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Autore: Half_Feather    13/06/2014    6 recensioni
Lui non aveva ancora imparato che il ghiaccio, vicino al fuoco, finiva sempre per sciogliersi.
Lei non aveva capito, invece, che anche i suoi occhi glaciali la riscaldavano.
Lei era il suo soffio vitale, un sole, mentre lui era come la neve; era freddo, ma spettacolare.
Insieme formavano la contraddizione più grande del mondo.
Nonostante lui fosse freddo, sapeva sorridere; lei lo aveva visto.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Primo capitolo ─ Di treni e capricci.


«Ma papà!» brontola un piccolo impiastro dal viso spruzzato di lentiggini. Ha due occhi vispi color nocciola, il naso all’insù ed i capelli rossi scompigliati sulla testa; sono cresciuti rispetto a un paio di anni prima, adesso le coprono due terzi della schiena. Il viso pallido e magro è imbronciato ed accoglie due labbra sottili e rosse, di un rosso forte proprio come quello dei suoi capelli. Il suo aspetto porta alla mente un raggio di sole, eppure il suo nome è Luna, Lily Luna Potter.
«Sii paziente, l’anno prossimo ci andrai anche tu» ricorda il padre, ormai rassegnatosi al broncio della bambina.
«Ma io voglio andarci subito! Perché Albus e James possono ed io no?»
«Perché tu sei ancora piccola» dice per la terza volta Harry James Potter, abituato alle lamentele della minore della famiglia, che non vede l’ora di imparare ad usare la magia a scuola.
Lily ha solo dieci anni, ne deve aspettare ancora uno prima di poter varcare insieme ai suoi fratelli maggiori la soglia della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Sono tre anni che fa i capricci e sono tre anni che perde la sua battaglia. Deve rassegnarsi all’idea che riceverà la lettera per Hogwarts non appena avrà compiuto i suoi undici anni; per il momento, pensa a piagnucolare all’ombra dei suoi fratelli, Albus Severus e James Sirius.
Sbuffa rumorosamente, incrocia le braccia sotto al seno che ancora non è ben definito e soffia su quella piccola ciocca di capelli che è andata a coprirle il volto imbronciato.
«Io però voglio andare ad Hogwarts!» termina con voce acuta, rassegnandosi anche questa volta.

Lily Luna, zero ─ resto del mondo, un punto.

