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Autore: Bec77    12/08/2008    4 recensioni
Yuri e la sua rivincita. Una famiglia per dimenticare un passato troppo triste e freddo, e una nuova epoca riflessa nello sguardo del figlio.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Yuri
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il ticchettio fastidioso dell’orologio appeso alla parete colorata continuava imperterrito senza prendere fuoco

Tutti i personaggi di “Beyblade” sono di © Takao Aoki

Julia è un personaggio sotto il mio © ^__^

 

 

~ Una nuova Epoca ~

 

Il ticchettio fastidioso dell’orologio appeso alla parete continuava imperterrito senza che l’orologio prendesse fuoco. Strano, perché sotto le sue occhiate malvagie avrebbe già dovuto smettere di funzionare da ormai un’ora. Il tempo sembrava essersi fermato all’interno di quella sala d’aspetto, e l’uomo dai capelli rossi sbuffò impaziente. Rivolse al cielo gli occhi color zaffiro ed inspirò altra aria per calmarsi, poggiando infine il mento nella conca formata dal palmo della mano aperto. Odiava le visite all’ospedale, le aveva sempre odiate, gli ricordavano le ferite che gli venivano inflitte come punizione al tempo del monastero (a lui non era concesso andare all’ospedale per curarsi). Ma erano passati più di dieci anni da allora ed il ricordo si era fatto più sfocato: era riuscito a dimenticare gli anni bui della sua infanzia ed adolescenza grazie ad una nuova luce. Una luce che in quel momento si trovava oltre una parta in ferro battuto verde, che faceva a pugni con il bianco asettico della stanza in cui lui era rinchiuso. Non vedeva l’ora di uscire da lì.

Come se qualche Dio misericordioso lo avesse ascoltato la porta in ferro si aprì con uno scatto, lasciando intravedere la sagoma affusolata di una donna. Yuri si alzò di scatto dalla sedia della sala d’aspetto, torcendosi le mani dall’ansia. La porta infine si spalancò del tutto lasciando che due donne ne varcassero insieme la soglia: una era giovane e bella, indubbiamente la donna che Yuri stava aspettando dato che il suo sguardo si illuminò subito. Ella gli mostrò la sua dentatura candida e perfetta con un breve sorriso ed anche gli occhi verdi di lei luccicarono per un momento. La figura affusolata era interrotta da un pancione tondo e ben formato, nascosto da un vestito a taglia unica a collo alto, di un verde smeraldo. Appoggiato fra l’avambraccio ed il braccio vi era un lungo cappotto, che scivolò quasi per terra quando la donna salutò con una stretta di mano quella che doveva essere la dottoressa, uscita dopo di lei.

«Si riguardi signora, mi raccomando» le disse ella, con un sorriso materno.

La giovane dai capelli ricci e castano chiaro sorrise apertamente, stringendole affettuosamente la mano: «Non si preoccupi. Ancora grazie, e arrivederci» la salutò.

Quando la dottoressa chiamò nel suo studio un’altra donna, anch’ella con un evidente e grosso pancione, la giovane si recò a passo svelto vicino a Yuri, rimasto immobile a torcersi le mani. Lui non riuscì però a contenersi quando la ragazza, dopo un bacio sulla guancia, gli sorrise: «Allora? Come sta?» le chiese in fermento.

Lei rise. Sembrò quasi il suono di mille campanellini, qualcosa di talmente angelico che era impossibile da descrivere a parole. Ti infondeva calma al solo sentirlo. Ma continuò a guardarla, con una strana ansia negli occhi.

«Il bambino è sano e sta bene, non devi preoccuparti Yuri» gli rispose lei, prendendogli ambedue le mani e stringendole. Yuri si calmò all’istante, facendo un sospiro di sollievo. L’ansia era completamente scomparsa, fortunatamente.

«Meno male» esclamò sollevato, «Non mi convinceva quella forte nausea che avevi» aggiunse subito. Un altro lampo di ansia gli passò nelle iridi azzurre, che si puntarono subito sulla ragazza. «Ne hai parlato alla dottoressa, vero?» le chiese titubante.

