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Autore: lur    14/06/2014    0 recensioni
Tratto da una storia vera, parla del magico (e provvidenziale?) incontro tra due ragazzi completamente diversi, ma così simili, nel profondo...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15) Calma piatta.
 
Il ritorno a casa non fu clemente.
Dopo settimane di relax assoluto, riprendere il corri - corri di Alba fu traumatico.
Sveglia presto per preparare tutto l'occorrente per Venezia, uscire (poco) con le amiche, salutare i professori, gli assistenti del doposcuola, rispettare i rigidi orari lavorativi della mamma e cercare di riprendere il ritmo…
Per non parlare del problema Marco.
Dopo le vicissitudini dell'estate, aveva ricomposto i propri pezzi alla bell'e meglio, ma aveva mantenuto un qual certo rapporto, una qualche strana sorta di amicizia... che amicizia non era.
Lui gli diede una definizione solo mesi dopo, ma la loro situazione corrispondeva esattamente a quella di due conoscenti, un tempo amici intimi, di cui uno era ormai quasi totalmente indifferente, ma per educazione si sottoponeva alla compagnia dell'altro, e l'altro considerava ancora il primo come  una parte della propria testa, a cui poter dire tutto, pensieri e stati d'animo. Lui era abituato, ormai, al poter parlare liberamente con lei, di qualunque cosa, che fosse un argomento prettamente maschile (per lo più), o comune argomento di discussione, e lei accettava di ascoltarlo, non potendo occupare il tempo in modo migliore.
Il tutto contando che Lucia si sarebbe accorta della differenza dei propri sentimenti solo quando Marco le avesse esposto la propria definizione del loro rapporto, e nel frattempo credeva ancora di poter recuperare il rapporto con lui.
Sì, un bel casino.
Comunque, tra alti e bassi, incazzature e riappacificazioni, il tempo passò, e si portò via in fretta settembre, poi ottobre, ed ancora novembre, che come un fiume in piena trascinarono anche i rispettivi sentimenti.
Grazie alla lontananza, ai nuovi amici ed alla nuova vita, Lucia iniziò a trovare davvero pesante la costante (ed ultimamente ossessiva) presenza di Marco nella sua vita. Lui, invece, interpretò il vuoto che aveva dentro con un incessante bisogno di averla al suo fianco, com'era stato per tanti mesi, di continuare a confidarle ogni pensiero, nel tentativo di riconquistare quel cuore ormai lontano. La storia con Letizia era andata tutt'altro che bene, com'era prevedibile, Lucia era lontana (ed aveva fatto pace con Letizia, escludendolo ancor più) dagli occhi e l'aveva allontanato dal cuore, ed ormai era palese.
Gli rimaneva solo il sostegno di Matteo.
Al suo amico non era mai piaciuta particolarmente Lucia, ma aveva sempre ammirato, segretamente, la sua bontà d'animo e la sua ingenuità, rispetto alle altre ragazze. Questo non era bastato per far sì che, all'epoca, potesse ricambiare i suoi sentimenti, ma otto anni di scuola insieme l'avevano aiutato a conoscerla piuttosto bene.
Con queste premesse, Matteo accettò di aiutare l'amico nella riconquista.
Iniziò a fare da intermediario, creò un gruppo su Whatsapp che permettesse loro di comunicare senza necessariamente rivolgersi la parola, si intromise in difesa dell'amico dopo le litigate… ma fu tutto inutile.
Lucia non aveva semplicemente più nulla da dire a Marco.
Le parole di Marco non facevano più presa nemmeno su i più aperti neuroni di Lucia.
Alla fine Matteo continuò a parlare (raramente, vista anche la gelosia della sua ragazza) con Lucia, e Marco rimase definitivamente fuori dalla vita della ragazza.
 
Anche i rapporti con i ragazzi del mare si raffreddarono molto: inizialmente Lucia intratteneva due parole in chat con Flavio, ma l'interesse scemò da parte di entrambi nel giro di poche battute.
Verso la fine dell'anno, comunque, riprese i rapporti con Simona e Fausta, concludendo le conversazioni col laconico augurio di rivedersi presto… ma dove?
Non era sicura di voler tornare a Campo, quell'estate. Non con tutto quello che era successo negli ultimi giorni dell'ultima vacanza.
Dopotutto non sarebbe mancata a nessuno. Forse alla nonna, ma nessuno le vietava di partire ed andare in vacanza da qualche altra parte con lei, la mamma e Marcy.
Certo, si era divertita a fare la scema con sua sorella e a fantasticare su Francesco, ma sapeva benissimo che era fuori dalla sua portata (ed era un work in progress di Simona) e nemmeno le interessava un rapporto a distanza. Nemmeno pensava più ai ragazzi. Era contenta dei suoi amici, nella sua mente li accoppiava tra loro, ma non si metteva mai in mezzo. 
Oltretutto, a voler essere precisi, l'argomento ed il soggetto del conflitto (Giuseppe) era rimasto lì per tutti quei mesi, si era riappacificato con tutta la banda, ed era sicura che non avesse intenzione di riaprire il discorso, esattamente come non lo voleva lei. Ma non sarebbe stata in grado di sopportare la presenza e la compagnia di una persona del genere, nemmeno dopo dodici mesi. Era sicura che le sarebbero riaffiorati ricordi tutt'altro che piacevoli. Non aveva mai provato rancore per nessuno (o se l'aveva provato non era durato più di qualche giorno), ed ora, a distanza di un anno, ancora non sopportava il suo nome.
A niente valevano le opere di convincimento delle due amiche.
L'unica cosa che davvero le sarebbe mancata da morire era il mare. Quello sì. L'angolo in cui lei faceva il bagno solitamente, il metro quadrato di spiaggia che ritagliava per il suo asciugamano, lontano dalle alghe che si depositavano sul bagnasciuga durante la notte. Quel luogo sicuro e misterioso in cui si sentiva a casa come in nessun altro posto al mondo. In un'altra vita doveva essere stata un pesce. Non c'era altra spiegazione.
L'unica cosa di cui si rendeva effettivamente conto era quanto fosse piatta e monotona la sua vita.
 
