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Autore: Alfred il sanguinario    13/06/2014    1 recensioni
'Mandy restò senza parole. Ormai la sua ragione si era persa fra il batticuore e la certezza di stare per morire. Non aveva più la capacità di parlare, di ragionare, perché ormai la razionalità se ne era andata da quella stanza.'
Cosa fareste se qualcosa, o qualcuno, nella vostra nuova casa, invocasse disperato aiuto? Scappereste via spaventati? Vi fareste ricoverare? Questo è ciò che capita a Mandy... ma niente è come sembra.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Mandy sedeva annoiata in casa sua. Faceva noiosamente ticchettare la matita, mentre osservava il nevoso paesaggio dalla finestra.
Mamma e papà sarebbero tornati a breve, e ora era lì, sola in casa. Non aveva né fratelli né sorelle, ed era la prima volta che stava sola nella sua nuova casa, anche se non cambiava molto da stare sola in quella vecchia.
Ma lei odiava quella nuova casa. La odiava sin da quando ci aveva messo piede per la prima volta, lei adorava la sua vecchia casa, la sua vecchia città, il suo vecchio stato.
Ora viveva in un insignificante paesino del West Virginia, una campagna desolata e vasta, sicuramente bello per la natura, ma andare a vivere lì da una grande città come Detroit… non era esattamente il massimo.
Mandy udì un tonfo sordo. Istintivamente girò la testa verso il punto da cui era provenuto: la cucina.
Un altro tonfo.
Mandy impugnò le forbici.
Un altro tonfo.
Mandy si alzò dalla sedia.
Un altro tonfo.
Mandy cominciò a respirare affannosamente.
L’ennesimo tonfo.
Mandy si avvicinò alla cucina, le forbici strette nella mano destra sudata.
Stava per girare la maniglia della porta, ma non vi furono più tonfi. Piuttosto un rumore flebile, appena percettibile, simile ad un singhiozzo.
Mandy girò la maniglia. Aprì la porta, brandendo le forbici e sforzandosi di fare la faccia più cattiva che riusciva.
Niente. Proprio niente.
Si sentì incredibilmente stupida, ad aver addirittura preso le forbici per difendersi: non poteva essere entrato nessuno in casa. Forse si era rotta la grondaia, pensò. Forse qualche strano animale produceva strani versi fuori di casa.
Scosse la testa, fingendo a sé stessa di aver sempre saputo che non c’era nulla di cui preoccuparsi, ma in realtà era incredibilmente sollevata.
Si voltò, sforzandosi di reimmedesimarsi nella noia di prima.
Ma non appena si fu voltata tirò un grido e impugnò le forbici.
Seduta sulla sedia del tavolo da pranzo, la stessa dove prima era seduta lei, stava una ragazzina. Le mani conserte poggiate sul tavolo coprivano la sua faccia, e si potevano vedere solo i suoi lunghi capelli castani e il grembiule a quadretti blu. Era tutta imbrattata di farina.
Mandy rimase con gli occhi spalancati. Non poteva starle accadendo… chi diavolo era quella ragazzina?
Contemporaneamente cominciò a sentire un singhiozzo sommesso, che proveniva proprio dalla bambina. Stava piangendo.
“Chi sei?” domandò Mandy. Nonostante l’intrusa piangesse, rimaneva un’intrusa, e non riusciva ad abbassare la guardia: teneva le forbici puntate, pronte a colpire.
Non ottenne risposta, ma il lamento della ragazzina continuò.
Forse avrebbe dovuto ammiccarsela, sembrare cortese, solo per convincerla ad andarsene da casa sua.
“Perché piangi?” chiese.
La ragazzina non rispose, ma cominciò a piangere più intensamente. I suoi singhiozzi si facevano sempre più intensi.
Ad un tratto una goccia scivolò da sotto il suo braccio, fino a cadere dal tavolo e terminare sul pavimento. Poi altre goccioline, poi un  vero e proprio torrente di acqua, che inzuppava tutto il quaderno di Mandy e cadeva sul terreno, a scroscio.
Mandy restò senza parole. Ormai la sua ragione si era persa fra il batticuore e la certezza di stare per morire. Non aveva più la capacità di parlare, di ragionare, perché ormai la razionalità se ne era andata da quella stanza.
Cominciò ad avvicinarsi con le forbici in mano, in preda ad un primordiale istinto di sopravvivenza che si risvegliava in lei.
La bambina continuava a piangere, non faceva nient’altro. Mandy s’inzuppò i piedi nella pozza, e si accorse con orrore, che la bambina aveva le mani zuppe di sangue.
Sentì un tonfo. Ciò da cui tutto era iniziato. La bambina alzò lo sguardo, e poi non vide più nulla. Ricordò solo lo sguardo supplicante della bambina, il volto rigato da sangue e lacrime, e i capelli sporchi di farina. 

Angolo autore = spero che anche questa storia vi possa piacere... era da un po' che non mi comentavo più nell'horror, ma ora mi è venuta in mente questa storia. 

 

  
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