È il primo settembre dell’anno 2018 e la stazione di King’s Cross brulica di giovani maghi che si distinguono dai Babbani grazie ai loro animali, perché dovete sapere che a scuola è concesso portare con sé un gufo, un gatto o un rospo; “qualcuno” di tanto in tanto porta un ratto, ma non è la storia di Ronald Weasley che ho intenzione di narrare. Come vi stavo dicendo, la stazione brulica di maghi e streghe che non perdono tempo a dirigersi verso il binario nove e tre quarti con gatti, gufi e rospi a bordo dei loro grossi carrelli. Vogliamo parlare degli enormi bauli che, giusto perché i Babbani “non vedono nulla”, sfuggono alla loro vista? E dei loro strambi modi di vestire? Vi darò delle lezioni su come riconoscere maghi e streghe successivamente, per adesso torniamo alla storia della nostra ragazzina dal viso imbronciato.
Dovete sapere che i bambini, per fortuna, si lasciano distrarre molto facilmente dal loro obiettivo, così Lily non impiega molto tempo a cacciare dal proprio viso quella brutta espressione sconfitta; tutta quella concentrazione di maghi nella stazione fa sì che gli occhi color nocciola della streghetta vengano illuminati ed ampliamente sgranati, puntati prima qua e poi là, senza mai fermarsi un attimo, mentre il troppo entusiasmo della bambina si insinua nelle sue vene. Basta poco per meravigliare un bambino, bastano grida di gioia di persone che dopo tanto tempo finalmente si rivedono, piccoli incantesimi di innocenza massima ed un treno di un rosso vivo che porta in un posto ai Potter tanto caro, dalla piccola Lily ancora mai visto ma tanto atteso e desiderato.
«C’è zia Fleur. Scappiamo, altrimenti comincerà a dire in francese che sono cresciuto molto dall’ultima volta che mi ha visto e mi obbligherà a mettere la maglietta dentro i pantaloni! Scappiamo, mamma, ti prego!»
«Non essere stupido, James, e vai a salutare tua zia. Ci sono anche Victoire, Dominique ed il piccolo Louis, fai il bravo cugino e vai ad abbracciare tutti quanti».
«Va bene, mamma» risponde con aria sconfitta il maggiore dei tre figli Potter, lanciandosi tra la folla per raggiungere i parenti mezzi francesi che sono a pochi metri da lui.
I maghi sono così tanti che è impossibile riconoscere gli altri Weasley, ma di tanto in tanto Harry e sua moglie, Ginevra, rivolgono saluti ad alcuni ex compagni. In lontananza, Hermione Granger e Ronald Weasley stanno allegramente scambiandosi qualche parola con il loro amico e professore di Erbologia ad Hogwarts, il signor Neville Paciock. I loro figli, Rose e Hugo, si nascondono timidamente dietro le vesti della madre, mentre i piccoli Frank e Alice Paciock cercano di stanarli e giocare con loro.
«Eccoli!» esclama Albus, indicando con il dito indice zia Hermione e la sua compagnia, mentre i Potter, spingendo nient’affatto faticosamente i carrelli con famiglio e baule, si dirigono da loro.
Quando Harry, Hermione, Ronald, Ginevra e Neville iniziano a parlare, nessuno li ferma più, o meglio, nessuno si accorge di nulla al di fuori della loro cerchia.
Quando poi ad essi si aggiungono Fleur Delacour e suo marito, William Weasley, il discorso si fa più acceso; credetemi se vi dico che non è affatto interessante ascoltare i loro discorsi: Neville ed Hermione si interessano degli esiti scolastici degli studenti, Ronald comincia a criticare la cucina di sua sorella Ginevra, mentre lei, che non ha nessuna intenzione di ascoltarlo, arriva in qualche modo a litigare con Fleur; suo marito, William, cerca di calmare sia la moglie che la sorella, ma quando una Weasley alza la voce contro una francese, non arriva mai nulla di buono. La moglie di Neville, Hannah, partecipa attivamente ridendo delle due donne. Harry Potter, invece, ascolta in silenzio, cercando di capire perché ogni anno deve essere così complicato (non si può dire che non sia divertente, comunque). I bambini, invece, lasciano da parte gli adulti e giocano innocentemente - ridendo, rincorrendosi, narrandosi le loro vicende estive e  scambiandosi opinioni e figurine ricavate dalle Cioccorane. James Sirius Potter battibecca, come al solito, con Dominique Weasley, discutendo attivamente su cose tanto stupide quanto inutili, mentre la sorella maggiore di lei, Victoire, è già scomparsa tra la folla ─ «sicuramente si starà baciucchiando con Ted» ─, ed il minore dei tre, Louis, ascolta in silenzio Frank Paciock che lo informa della vittoria dei Puddlemere United nell’ultima partita di Quidditch dell’estate precedente, appena giunta al termine. Alice, invece, sta contrattando con Hugo ─ «le api frizzole per i cioccocalderoni, ci stai?» ─. Rose non intende perdere tempo e si decide già subito a leggere il romanzo che porta sottobraccio, mentre Albus la osserva e… ─ «Lily! Dov’è Lily?»
Albus è un ragazzino piuttosto imbranato, nonostante un anno prima fosse stato smistato nella Casa di Serpeverde, è timido e nessuno mai lo ascolta. Nessuno, con l’unica eccezione dei suoi genitori, la sua sorellina minore, le sue cugine Rose e Lucy e la sua migliore amica, Alice.
Si guarda intorno con aria preoccupata, guarda persino in su ed in giù, ma non c’è traccia della testolina rossa. Bussa piano sulla spalla di Alice, interrompendo il suo “interessante” monologo su quanto fossero buone le brioches di zucca, lancia un sorriso al cugino, che è ovviamente grato ad Albus di aver interrotto quell’inferno (perché a lui piacciono i dolci, ma mangiarli, non ascoltare le loro storie), si schiarisce la voce e dice con calma all’amica che Lily non si vede.
Molto male, Albus.
Non riesce a terminare la frase, che presto si genera il panico, poiché la bambina strilla che non si trova la minore dei Potter e che è sparita. Fleur Delacour trova così un altro buon motivo per arrabbiarsi con Ginevra, accusandola di essere una madre tanto pessima da riuscire a perdere di vista sua figlia, mentre suo marito ne trova altrettanto uno per mettersi in mezzo e chiedere ad entrambe il silenzio e di fare un respiro profondo. Chi strilla, chi va in crisi, chi parte alla ricerca della dispersa e chi si dispera. Harry James Potter si piega sulle ginocchia per raggiungere l’altezza del suo secondogenito e con voce rassicurante dice «non ti preoccupare, la troveremo. Deve essere qui da qualche parte».
La verità, comunque, è che nessuno dei bambini è davvero spaventato per Lily: la conoscono, sanno che lei è capace di perdersi e poi ritrovare la strada di casa e sanno che presto, in un modo o nell’altro, sarebbe spuntata fuori. James Sirius, solamente, è preoccupato: conosce meglio di chiunque altro la sorella e proprio per questo ha paura che si possa cacciare presto in qualche guaio. La chiamano “Lily Luna  la peste Potter”, ma James cambierebbe quel “la peste” in “il pericolo”.
Arriva il resto del clan e anch’esso si getta alla disperata ricerca della dispersa.
Devono sempre fare casini, i Weasley.
Mentre tutti sono preoccupati e fuori di senno, poco (pochissimo) lontano, una bambina dal viso spruzzato di lentiggini cerca di attaccare bottone con il migliore amico di suo fratello Albus.
Lei è vivace, mentre lui sembra chiedersi cosa avesse bevuto la mattina; lei è pimpante e loquace, lui non è di molte parole, anzi, si limita a guardarla con aria confusa e non intende rispondere alle sue domande. Lei gli gira intorno, lui rischia di cadere a terra per il mal di testa, girando su se stesso per non perdere di vista Lily Luna Potter.
«Perché i tuoi genitori se ne sono già andati? Non vogliono restare con te fino all’ultimo?»
Scorpius Hyperion Malfoy alza un sopracciglio.
«Mia madre non lascerebbe mai andare Albus a scuola senza prima averlo riempito di baci. Tua madre ti ha dato solo un abbraccio e tuo padre ha detto “arrivederci”, l’ho sentito. Perché sono così freddi?»
Scorpius è il migliore amico di Albus Severus Potter; è un suo compagno di Casa e divide con lui il dormitorio. È educato, rispettoso e molto intelligente; soprattutto, come Lily può constatare, non è di molte parole. Preferisce il silenzio, osservare dalla finestra la pioggia che scende dal cielo senza commentare, preferisce ascoltare in solitudine il cinguettio dei passerotti che la mattina lo svegliano pacificamente, avvolgendolo in un dolce risveglio come fosse un lenzuolo. Preferisce suonare il pianoforte senza cantare, perché quella sì che è una melodia armoniosa.
Preferisce stare in silenzio e non parlare, osservare il mondo dall’ottica di un bambino che ha come migliore amico il figlio del più grande nemico di suo padre, per lo meno ai tempi di Hogwarts.
Lui è un Malfoy e non dovrebbe trascorrere il suo tempo con i Potter.
«Invece se si trattasse di James, di baci, mamma gliene darebbe solo due, perché, anche se lo ama, è contenta di toglierselo di torno, dato che a casa combina solo guai».
Lily continua a girargli intorno e lo squadra dall’alto verso il basso; il suo sguardo si ferma spesso sui suoi capelli biondi: in famiglia non ha nessuno con i capelli di quella tonalità, li hanno tutti neri, castani o rossi. Le sue cugine francesi sono biondissime e bellissime, ma di maschi, biondi, non ne ha nemmeno uno. Louis ha la chioma di una tonalità chiara, ma mai quanto quella.
«Mi piacciono i tuoi capelli; io li vorrei così, i miei mi fanno assomigliare ad un leone. Papà dice che è una cosa bella, ma io non ne sono tanto sicura. A te piacciono i leoni?»
Dio, quanto parla.
«Perché non dici niente?» chiede alla fine, stanca di tutto quel silenzio. Non capisce perché lui non risponda alle sue domande, eppure continua a girargli intorno. Continua, fin quando anche quel silenzio viene interrotto dalle grida della sua famiglia.
Ginevra Weasley le corre intorno e le bacia la fronte chiedendole milioni di cose, tutte domande traducibili in preoccupati “come stai?”; Harry Potter posa una mano sulla sua spalla, mentre Hermione Granger la rimprovera dolcemente per la sua scomparsa. Fleur Delacour, invece, comincia a dire cose incomprensibili in francese, ma sono più che sicura che non siano molto carine.
«Avevo visto Scorpius» si affretta a dire la bambina, sottraendosi all’abbraccio della madre e facendo un passo verso il bambino biondo che, in mezzo a tutti quei Weasley e Potter, si sente sicuramente di troppo. Ginevra lancia un’occhiataccia al figlio di Draco Malfoy, mentre suo marito lo saluta con un educato «salve, Scorpius», per farlo sentire ─ come dire ─ in famiglia. Albus si getta sull’amico per abbracciarlo, ma egli si lascia stritolare senza ricambiare l’abbraccio, sicuramente perché sente troppi occhi su di sé. Per educazione e perché, ci scommetterei un occhio della testa, anche a lui era mancato il suo migliore amico, lascia sfuggirsi un sorriso che non appare spesso su quelle labbra ghiacciate e troppo chiare; Lily lo vede, vede quel piccolo sorriso.

