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Autore: Ossidiana_    14/06/2014    3 recensioni
Ma il problema era che Luce ormai aveva 15 anni e una bambina non lo era più. Il fisico stava cambiando, le curve stavano spuntando nei punti giusti, gli occhiali da vista ormai avevano lasciato liberi i suoi bei occhioni azzurri messi in risalto dalla matita e dal mascara, i vestiti, le gonne e gli skinny jeans avevano preso il posto dei jeans larghi e senza forma, Luce stava semplicemente crescendo, e quei quattro se ne stavano accorgendo, soprattutto Ashton Irwin, il più grande del gruppo.
Il problema era che il riccio era il suo vicino di casa, gli bastava aprire la finestra, salire sul ponticello di cemento che collegava le due casa e battere due colpi. Il problema era che Ashton Irwin era stato il compagno della sua prima vera sbronza, quello che ‘Dai Luce un altro bicchierino’ e che poi le aveva retto la testa quando aveva vomitato anche l’anima, il problema era che Ashton Irwin era stato il suo primo bacio perché ‘ehi bambolina oggi è il tuo quindicesimo compleanno e voglio che tu abbia un ricordo speciale di questo giorno’, il problema era che Ashton Irwin aveva visto crescere quella ragazza sotto i suoi occhi ed
Genere: Dark, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutti nel quartiere sapevano che la piccola e dolce Lucinda Greyson, chiamata dal mondo Luce, era tanto amica di quei quattro ragazzi che volevano sfondare nel mondo della musica, e pensavano che fosse una cosa molto dolce nei suoi confronti, quella povera ragazzina aveva perso entrambi i genitori quando era ancora piccola, non se li ricordava nemmeno, aveva pure una malattia al cuore. E quei quattro ragazzi sembravano quasi dei supereroi agli occhi di tutti, così uniti a lei, pronti a difenderla da qualunque cosa. Era la bambolina di tutti, amata dal quartiere intero, con i suoi occhioni azzurri e le gote rosse e paffute.
Ma il problema era che Luce ormai aveva 15 anni e una bambina non lo era più. Il fisico stava cambiando, le curve stavano spuntando nei punti giusti, gli occhiali da vista ormai avevano lasciato liberi i suoi bei occhioni azzurri messi in risalto dalla matita e dal mascara, i vestiti, le gonne e gli skinny jeans avevano preso il posto dei jeans larghi e senza forma, Luce stava semplicemente crescendo, e quei quattro se ne stavano accorgendo, soprattutto Ashton Irwin, il più grande del gruppo.
Il problema era che il riccio era il suo vicino di casa, gli bastava aprire la finestra, salire sul ponticello di cemento che collegava le due casa e battere due colpi. Il problema era che Ashton Irwin era stato il compagno della sua prima vera sbronza, quello che ‘Dai Luce un altro bicchierino’ e che poi le aveva retto la testa quando aveva vomitato anche l’anima, il problema era che Ashton Irwin era stato il suo primo bacio perché ‘ehi bambolina oggi è il tuo quindicesimo compleanno e voglio che tu abbia un ricordo speciale di questo giorno’, il problema era che Ashton Irwin aveva visto crescere quella ragazza sotto i suoi occhi ed ora il provare qualcosa per lei gli sembrava troppo strano, in fondo lui aveva 18 anni e pensava fosse sbagliato. Il problema era che Luce ormai non si accontentava più di quell’amicizia e aveva puntato i piedi non parlando al ragazzo e lui semplicemente non sapeva cosa fare, il problema era che loro insieme erano la soluzione.
                                 ***
-Andiamo Luce, sono quasi due mesi che non vi parlate- giro la cannuccia nel mio frappé sbuffando, Michael di fronte a me addenta un morso di ciambella ed il ripieno gli cade sui pantaloni, impreca.
-Lui ha fatto la sua scelta, lui ha voluto baciarmi il giorno del mio compleanno, io ho aspettato anche troppo per chiedergli spiegazioni e quando l’ho fatto lui mi ha detto che gli sembrava strano mettersi insieme- mi ricordo perfettamente le sue parole, il modo in cui si torturava le mani, sembrava che non fosse convinto di cosa stesse dicendo.