La ragazza scosse la testa, fintamente indignata: «Ovviamente, Yuri!» esclamò.

Con un mezzo sorriso, un po’ tremolante per tutte le emozioni che erano spuntate tutte assieme d’un tratto, il rosso annuì e si offrì di farle indossare il cappotto. Dopodiché la prese per mano ed insieme si diressero verso l’uscita dell’ospedale, tornando ad immergersi nel freddo di Mosca.

 

La palazzina a dieci piani in cui vivevano non era nulla di speciale. La sua fidanzata però l’aveva subito ribattezzata come il loro “nido d’amore”, benché all’epoca Yuri fosse ancora poco avvezzo alle romanticherie femminili. Pochi anni dopo, risentendo quell’esclamazione, si era messo a ridere di gusto. Ora però non poteva che essere d’accordo con lei (per quanto fosse possibile, dato che era pur sempre un uomo). Durante gli anni era maturato molto, non era più il freddo blader spietato della Borg, né Yuri dei Neoborg. Era semplicemente un onesto lavoratore che pagava vitto e alloggio come chiunque, tentando di mantenere anche la fidanzata incinta. Salendo gli scalini che portavano al primo piano, l’unico dal quale si poteva prendere l’ascensore, ripensò alla prima volta che aveva messo piede in quello stabile. Una ad una le emozioni contrastanti di allora lo portarono a fare un tuffo nel passato: si vedeva percorrere con passo insicuro quello stesso corridoio in marmo, guardandosi stralunato attorno. Veniva trascinato dalla folle ma bellissima neo-fidanzata, Julia, su per le scale del piano terra. Vedeva quello stesso pianerottolo su cui stavano aspettando l’ascensore, solo con un lui più trepidante e con la tremarella. Era la prima volta che prendeva una decisione così importante, per di più condividendola con una persona altrettanto importante e che sapeva gli avrebbe sconvolto la vita. Yuri tornò improvvisamente alla realtà, guardando di sottecchi Julia che si accarezzava sorridente il pancione. Era al settimo mese e se tutto andava bene fra due mesi avrebbe potuto tenere fra le braccia un bel bambino. Avevano anche deciso come chiamarlo: Chris. Julia aveva optato per un nome non troppo lungo e semplice da ricordare, dallo stampo occidentale; quella era sembrata a tutti e due la scelta più ovvia, soprattutto perché racchiudeva una musicalità che volevano nella vita del bambino: volevano che crescesse sereno e senza problemi, in una famiglia altrettanto serena. Sia lui che Julia avrebbero fatto di tutto per dargli quel futuro. Yuri strinse a sé la fidanzata, passandole la mano dietro la schiena ed accarezzando da dietro il pancione di lei, che emise un risolino basso. Un “tling” improvviso segnalò l’arrivo dell’ascensore.

«Meno male» esclamò la ragazza, sospirando, «Non ce la facevo più» continuò.

«Pesa?» le chiese ridente Yuri, accarezzandole più vivacemente il pancione. Julia rise ancora, ma questa volta Yuri la identificò come una risata da solletico: da quando era incinta Julia soffriva molto di più quel genere di cose. Ovviamente erano frequenti anche gli sbalzi d’umore e le varie voglie improvvise, ma ormai vi si era abituato. Anzi, poteva quasi affermare che forse tutto questo, una volta nato Chris, gli sarebbe mancato.

«Non sai quanto. Chris si muove sempre in modo esagerato. Sarà proprio come il suo papà: iperattivo in una maniera incredibile!» esclamò sbuffando la donna, per poi mettersi a ridere da sola. La seguì anche una lieve risata di Yuri, che però si spense non appena arrivarono al quinto piano. Un nuovo flashback attraversò la mente dell’ex-blader.

Questa volta si vedeva uscire dall’ascensore. Si guardava attorno spaesato quanto prima ed al richiamo mesto di Julia sobbalzò, quasi spaventato. Riusciva persino a ricordarsi il pensiero più stupido che avesse formulato quel giorno: “ma cosa ci faccio io qui?”, si era chiesto.