 
 
Non andò più al mare per un pezzo.
Smise di fare le lunghe passeggiate che avevano fino ad allora occupato i suoi pomeriggi, per un paio di settimane non uscì.
Non riusciva ad addormentarsi fino ad un'ora molto tarda, stressato da malinconici pensieri, e di riflesso si alzava dal letto che ormai era mezzogiorno passato.
Dopo un po' i suoi amici iniziarono  a preoccuparsi: era strano per lui non uscire tutte le sere, fare tardi in compagnia e non andare al mare.
Barbara si preoccupò molto più di tutti: cercava di dare un senso, una causa, a questo suo malessere, ma non le sembrava verosimile che stesse così male per Camilla. Se l'aveva mollata lui, dimenticandosi addirittura l'anniversario, non doveva essere stato una grave trauma…
La situazione cambiò quando un'altra persona iniziò a farsi le stesse domande.
 
 
 
«Posso parlarti un attimo?»
Barbara rimase di sasso: era tanto tempo che non parlava più con Camilla, e vedersela piombare lì, di domenica, le scombussolò un po' la giornata. Immaginava cosa potesse avere da dirle e da chiederle, ma la ragazza che aveva baciato LUI, ci aveva fatto l'amore per tre anni, ed era stata così stupida da lasciarselo scappare non era esattamente la persona cui avesse più desiderio di fornire risposte.
«Dimmi.»
Era fredda, ma in fondo non ne aveva più motivo. Ormai era lei la sua ragazza, quindi anche Camilla evitò di dar peso allo stato d'animo di Barbara.
«Visto che io non ho più occasione di incontrare Giuseppe, vorrei solo che gli dicessi che mi dispiace.»
«E pensi che questo possa bastare a farlo tornare da te?»
«No. Ma vorrei chiedergli scusa, comunque. Non volevo che arrivasse a quel punto»
E si incamminò fuori, seguita dal silenzio di Barbara, ma prima di solcare l'uscio, le si rivolse, quasi amichevole:
«Non sono la persona più indicata, ma se posso darti un consiglio trattieni la morbosità… va bene essere gelosa del tuo ragazzo, ma se esageri lo fai scappare… lo so per esperienza»
Il tono cordiale stupì la sua interlocutrice, che impiegò un secondo a rispondere:
«Oh, se fossi la sua ragazza non gli farei pesare la gelosia… io.»
Il tempo si fermò. L'espressione di Camilla cambiò.
«Cioè, mi stai dicendo che non sei tu la sua nuova ragazza?»
Barbara arrossì.
«No. Cosa te lo faceva pensare?»
«L-la sera in cui ci siamo lasciati mi ha detto che sarebbe uscito con te e gli altri…»
«Cosa? No. Quella sera io non sono uscita con Fabio e il resto della comitiva perché avevo altri impegni… ti ha detto che saremmo usciti insieme?!»
«Sì… ma poi, quando ho chiesto a Fabio, non ha smentito la sua versione…»
«Per quanto ne so, mi ha detto che non sarebbe stato un problema la mia assenza, perché avevano incontrato un altro gruppo di amiche, che mi avrebbe presentato alla prossima occasione…»
«Quindi mi ha lasciata per una che conosceva appena?!»
«Scusa se te lo dico, ma non ti ha nemmeno sfiorato l'idea che potesse averti lasciata solo perché non provava più le stesse cose per te, senza necessariamente che ci fosse un'altra di mezzo?»
«Beh… no. Quella sera aveva un'aria pensierosa, come se avesse la testa da un'altra parte… insomma sembrava avesse fretta, eppure è rimasto diversi minuti in silenzio… come se avesse perso la concezione del tempo… me lo sento, c'è un'altra.»
«Tu stai male… altro che gelosia…»
«Il tempo mi darà ragione…»
 
 
 
Non parlarono più, e raramente videro Giuseppe.
Si era eclissato. A casa stava poco e non diceva mai dove andasse…
Il tempo passò anche per lui, e dopo qualche mese riuscì a dimenticarla…
  
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