-Lo sai che per lui è complicato accettare il fatto di provare qualcosa per te, ti abbiamo vista crescere giorno dopo giorno e…-
-Non sono più una bambina Michael, ho 15 anni cazzo!- il biondo sospira incrociando le braccia e appoggiandosi con la schiena alla sedia.
-Lo so, lo sappiamo tutti Luce- sospiro passandomi le mani tra i capelli ramati con le punte azzurre, odio questa situazione, Ashton è sempre stata la mia ancora. –Tra un po’ci sarà il ballo di primavera e sai che ti vuole invitare, sai che siete stati candidati come re e reginetta- perché ovviamente anche a scuola si erano accorti che tra me ed Ashton ci poteva essere qualcosa di più di un’amicizia, anche il suo semplice modo di portarmi sulle spalle alla fine di ogni giornata, il suo modo di stringermi quando un compito andava male, ogni sua cosa era perfetta davanti ai miei occhi.
-Lo so…mi sembra ieri che mi inseguiva in giardino-
-Perché sta sera non esci con noi? Andiamo al the Duck-
-Ci vedremo là, ma io ho già un appuntamento- le sopracciglia di Michael si curvano accigliate, la sua mano va a grattarsi il mento mentre le mie labbra si aprono in un sorriso furbo.
-E con chi sarebbe questo appuntamento se mi è concesso chiedertelo?-
-Con Cameron McGruver- il volto di Michael cambia colorazione un paio di volte prima di tornare normale.
-Tu non solo stai uscendo con il puttaniere di tutta la Norwest, ma anche con una delle persone che Ashton odia di più al mondo, sai quanto ci ha messo i bastoni tra le ruote da quando abbiamo fondato il gruppo-
-Lo so, dimenticate che passo la maggior parte del mio tempo con voi…lui però a differenza di Ashton sembra tenerci a me-
-Questa è la più grande cazzata che tu abbia sparato in quindici anni di vita! Ashton darebbe la vita per te e questo tu lo sai meglio di me. Sei in ogni canzone, sei in Heartbreak girl, sei in Unpredictable, in Out of my limit, sei in ogni cosa che fa o che scrive- mi massaggio le tempie chiudendo gli occhi, queste cose le sapevo, le sapevo da quel giorno di maggio in cui abbiamo affrontato l’argomento, ma avevano semplicemente perso di significato quando lui aveva pronunciato quelle parole. –Senti lo so che vuoi vendicarti, ma ti prego, sta sera non fare cazzate-
-Tranquillo Mikey, so badare a me stessa- il suo sospiro mi fa presumere che non si fidi di me, in tutti questi anni non sono mai stata da nessuna parte senza di loro, sempre appiccicata a quei quattro, e i pettegolezzi non sono mai mancati, soprattutto da quando sono entrata quest’anno al liceo.
Pur essendo ormai settembre inoltrato e quindi la primavera sia vicina, oggi fa un freddo madornale, non so come farò ad indossare il vestito sta sera senza congelare, penso che sarà un’impresa praticamente impossibile.
Aria J
Pronta per l’appuntamento di sta sera?
Yeah

Aria è forse l’unica amica che ho, per il resto sto sempre con quei quattro, mi mettono allegria, quando sto con loro sembra che il peso della mia vita non esista totalmente.
Mentre cerco qualche vestito che non mi provochi una morte per congelamento, sento il suono della batteria di Ashton. Sposto leggermente la tenda e lo vedo alzato davanti alla finestra, il block notes nelle mani e la testa che si muove a ritmo, starà scrivendo una nuova canzone. Mi ero dimenticata di quanto fosse fottutamente bello e perfetto, gli occhi verdissimi, il volto dagli zigomi scolpiti ma ugualmente dolce, le braccia muscolose e il sorriso più bello che abbia mai visto contornato da due adorabili fossette.
I sensi di colpa mi attanagliano lo stomaco mentre la maglietta lunga grigia con le paiettes mi fascia il corpo, troppo freddo per indossare un vestito. Non sembro una ragazza pronta per andare in discoteca, con i leggins e gli Ugg, ma Michael ha spento il mio spirito, perché nella mia testa il pensiero di Ashton è tornato più vivido che mai.
