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Autore: Shatteredmind    14/06/2014    0 recensioni
"Devi dirmi la verità!"
"Megan non è così semplice."
"Perchè? Abbiamo bisogno, di sapere la verità."
"Non posso. Perchè la verità potrebbe ucciderti. Ed è questo quello che vogliono."
Shattered_mind (wattpad )
Genere: Romantico, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
“Sono felice di conoscerti Megan, io sono il professor Taylor, lo psicologo della scuola e tu sei qui…”
“ Perché i professori mi ritengono strana” subito lo interruppi, “ Io vado già dallo psicologo, le farò solamente perdere tempo” a quella parole mi rivolse un amichevole sorriso che io ricambiai, “Chi è il tuo psicologo?” chiese con curiosità, “Il professor Grey”. Subito mi guardò con aria preoccupata e gli occhi spalancati “Io conosco il professor Grey, andavamo insieme all’università... da quanto tempo vai dai lui?”. “Da qualche anno ma ora sta andando in pensione”, a quelle parole gli occhi del professor Taylor iniziarono ad illuminarsi come se gli avessi dato una buona notizia. “ Beh potrei seguirti io intanto, se vuoi”. Non sono un tipo che si fida subito delle persone appena conosciute. Dirgli tutti i miei pensieri le mie paure sarebbe stato difficile. “ Certo”. In quel momento la campanella suonò e decisi di uscire da là il più presto possibile. Subito mi incamminai per i corridoi. Mentre camminavo senti una voce dire “ Ci vediamo domani alla stessa ora”. Mi voltai e vidi il professor Taylor salutarmi con un sorriso solare e con la mano, io ricambiai il saluto e uscii dalla scuola. All’uscita mi ritrovai come al solito il classico gruppetto di triette che mi fissava e rideva tra queste c’era anche Amanda, la mia sorellastra, al contrario delle altre lei non rideva di me lei mi sorrideva e mi faceva l’occhiolino. E’ una bellissima ragazza alta bionda e con degli occhi che fanno invidia al cielo stesso, brava ragazza, molto intelligente e furba; non come il fratello Joseph, scemo e imbranato ma molto simpatico. Arrivai alla fermata dell’autobus ad aspettare insieme alle milioni di persone. Ma tra le persone riconosco un ragazzo, molto alto anche essendo mio coetaneo occhi nocciola e pelle olivastra. Si è trasferito da poco da Bradford, è un ragazzo molto carino. Salgo sull’autobus, trovo un posto e subito mi metto le cuffie nelle orecchie e sento un po di musica. La musica mi aiuta a smettere di pensare al mio passato e soprattutto alla tragedia. Tutto cominciò quando io e mio fratello Liam avevamo 10 anni; un giorno Karen un’amica di mia madre venne a trovarla, iniziarono a parlare del più e del meno intanto che io e Liam giocavamo con i figli di Karen: Amanda e Joseph. Lo stesso giorno Karen ci portò a prendere un gelato insieme ai suoi due figli…e…quando tornammo a casa trovammo la casa in fiamme con i miei genitori dentro e con i pompieri che uscivano ed entravano in continuazione nella nostra casa con la speranza di salvare i miei genitori. Ma fu tutto inutile. Essendo minorenni, Karen si offrì di diventare la nostra tutrice e logicamente Amanda e Joseph divennero i nostri fratellastri. Da quel giorno continuo a fare incubi su quella casa mangiata dalle fiamme. Il senso di colpa mi opprime, dovevo rimanere a salvarli, è stata colpa mia… Tornai a casa e vidi Karen mentre cucinava la cena e Liam sul divano a guardare le soap opera (classico da Liam). Appena mi vide Karen mi sorrise e mi diede un bacio sulla guancia. “ Lo psicologo della scuola vorrebbe aiutarmi”. “ E il professor Grey?”. “ Ha deciso di andare in pensione”. Non avevo mai sopportato il professor Grey. Aveva una lunga barba bianca dove all’interno si potevano trovare gli avanzi di cibo o cose varie, mi chiedeva le stesse cose e si dimenticava sempre quello che dicevo. “ Okay” mi disse Karen sorridendo. Mi avvicinai al divano dove vidi Liam piangere. “ Liam che hai fatto?” “Te ne rendi conto Lucas ha lasciato Lola un’altra volta!?!?”