Ora che si sentiva così felice quella domanda aveva ampiamente trovato risposta: era andato lì per trovare la serenità familiare (qualcosa che non aveva mai avuto) e per vivere l’amore trovato, finalmente. Aiutò Julia a scendere dall’ascensore, tenendola ancora per la vita. La donna si stava leggermente lamentando delle caviglie gonfie e di altri inconvenienti dovuti alla gravidanza.

«Oltre alle caviglie gonfie ci si mettono anche i chili in più! Mi sembra di essere una mongolfiera ambulante, quasi preferivo quando rigettavo tutto quello che mangiavo!» piagnucolava mentre entravano in casa. Yuri emise una risata sinceramente divertita. Chiuse la porta dietro di loro ed aiutò Julia a togliersi il cappotto, alzando poi il riscaldamento.

«Ti preferisco mongolfiera. Non voglio una fidanzata anoressica, non sarebbe un buon esempio per il bambino» affermò Yuri, controllando i caloriferi.

«Tu e i tuoi “buoni esempi per il bambino”! Sono stufa!» disse Julia, sedendosi sul divano della piccola sala dell’appartamento. Yuri fece il giro della casa prima di risponderle. Aveva ormai appurato che prima di risponderle, dopo questi sbalzi d’umore, doveva prima farla sbollire. Magari invogliandola a scaricare la tensione su qualcos’altro.

«Vuoi vedere la tivù?» le chiese con un sorriso angelico. Come resistergli? Eppure lei ci riuscì.

«No, non voglio vedere la tivù!» rispose lei, esibendo il ben noto broncio da donna incinta e con sbalzi d’umore. Yuri si limitò a fare un cenno affermativo con la testa.

«Se permetti, però, vorrei vederla io. Posso?» le chiese con lo stesso sorriso. Questa volta il ghiacciolo in superficie sembrò sciogliersi: Julia lo guardò quasi dispiaciuta, stringendo a sé un povero cuscino innocente e facendo cenno di sì. Yuri le si sedette a fianco, cingendole le spalle con un braccio ed usando l’altro per tenere il telecomando. La rete principale russa stava trasmettendo i risultati dell’ultimo campionato mondiale di Beyblade. Mentre passavano sullo schermo le facce sorridenti dei suoi ex rivali come tanti flash, ormai diventati quasi tutti uomini sui venticinque anni come lui, un lampo di nostalgia offuscò la felicità di quel momento. Julia se ne accorse.

«Ti manca il beyblade?» gli domandò, stringendosi a lui. Lo vide tentare inutilmente di riassumere un’espressione meno nostalgica. Sorrise a quel tentativo, non resistendo ad accarezzargli una guancia, ruvida dalla barba incolta che stava crescendo.

«Un po’» riuscì ad ammettere lui. Sapeva che era inutile cercare di nasconderle certe cose.

«Hai mai pensato di tornare a batterti?» gli chiese ancora, interessata.

Yuri sembrò rifletterci un po’: effettivamente aveva accarezzato molte volte quel pensiero, dicendosi che sicuramente un giorno Wolborg avrebbe rivisto la luce del sole. Purtroppo quel momento non sembrava ancora arrivare, dunque lo teneva chiuso in uno scompartimento ben nascosto dell’armadio della loro camera da letto.

«Sì, ci ho pensato molte volte. Ma non posso mica abbandonarti qui così!» le disse, assumendo un’espressione di rimprovero. Come poteva pensare che l’avrebbe abbandonata per seguire un sogno adolescenziale?

«Ma tu non mi abbandonerai. Ti sto solo dicendo che secondo me, ogni tanto (bada, solo ogni tanto!) potresti tirare fuori Wolborg da quella scatoletta di metallo che nascondi nell’armadio (sì, esatto, so della sua presenza è inutile che me lo nascondi! Io so tutto!) e dargli una rispolverata. Chissà che un giorno non ti pentirai di non esserti allentato durante tutti questi anni! Sei o non sei uno dei migliori blader della Russia?!» lo sgridò, dandogli un finto scappellotto sulla nuca, scherzosa.

