Ecco. Un raggio di luce. Guardo verso la fonte luminosa. È un raggio di sole, si capisce, le cose naturali, perfino per quanto riguarda la luce, sono diverse da quelle artificiali. Ma la fonte di luce che cercano i miei occhi non è il sole. È uno specchio. Uno specchio che riflette la luce del sole. Ecco l'unico caso in cui qualcosa di artificiale riesce a trasmettere le stesse sensazioni della natura. Disegnate, fotografate, dipingete, scrivete e spiegate, ma non riuscirete mai a svolgere lo stesso lavoro dello specchio. Lo specchio conosce tutto così bene che riesce e trasmettere le stesse emozioni di ciò che riflette. Eppure, anche con un aiuto simile a disposizione, siamo troppo distratti per guardarci con attenzione in uno specchio e comprenderci. È inutile. Passiamo davanti a uno di quei vetri magici e controlliamo il nostro aspetto senza renderci conto che quell'oggetto ci sta dicendo molto di più. Guardiamo i colori, le macchie, i punti, le forme e trascuriamo le cose più importanti. I sorrisi, gli sguardi vuoti e i gesti che lo specchio riproduce fedelmente come suo dovere li ignoriamo totalmente. Comunque non basterebbe uno specchio. A volte mi fermo a riflettere guardandomi negli occhi e analizzando il mio stato d'animo e riesco a individuare e scansire le mie emozioni, ma non riesco ad arrivare più in là. Mi chiedo perché io sono così, perché ho avuto questa reazione, perché non ho il carattere di altre persone. Così cerco di parlare con lo specchio, ma si sa che il linguaggio degli specchi è enigmatico, perciò non ne vengo a capo e non mi riesco a dare delle risposte. Come posso capirmi? Cosa posso fare per esplorare non tanto il mio animo, per cui basta lo specchio, ma la mia mente? Ecco, ci vuole uno specchio per la mente. Ed esiste uno specchio per la mente, anch'esso usa un linguaggio enigmatico, ma decifrabile. E sapete quali sono gli specchi delle nostre menti? I sogni.