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Autore: sushiprecotto_chan    13/06/2014    3 recensioni
Quale sarebbe la situazione, se Sasuke venisse cresciuto da Itachi e Kisame, Naruto dal trio Yahiko-Konan-Nagato e Sai da Sasori e Deidara?
Akasuna no Sasori, rispettabilissimo ninja burattinaio di Suna, instaura una complicata relazione con il non altrettanto rispettabile Deidara. Insieme decidono di adottare un altro artista, seppur bambino: Sai.
Intanto, Itachi – che non ha ucciso nessuno, ma il cui clan è stato comunque sterminato – svezza Sasuke con l’aiuto di Kisame; mentre Konan, Yahiko e Nagato – su richiesta di Jiraya – s’improvvisano genitori e crescono Naruto a Konoha.
Scorci di vita di tre famiglie non proprio convenzionali, scritti per un prompt di Queen of the lower court.
[Le famiglie: Itachi-Kisame-Sasuke, Yahiko-Konan-Nagato-Naruto, Sasori-Deidara-Sai.] [Le coppie: Sasori/Deidara, Itachi/Kisame e Yahiko/Konan.]
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori, Kisame Hoshigaki, Nagato Uzumaki, Sasuke Uchiha, Yahiko | Coppie: Itachi/Kisame, Sasori/Deidara
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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N/A: Una serie di double-drabbles o flashfic tratte da un prompt che Odusya aveva richiesto sul forum di Sai. (Il prompt completo lo trovate qui sotto :D)
Prendeteli come degli “scorci di vita” di queste tre famiglie non proprio convenzionali (Itachi-Kisame-Sasuke, Yahiko-Konan-Nagato-Naruto, Deidara-Sasori-Sai), il cui background è stato inventato di sana pianta dalla Odu. L’intera storia è solo una specie di esperimento – nonché un tentativo di scrivere una buona volta ‘sto benedetto prompt.
Indovinate quale sia la mia famiglia preferita ;U; (Itachi-Kisame-Sasuke, sì.)
Il mio headcanon è che Yahiko e Konan potranno fargli anche da padre e da mamma, ma Naruto alla fine finisce sempre col parlare e coll’avere il rapporto più stretto con Nagato.
Introduzione: Quale sarebbe la situazione, se Sasuke venisse cresciuto da Itachi e Kisame, Naruto dal trio Yahiko-Konan-Nagato e Sai da Sasori e Deidara?
Akasuna no Sasori, rispettabilissimo ninja burattinaio di Suna, instaura una complicata relazione con il non altrettanto rispettabile Deidara, ninja di Iwa in forze a Suna come guardia del corpo dell'ambasciatore. Insieme decidono di adottare un altro artista, seppur bambino: Sai.
Intanto, Itachi – che non ha ucciso nessuno, ma il cui clan è stato comunque sterminato – svezza Sasuke con l’aiuto di Kisame; mentre Konan, Yahiko e Nagato – su richiesta di Jiraya – s’improvvisano genitori e crescono Naruto a Konoha.
Scorci di vita di tre famiglie non proprio convenzionali, scritti per un prompt di Queen of the lower court.
Note: 1. Questa è la prima e ULTIMA volta che scrivo una storia al presente. Se trovate qualche pasticcio tra un verbo e l’altro, vi prego di avvisarmi.
Il presente non fa per me.
2. Perché solo cinque personaggi, EFP? Io questa la chiamo mafia! ;_;
3. Scritta per uno dei prompt che Odusya ha lasciato nel forum SaiFC. Il suddetto prompt lo trovate qui sotto:

 
 
