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Autore: mikka    14/06/2014    13 recensioni
« Stiles! Vieni qui, ora! »
Ma il ragazzo continuava ad evitare la discussione con Derek, andando a nascondersi dietro Scott, abbracciandolo, che ridacchiava. Dopo l'ennesima battutaccia all'alfa, Stiles aveva preso ad allontanarsi ad ogni suo passo, temendo per la propria incolumità.
In quel momento Derek, notando Scott e Stiles ridacchiare come due bambini, ebbe un flash.
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa volta sfrutto questo intro per una dedica molto importante.
Questa storia è un regalo per te mia dolcissima Camilla; sei una persona meravigliosa e sono onorata di averti conosciuta e di averti vicina, nonostante la distanza. Come sai ti auguro con tutto il cuore ogni felicità e, spero presto, una rivalsa su tutto il dolore del passato. Spero che questo piccolo dono ti strappi un sorriso, sono felice perché amo questa storia -la mia prima fluff che mi piace totalmente, la adoro- e sono lieta di donarla a te, totalmente.
Tanti cari auguri, ti voglio bene.
Athena grazie come sempre!
DISCLAIMER: I personaggi citati non mi appartengono, ma sono proprietà di chi ne detiene i diritti. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

 

I'll always remember you.



« Stiles! Vieni qui, ora! »
Ma il ragazzo continuava ad evitare la discussione con Derek, andando a nascondersi dietro Scott, abbracciandolo, che ridacchiava. Dopo l'ennesima battutaccia all'alfa, Stiles aveva preso ad allontanarsi ad ogni suo passo, temendo per la propria incolumità.
In quel momento Derek, notando Scott e Stiles ridacchiare come due bambini, ebbe un flash.




« Scott sei pronto? »
« Sì! »
« Non ti allontanare troppo però, lo sai che non devi correre. »
« Dai amico, conta! »
Con una scrollata di spalle il giovane Stiles, di otto anni, appoggiò la fronte sulle braccia incrociate contro la porta di casa Stilinski, iniziando a contare.
Arrivato a cento, dando ampio margine di tempo a Scott, asmatico, per nascondersi senza affaticarsi troppo, si girò, iniziando a scandagliare guardingo il giardino di casa.
« Amico sto arrivando! Preparati! »
Ma dopo dieci minuti di ricerca nel perimetro, che suo padre aveva definito insuperabile, Stiles iniziò a preoccuparsi.
« Scott? »
Ma nessuna risposta, nonostante il mezzo grido -per non far nemmeno preoccupare suo padre e sua madre- giunse in risposta.
Con il cuore a mille ed il passo claudicante, si avvicinò alla zona della riserva, in ansia per il suo migliore amico.
Se si è nascosto qui lo picchio!”
Continuò a camminare, inciampando ogni due passi, guardandosi spesso alle spalle.
Aveva la sensazione di essere osservato.
« SCOTT! »
Niente. Stava davvero temendo il peggio, stava bene? Era caduto? Aveva perso i sensi? Aveva avuto un attacco d'asma?
Cacciò indietro le lacrime, tremando appena, che pressavano per uscire vista la paura che provava.

