Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D.
Ricorda la storia  |      
Autore: DanzaNelFuoco    14/06/2014    1 recensioni
Ha partecipato al "The Zeppo Contest" indetto da vannagio sul forum di efp, non classificata per mancanza di partecipanti.
Se vi siete chiesti cosa ci facessero John Garrett e Antoine Triplett a Sidney all'inizio dell'episodio 16x1, qui troverete una parziale risposta.
- Intro:
Erano atterrati nel mezzo del nulla, nel tipico paesaggio australiano.
A Triplett non piaceva, era troppo arido, desertico, vuoto, ma per Garrett era tutta un'altra storia.
La macchina era già lì ad attenderli, anzi in realtà era ad attendere il dottor Keyman e l'ingegnere Swiser, abili scienziati pronti ad entrare a far parte delle dipendenze Cybertech.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Antoine Triplett, John Garrett
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hiding files
 
Sidney, Australia
Non appena la porta si apre, la voce metallica proveniente dallo scanner facciale riconosce i due agenti.
"Beh, non è il Four Seasons..." constata Antoine Triplett, guardandosi intorno.
"Non è affatto male per essere una safe house. A Phuket non c'erano i materassi."
"Ma al Cairo c'erano lenzuola di cotone egiziano. Con le rifiniture in satin." Non tenta nemmeno di sottolineare il lusso di Perth, con la vasca da bagno e l'aria condizionata.
"Ehi, non abituarti a queste cose." dice Garrett stappandosi una birra. Fa per portare alla bocca, ma ci ripensa. "Tira fuori il telefono e contatta Coulson. Voglio vedere con lui la lista di potenziali candidati. E dobbiamo dirgli cosa abbiamo scoperto." Versa la bevanda in un bicchiere.
Triplett annuisce. "Sospetti che il Chiaroveggente sia nell'Indice?"
"No, respinto dall'Indice. È probabile. Speriamo che non sia The Amazing Kreskin. Lo adoravo quel tizio."
"Chi?" Triplett non fa in tempo a chiedere che la stessa fastidiosa voce metallica li informa di una intrusione nell'area 3.
Nei brevi secondi che impiegano ad armarsi, Deathlock fa la sua comparsa.
Come diamine aveva fatto a trovarli? Avevano coperto le proprie tracce, doveva essere una missione sicura e pulita. Infiltrarsi nella Cybertech, trovare i files e andarsene non appena fosse arrivato il trasporto.
Invece Deathlock era lì.
Per Triplett questo era il momento giusto per imprecare.
 

