Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Eli Ardux    13/06/2014    2 recensioni
"Ho spesso pensato a come ti avrei detto addio un giorno. La morte è inevitabile, in fondo. Eppure non pensavo sarebbe successo così in fretta. Mi sono spesso immaginata invecchiare al tuo fianco. E sai, ricordare tutte quelle bellissime bugie fa male. Ma fa ancora più male pensare che tu stia leggendo tutto questo mentre io non sarò al tuo fianco. Mi dispiace, Sirius. Mi dispiace provocarti questo nuovo peso. Mi dispiace non averti suscitato un’altra volta un sorriso. O forse ci riuscirò ancora. Forse, tra molti e molti anni, ricorderai ancora quella stramba ragazza che ti ha insultato così pesantamente. Ricorderai ancora, magari, il calore di un abbraccio, quando il mondo inizierà a diventare freddo."
***
Dal capitolo 46
«Non è stata una mia scelta!» Sirius aprì le braccia, esasperato. Entrambi avevano alzato di nuovo la voce. «Sì invece» «Cosa?! Donna ma ti senti quando parli?» La bocca di lui si contorse dalla rabbia. «Calmati per Merlino» Elisa raccattò una borsa appoggiata al suo fianco, sulla panca, gettandogliela. I libri andarono a cozzare contro il braccio proteso dal ragazzo per difendersi, rotolando poi a terra poco più in là. «Non dirmi di calmarmi!»
Sirius x nuovo personaggio
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Ciao ragazzi
 
Avrei potuto utilizzare parole più altisonanti, formali, eleganti. Invece no, non l’ho fatto. Almeno ora voglio essere io a scegliere senza vincoli, ho deciso di essere me stessa questa volta. Quindi ciao. Come state? Immagino stavate meglio ieri, o il giorno prima o il giorno prima ancora. O magari state bene, ma non ho la presunzione di credere di saperlo.
 
Forse ora vi immaginerete uno sproloquio sulle mie colpe, le mie mancanze, le ingiustizie subite. Beh, non farò nulla di tutto questo. La mia vita mi piaceva e, anzi, sono convinta che rifarei ogni scelta, sbagliata o giusta che sia. Rivivrei ogni momento triste, devastante, ogni cattiveria subita. Rivivrei tutto questo per riavere indietro almeno uno di quei tanti momenti in cui mi sentivo viva. Non ho la presunzione di pensare che la vita sia stata ingiusta con me. Sicuramente sarà stata troppo impegnata con cose molto più importanti.
 
In questo momento sono felice. Felice per tutto ciò che ho fatto, per tutte le volte che ho combattuto e non mi sono tirata indietro. Ed è proprio per questo che a te, Lily, voglio chiedere di continuare a farlo. Combatti per il piccolo Harry, combatti per me. Aiuta tuo marito e se possibile, caro James, evita di incendiare casa. Tua moglie non ne sarà molto felice. Sii un buon padre per tuo figlio. Proteggilo come hai sempre fatto con me. E tu, Remus, evita di ingozzarti di cioccolato. Sappiamo entrambi quanto sia difficile, ma vivere la tua vita a testa alta è la più alta forma di coraggio nel mondo. Peter, ora mi rivolgo a te. Non avere paura di non essere all’altezza. Ricorda che il coraggio si misura anche nelle piccole cose. E tu, Peter, sei uno dei ragazzi più coraggiosi che io abbia conosciuto.
 
A questo punto i ragazzi mi malediranno. Spero solo che non si arrabbino troppo con me per l’affetto che ancora provo nel petto. Severus probabilmente non leggerai mai questa lettera. Non credo la cosa abbia molta importanza, in fondo. Il tempo mostrerà quello che hai dentro, prima o poi. E quando questo succederà, spero solo di poterti veder sorridere. Uno dei due, almeno, avrà mantenuto la promessa.
 
Ho spesso pensato a come ti avrei detto addio un giorno. La morte è inevitabile, in fondo. Eppure non pensavo sarebbe successo così in fretta. Mi sono spesso immaginata invecchiare al tuo fianco. E sai, ricordare tutte quelle bellissime bugie fa male. Ma fa ancora più male pensare che tu stia leggendo tutto questo mentre io non sarò al tuo fianco. Fa male perché mi rendo conto che non potrò asciugare le tue lacrime, né vedere il tuo sorriso di nuovo, quando avrai nascosto il dolore sotto una coltre di ricordi. Mi dispiace, Sirius. Mi dispiace provocarti questo nuovo peso. Mi dispiace non averti suscitato un’altra volta un sorriso. O forse ci riuscirò ancora. Forse, tra molti e molti anni, ricorderai ancora quella stramba ragazza che ti ha insultato così pesantamente. Ricorderai ancora, magari, il calore di un abbraccio, quando il mondo inizierà a diventare freddo. Forse, solo allora, ti verrò a prendere personalmente.
 
Non ho rimpianti, quelli sono per i vivi e io non lo sono più. Ho solo molto sonno e troppe parole da dirvi. Magari ve le dirò tutte quando ci rivedremo. Spero sia tra molto, molto tempo.
 
Per sempre vostra”
 
Una lacrima cadde sulla firma spigolosa. Una piccola macchia di inchiostro si formò nel punto dove la goccia aveva toccato la carta.
 
L’ uomo si accasciò a terra, la lettera ancora tenuta stretta tra le mani. Altre lacrime cominciarono a cadere sull’elegante pavimento. Singhiozzi pesanti e rumorosi riempirono il silenzio della stanza creando un senso lugubre di perdita.
 
I pensieri dell’uomo cominciarono lentamente a divagare aggrappandosi a ricordi, quei ricordi in cui annegava. Quei ricordi, unica speranza rimasta per rivederla.
 