«Passeggeri in carrozza, passeggeri in carrozza!» chiama qualcuno dal treno.
Abbracci, pianti, discorsetti sulle ragazze e sugli studenti da trattare bene (a James Sirius unicamente) e finalmente si parte per Hogwarts. Non credo ci sia bisogno di descrivere la scena: potete immaginare e, se non ci riuscite, ve l’assicuro, è meglio per voi.
La ragazza dal viso spruzzato di lentiggini sbuffa un’ultima volta: vuole andare anche a lei ad Hogwarts; stavolta, però, il padre la anticipa e le ricorda che manca poco, pochissimo perché ci possa andare.
«Non fare arrabbiare la mamma» le dice James, lasciandole un bacio sulla guancia.
«Sai che lo farò» sussurra lei all’orecchio del fratello, lanciandogli uno sguardo complice.
«Fai la brava. Tanto torneremo per le vacanze natalizie, Liluna» aggiunge Albus, lasciandole anch’egli un bacio, questa volta sulla fronte, e trattenendosi qualche secondo di più rispetto all’altro fratello per un abbraccio caloroso. Concluso ciò, raggiunge Scorpius sulla soglia di una delle entrate per salire sul treno e gli dà una pacca sulla spalla; lo sorpassa e scompare in un vagone.
Il bambino dagli occhi dello stesso colore del ghiaccio fa un passo in avanti per seguire Albus, ma Lily parte in una rincorsa verso di lui, quasi sembra voglia assalirlo; sale frettolosamente due gradini del treno e a malapena riesce e mantenere l’equilibrio; non si scusa per aver urtato il bambino, ma avvicina le labbra rosse all’orecchio di lui e porta vicino ad esse le mani per coprire la sua bocca, come dovesse rivelare a Scorpius il segreto più misterioso del mondo, che nessun altro può sentire. «Ti ho visto. Hai sorriso».