Akasuna no Sasori, rispettabilissimo ninja burattinaio di Suna, instaura una complicata relazione con il non altrettanto rispettabile Deidara, ninja di Iwa in forze a Suna come guardia del corpo dell'ambasciatore. Durante un viaggio a Konoha (per lavoro, per diletto, per sfizio, come volete) però, incontrano per caso un piccolo, adorabile orfano artista che come Deidara è in grado di infondere il proprio chakra nella materia (Deidara nell'argilla, Sai nell'inchiostro). Deidara se ne innamora e riesce a convincere Sasori ad adottarlo e formare una famiglia non convenzionale.
BONUS Itachi -che non ha ucciso nessuno ma è comunque rimasto solo- svezza Sasuke con l'aiuto di Kisame, entrambi membri di una task force congiunta dei Cinque Paesi per la cattura di criminali di rango S.
BONUS 2 Konan, Yahiko e Nagato, su gentile richiesta di Jiraya, sono venuti a Konoha per prendersi cura di Naruto
BONUS 3 (Nel caso in cui Sasori, per quanto rispettabile, si è comunque trasformato in marionetta. Se lo mantenete umano, bypassate questo bonus) Deidara le prova tutte per far sì che Sai non cominci a chiamarlo "mamma", ma Sai pigola in protesta che "Papà è freddo, tu sei caldo". Deidara costringe fisicamente Sasori a togliersi tutto il veleno che tiene in corpo e a dormire con loro per fargli scoprire che anche il legno emana calore.
BONUS 4 Sasuke ha la tendenza a bigiare l'Accademia, generalmente supportato da Kisame perché "suo fratello è il miglior ninja di tutti e cinque Paesi, imparerà più guardandoti che studiando" ma anche perché "non mi fido di quel Delfino o come diamine si chiama". A Itachi vengono puntualmente le crisi di nervi.

 
 













 
 La famiglia è la patria del cuore.
– Giuseppe Mazzini.
 
 

 

 
Some dysfunctional families know they’re lucky
 
 
 

 
La vita di Sasuke è quasi ordinaria. Quasi, perché non si rimane orfani di entrambi i genitori e di ogni membro della propria famiglia senza che questo non venga scritto nel proprio curriculum per la vita. Si sente appiccicata in fronte l’etichetta di “povero bambino il cui clan è stato brutalmente sterminato” da allora. Per questo gli è difficile farsi degli amici, in accademia. Ma ha suo fratello, e apparentemente il suo adorato congiunto ha una specie di compagno – una specie di armadio a due ante, per meglio dire. Fa parte della “speciale task force dei Cinque Paesi creata al fine di catturare il più velocemente e abilmente possibile i criminali di rango S”, come gli ha spiegato Itachi. Anche suo fratello una volta lavorava con lui, ma ultimamente sta tentando di rimettere insieme l’organo di polizia di cui una volta si occupava il loro clan.
Kisame Hoshigaki – il famoso armadio – vive con loro, comunque, e Sasuke non sa se la cosa gli piaccia o meno, ma la tollera con abbastanza facilità.
“Sono a casa!”
Solo, vedere un enorme squalo – come è Kisame – in un grembiule un po’ lo turba nel profondo.
“Bentornato.” Dice il sopracitato, esibendo un ghigno e mostrando leggermente i denti aguzzi. Ogni azione che compie quell’individuo sembra un ironico insulto a chi gli sta davanti, e Sasuke si sente irrimediabilmente offeso tutte le volte.
“Sono a casa.” Borbotta, e se ne va dritto in camera sua.
 