Correva. Correva per sfogare l'imminente arrivo della luna. Sua madre era stata categorica, niente incontri, era troppo sensibile. L'aveva sgridato per bene dopo che aveva risposto malamente a sua sorella Laura e così aveva deciso di correre tra i boschi.
A ripensarci non era stata un'idea saggia, per niente.
Era instabile, arrabbiato, la luna era vicina ed i cacciatori sempre allerta.
Si fermò contro un tronco, ansante.
Avere quattordici anni ed essere un lupo mannaro, di nascita, non era semplice.
Proprio in quel momento, mentre decideva di tornare a casa a farsi nuovamente urlare contro, al suo olfatto sensibile arrivò l'odore di paura.
Era così intenso che per un attimo rimase stordito.
Si nascose meglio, concentrandosi sugli altri profumi che provenivano dalla stessa fonte, percependo anche le emozioni intense.
Ogni lupo aveva un senso più sviluppato, una predilezione per qualcosa. Il suo era l'olfatto. Riusciva a percepire ogni più piccola emozione grazie agli odori emessi. E quel qualcuno era così complesso che lo stava destabilizzando.
Sbirciò e rimase allibito quando individuò quel qualcuno come un ragazzino che, sicuramente, era più piccolo di lui.
Si perse ad osservarlo, sfruttandolo come allentamento per i suoi sensi, senza nemmeno rendersene conto la rabbia, la frustrazione, l'ansia per la luna, erano state cancellate.
Lo seguì, senza fare rumore, mentre quello continuava a cercare e chiamare qualcuno. Sentiva la preoccupazione, una punta di panico, l'odore delle lacrime.
Improvvisamente in lui crebbe il bisogno, istintivo, di proteggerlo, consolarlo.
Annusò nell'aria e trovò una seconda fonte, percependo un cuore battere irregolare, il dolore.
Corse in quella direzione e notò un altro ragazzino, seduto che respirava male. Lanciò uno sguardo in lontananza, notando di nuovo il ragazzo castano, e fece rumore lanciando un sasso.
Vide il ragazzo scattare, correndo in quella direzione. Rimase nascosto dietro l'albero osservando i due amici ritrovarsi.
« SEI UN IDIOTA. »
« N-non dire qu-quella parola. »
« Zitto! Lo sei! Mi hai fatto morire di paura! Sei impazzito? Ti sei spruzzato lo spray? »
Il moro annuì.
« Coraggio amico, torniamo a casa, dai. Aspetta. »
Gli si avvicinò, facendosi passare il braccio sulle spalle, aiutandolo ad alzarsi e camminare.
« Su andiamo, speriamo solo che mio padre non si sia accorto di nulla! »
Derek li seguì fino all'inizio della riserva e un sorriso gli illuminò il viso. Aveva appena visto il ragazzino castano abbracciare da dietro il moro, mentre entrambi scoppiavano a ridere.
Sollevato e decisamente più tranquillo, era tornato a casa sereno, scampando anche una sfuriata di sua madre, stupita dal suo stato di totale controllo e calma.