Lily Luna ed il resto del mondo, uno pari.

Dette tali parole, scompare, scappando verso sua madre che ancora sta trattenendo James per altre, troppe raccomandazioni.
«Va bene, mamma, va bene» dice, annoiato dal sentire per la centesima volta le stesse cose.
«Lascialo stare, Ginny, se la caverà» conviene Harry, in aiuto del figlio.
Ginevra vorrebbe trattenerlo ancora, ma capisce che è inutile continuare, poiché James combinerà comunque infiniti guai insieme a suo cugino Fred; alza gli occhi al cielo, intuendo che l’unica cosa che potrà fare sarà spedirgli qualche Strillettera. Un bacio ed un forte abbraccio al suo primogenito e…─ «dai, mamma, basta! Posso andare ora?» ─ anche James finalmente può raggiungere gli altri sul treno.
«Ci vediamo a Natale, scricciolo» saluta un’ultima volta, James, facendo un cenno affettuoso a sua sorella.
A pochi passi da loro, Fleur sta salutando i suoi bambini.
«Ci vediamo a Natale, Dominique» dice con enfasi il maggiore dei Potter, allungando il capo in avanti e mettendo in mostra le guance per ricevere anche lui un bacio, senza ottenere alcuna soddisfazione.
«Io vengo ad Hogwarts con te» ricorda lei, facendo roteare gli occhi, per poi sussurrare un «idiota» a bassa voce, così da non essere sentita dalla madre.
Insoddisfatto, James combina una smorfia sul proprio viso e sparisce su un vagone, anche lui.
Tutti i Weasley ed i Potter che hanno ricevuto la lettera sono adesso sull’Espresso per Hogwarts, pronti a partire per l’affascinante meta. Hugo si trova fra le braccia del padre e saluta con la mano i ragazzi che si intravedono dai finestrini, mentre Lily chiama il padre. Il viso pallido di lei sta per illuminarsi in una maniera incredibile, quasi avesse trovato un forziere del tesoro nelle profondità dell’oceano.
«Papà?»
«Cosa c’è, Lily?» domanda lui, accovacciandosi e riservando alla bambina un enorme sorriso; sa quanto lei ci tenga ad andare ad Hogwarts, sa che quanto le dispiaccia dover restare ancora un anno da sola, a casa, senza i suoi fratelli.
«Lui sa sorridere. Io l’ho visto».

   
 
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