 
*
 

“Yahiko, devi dirgli qualcosa.”
“Perché io? Non è che sia l’unica persona presente, qui dentro!” Esclama il suo fidanzato, con gli occhi un po’ più grandi del solito. È evidente che avere a che fare con quella peste di Naruto lo terrorizza.
Tu, invece, perché ti è già successo e sei l’unica figura paterna che questo bambino conosca.” Konan alza il dito e lo guarda con una pacata durezza, e Yahiko sa già di essere fottuto. “In più sarai padre, un giorno; non può essere che istruttivo fare pratica.”
…Infatti. “D’accordo, va bene…” mormora, chinando la testa. Può sentire il sorriso di Nagato mentre osserva la scena dal divano, in silenzio.
“Perché sempre io…”
Con la coda dell’occhio riesce a vedere Konan massaggiarsi lievemente il pancione. La sua ragazza ha sempre avuto un carattere riservato, ma è in quei momenti che lui può intravedere l’aspetto più insospettabilmente romantico e passionale di Konan. Le vede addosso un’espressione fiera e felice e se ne bea. Per un po’. Poi si costringe a superare a larghe falciate la porta d’ingresso e ad andare a parlare con quel ragazzino ingrato di suo figlio adottivo sul porticato di casa.
Lo osserva – relativamente – da lontano e fa una strana smorfia. Poi Naruto ricambia lo sguardo – i tre segni su ambo le guance ben marcati, il naso all’insù come se fosse lì con quella forma in segno di sfida – e i due rimangono a guardarsi a lungo, come due cani selvatici che devono scegliere se ringhiare o avvicinarsi all’altro a testa bassa per annusargli il didietro. Né lui né Naruto sono molto bravi coi rapporti umani. O, per lo meno, Yahiko si ritiene in gamba a parlare con altre persone, quando si tratta di suoi amici o di fare il leader, ma c’è una parte di lui che proprio non ne vuole sapere di dover rapportarsi con un bambino tanto cocciuto e combina guai. Non è tagliato per quelle cose.
Gli si siede accanto, torturandosi le mani.
“Allora, piccolo mostro, cos’hai combinato oggi?”
Il corpo di Naruto si scuote tutto. Non gli piace essere chiamato a quel modo.
“O-ehm… Scusa. Intendevo dire, com’è andata la scuola? Ti sei fatto qualche amico?”
“No-ttebayo.” E il suo tono si fa – come al solito – altissimo. “Ma i veri uomini non vanno bene a scuola! I veri uomini sono imbattibili di loro!”
“…E non hanno amici?”
Il volto di Naruto diventa paonazzo, e il bambino si alza in piedi di colpo, reagendo in modo esagerato e urlando qualcosa.
Nagato si sporge dalla porta, osservando la scena. No, davvero, Yahiko non è per niente bravo con i bambini. Ma almeno riesce sempre a provocare delle reazioni sincere da parte del ragazzino, e vederli bisticciare lo diverte sempre profondamente. Hanno entrambi dei caratteri piuttosto vivaci.
Nagato sorride apertamente, sapendo di non essere visto.
 
