Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: gunpowder_tea    14/06/2014    2 recensioni
Se ti restasse solo un anno di vita? Cosa faresti? Quali sogni realizzeresti?
Ti sei mai fermata a pensarci? Hanji Zoe non ci aveva mai pensato, ma all'improvviso la vita lo aveva richiesto. E lei aveva dovuto prendere certe decisioni.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanji, Zoe, Isabel, Magnolia, Petra, Ral
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Nota ^^
Prima di iniziare vorrei semplicemente anticipare che questa storia tratta di un argomento delicato come la morte, e di conseguenza anche la religione...
Io sono atea perciò vorrei invitare chi è fortemente religioso a pensarci bene prima di leggere questa storia onde evitare futuri rancori...
Detto questo, vi auguro buona lettura ^^















Hanji Zoe si appoggiò allo schienale della sedia, disorientata. La notizia che aveva appena ricevuto l'aveva fatta sentire come se il pavimento sotto di lei non esistesse. 
E raramente qualcosa la lasciava di stucco.

- Un anno? - Chiese in stato di shock.

- Beh, forse meno, in base alla crescita del tumore il tempo che ti resta oscilla tra i sei e i dodici mesi. Non si può stabilire una data precisa - Rispose il medico con calma.

- Come sarebbe a dire solo un anno? - Non riusciva a crederci - Non si può fare della chemioterapia o della radioterapia? -

- Purtroppo il cancro è invasivo e la diffusione è avanzata. Non possiamo fare più niente -

- Neanche tentare con la chirurgia? - Chiese tentando di proporre qualche alternativa al medico.

- Mi dispiace - Rispose il medico scuotendo la testa.

Zoe deglutì. Non capiva come potesse essere possibile. 
Lasciò l'ufficio barcollando. Come avrebbe dato la notizia ai suoi amici? Come avrebbe reagito sua madre?
Ciò che più la affliggeva era non aver mai realizzato i propri sogni. Aveva 23 anni, tutto questo era inconcepibile per lei.
Aveva 23 anni e doveva pensare ad affrontare la sua morte? Non aveva mai pensato alla sua morte... Eppure ora era arrivato il momento anche per lei.
Era ancora persa nei suoi pensieri quando urtò una signora all'uscita dell'ospedale.

- Mi scusi - Mormorò Hanji, senza nemmeno guardarla.

- Non era niente cara. O forse dovrei chiamarti Zoe? -

- Hm? Lei... Lei sa il mio nome? -

La vecchia signora aveva degli occhi piccoli e indossava una giacca bianca lunga fino ai piedi. I suoi capelli erano così lisci da sembrare liquidi, erano di un bianco vivido e le mani e il suo viso erano colpiti dai duri segni del tempo.

Le sorrise mentre Hanji la guardava stupita e attenta.

- Qualunque cosa tu abbia... - Iniziò la vecchia, mentre Zoe si ritirò completamente stordita.

Lei chi era? E come faceva a sapere queste cose?

- ... Non avere paura - Continuò lei.

Hanji non sapeva cosa rispondere. Era acora stordita.

- Mi scusi. Vado di fretta -

La signora annuì e le rivolse un breve sorriso.

- La vita è una corsa - Sorrise ancora e la guardò negli occhi - Il mio nome è Maria, e quando avrai bisogno di aiuto io sarò qui per te -

- C-come? - Le sue mani penzolavano lungo il corpo per la confusione.

Chiuse gli occhi per un attimo a causa di un dolore acuto allo stomaco e, non appena li riaprì, la donna era sparita.

Hanji non sapeva cosa credere. Quell'anziana signora era come un grande e fitto puzzle.
Era venuta fuori dal nulla, le aveva fatto riempire la testa di altre domande, e infine era scomparsa.

Una volta fuori dall'ospedale, Hanji prese un taxi per tornare a casa. All'arrivo pagò il tassista ed entrò nel palazzo in cui abitava salutando con un sorriso il gentile portiere dall'aria amichevole.
Camminò fino all'ascensore e premette il pulsante per prenotarlo. Normalmente preferiva salire le scale, ma quel giorno non era abbastanza in forma per fare affidamento sulle sue gambe e salire una rampa di scale sembrava essere un'impresa impossibile.
Mentre aspettava, una figura si fermò di fianco a lei. Era un uomo dall'aspetto giovanile e di bell'aspetto, anche se un po' basso. Probabilmente era un nuovo residente; l'edificio era ampiamente frequentato dai turisti e pochi lo affittavano permanentemente.

L'ascensore sembrava essere particolarmente lento e la presenza di quell'uomo la infastidiva, anche se Hanji non ne sapeva bene il motivo. Aveva un'espressione decisamente troppo seria e allo stesso tempo troppo tranquilla, quella che poteva avere un serial killer o uno psicopatico. 
Quando l'ascensore arrivò, entrarono entrambi nello stesso momento e schiacciarono il pulsante dello stesso piano, e Hanji sorrise quando le loro dita si toccarono sul quadrante luminoso.

L'ascensore era particolarmente lento e a metà strada, improvvisamente, si fermò. Le luci della cabina si spensero, e Hanji indietreggiò d'istinto, appoggiandosi involontariamente all'uomo vicino a lei.

