatica, del tipo “non hai niente che non vada”, ma che in realtà le facesse capire che tutto quello che lei pensava fosse vero. E invece le aveva detto esplicitamente che lei era bellissima. Improvvisamente sentì un gran caldo e dalla bocca le uscì una parola che mai avrebbe pensato di dire a lui ad alta voce << Baciami >>
Oliver sospirò << Non è quello che vuoi veramente. Sei solo stordita dalla febbre e dagli
antido... >>
Non riuscì a terminare la frase, che Felicity lo stava già baciando. Cercò di rimanere fermo il più possibile, cercando di scoraggiarla, ma dentro di sé sentì il cuore pompare talmente forte da temere che stesse per esplodere, e istintivamente chiuse le mani a pugno così tanto che le nocche erano diventate bianchissime. Ma doveva trattenersi. A tutti i costi.
Dopo qualche secondo si staccò dalle sue labbra, permettendo ad Oliver di riprendere un po’ di quel contegno che stava lentamente perdendo.
<< A questo punto ci sono due alternative: o mi hai mentito, oppure hai cercato di dirmi che sono bellissima, ma che non sarò mai alla tua altezza. E hai ragione. E’ quello che mi sono sempre detta anche io da quando ho capito di essere innamorata di te >>
Il cuore di Oliver, a quelle parole, sembrò fermarsi ancora una volta.
<< Come poteva uno come Oliver Queen accorgersi di una come Felicity Smoake? Impossibile,
no? >>
<< Felicity... >> fu il sussurro lieve di Oliver. Se solo avesse saputo...
<< In fondo la storia è piena di dipendenti che si innamorano del loro capo, ma il contrario non è proprio possibile che accada. Tu nemmeno le guardi quelle come me. Io sono solo la NERD che ti da una mano nel catturare i criminali. Che ne so io di femminilità e tutte quelle cose che servono per far innamorare gli uomini?  In fondo sono solo un’illusa... >>
Felicity era ancora tremendamente vicina a lui, e poteva vederle gli occhi umidi di chi sta per piangere e le labbra che tremavano appena. Chiuse un attimo gli occhi per riprendere la concentrazione, mentre lei continuava a parlare senza freno. Quando li riaprì, però, un unico pensiero vorticava nella sua testa: sentire ancora il calore di quelle labbra sulle sue.
Dannazione.
Prese il suo viso tra le mani e la baciò. La baciò per farla smettere di blaterare. La baciò per farle capire che quello che stava dicendo non aveva assolutamente senso. Lei era riuscita a far sentire Oliver Queen come un liceale alla prima cotta ogni volta che incontrava i suoi occhi e sentiva la sua risata. La baciò perché era stato tremendamente difficile rimanere immobile quando lei si era avventata sulle sue labbra. La baciò perché tanto lei la mattina dopo non avrebbe ricordato nulla. La baciò perchè erano mesi che voleva farlo, ma la paura di metterla in pericolo lo attanagliava costantemente. La baciò perché, dopo tutti quegli anni sull’isola, aveva imparato a tenete a bada tutte le sue emozioni, ma con lei diventava ogni giorno più difficile. La baciò perché sembrava la cosa più bella del mondo, e si stava decisamente rivelando come tale.
La baciò perché voleva avere un assaggio di quello che si stava perdendo. Perché ormai era chiaro che fosse irrimediabilmente innamorato di Felicity.
 
*
Oliver scese dalla sua macchina e, non appena aprì la porta del covo, la risata di Felicity gli giunse alle orecchie e un senso di pace lo avvolse. Stava bene, finalmente.
Appena entrato, infatti, vide la figura minuta della ragazza in piedi accanto a Diggle. Subito li raggiunse.
<< Felicity >> la chiamò << Vedo che stai bene adesso >>
La ragazza si girò e gli sorrise << Si, finalmente. A proposito, Dig mi ha detto che stanotte sei stato qui con me. Volevo ringraziarti >>
In quel momento ebbe la certezza che lei non ricordava niente di quella notte, ed era meglio così. Ma non poté evitare che una piccola parte di lui rimanesse delusa per aver sperato che lei, invece, ricordasse tutto e lo costringesse a fare i conti con i suoi sentimenti.
Si limitò a rivolgerle uno dei suoi sorrisi enigmatici, incapace di proferire parola.
Oliver Queen aveva sopportato tanto su quell’isola maledetta. Restava da capire se sarebbe stato abbastanza bravo da sopportare una vita senza Felicity, avendone assaggiato un pezzetto quella stessa notte.
  
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