. In quel momento mi resi conto che mio fratello aveva bisogno di riguardare le sue priorità. Subito gli lanciai un cuscino in faccia e gli feci una faccia buffa. Lui ricambiò lanciandomi un cuscino e ridendo. Il campanello suonò andai ad aprire era di nuovo lui, il ragazzo della fermata dell’autobus. “ Io sono Zayn, vivo nella casa a fianco e sono venuto a salutare”. Credo di non averlo nemmeno ascoltato, mi ero persa nei suoi occhi così belli e così luminosi. “ Se vuoi, posso farti fare un giro per la città”, le mie parole uscirono così velocemente dalla mai bocca che se me ne fossi accorta mi sarei data un colpo in testa. “ Mi piacerebbe tanto” mi disse con un sorriso meraviglioso. Avvisai Karen e uscii da casa. Gli mostrai la piazza e le strade più conosciute. “ Da dov’è che vieni?”, “Bradford”. In quel momento mi venne un colpo al cuore, mi scese una lacrima sul volto che cercai di fermare con la manica del maglione. Zayn mi guardò con aria preoccupata e con un espressione da punto interrogativo. “ Mio padre veniva da Bradford” dissi con voce tremante. Mi manca tanto mio padre; mi ricordo che quando facevo una marachella e mia madre mi strillava, mio padre mi difendeva sempre e cercava sempre di starmi vicino. E’ stato un padre meraviglioso. Mia madre invece era speciale avevamo un legame forte, riusciva a capirmi con uno sguardo, aveva una parola gentile per tutti e tutto. Ma non volevo ripensare al passato. “ Voglio portarti in un posto” disse Zayn con un sorriso. A quella frase rimasi sorpresa dove voleva portarmi se era appena arrivato in città? La cosa mi fece ridere. Salimmo in macchina e mi portò sulla spiaggia. La spiaggia con il sole che tramontava all’orizzonte era stupendo. Scendemmo lungo la spiaggia e ci sedemmo su un asciugamano trovata in macchina. “ Sai, da piccolo mi portavano spesso in questa città, mia madre adora la spiaggia e questa città, gli fanno venire in mente molti ricordi…” “Già anche io ho molti ricordi in questa città”, dissi con sguardo malinconico non volevo farlo assolutamente annoiare con questa storia. “Lo so, per la scuola girano molte voci su di te, ma secondo me sono tutte falsa, sei molto simpatica e non mi sembri strana come dicono tutti”. Sicuramente lo dice per non farmi stare male o per trovarsi qualche amica, ma io non ci credo, so di essere strana e di non riuscire a farmi molti amici. “ Invece è così, sono strana”. “ Non è vero, mi ricordi qualcuno, ci siamo già conosciuti?”. Iniziai a pensare e mi venne in mente quel bambino che veniva alle elementari con me, quel bambino sempre solare che quando venne a sapere della tragedia mi aiutò moltissimo. “Fammi indovinare… sei ricciolina?”. Si ricordava perfino del soprannome che mi aveva dato. Da piccola avevo i capelli riccissimi e lui si divertiva a chiamarmi ricciolina che Summer. “Si, e tu sei ciok?” dissi ridendo, lui ricambiò il mio sorriso e si mise a ridere. “Mi chiamavi ciok perchè a scuola mangiavo sempre la cioccolata” disse con un sorriso sulle labbra “Ti ricordi quando hai lanciato la cioccolata in testa alla maestra” annui ridendo. Sono felice di aver ritrovato il mio amico d’infanzia. Mi ricordo ancora il giorno quando lasciò la città. Ho pianto per due mesi. Avevo perso il mio migliore amico e l’ho ritrovato. Passammo una serata a ridere e a scherzare, presi il telefono per vedere l’ora. Cazzo erano già le otto. “Scusa Zayn ma ora devo andare a casa altrimenti Karen si arriabbia e non vorrei farla arrabbiare”. Lui mi guardò con uno sguardo comprensivo. “Hai ragione aspetta che ti accompagno”. Mi accompagnò a casa e ci demmo appuntamento la mattina dopo per andare insieme a scuola. Quando entrai in casa vidi Karen e Joseph urlare contro Amanda mentre Liam guardava la scena da lontano.
  
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