Yuri stette al gioco: «Hai ragione. Prometto che ricomincerò ad allenarmi, e quando Chris sarà grandicello gli insegnerò a giocare a beyblade! Così eguaglierà il padre e realizzerà il sogno della sua vita: vincere il mondiali! Chissà che lui non ci riesca...» ponderò contento. Julia rise, mentre alla televisione passavano una serie di scritte che celebravano il ritorno sul palcoscenico del beyblade, per la prima volta dopo tanti anni, di bravissimi blader del calibro di Kai Hiwatari e del campione Max Mizuhara, ritiratosi per problemi di salute.

~

«Pronti... Lancio

Due esclamazioni euforiche si alzarono all’unisono nell’aria. Una voce profonda ed una di bambino si mescolarono per un attimo in gridi di gioia identici, mentre un sottofondo metallico continuava a renderli euforici. Al centro di una piccola arena di plastica colorata, con il simbolo della Neoborg, due trottole altrettanto colorate giravano su stesse, attaccando la trottola avversaria sotto gli incitamenti delle due voci.

«Vai Wolborg, vai!» esclamava la voce adulta.

«Forza Glacier, attacca Wolborg!» diceva il bambino.

Le esclamazioni di stupore dei due quando i beyblade cozzarono l’uno contro l’altro, spazzandosi via a vicenda, furono alte. Yuri, dopo aver raccolto il suo Wolborg ed aver dato un’occhiata felice anche all’arena, si avvicinò al bambino sorridendogli. Il bambino, dai capelli rossi e gli occhi verdi, guardava il suo bebylade con sguardo rammaricato. All’avvicinarsi dell’uomo sussultò, abbassando lo sguardo: sembrava in procinto di piangere.

«Non sono stato abbastanza bravo, papà» esclamò con voce incrinata.

Yuri rise fragorosamente, scompigliandogli quei capelli identici ai suoi. Il bambino che aveva di fronte era tutto identico a lui, tranne per gli occhi indubbiamente della madre: di un verde smeraldo stupendo. Un verde che simboleggiava speranza per il futuro, rifletté Yuri.

«Non dire sciocchezze, Chris!» esclamò lui, «Sei stato bravissimo!».

«Ma mi sono fatto sconfiggere da te...» disse dubbioso Chris.

Yuri fece una smorfia divertita: «Io gioco da quand’ero bambino a questo sport! Non puoi pretendere di essere più bravo di me, eh! Non montarti la testa!» aggiunse divertito.

Chris parve capire, perché sorrise apertamente. “Ha il sorriso di sua madre” si disse allegro Yuri, prendendo il bambino per le spalle e facendolo aggrappare alle sue spalle.

«Su, andiamo a casa campione!» esclamò.

«Ma domani torniamo qui, vero?!» domandò allarmato il bambino, sporgendosi di più verso il padre. Stringeva in una mano il caricatore ed il beyblade, mentre con l’altra si aggrappava al padre. Gli riusciva difficile muoversi ma non si scoraggiava.

«Certo che torniamo! Devo farti diventare un campione!» esclamò divertito Yuri, camminando verso casa. Strinse di più la presa, per impedire a Chris di cadere: sedeva sulle sue braccia incrociate dietro la schiena, con le gambe a penzoloni per metà attaccate alle sue costole ed ai fianchi. Una stretta improvvisa delle gambe gli mozzò il fiato: «Non stringere Chris!», ma la sua supplica sembrò detta al vento. Il bambino continuava a muoversi, agitato.

«Papà, voglio diventare un campione di beyblade!!» esclamò ad un tratto Chris, stringendo più forte il suo bey, Glacier. Lo guardava con sguardo deciso, uno sguardo che purtroppo Yuri riusciva a vedere solo con la coda dell’occhio. “Immaginavo che prima o poi l’avrebbe detto. Gli ho fatto vedere troppi incontri di beyblade, mi sa!” si sgridò da solo. Ma continuò a fissarlo con un misto di divertimento ed orgoglio.

«Sarò orgoglioso di te qualunque cosa farai Chris! Ben venga se vuoi fare il blader, ma sappi che dovrai arrivare lì dove nemmeno io sono riuscito: devi vincere il mondiale!» disse deciso Yuri al figlio, con un sorriso di sfida.