 
-Sembri proprio una bambolina sta sera- il braccio di Cameron va a circondare i miei fianchi mentre entriamo in discoteca, il rumore della musica e la puzza di fumo misto ad alcool ed erba mi investe come una cappa.
Prendiamo posto al nostro tavolo insieme ai suoi amici e in quel momento un paio di occhi verdi entra in rotta di collisione con i miei azzurri, merda.
-Ma guarda un po’chi c’è lì, Irwin e gli altri quattro componenti della band più scarsa della scuola-
-Ehi vedi che stai parlando dei miei amici- un sorriso sghembo si dipinge sul volto prima di affondare le labbra sulla mia guancia. Mi porge una bottiglia di vodka, io scuoto la testa e tutti ridono.
-Andiamo bambolina non mi dire che non bevi?- avevo preso solo una sbronza in vita mia, con Ashton e lui mi aveva retto la testa tutta la notte per farmi vomitare. ‘Prima e ultima sbronza LuLu, non lo fare mai più, soprattutto senza di me’. –A quanto pare Ashton e Scarlett sono tornati insieme- punto lo sguardo dove si è posato il suo, Scarlett Dawson, capo delle cheerleader è avvinghiata ad Ashton che sorride come un deficiente. Sono stati insieme un anno, si sono lasciati sette mesi fa.
-Cam versami un po’di vodka- avvicino il bicchiere al moro, la sigaretta incastrata tra le labbra gli dà quell’aria da bello e dannato che ormai tutti conoscono. Quando il liquido scende giù lungo la mia gola sento un bruciore intenso e una fottuta voglia di fare arrabbiare ancora di più Ashton cresce, ce la stiamo giocando tutta.
All’ennesima volta in cui Cameron mi riempie il bicchiere, la mia testa se ne è ormai andata a fanculo, non riesco a formulare un pensiero di senso compiuto.
-Vieni bambolina, andiamo a ballare- mi trascina sulla pista da ballo, dietro di me vedo Luke e Calum mimare qualcosa che purtroppo non capisco. Quando però le labbra di Cameron si avvicinano pericolosamente al mio collo e le sue mani al mio sedere una mano mi strattona dalle sue braccia ed un pugno si infrange contro il suo naso. Il moro barcolla prima di cadere per terra, io mi volto incontrando lo sguardo furioso di Ashton che non ne vuole sapere di allentare la presa.
-Tu ora vieni con me- si abbassa afferrando le mie gambe e sollevandomi su una spalla, peso più di sessanta chili come cazzo fa?
-Mettimi giù Ashton!-
-Subito- mi ritrovo sul sedile della sua macchina con la cintura allacciata e pronta per partire. –Ma cosa diavolo ti è saltato in mente?!-
-A me? A te!-
-Se non fossi intervenuto io quello ti avrebbe portato a letto-
-E a te che importa? Tu sei tornato con Scarlett!-
-Ero con lei solo perché volevo farti arrabbiare- la macchina si ferma, i suoi occhi mi guardano con un misto di dolcezza e tristezza.
-Mi viene da vomitare-
-Immagino, mi avevi promesso che quella sarebbe stata la tua prima e ultima sbronza, e se ce ne fosse stata un’altra solo con me- mi aiuta a scendere dalla macchina cercando di fare il più in fretta possibile. Quando arriviamo in camera sua mi fiondo in bagno vomitando anche l’anima. –Aspetta- le sue mani mi spostano delicatamente i capelli, io crollo tra le sue braccia.
-Mi sento uno schifo-
-Ci credo, hai fatto un miscuglio tremendo- affondo la testa contro il suo petto incapace di fare qualsiasi altra cosa, le sue labbra si posano sulla mia testa. –Senti Luce ora ti do una mia felpa per dormire va bene? Che non faccia la fine delle altre però- rido, quando lui mi presta una felpa o una maglietta finisco sempre per prendermela, amo indossare le sue cose, mi stanno larghe e poi sono intrise del suo profumo.
Mi getto sul letto, un mal di testa tremendo e tutto che ancora gira, Ashton si sdraia accanto a me e mi attira contro il suo petto.