In quel momento, il mondo di Derek si fermò.
Alle figure di Stiles e Scott, davanti a lui nel loft, si sovrapposero quelle dei due ragazzini del bosco.
Come aveva fatto a dimenticarsene? Improvvisamente ricordò nuovamente le sensazioni di Stiles, all'epoca, in modo così vivido e così suo da spezzargli il fiato.
Scott percepì il cambiamento di Derek, smettendo di ridere. Ma fu Stiles, ancor prima dell'amico e senza poteri lupeschi, che notò l'improvviso rabbuiarsi dell'alfa.
Lasciò Scott, avvicinandosi a Derek, cautamente, allungando la mano. Le dita affusolate sfiorarono la mano di Derek.
Nel silenzio surreale il cellulare di Scott iniziò a suonare e Derek scattò, notando la mano di Stiles, allontanandosi quasi scottato.
Il ragazzo ritrasse immediatamente l'arto, guardando poi l'amico dannarsi da solo.
« Sono in ritardo! Vado, ciao! »
« Scott! Scott! »
Ma il ragazzo era già scappato, richiudendosi la porta del loft alle spalle.
Il silenzio tornò a regnare nuovamente.
Stiles, combattuto, si girò a guardare Derek. Era nuovamente perso, gli occhi vuoti, rigido, immobile. Sembrava perso nei ricordi.
« Derek...? »
Era stato un sussurro, ma il lupo non accennava a dar segni di vita. Si azzardò nuovamente a ripetere il gesto, sfiorando la mano destra di Derek, stretta a pugno.
Si stupì, non poco, quando sotto il tocco delle sue dita la mano si rilassò, sciogliendo la contrazione.
Deglutendo e trattenendo appena il fiato provò ad accarezzargli il polso, poi il palmo, risalendo ancora. Tante piccole carezze che man mano diventavano sempre più delicate ma presenti, dolci.
Le iridi verdi di Derek fissarono quelle ambrate di Stiles che, alla sua reazione calma, tornò a respirare regolarmente.
Nessuno dei due disse nulla, stavano in piedi, uno davanti all'altro, mentre Stiles continuava ad accarezzare il braccio di Derek. La dita risalirono, allargando il raggio delle carezze; l'avambraccio, il braccio, la spalla, poi nuovamente in giù fino al polso, poi risalì ancora, raggiungendo il collo di Derek.
Derek lo guardava negli occhi, il corpo fermo ma rilassato, godendosi quei tocchi caldi, meravigliosi, rilassandosi. Socchiuse gli occhi quando sentì le dita sul collo, sospirando appena per il piacere.
Stiles era ipnotizzato. Derek era bellissimo, più bello del solito. Sentiva sotto le dita la pelle tonica, tesa dalle mille preoccupazioni per il branco di alfa, rilassarsi, scaldarsi.
Il cuore di Stiles batteva calmo, erano completamenti tranquilli, immersi nel benessere. Sentiva una grande empatia con l'alfa e si avvicinò appena, osservandolo meglio in viso; le lunghe ciglia nere a celare quei particolari occhi verdi, gli zigomi pronunciati, le guance un po' scavate ed irsute, le labbra perfette socchiuse.
Le dita arrivarono alla guancia, la accarezzò con dolcezza, riscendendo al collo. Poi scivolò indietro, accarezzando la nuca di Derek che sospirò nuovamente.
La carezza continuò, scompigliandogli appena i capelli.
Poi, mentre la dita afferravano con dolcezza i ciuffi neri, le labbra di Stiles si posarono su quelle di Derek.
Il lupo socchiuse gli occhi, quando Stiles si separò dal flebile contatto, puntandoli in quelli liquidi e calmi del ragazzo.
Fu Derek ad avvicinarsi nuovamente, le braccia a stringere il corpo di Stiles, baciandolo con una calma, con una dolcezza che Stiles non gli avrebbe mai attribuito ma che, ovviamente, gli piacque.
Rimasero abbracciati a baciarsi senza fretta, dimenticando completamente il mondo esterno a loro.
Stiles, dopo l'ennesimo bacio, nascose il viso nell'incavo del suo collo, spostando le braccia attorno al suo busto, ricambiando meglio l'abbraccio.
Nessuno dei due disse ancora nulla e Derek, sorprendo ancora piacevolmente Stiles, prese ad accarezzargli delicatamente la schiena.
« Va meglio? »
Stiles si separò il giusto per guardarlo, senza intralciare le carezze che felice riceveva. Si guardarono e Derek annuì semplicemente, facendo sorridere Stiles.
« Non farmi più preoccupare così, non mi piace vederti così perso. »
E sul finire il sorriso era sparito, il tono si era fatto incerto e mesto, convinto infatti che Derek avesse ricordato qualcosa di brutto. Derek sfiorò con il naso la guancia di Stiles, in una carezza dettata dall'istinto e dai gesti del lupo in lui, tirando le labbra in un flebile sorriso.
Stiles perse un battito, arrossendo.
« Mi hai spaventato prima. »
Fu il turno del moro di essere in imbarazzo e per salvare entrambi baciò nuovamente Stiles.
Il ragazzo accettò quel silenzioso “scusa”, ricambiando il bacio.
Passarono il resto della giornata così, abbracciati sul divano a baciarsi ed a coccolarsi.
Derek custodì gelosamente il ricordo del suo primo incontro con Stiles, ripromettendosi un giorno di raccontarlo anche al ragazzo, ma non in quel momento; in quel momento c'erano solo loro, nessuna parola, solo il benessere di avere affianco l'altro, ora e sempre.
  
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