«Certo! Sconfiggerò tutti i miei avversari grazie al mio Glacier! Saremo i migliori, te lo prometto papà!» esclamò entusiasta Chris, muovendosi un po’ troppo.

«Ehi!» protestò infatti Yuri. Ma sorrise alla decisione del figlio: «E sia, ma sappi che dovrai essere sempre onesto e rispettoso verso il tuo beyblade ed i tuoi avversari! Il beyblade è stato creato per il divertimento, ricordatelo. Solo così sarai il migliore, e vedrai quanti amici che ti farai!» replicò Yuri, scompigliando alla cieca i capelli del figlio, che non esitò a protestare ridendo.

“Si apre una nuova epoca per il beyblade” fu il pensiero di Yuri.

 

~ THE END ~

 

Note Autrice

Mi rendo conto che probabilmente Yuri sembra mooolto OOC. Ma credo che tutti i personaggi, anche i più malvagi (quelli che in realtà non lo sono, badate XD) possano avere una loro rivincita nella vita. Quella di potersi ricostruire una vita è la rivincita di Yuri, secondo me. ^__^

Spero che la one-shot vi sia piaciuta! Un bacione a tutti! ;D

Ringraziamenti

Innanzitutto devo dire che sono commossa ma anche un po’ addolorata. A quanto pare il “messaggio no profit” non funziona molto. Sarei curiosa di sapere perché i lettori non commentano T__T; però devo dire che piuttosto che essere insultata preferisco non ricevere recensioni, ecco XD

Passo dunque a ringraziare le tre carissime lettrici che hanno letto la mia one-shot; e nonostante tutto grazie anche ai 59 che hanno letto ma non recensito. u__u

Iria: carissima, questi sono i commenti che mi riempiono di inaudita gioia! *sviene* Sono davvero contenta che la storia ti sia piaciuta e che tu sia d’accordo con me nel fatto che tutti i cattivi (in realtà buoni XD) meritano una seconda chance. ^__^

Per quanto riguarda “Oltre l’Inferno, Verso il Paradiso” non c’è molto da fare: o mi torna la voglia... o la rifaccio completamente da capo XDDD. Non saprei ancora, ma se vuoi darmi qualche consiglio nella mia pagina-autore di EFP c’è un link alle news delle mie fanfics, lì puoi contattarmi quando vuoi, stai certa che ti risponderò ^__^ grazie ancora!

Ps. Inoltre, se leggi bene la descrizione di Julia, e poi quella di Katrina (di O.I.V.P.)... ti accorgerai di un PICCOLO particolare, MOLTO interessante. =P (capelli ricci castano-ramati, occhi verdi... mah mah mah XD *coff* *coff*)

Sybelle: Innanzitutto grazie per aver aggiunto la mia one-shot ai Preferiti, sono commossa! *si asciuga gli occhi con un fazzolettino* ç__ç E poi ti ringrazio anche per la recensione *le si gonfia il cuore di gioia*

Ketty91: Ti ringrazio sia per la recensione a questa one-shot, sia per quella a “Un felice ritorno al Passato”, che purtroppo, nonostante mi sia impegnata molto, pare che non piaccia (e l’hanno letta in 49, wow u__u’’). Sono contentissima che ti siano piaciute entrambe e che la mia Julia ti sia tanto simpatica!! Come ho detto a Iria questo personaggio è MOLTO legato alla Katrina della mia fanfiction “Oltre l’Inferno, Verso il Paradiso”, per ora incompiuta (ç_ç). =P ma molto legata, eh... oserei dire IDENTICHE XD *non da più indizi* XD

Insomma, vi ringrazio tanto tanto tanto tanto *__* E chissà che qualcun altro dopo questo aggiornamento non la legga e si decida a commentare XD In questo caso ne approfitto e vi chiedo: volete una risposta alla vostra recensione? Volete soddisfare qualche curiosità? Venite a trovarmi sul forum di EFP, allora! Leggete la parte sottolineata nel commento per Iria e venite a trovarmi! ;D Ciao!

   
 
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