 
*
 
 
È abbastanza divertente vedere suo fratello Itachi – sempre così impassibile, composto e perfetto; il genio, come lo chiamava loro padre e come continuano a fare, beh, tutti – avere puntualmente delle vere e proprie crisi di nervi.
È divertente, perché in quelle occasioni Kisame prende sempre le parti di Sasuke e lui può fare quello che gli pare lasciando la discussione nelle mani dei due adulti.
Ha cominciato a bigiare l’accademia due anni prima.
È stata una reazione inevitabile: non ne poteva più di sentire i suoi compagni e i sensei parlare della tragedia capitata al suo clan, e le occhiate piene di pietà di quelli che una volta – più o meno – erano stati suoi amici e i sospiri delle ragazze non avevano aiutato per niente.
Si è sempre sentito bene, a saltare le lezioni. A volte Itachi si beve le sue bugie – o finge di farlo – e se ne vanno ad allenarsi al lago, altre giornate Sasuke le passa a tirare sassi da qualche parte. Sempre meglio che dover stare con quegli incompetenti dei suoi compagni. E il suo fratellone è mille volte più abile dei suoi maestri.
“Tutto. Questo. Deve. Finire.” Itachi non si scompone mai. Nessuno di quelli che lo circondano sanno come faccia, ma anche quando è arrabbiato, frustrato o ansioso – come in quel caso – riesce comunque a dimostrarlo in modo abbastanza fine.
“Il ragazzo non fa niente di male. Non è che quando salta la scuola vada a puttane o faccia del male a qualcuno.” Kisame sembra farci un pensiero. “In effetti, non fa proprio nulla di ciò che farei io. E ti segue ovunque per allenarsi con te, imparando di sicuro molto di più di quanto potrebbe fare in quella sottospecie di accademia.”
Mentre dice questo, sta girando con un cucchiaio di legno il contenuto della pentola che sta sul fuoco. Kisame cucina con un’estrema malagrazia, ma ogni volta che Sasuke torna a casa sembra sempre stare là ai fornelli.
Sasuke può sentire fisicamente i pensieri di Itachi aggrovigliarsi nella sua mente; frasi che gli ha sentito pronunciare fin troppo spesso: No invece, non è giusto, dovrebbe avere degli amici, imparare con i ragazzini della sua età, è così sveglio ma non sopporta nessuno; le sue preoccupazioni sul starlo crescendo male, su cosa avrebbero fatto i loro genitori – e su cosa avrebbe dovuto cambiare Itachi dell’atteggiamento che avrebbe adottato loro padre in quella situazione –, o come proteggere suo fratello al meglio.
Tuttavia, il suo unico congiunto tace, e lascia parlare Kisame.
“Quello che sto dicendo è: sei il migliore ninja dei Cinque Paesi, tuo fratello imparerà più guardandoti che studiando.” Una pausa, e l’assassino si volta verso il suo ragazzo. “E poi non mi fido di quel Delfino o come diavolo si chiama.”
Itachi si mette – con molta discrezione, eh – le mani tra i lunghi capelli, e pensa qualcosa di simile a Dio, mi verrà un esaurimento nervoso, prima o poi.
Sasuke si stacca dalla parete, smette di origliare e riporta alla mente una serie di episodi che si sono succeduti negli ultimi due anni. Scene di lievi battiti alla porta e di Iruka-sensei che tossiva lievemente dietro al proprio palmo, per poi cominciare a parlare con quel suo tono gentile di come il rampollo degli Uchiha sia poco presente a lezione, e che anche quando c’è – nonostante i suoi ottimi voti – non sembra essere molto partecipe. Nonché ricordi d’insulti ed espressioni colorite, quando a rispondere alla suddetta porta c’era Kisame, magari mezzo nudo o assonnato perché tornato appena la notte prima da una missione della task force.
È stato uno dei momenti più assurdi della sua vita, assistere, un mercoledì di giugno, a Squalo e Delfino che si squadravano con malcelata irritazione, a lievissima distanza l’uno dall’altro.
Forse gli piace la loro attuale situazione con Kisame, dopotutto.
 