E quei ricordi iniziarono a vorticare nella mente, nella stanza. Per molti giorni a venire l’uomo pensò a quella stupida ragazza e al suo sorriso triste. Ricordò e pianse ancora. E poi quel dannato giorno arrivò. Un nuovo dolore coprì il primo. Una nuova e devastante realtà. Ma fu solo questione di tempo. La morte, il tradimento, la prigione. Nulla riuscì a coprire quei ricordi. Nulla fermò mai la sua mente. E mentre quei lunghi anni passavano, Sirius Black poteva ancora vedere il suo viso e sentire la sua risata nell’oscurità della sua cella.
 
 
***
 
 
Il vento soffiava incessante nella valle. La caccia quel giorno era durata più del previsto. Almeno il branco avrebbe avuto di che sfamarsi per un po’. Il sole sarebbe sorto di lì a poco, la notte era al termine. I suoi compagni di caccia sembravano stanchi. Come biasimarli, d’altronde.
 
 
Con un balzo raggiunse un alto masso. Da quella posizione era facilmente visibile tutta la vallata. Mille e mille alberi ne ricoprivano la superficie, ognuno di una diversa sfumatura di verde.
 
I primi raggi mattutini la raggiunsero. La sua pelliccia fu pervasa da luminosità e calore. Un basso ringhio la richiamò alla realtà. Dietro di lei molti suoi compagni la incitarono a proseguire il cammino. Anche se riluttante, scese dal masso e si avviò tra gli alberi.
 
Dopo quasi un’eternità la radura iniziò a comparire tra gli alberi. Si avvicinò lentamente e finalmente la scorse. Sotto un grosso albero, maestosa e fiera, sua madre guardava in lontananza i cuccioli giocare. La sua pelliccia biancastra, segnata in più punti da diverse cicatrici, pareva brillare.
 
Era sempre stata evitata ed emarginata proprio per il colore di quest’ultima, diversa dalle altre, che erano di un rosso acceso. La giovane si avvicinò velocemente e la salutò, per poi sedersi al suo fianco.
 
Un sonoro sbadiglio fece voltare tutti i membri del branco verso di lei.
 
Avrebbe tanto voluto capire il perché di tutti quegli sguardi ostili. Non era diversa dagli altri, no?
 
E invece sì. Lei non era del branco e non lo sarebbe mai stata. Scosse la testa scocciata. Spostò lo sguardo su sua madre. Ne aveva fatto una reietta.
 
Si alzò di scatto, ignorando bellamente i muscoli doloranti e il sonno che lentamente si allontanava. Al suo posto un nuovo sentimento le attanagliò le viscere. Non aveva scelto lei di essere così. Non era dipesa da lei quella scelta. Sua madre le aveva salvato la vita, scegliendo una vita da reietta per crescere un cucciolo di un’altra specie.
 
Improvvisamente si ritrovò vicino al torrente dove, da cucciola, si recava ogni giorno per giocare. Si affacciò sulla superficie limpida. Una fiera e maestosa tigre restituì il suo sguardo. Era cresciuta ormai.
 
La sua pelliccia, morbida come la seta, era illuminata dal sole che, inesorabile, era già alto nel cielo. La luce filtrante dalle foglie creava giochi di luce e di ombra sul suo mantello striato di rosso e nero. Un raggio caldo le scaldò il muso. Si sdraiò pigramente e si beò di quel calore.
 Il vento faceva ondeggiare le chiome degli alberi che, come un’orchestra, cantavano e suonavano melodie mai sentite. La tigre si fece cullare da quella dolce ninna nanna e, piano piano, iniziò a sonnecchiare.
 
Un rumore improvviso la destò.
 
Un suono che, purtroppo, era impresso nella sua mente come un marchio indelebile ed estremamente doloroso. Quando molti rami scricchiolarono metri più in là subito si alzò, pronta.
 
Un uomo vecchio e alto uscì dai cespugli. Indossava un lungo mantello blu notte. La barba, altrettanto lunga e rigorosamente ordinata, creava un netto contrasto con l’ambiente selvaggio circostante. L’anziano guardò verso di lei con i suoi splendenti occhi azzurri dietro agli occhiali a mezzaluna.
 
«Ti ho trovata finalmente! »l’uomo avanzò con un luccicchio negli occhi. La tigre soffiò spaventata, estraendo veloce gli artigli e studiando i movimenti dell’altro.
 
L’anziano non sembrò turbarsi. Guardò l’animale con un sorriso lievemente divertito e, con nonchalance, si presentò «Mi chiamo Albus Percival Wulfric Brian Silente e avrei una proposta da farti».
 
 
***
 
 
In lontananza, in un castello, un uomo camminava lento per il corridoio. Tutto era tranquillo, troppo tranquillo.
 
Il suono dei suoi passi riecheggiò nel silenzio. Al suo fianco, una gatta camminava elegante. Gli occhi rossi setacciavano il buio alla continua ricerca di figure umane.
 
Una porta alla loro sinistra si aprì con un botto. Un fetido odore invase il corridoio. La gatta, indignata, scomparve di lì a poco con un miagolio strozzato. Prima che l’uomo si accasciasse a terra per la puzza nauseabonda, un urlo fragoroso infranse il silenzio della notte. «POTTER!!!».
 
 
 
Angolo autrice
Bentornati e grazie per aver letto fino a qua. Ok, so cosa state pensando, ovvero “Ma che...”. Lo so, la situazione non è molto chiara ora, ma vi assicuro che in seguito si chiarirà. Grazie comunque per aver letto, le recensioni sono naturalmente ben accette (sia quelle positive che quelle negative).
Al prossimo capitolo
Eli
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eli Ardux