-Ashton perché mi hai detto quelle cose l’altra volta?- porta la sua mano a combaciare con la mia, la manica della sua felpa cade lasciando scoperti i segni di questi due mesi.
-E tutti questi perché li hai fatti tu?-
-Perché non mi sono sentita abbastanza Ashton, cavolo ho iniziato a non parlarti più dall’oggi al domani- mi stringe contro di lui ancora di più, le sue labbra mi scoccano un bacio sulla fronte prima di sospirare.
-Avevo una fottuta paura Luce, paura perché in tutti questi anni io ti ho vista crescere ed iniziare a provare qualcosa di veramente forte nei tuoi confronti mi ha mandato in tilt-
-Ashton sei più grande di me di soli tre anni-
-Luce io voglio stare con te e con nessun altra- quelle parole mi bloccano il respiro, quello di Ashton mi sfiora il viso delicatamente. –Tu vuoi stare con me?-
-Prima di risponderti possiamo provare a recuperare il rapporto che avevamo prima? Non mi va di stare insieme dopo che per quasi due mesi non ci siamo parlati-
-Mi sembra più che giusto…allora notte Luce-
-Notte Ashton-
 
I tetri raggi del sole mi arrivano dritti sul volto e a nulla servono le mie proteste o i miei sotterfugi per potermici riparare, sono costretta ad alzarmi. Ashton non è accanto a me, lui è sempre stato quello mattutino ed io la dormigliona, ricordo che quando eravamo più piccoli saltava sul mio letto per svegliarmi.
Scendo le scale e un profumino mi entra dentro le narici, Lauren è seduta al tavolo che mangia tranquillamente, appena mi vede sorride.
-Ciao Luce, era davvero troppo tempo che non ti vedevo-
-Ciao Lauren, effettivamente sì, ne è passato di tempo-
-Luceeeeeee- un piccolo ometto biondo viene correndo verso di me e mi abbraccia. Harry Irwin è il bambino di otto anni più dolce del mondo.
-Ciao piccolino, come sta il mio Irwin preferito?- ride, la somiglianza con suo fratello è impressionante, mi ricorda lui in tutto.
-Bene…Luce ma è vero che tu sei la mia fidanzata? A scuola non ci credono-
-Certo che lo sono- il suo viso si allarga in un luminoso sorriso, gli si formano sempre le fossette quando lo fa, proprio come ad Ashton.
-Sai non so se essere arrabbiato per ieri sera o sotterrarmi perché il mio fratellino di otto anni mi ha appena fregato la ragazza- Ashton compare davanti a noi, un piatto di pancakes in mano, la bottiglia di succo d’arancia nell’altra ed una felpa azzurra con una canottiera nera che gli stanno divinamente.
-Tuo fratello è adorabile-
-Non lo metto in dubbio- mette davanti a me tutto ciò che teneva e prende posto al mio fianco.
-Hai cucinato tu?-
-Sì-
-Dimmi la verità Irwin, stai cercando di eliminarmi- scoppia a ridere, mai suono è stato più dolce della sua risata. In quel momento noto che ha gli occhiali sul naso, altra cosa che gli incornicia perfettamente il volto.
-Assaggia e dimmi- accetto la sfida, ne taglio un pezzo e lo porto alla bocca, è davvero buono.
-Però sei davvero bravo-
-Bang! Potrei andare a Masterchef- gli do uno spintone e lui fa finta di cadere per farmi spaventare. –Oggi vieni con me alle prove-
-E scusami, lasci i bambini da soli?- in quel momento il campanello suona ed Ashton va ad aprire, la figura di Scarlett compare davanti ai miei occhi. –Chicosadovequandoesoprattuttoperché?- il piccolo Harry accanto a me ride continuando il suo disegno mentre io porto lo sguardo prima su Ashton e poi su Scarlett.
-Rilassati Luce, sono venuta per fare da babysitter ad Harry e Lauren, sei contento cucciolo?- Harry fa una smorfia, poi mi chiedono perché adori quel bambino.
-Bene, andiamo Luce?-
-Aspetta devo passare a casa, mi devo cambiare, posare le cose…-
-Oh tranquilla, ho portato io le cose a tua zia sta mattina rassicurandola, per il resto puoi rimanere con la mia felpa, tanto sotto hai i leggins- alzo le mani in segno di resa prima di prendere il cappotto che la sera precedente non so come avevo attacco all’ingresso e la borsetta che contiene il mio iPhone ormai del tutto morto.
