12/08/2008
3 recensioniHuman Behavior.
Kakashi non capiva.
Non c'era nessuna istruzione sull'uso per il comportamento umano.
Kakashi in quella stanza vuota non riusciva a comprendere i gesti consolatori della gente intorno a lui.
Era colpevole e lo chiamavano eroe.
Era colpevole, ma la mano del sensei continuava a posarsi sulla sua spalla apprensivo.
Si aspettava sguardi accusatori, taglienti, si aspettava lo stesso trattamento del padre.
Si chiedeva cosa ci fosse di così diverso mentre percorreva il corridoio esterno della casa troppo grande per un solo ragazzino.
«Rin, non è necessario che tu venga ogni sera.»
«Ti ho portato del ramen, è ancora caldo»
Prese la tazza bollente tra le mani, cercando di non incontrare il suo solito sorriso materno.
Anche la ragazza non era cambiata: ogni sera passava per una visita spesso con qualche regalo, nonostante il suo carattere gelido lei non si allontanava.
Lei era ancora lì.
«Vuoi... vuoi entrare?»
Gli fece un cenno di assenso prima di seguirlo attraverso il cortile malcurato e le stanze che odoravano leggermente di chiuso.
Scostò qualche rotolo prima di apparecchiare in qualche modo il tavolo polveroso.
Arricciò il naso nel veder il degrado totale della cucina pieno di piatti e confezioni vuote.
Di certo l'aria lugubre di quella casa non doveva giovare sull'umore del compagno.
«Kakashi-kun, hai mai pensato di dare una sistemata a questo posto?»
«Non ce n'è bisogno Rin, non preoccuparti»
«Ma...»
Il Jonin si portò una mano sul volto emettendo un sonoro sbuffo di disapprovazione.
«Smettila. Dovete smetterla di preoccuparvi per me: è stato un mio errore, Obito è morto per colpa mia e voi mi trattate come se non fosse successo nulla!»
Colpì il tavolo con un pugno facendo trasbordare gran parte della zuppa dal suo contenitore restando immobile mentre la ragazza avanzava silenziosamente verso la porta, restando con lo sguardo fisso sul pavimento.
Strinse le palpebre per ricacciare indietro le lacrime.
«Devo andare a casa, s-scusami per il disturbo, non succederà più.»
Allo scattare della porta l'albino emise l'ennesimo sospiro: era un fottutissimo bastardo.
Era riuscito a far scappare anche lei alla fin fine.
Scaraventò la tazza contro il muro frengandosene dei mille cocci sparsi per terra.
Prendersi cura di Rin.
Lui.
Gliel'aveva promesso.
Diete un'occhiata all'ingresso chiedendosi se lei fosse già scappata via.
D'impulso corse, lungo il corridoio, per il giardino malconcio fino al cancello di metallo dove la trovò seduta per terra.
«Rin...Rin...mi dispiace, lo giuro, i-io non volevo trattarti in quel modo» si accucciò davanti a lei alzandole il mento umido di lacrime «Kami-sama, mi fan sempre piacere le tue visite»
Kakashi non capiva il comportamento umano, non esistevano regole prestabilite, dogmi da seguire alla lettera; lì era tutto dato al caso.
Veder lei mentre piangeva sotto casa sua, per il suo dannato egoismo lo faceva impazzire: non poteva sopportare il peso di un'altra colpa sulle sue spalle.
«Domani, prima dell'allenamento con il sensei potremmo andare a trovarlo.»
«Insieme?»
«Insieme.»
NdA -
KakaRin post morte di Obito. Senza pretese, ovviamente.
Dio, quanto mi era mancato muovere un personaggio come Kashi-chan, più tempo passa più lo amo *çç*
Che ne pensate? Son le 4 di notte, l'ho scritta di getto... chiedo venia se fa un po' schifo. o_ò