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Autore: rose_jh    14/06/2014    1 recensioni
«Quanto tempo?»
«Fino a metà settembre, partiamo la settimana prossima... il trenta giugno.»
«Due mesi e mezzo?!» gemette Louis rimanendo a bocca aperta, per poi coprirla con una mano. Il riccio annuì e si passò le mani sul viso, lasciandole lì per un po’, perché saltare il divertimento di un’estate per un adolescente era da considerare un sacrilegio. «Beh, buona fortuna Hazza» ridacchiò l’altro. Il primo si sporse e gli mollò un pugno sul bicipite, sapendo che non si sarebbe fatto poi tanto male.
E ne avrebbe avuto bisogno, pensò Harry: quelli, sarebbero stati i mesi più lunghi della sua vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
 
«Non potete farmi questo!» sbraitò il ragazzo contro sua madre, nero come la pece, appena ebbe realizzato l’effettivo significato delle parole appena pronunciate dalla giovane donna. Si levò in piedi dal letto, arrivandole di fronte. «Ti rendi conto di quello che...»
«Non dire una parola in più o peggiorerai solo la tua situazione - lo interruppe calma puntandogli severamente il dito contro - sei stato tu a metterci in condizione di prendere questa decisione» continuò.
«Ho diciassette anni, cazzo! Mi avete rovinato un’estate, mi avete distrutto tutti i piani!» il ragazzo gesticolava, in preda all’ira, costretto da un lato a controllarsi conoscendo il caratterino della madre.
«Basta, Harold» gli intimò con voce autoritaria, mettendo le mani sui fianchi. Harry odiava quelle discussioni, e odiava anche che quel nomignolo pronunciato da sua madre risultasse talmente irritante e non dolce e affettuoso come sempre. «ormai è deciso, nulla ci farà cambiare idea.» ritenuto il discorso chiuso, con un alzata di sopracciglio Anne sparì dall’uscio della sua camera. Le guardò scendere le scale per qualche secondo, immobile, col battito accelerato dalle urla, poi sbatté violentemente la porta dietro le sue spalle sentendo la rabbia iniziare a ribollire dentro le sue vene.
 

«Cosa vuol dire che la vacanza a Los Angeles è annullata?!» Il moro dagli occhi chiari spalancò gli occhi, appoggiando con estrema lentezza il suo cappuccino sopra il tavolino e cercando di assimilare bene l’informazione che gli aveva dato il suo migliore amico senza tanti giri di parole. Come poteva essere stato così insensibile? Avrebbe dovuto usare più tatto!
Harry sospirò e bevve un sorso del suo caffé, sistemandosi sulla poltroncina del bar. «Non è colpa mia, sai che la stavamo sognando insieme da settembre» ribatté serrando poi la mascella, seccato. «Questa bocciatura non ci voleva proprio» appurò mentre le immagini delle coste della California gli passavano letteralmente davanti agli occhi.
Louis si passò una mano fra i capelli afflitto e sospirò, come se i suoi avessero messo lui in punizione tutta l’estate, non il riccio. «Quindi ti fai tutti e tre i mesi qui a Londra?» gli domandò, i suoi occhioni azzurri adesso lo guardavano comprensivi, eppure Harry non credeva potesse davvero capire la situazione in cui si trovava.
«No, purtroppo» ribatté così a denti stretti «devo seguire mia madre e il suo stupido ritiro spirituale tra i monti britannici del cazzo.»
Louis scoppiò a ridere rumorosamente facendo girare qualche cliente. «Ritiro spirituale in montagna?» ansimò tra le risate. Solo quando l’amicò gli ebbe tirato un calcio sotto il tavolo, capì fosse meglio zittirsi se voleva arrivarci sano e salvo a Los Angeles.
«Mi hanno rovinato l’estate quei bastardi» bofonchiò tristemente Harry, scivolando appena sulla poltroncina e coprendosi gli occhi con una mano.
«Hai almeno provato a convincerli?»
«Sarebbe inutile - rispose lui - meritavo una punizione per essere stato bocciato in francese, quindi non posso obiettare».
Ci fu qualche secondo di silenzio. «Quanto tempo?»
«Fino a metà settembre, partiamo la settimana prossima... il trenta giugno.»
«Due mesi e mezzo?!» gemette Louis rimanendo a bocca aperta, per poi coprirla con una mano. Il ragazzo annuì e si passò le mani sul viso, lasciandole lì per un po’, perché saltare il divertimento di un’estate per un adolescente era un sacrilegio. «Buona fortuna Hazza» ridacchiò l’altro. Il riccio si sporse e gli mollò un pugno sul bicipite, sapendo che non si sarebbe fatto poi tanto male.
E ne avrebbe avuto bisogno, pensò Harry: quelli, sarebbero stati i mesi più lunghi della sua vita.


 




okay, mi sento in dovere di presentarmi! l'emozione è esattamente quella di quando postai il primo capitolo della mia prima storia qui su efp, e adesso siamo alla seconda... dopo tre anni. giuro che stavolta sarò più rapida nel portarla al termine. lol
vorrei mettervi al corrente del fatto che io metto davvero tutta me stessa nella scrittura e inizio a scusarmi da ora per dei possibili errori nel lessico, nella forma o nella verosimiglianza della storia. sono molto insicura dei miei lavori, ma state sicure che mi immergo nella stesura di ogni singolo capitolo con tutte le mie forze per produrre qualcosa di buono, o vagamente accettabile.
spero vivamente che la storia vi piaccia almeno un po', quel tanto che vi basta per seguirla e magari lasciare una piccola recensione. ne sarei terribilmente emozionata e felice, ogni singola recensione per me è un colpo al cuore, nel modo più positivo della cosa! quindi mi auguro qualche commentino qua e là, anche se breve, per capire giusto cosa ne pensate e conoscere i vostri pareri a riguardo. 
sì, ho smesso di ammorbarvi, finalmente concludo quest'imbarazzante angolo dello scrittore e vi mando un bacio. 
auguro una buona permanenza a tutti coloro che hanno deciso di seguire questa storia, ve ne sono molto grata.
alla prossima!

rose. xx


p.s. non ho una pagina facebook a cui indirizzarvi e penso il mio profilo vi interessi poco, ma ovviamente se vi va sono disponibile a darvelo, per ora vi lascio almeno l'account twitter, anche se non lo uso poi così spesso. sono tipo un disastro ahahaha peaaace. 
  
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