-Questo è per te Luce- Harry mi porge un foglio dove ci sono disegnati due omini, un maschio ed una femmina, che si tengono per mano. –Siete tu ed Ashton- sorrido teneramente al biondino prima di scoccargli un bacio in fronte, arrossisce.
-Grazie cucciolo, sei un tesoro…ora però tienilo tu, appena torno dalle prove me lo porto e me lo appendo al muro di camera mia- i suoi occhietti verdi sembrano brillare di uno scintillio fiero ed orgoglioso.
-Lo appenderai al ‘Story of my life’? Sul serio?- Story of my life è come ho ribattezzato una parte del muro di camera mia interamente occupato da foto mie con i ragazzi o che ritraggono momenti importanti della mia vita. Prima che le foto inizino, subito di fianco, troneggia la scritta ‘I always remember you’ e a circondare questa scritta post-it con frasi delle mie canzoni preferite o semplicemente cose che mi passano per la mente e che decido di buttare giù, la scrittura è l’unica valvola di sfogo che conosco.
-Certo Harry, è un disegno davvero molto bello- inizia a saltellare come un pazzo per tutta la ragazza ridendo, Ashton mi si avvicina circondandomi la vita con un braccio e dandogli un affettuoso buffetto sulla guancia.
-Ehi nanerottolo non ti eccitare tanto, sai quante foto ci sono mie su quel muro?- Harry gli fa la linguaccia e torna a perfezionare il suo disegno, Lauren ride. –Bene noi andiamo, Scary se ci sono problemi chiamami-
-Certo Ash- usciamo mentre io mi lascio sfuggire dalle labbra un imitazione del suo ‘Certo Ash’ che non passa di certo inosservata al batterista che mi guarda accigliato.
-Che c’è?-
-Non vi sopportate proprio eh?- tamburello le dita sul cruscotto dell’auto, lui cerca le chiavi.
-Non so cosa sia stato peggio, lo ‘Scary’ o il ‘Certo Ash’-
-E’ un diminutivo, come il tuo Lucinda- faccio una smorfia, non sono abituata al mio nome per intero. –E ricordati che sono stato io a chiamarti ‘Luce’ per la prima volta, avevo tre anni e poca voglia di memorizzare troppi nomi lunghi-
-Tu te li ricordi i miei genitori?- la sua presa sul volante diminuisce, i suoi occhi verdi mi sorridono teneramente.
-Sì, avevo circa sei anni quando…ehm…-
-Puoi dirlo Ashton, non scoppierò a piangere come all’asilo-
-Quando sono morti- è sempre stato cauto su questo argomento, cercato di misurare la parole ed evitarlo il più possibile.
-Io mi ricordo soltanto che un attimo prima mia madre mi aveva mandato da te a giocare e un attimo dopo mia zia è arrivata piangendo- Ash ferma la macchina prende la mia mano tra le sue e vi poggia delicatamente le labbra. –Sai a volte mi sembra di avere come un vuoto dentro che non potrà mai essere colmato-
-Ti prometto che ti darò tutto il mio cuore- sospiro posando lo sguardo sulle nostre mani uniti, Ashton vi ci gioca, accarezza il palmo con il pollice, sembra non aver fatto altro tutta la vita.
-Dai ti aiuto a portare dentro la batteria- mi chiedo perché Ashton non decida di lasciarla nel garage di casa Clifford, dopotutto fanno sempre le prove lì.
-Oh oh oh guardate chi ci degna della sua presenza- le mani di Calum prendono il tamburo che stavo portando prima di spalancare le braccia e abbracciarmi.
-Vi sono mancata vero?-
-Più che altro ci mancava scrivere cose felici, sai Ash non faceva altro che buttare giù frasi tipo ‘Potrei sorvolare un migliaio di oceani ma niente sarebbe paragonabile a quello che avevamo’, Lana del Ray stava per ritirarsi davanti a noi- Luke scoppia a ridere per la sua stessa battuta ma inciampa e il tamburo che portava gli finisce sui gioielli di famiglia, si narra che le sue urla si odano ancora per le mura di casa Clifford.