 
*
 
 
Sasori ha sempre creduto – per tutta la vita – che la vera bellezza risieda in ciò che perdura nel tempo, come le sue marionette. Ha modificato il suo stesso corpo, rendendolo interamente di legno tranne il suo cuore, pur di diventare arte lui stesso. Non si tratta tuttavia di un ammasso di arti insensibili: tramite il chakra, è come se il legno massiccio di cui è fatto sia ricoperto di nervi. Dopotutto, non gli si addice l’asessualità, quando c’entra Deidara.
Ma questo suo ideale delle cose che sopravvivono per un lungo, infinito periodo di tempo, irrimediabilmente si dimostra un problema nella sua mente, quando si ritrova a pensare alla sua situazione attuale, alla vita con Deidara e Sai.
Può farcela? Ma, soprattutto, quanto durerà? Le sue preoccupazioni sono incentrate soprattutto sul fatto che, per quanto il legno non sia un materiale freddo – come può esserlo il metallo –, non è qualcosa di adatto a stare addosso a un ‘genitore’. Non è qualcosa alla quale un bambino si possa adattare.
Giusto una manciata di giorni prima, ha sentito dire da Sai che “Papà è freddo, tu sei caldo”. Stava parlando con Deidara, indossando – come suo solito – un’espressione seria e molto concentrata.
Nonostante lo diverta pensare che quindi – nonostante gli sforzi che l’altro ninja ha impegnato per non venir chiamato né considerato a quel modo – per Sai il suo compagno sia “la Mamma”, Sasori si era come bloccato, quando aveva sentito quelle parole provenire dal ragazzino.
Lo deve ammettere; non è un caso se aveva costruito le sue prime marionette a ‘forma’ di suo padre e sua madre. L’unica maniera d’immaginare una famiglia che perdura nel tempo è di renderla di legno, arte inanimata e letale, che si può proteggere facilmente.
Che ci fanno a Konoha, comunque? A Suna avevano avuto una vita, una professione; Deidara è di Iwa, ma lì aveva trovato lavoro – forse proprio grazie alla sua reputazione non tradizionale e alla sua fedina penale non proprio immacolata – come guardia del corpo dell’ambasciatore del suo villaggio, e Sasori è rispettato, nel suo paese. Ai tempi aveva anche preso come apprendista un ragazzo, uno dei rampolli del Kazekage. La sua abilità come marionettista è riconosciuta, e sarebbe stata trasmessa a chi avrebbe preso come allievo, se fosse tornato a Suna.
Si erano concessi una pausa per poter tirare su Sai come si deve nei due primi anni di vita, era vero, ma questa ‘pausa’ si era protratta oltremodo. Vanno prese delle decisioni, e già Sasori non riesce a vedere un futuro per la loro situazione.
“Sasori.” Lo chiama il suo amante, con un tono di comando. “Vieni qui, hmm!”
Quando raggiunge Deidara nell’altra stanza, l’altro non perde tempo: lo obbliga a togliere completamente dal suo corpo di legno tutto il veleno di cui è impregnato; poi, essendosi accertato che non ne sia rimasta più una goccia, lo porta a letto, facendolo stendere dal suo lato. Infine chiama da loro Sai, che si va a sdraiare tra i due genitori adottivi senza una parola.
Sasori può capire l’attaccamento che Deidara dimostra per quello scricciolo: Sai, come il ninja di Iwa, sa infondere il proprio chakra nella materia. È bello vederlo allenarsi con l’inchiostro, dando vita a ogni disegno infantile che butta su carta.
Proprio in quel momento, Sai apre gli occhi e lo guarda, rivelando le sue magnifiche pozze nere. È voltato verso di lui, e timidamente allunga un braccio nella sua direzione, per poi posarlo sul legno. Appena lo fa, emette un leggero “oh”.
“Vedi, Sai-kun? Anche il legno può essere caldo.” Fa Deidara.
Al che il marionettista sente il suo cuore – possibile? – perdere un battito. Si avvicina al corpo di Sai appena appena, mantenendo il contatto.
Si concede di rilassarsi, per una volta. Riesce a prendersi un momento per assaporare lo stare sdraiato accanto dalla sua disfunzionale eppure in qualche modo perfettamente equilibrata famiglia.
 
 
*
 
 
Nagato passa a Naruto una pagnotta, precedentemente ben nascosta in uno strato di panni di carta.
“Tieni.”
“Che cos’è?”
“Cibo cinese. Una delle ricette che più preferisci dopo il ramen.”
“Wow! Grazie!” E prende a mangiare con voracità, per poi fermarsi improvvisamente.
Naruto arrossisce, quando gli passa metà del suo Cha Siu Baau. Il suo è un sorriso che va da orecchio a orecchio.
“Prendi.”
“Grazie, Naruto-kun.”
Nagato è contento che Jiraya li abbia chiamati a Konoha per prendersi cura di Naruto.
Ed è segretamente molto fiero del fatto che – nonostante Konan e Yahiko si siano proclamati “mamma” e “papà” ufficiali – alla fine Naruto preferisca la sua compagnia. Sono due orfani, loro due, e l’aver trovato un “padre” e una “madre”, nonché riuscire a formare una “famiglia”… è bello, non c’è che dire.
 
 
 
 
 
 
 
 
 




 
Cha Siu Baau = pane al vapore con all’interno ripieno di maiale cotto al barbecue. (Ricetta cinese.)
“Hmm!” = ho notato che nell’originale in giapponese, nell’anime Deidara ripete spesso (ma non continuamente) un suono simile a “hmm” alla fine di alcune frasi. È paragonabile al “Dattebane” di Kushina, “Dattebayo” di Naruto o all’ “aru ja” di Kankuro, e l’ho voluto inserire qui un po’ come sfizio. XD
   
 
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