- Paura del buio? - Sussurrò l'uomo con una voce un po' roca, la quale suscitò ad Hanji un formicolio lungo la schiena.

- No, mi sono solo spaventata per un momento. Scusami - Borbottò allontanandosi da lui.

- Mi chiedo cosa sia successo... - Disse con voce totalmente atona.

- Non ne ho idea, forse qualche errore di sistema - 

- Tu vivi qui? -

- Sì. Da circa cinque anni -

- E non è mai successo prima? - Disse facendo riferimento all'ascensore.

- Non che io sappia -

Hanji lo guardò. Anche se nella penombra, poteva vedere qualche scorcio del suo viso: il mento stretto, il naso affilato, i capelli corti e neri come l'ossidiana...
"Mio Dio quanto è sexy" Pensò Hanji e rise senza volere.

- Stai ridendo? -

- No. No, no - Balbettò nervosamente, notando che sembrava non sfuggirgli nulla - Da quanto vivi qui? - Chiese, cercando di cambiare argomento.

- Mi sono trasferito in questi giorni -

- Motivi turistici? -

- Trasferimenti lavorativi -

- Fico - Mormorò.

- E tu? Studi? -

- Mi sono laureata in chimica, ho anche trovato un lavoro, ma... - Hanji si fermò a pensare per la prima volta a tutto il tempo che aveva passato a studiare.

Tutto invano.

- ... Ma? - Continuò lui.

All'improvviso Hanji emise un gemito di dolore.

- Stai bene? -

Il dolore peggiorò e Hanji si rese presto conto di avere difficoltà a respirare.

- No... Non... Non riesco... -

- Cosa? - L'uomo sembrava allarmato, ma la sua voce era intrisa di una calma rassicurante.

- ... Respirare -

Hanji cadde a terra e l'uomo si inginocchiò di fianco a lei per sostenerle la testa.

- Calmati. Va tutto bene. Va tutto bene... - Continuava a ripetere mentre le massaggiava il collo per sentire il battito - Non chiudere gli occhi, ok? Non devi chiuderli. Riesci a dire il tuo nome? - Chiese ancora con calma, sbottonando la camicetta di Hanji per lasciarla respirare meglio.

- Zoe - Hanji non riuscì a dire altro.

- Andrà tutto bene, Zoe.  Hai solo bisogno di rimanere sveglia - La rassicurò, ma poi la vide chiudere gli occhi.

- Zoe! - Tornò a controllare il battito e sembrava incredibilmente debole, quasi impercettibile.

La suspance durò per cinque interminabili minuti, fino a quando Zoe non si risvegliò con un sospiro agitato.

- Zoe - sospirò risollevato.

- Mi dispiace - Disse lei goffamente.

- Non c'è bisogno di scusarsi -

- Beh, non erano le circostanze migliori per uno svenimento - Disse imbarazzata.

- Succede spesso? Ti capita frequentemente di "andartene per un po'?" -

Quella domanda ad Hanji risultava terribilmente ironica. 
Presto se ne sarebbe "andata" definitivamente.

- No, non svengo mai -

Improvvisamente le luci dell'ascensore si riaccesero e il movimento riprese normalmente.

- Riesci ad alzarti?- Le chiese tendendole la mano.

- Grazie -

L'ascensore si fermò e i due scesero. Hanji era sostenuta dalle spalle del suo sconosciuto salvatore.

- Qual è il tuo appartamento? - Chiese prendendo la sua chiave.

-  667 -

- Il mio è il 677. Di fronte al tuo -

- Che coincidenza -

Quando lui aprì la porta, aiutò Hanji a raggiungere il divano e le restituì la chiave.

- Ora devo proprio andare. Se hai bisogno di aiuto sai dove trovarmi -

- Come ti chiami? - Chiese con calma, pensando per un attimo che lui non l'avesse sentita.

- Rivaille. Rivaille Ackermann -

- Levi? -

- Rivaille - Ripetè scandendo bene le lettere.

- Grazie ancora, Levi -

Lo sentì sbuffare leggermente.

- Di niente. Arrivederci -

Levi se ne andò chiudendo la porta dietro di sé.
Hanji si rimproverò mentalmente ricordando la sua esperienza premorte di poco prima. Che impressione poteva avergli fatto? Sicuramente tutt'altro che positiva.
Sperò infine di non rivederlo più e guardò l'orologio: erano le 18:30 quando il campanello di casa sua suonò.
Si alzò con difficoltà e, quando aprì la porta, vide la sua migliore amica.

- Petra? -

- Ciao Hanji - La guardò preoccupata ed aggiunse - Come sei pallida.. -

- Ho appena avuto un capogiro, sai l'ascensore si è rotto mentre c'ero dentro - Disse ridendo.

- Va bene, se è questa la verità -

- Giuro, non potrei essere più seria -

- Com'è andata dal dottore? -

- Ho sempre avuto una salute di ferro - Rispose con rammarico.

- Ed è ancora così? - Chiese Petra, alzando un sopracciglio.

- Sì - 

























Nota finale ^^
Ho anche deciso di fare un'illustrazione capitolo per capitolo, perciò se vi va date pure un'occhiata ;)
http://gunpowderlove.tumblr.com/post/89052884520/3-meet-for-the-first-time-3
  
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