-Ehi, ehi ma che è tutto questo casino?- Louise Clifford, capelli lunghi e biondi e fisico longilineo fa capolino dalle scale e ci squadra con aria da finta arrabbiata.
-Stavamo cercando di portare la batteria di Ash, tranquilla ma’- il suo volto si apre in un sorriso ormai rassegnato, incrocia le braccia e poi posa lo sguardo su di me.
-Luce ma cosa ci fai ancora con questi quattro pazzi?-
-Me lo chiedo ogni giorno Louise- come risultato mi becco quattro scoppole, non sono mai stati il massimo della galanteria.
-Comunque ieri hai lasciato il cappello qui, l’ho dato a Michael- faccio un lieve cenno di sì con la testa, il biondo estrae il mio capello viola dalla tasca degli skinny jeans porgendomelo, tutti gli altri ci fissano.
-Perché ci guardate così?-
-Tu e Luce vi siete visti in queste settimane?-
-Sì Ash, non avrei mai rinunciato al mio orsetto coccoloso- getto le braccia al collo di Michael attirandolo in giù, lui ride e gli altri ci guardano male.
-Cominciamo a provare prima che dalla mia bocca escano cose che non sono parolacce- mi lascio andare sul vecchio divano che sta in quel garage dalla prima guerra punica mentre quei quattro si mettono dietro ai loro strumenti.
-Ehm da cosa iniziamo?- Luke si gratta la testa guardando uno ad uno i suoi compagni.
-Facciamo decidere a Luce- tutti annuiscono all’affermazione di Calum, io mi porto una mano a grattare il mento sospirando.
-Try Hard- incrocio malamente le gambe sul divano e loro iniziano a suonare, io amo quella canzone.
-She’s 17, I’m told her I’m twenty- piccolo particolare che la protagonista della canzone sia tre anni più piccola del ragazzo proprio come me ed Ash.
Quando la canzone finisce io batto le mani, i ragazzi fanno un chino ma un lamento nasce dalle retroguardie. Ashton si tiene il polso destro con la testa poggiata su uno dei tamburi.
-Ashton che succede?- in un minuto sono già vicino a lui che appoggia la testa contro il mio petto.
-Ho suonato troppo forte, credo di essermi rotto un polso- Luke fa cadere il microfono, Michael sviene e Calum si butta in ginocchio imprecando e urlando contro Ashton.
-Non puoi dirmi che ti sei fatto male Ashton, oggi dovevamo suonare all’Hollywood- il batterista dal canto suono cerca di trattenere le lacrime, deve fargli davvero male.
-AshyTashy forse è meglio se ti portiamo all’ospedale- lui fa un cenno di sì con la testa, io e Calum ci guardiamo negli occhi. Gli faccio segno di aiutarmi e mentre lui si occupa di Ashton insieme a Luke io cerco di far riprendere Michael. –Mickey, Mike, Michael!- lo schiaffeggio leggermente e quando apre i suoi fottutissimi occhi verde-acqua tiro un sospiro di sollievo.
-Che succede LuLu?-
-Muoviti dobbiamo portare AshyTashy all’ospedale e parte lui solo tu hai preso la patente- rivolgo un’occhiataccia agli altri due che alzano le mani in segno di resa.
-Io sono stato bocciato-
-Ed io, beh, io sono figo- Luke sorride ed io scuoto la testa contrariata, il braccio di Michael si posa sulle mie spalle prima che si lasci andare ad un sospiro.
-Ragazzi non so se ve ne siete accorti ma io tra poco potrei svenire per il dolore- il grido poco mascolino di Ashton ci riporta alla realtà, salutiamo velocemente la madre di Michael e ci mettiamo in macchina. Il batterista ha la testa appoggiata sulle mie gambe ed i piedi su quelle di Luke. –Dio che dolore-
-Preoccupati di quante te ne darò se per colpa tua dovremo saltare il concerto di sta sera- avvolgo il braccio intorno ad Ashton per impedire che possa cadere e guardo Calum dallo specchietto retrovisore.
