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Autore: Little_Lotte    12/06/2014    2 recensioni
Dopo aver rivisto questo capolavoro della cinematografia ed aver versato tutte le mie lacrime sul finale, ho provato ad immaginare quali potessero essere i pensieri e le emozioni di Billy prima di quel magico, incredibile salto.
[ Dal testo: "Da quando sono stato ammesso non fa che ripetermi quanto sia orgoglioso di me, ma la verità è che sono io ad essere incredibilmente orgoglioso di lui, per non aver permesso alla paura di sopraffarlo e per avermi voluto bene come è giusto che un padre voglia bene al proprio figlio.
Lo ringrazio ogni giorno per avermi concesso di realizzare il mio sogno, per aver creduto in me quando tutti pensavano che stessi facendo solamente una sciocchezza, persino in un periodo difficile come quello che lui e mio fratello stavano vivendo al momento a causa degli scioperi; ringrazio ogni giorno per essere arrivato fino a qui e ringrazio mio padre per non aver mai lasciato la mia mano, neanche una volta.
- Billy, sei pronto? Tra poco tocca a te. - " ]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Billy Elliot
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Elettricità



“Billy, la tua famiglia è qui.”

Sollevo rapidamente il capo e mi volto in direzione del tecnico che è appena arrivato a darmi quell'informazione, ringrazio ed accenno un rapido sorriso. Non sono affatto sorpreso dalla notizia- del resto, non è certo la prima volta che mio padre e mio fratello vengono ad assistere a un mio spettacolo – ma non posso evitare di sentirmi esplodere il cuore di gioia, anche se il mio volto riesce perfettamente a mascherare le emozioni; del resto si tratta della mia prima volta come protagonista e nonostante tutte quelle massacranti ore di prove e le continue rassicurazioni da parte del regista e del coreografo, mi riesce piuttosto difficile non sentirmi agitato prima della mia grande entrata in scena.

Sapere che mio padre e mio fratello sono lì, in mezzo al pubblico, rende quella tensione ancora più pesante e ardua da sopportare.

Tiro un leggero sospiro d'incoraggiamento e poi mi chino in avanti, per un rapido riscaldamento prima di entrare in scena; la musica inizia a diffondersi lentamente intorno a me ma dopo qualche istante quasi cesso di percepirla, completamente assorto nei miei pensieri.

Non riesco ancora a credere che sia tutto vero, che tra pochi minuti mi ritroverò su quel palco a danzare di fronte a centinaia di persone, ricoprendo per la prima volta in vita mia il ruolo del protagonista. E dire che tutti erano scoppiati a ridermi in faccia quando avevo detto loro che mi sarei esibito a teatro in una versione al maschile de “Il Lago dei Cigni”, come se fosse davvero qualcosa di divertente! Ho sempre sognato di partecipare a questo balletto, ricordo ancora la prima volta in cui ne sentii parlare dalla signora Wilkinson, più di dieci anni fa: ricordo le emozioni provate ascoltando quella musica meravigliosa, la curiosità che la sua storia aveva suscitato in me, ricordo persino che il giorno seguente mi precipitai in biblioteca alla ricerca di un libro che potesse darmi qualche informazione in più al riguardo.

Sarebbe bello se lei fosse qui, adesso. Scommetto che farebbe qualche battuta riguardo al fatto che è solo grazie a lei se adesso mi trovo qui, probabilmente a fine spettacolo mi obbligherebbe a condividere con lei tutti i miei fiori perché – in fin dei conti – metà del merito è sua.

Mi piacerebbe vederla fra il pubblico, ma in fin dei conti non è lei la persona che più di tutte desidero sapere in questo teatro, stanotte: è mio padre.

So che non sarei mai riuscito ad arrivare fino a qui, senza mio padre; è vero, in un primo momento lui non aveva fatto altro che ostacolarmi e mai nella vita si sarebbe sognato di spendere tempo prezioso e denaro in questa mia folle idea di diventare un ballerino di danza classica.

Eppure lo ha fatto.

Quando ha capito che danzare era tutto per me, che nulla al mondo avrebbe mai potuto impedirmi di farlo, che la mia vita non sarebbe mai più stata la stessa se avesse osato privarmi di quel prezioso ossigeno, ha deciso di mettere da parte i pregiudizi ed ha fatto di tutto per aiutarmi a realizzare il mio sogno. Deve averlo capito quella notte di Natale, quando per la prima volta mi misi a ballare di fronte a lui; è stato allora che, per la prima volta, ha smesso di vedermi come un semplice bambino e si è accorto del sogno che si celava dentro ai miei occhi.

Ha visto che c'era del buono dietro a tutta quella faccenda e che dentro di me poteva nascondersi un grande talento.

Da allora non ha mai smesso di essermi accanto e di supportarmi: ha insistito affinché continuassi ad esercitarmi, mi ha aiutato a trovare i soldi per l'audizione a New Castle e quando sono entrato alla Royal Ballet School ha praticamente sacrificato la sua vita per farmi continuare a studiare, mettendo da parte ogni singolo penny solo per permettere a me di diventare ciò che sono adesso.

Da quando sono stato ammesso non fa che ripetermi quanto sia orgoglioso di me, ma la verità è che sono io ad essere incredibilmente orgoglioso di lui, per non aver permesso alla paura di sopraffarlo e per avermi voluto bene come è giusto che un padre voglia bene al proprio figlio. Lo ringrazio ogni giorno per avermi concesso di realizzare il mio sogno, per aver creduto in me quando tutti pensavano che stessi facendo solamente una sciocchezza, persino in un periodo difficile come quello che lui e mio fratello stavano vivendo al momento a causa degli scioperi; ringrazio ogni giorno per essere arrivato fino a qui e ringrazio mio padre per non aver mai lasciato la mia mano, neanche una volta.

“Billy, sei pronto? Tra poco tocca a te.”

Sospiro nuovamente e mi risollevo, pronto per la mia entrata in scena.

Ci siamo, mi dico, appena pochi istanti e toccherà a me. Chiudo gli occhi ed iniziò a muovere le gambe a tempo di musica, a saltellare sul posto ripetendomi mentalmente che posso farcela, che sono bravo abbastanza da sostenere anche questo ruolo, per quanto pretenzioso esso sia.

Posso farcela e devo farcela, soprattutto per mio padre.

E' a lui che dedicherò ogni mio gesto, ogni mio salto su quel palco, ogni singolo passo di danza che mi vedrà muovere da oggi fino alla fine dei suoi giorni; ogni mio respiro e ogni alito di vento, fra quelle note, sarà solo e soltanto per lui.

La musica adesso si fa sempre più forte ed intensa ed io capisco che il mio momento è arrivato: un'ultima, rapida fase di riscaldamento, qualche piccolo salto sul posto, una breve rincorsa e finalmente ci sono, fuori dalle quinte ed infine sul palco.

Accade tutto così in fretta che neanche riesco ad accorgermene.

Come accade sempre, quando danzo, dimentico persino chi sono: con un agile balzo mi elevo sopra il palco e svanisco completamente fra le note, inconsistente come una nuvola di fumo.

Leggero come una piuma, impercettibile come l'aria, libero come un uccello,

Come elettricità.

Sì... Come elettricità.

Io sono elettricità.





N.d.A: Ogni parola qui è semplicemente superflua.
Questo film è pura poesia e questo è solo un modesto tentativo di dare voce alle emozioni di cui traboccano gli ultimi due minuti e cinquantadue secondi della pellicola. Un "grazie" a Billy, per tutto il resto.
  
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