-Troveremo una soluzione in caso- il Central Hospital di Sydney è come la mia seconda casa, per via della mia malattia al cuore ci ho passato molto tempo quando ero piccola, conosco quasi tutti i reparti e la maggior parte delle infermiere conoscono me. Tra tutti però c’è il dottor Mark Johson, il mio dottore personale che mi segue praticamente da una vita e che si mette le mani nei capelli ogni volta che mi vede, la prima volta che l’ho visto era solo uno specializzando. –Maaaark- irrompo nel suo studio e il suo viso diventa prima bianco, poi rosso e poi ritorna normale.
-Che hai combinato questa volta?- si passa le mani tra i capelli biondini sospirando.
-Sta volta, che tu ci creda oppure no, niente. Abbiamo però un problema con Ashton-
-Ashton? Il tuo amico batterista? Quello per cui hai una cotta madornale?- le guance cominciano ad andare a fuoco, quattro risolini arrivano da fuori.
-Sì non c’è bisogno di redigere tutta la biografia, anche perché è qua fuori con gli altri tre che molto probabilmente ora se la staranno ridendo all’ennesima potenza- apro la porta e quei quattro come volevasi dimostrare cadono rovinosamente per terra. –Visto?-
-Salve ragazzi-
-Salve dottor Mark- oh guarda, ed io che pensavo che facessero i cori solo quando cantano.
-Allora che è successo?- Ashton si siede di fronte a lui aggiustandosi il ciuffo che ricade quasi fino alla guancia, ha gli occhi lucidi per il dolore.
-Mentre stavo suonando la batteria ad un certo punto ho sentito un dolore lancinante proprio al centro del polso destro- Mark sospira prendendo tra le mani il polso di Ashton, lui geme e per tutta risposta lui gli gira la mano, il biondo potrebbe morire da un momento all’altro.
-Lussazione, ora dovrebbe essere apposto- i quattro lo guardano con occhi interrogativi ed io butto lo sguardo al cielo, come hanno fatto ad essere promossi in tutti questi anni?
-La lussazione è lo spostamento di un osso dalla sua sede originaria, Mark con quello strattone te lo ha rimesso apposto Ash- i quattro si lasciano ad andare ad un ‘aaaah’ che fa ridere il dottore, povera me.
-Ora ti metto la stecca e la fasciatura ma per un mesetto circa non potrai suonare-
-Ma sta sera abbiamo un concerto all’Hollywood! Ashton porca troia- il batterista sprofonda alle parole di Calum, io intreccio le dita della mia mano con la sua.
-Andrà tutto bene, ora pensiamo ad un piano…ciao Mark grazie, ci vediamo-
-Ciao Luce, spero il più tardi possibile- nessuno dei quattro sembra voler più fiatare, Ashton dal canto suo si lascia andare sopra la mia spalla, gli occhi lucidi e la mano che stringe fortemente la mia.
-Porca troia ho avuto un’idea! – Michael ferma di colpo la macchina, il cuore mi scoppia in petto e tutti si voltano verso di me. –E se Ashton fingesse solamente di suonare la batteria?-
-Spiegati meglio bambolina- dagli occhi di Mike capisco che forse lui ha capito tutto.
-Dietro le quinte ci sarei io a suonare, conosco tutte le vostre canzoni a memoria, so suonare tutti i vostri strumenti e so tutte le note, Ash farà solo finta così il suo polso si potrà riprendere- i quattro mi guardano per un tempo infinito, avere tutti i loro occhi addosso mi inquieta.
-Bambolina giuro che questa volta ti sposo- sorrido a Michael che riprende a camminare lasciandosi andare ad un urlo di gioia, il gruppo è tornato.

Sbam!

Sì sono tornata, e sì questa è una nuova ff. Mi scuso per l'assenza di questi giorni ma purtroppo il mio amato computer aveva deciso di andarsene a fanculo e cancellare tutti i dati che un santo ragazzo è riuscito a recuperare.
Anyway, come avete visto in questa ff il protagonista è Ash, il mio vero amore, cavolo io adoro quel ragazzo. Questa sarà un po' differente rispetto a quelle che ho pubblicato fino ad ora, ma vedrete più avanti, un bacio, Ossidiana xx
Ps avete sentito le canzoni dell'ep? Omg sono bellissime
   
 
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