Erano arrivati a Perth qualche giorno prima. Due città ai capi opposti dell'Australia con due succursali della Cybertech da cui speravano di poter accedere per arrivare almeno a scoprire il funzionamento dei supersoldati. Qualunque cosa loro non potessero capire, ma che  FitzSimmons avrebbero decifrato in cinque secondi netti. Ogni informazione era preziosa, ogni tassello che potesse ricomporre la scena era fondamentale.
Erano atterrati nel mezzo del nulla, nel tipico paesaggio australiano.
A Triplett non piaceva, era troppo arido, desertico, vuoto, ma per Garrett era tutta un'altra storia.
La macchina era già lì ad attenderli, anzi in realtà era ad attendere il dottor Keyman e l'ingegnere Swiser, abili scienziati pronti ad entrare a far parte delle dipendenze Cybertech.
Era la storia di copertura, ma Garrett aveva sorriso interiormente pensando che in realtà era la Cybertech a essere alle sue di dipendenze. Ironia made in S.H.I.E.L.D.
Il colloquio era stato pessimo, ma aveva dato loro la possibilità di entrare nella struttura.
Sfortunatamente per Garrett non tutto era andato come aveva previsto.
"Dottor Keyman, ingegnere Swiser." li congedò, stringendo loro la mano, il direttore della filiale di Perth. "Ci dispiace non potervi assumere, le tecnologie che ci avete mostrato sono interessanti, ma... ne eravamo già a conoscenza."
Il direttore sorrise condiscendente, facendo un cenno ai due agenti della security affinché li scortassero alla porta.
Attraversarono il corridoio in silenzio, professionalmente, e salirono sull'ascensore.
Fu allora che senza nemmeno una parola, dopo uno sguardo d'intesa con il superiore, Antoine attaccò l'uomo più vicino. John si dedicò all'altro, colpendolo alla gola e togliendogli il respiro. Preso alla sprovvista questo annaspò nel tentativo di riprendere fiato, ma Garrett fu su di lui colpendolo allo stomaco con un pugno. Mentre questo si piegava l'agente estrasse della valigetta l'Icer per la dimostrazione e colpì il nemico sulla nuca scoperta. Si appuntò mentalmente di suggerire a Quinn di scegliere meglio i membri della sua security.
Alzò lo sguardo solo per vedere il collega impegnato in un corpo a corpo. Il secondo sparo risuonò nella piccola cabina dell'ascensore.
"Ero a tanto così dallo stenderlo!" si lamentò Triplett.
"Non c'è bisogno che mi ringrazi." disse rovistando nella tasca interna della giacca dell'uomo steso ai suoi piedi. "Ah, eccola qui!" disse, con una minuscola chiave in mano. La inserì nella serratura accanto al bottone "livello 7" della pulsantiera e la ruotò per poi selezionare il relativo piano.
L'ascensore si aprì a piano terra e si richiuse qualche mezzo minuto dopo per riprendere la sua discesa.
"Dobbiamo sbrigarci, non ci metteranno molto ad accorgersi che non siamo usciti." disse Garrett.
Finalmente nel corridoio i due si mossero con circospezione e in totale silenzio. Triplett fece un cenno con il capo indicando una porta chiusa a pochi metro da loro e Garrett annuì, afferrando la maniglia e appoggiandovi sopra il suo peso lentamente. La porta si aprì senza un cigolio.
"È uno scherzo!"
Davanti a loro in quella che doveva essere la sala dei computer, dove venivano archiviati tutti i documenti, si estendevano file e file di schedari cartacei.
"Dovremmo controllarli uno ad uno."
Antoine sbarrò gli occhi.
"Cosa? Ma non ce la faremo mai, non abbiamo abbastanza tempo!"
"Dovremmo muoverci, allora."
Cominciarono a scorrere le etichette sui cassetti, Eliza42, Dorotea, Zeusi, progetti vecchi di anni, mai entrati in commercio. Niente di interessante.
Finalmente lo trovò. Bravo Quinn, per una volta lo aveva ascoltato.
Sul cassetto davanti a lui la scritta "DL". Deathlock.
"Triplett, ho trovato qualcosa."
"Anche io." risuonò dall'altra parte della stanza.
Garrett congelò sul posto. Non era previsto. Non era nei piani che si allontanasse così tanto.
Afferrò le inutili scartoffie che aveva fatto mettere nel fascicolo a Quinn e raggiunse l'altro.
"Guarda qua." gli indicò una riga del documento. "Hanno trovato altro gravitonio! Inoltre..." prese un altro foglio "qui dice che stanno sintetizzando del plutonio per conto di un'altra azienda, dice che viene citata nel documento precedente."
Quello non era il momento di fare passi falsi.
"Molto bene."
Doveva prendere tempo.
Triplett intanto aveva trovato il documento in cui veniva citato il nome, ma non lo trovava. Garrett non poteva permettere che scoprisse che l'azienda per cui la Cybertech faceva da tramite nella compravendita del plutonio fosse l'Hydra.
Non potevano andarsene ora, non con quei documenti, non bastavano.
Non potevano restare oltre, non con il rischio di scoprire qualcos'altro di veramente importante.
In quel momento l'allarme cominciò a squillare.
Erano in trappola, ma almeno Triplett non aveva scoperto niente di decisivo.
Passi pesanti e veloci risuonarono nel corridoio.
Senza neanche guardarsi o concordare qualcosa si posizionarono entrambi ai lati della porta. La strategia era semplice. A prescindere da quanti fossero i nemici avrebbero dovuto entrare a imbuto data la conformazione del "terreno di battaglia", sarebbero stati costretti a passare uno alla volta e loro li avrebbero neutralizzati.
Sentirono gli uomini fermarsi dietro la porta per qualche istante, poi uno la buttò giù con un calcio ed entrò circospetto.
Garrett gli fu addosso colpendolo al viso con un pugno. Si udì un crack e l'uomo svenne, la mascella rotta.
Il secondo si voltò per affrontare l'aggressore, ma fu colpito alla nuca con il calcio dell'Icer che Triplett stringeva in mano e si accasciò a terra, preso alle spalle.
Il terzo esitò, indeciso su chi affrontare. Triplett gli sparò e quello cadde portandosi dietro l'uomo alle sue spalle, cadendo entrambi in un effetto domino. Mentre il quarto, e ultimo, stava cercando di districare le proprie membra dal peso morto di un uomo di novanta chili, Garrett prese le pistole ai primi due uomini.
Triplett piantó un proiettile congelante nella fronte dell'agente che ancora cercava di divincolarsi dalla inconsueta trappola umana, poi si chinò a recuperare le altre due pistole.
"Andiamo. Sidney ci aspetta." lo esortò Garrett.
Percorsero in fretta il corridoio e guadagnarono l'abitacolo dell'ascensore sollevati. Chiacchierando normalmente, come se fossero avvezzi a percorrere quei corridoi e la loro presenza lì fosse naturale, attraversarono l'atrio e uscirono dalla porta principale, senza che nessuno mostrasse interesse a loro.
Una volta fuori salirono sulla macchina che li stava aspettando, diretti all'aeroporto.
"Qual è l'indirizzo della casa?" chiese Garrett all'autista.
Questi lo guardò confuso, prima di dirglielo.
"A cosa ci serve saperlo? Riposeremo solo una notte e abbiamo un autista." chiese Triplett ingenuamente.
"Per conoscere la zona. So che lì c'è un bar con uno scotch fantastico, ma non so se posso entrarci. Deve essere stato lì che ho rotto la testa a Dimjtrovick nel lontano '82. Ti ho mai raccontato di come ho usato un tavolo e lui..."
Garrett cominciò a raccontare di aneddoti per la maggior parte migliorati o inventati.
Antoine Triplett era ormai abituato agli sproloqui del capo e mise il suo chiacchiericcio in sottofondo, guardando fuori dal finestrino.
L' AS ne approfittò per estrarre dalla tasca un cellulare e scrivere in un messaggio l'indirizzo che l'autista gli aveva appena dato, continuando comunque a parlare.
 
A Melbourne, a 2'723 chilometri di distanza, in un vecchio e malandato appartamento di bassa categoria, affittato per una settimana, nell'orbita oculare di Mike Peterson comparve una scritta. Un indirizzo e un ordine. "Attacca, ma non uccidere. Recupera i documenti."
Deathlock avrebbe dovuto prendere un aero e dirigersi a Sidney in fretta.
 

Il piano elaborato era semplice. Niente documenti, niente prove.
Deathlock recupera la cartella, combatte un po' -magari si fa sparare- e scappa.
L'attacco dovrebbe distrarre abbastanza l'agente SHIELD da mettere in secondo piano il plutonio e la sua sintesi dai blocchi di uranio australiano.*
Il piano per una volta funziona, Deathloch segue il copione e a Triplett non passa neanche per la testa di andare in giro a blaterare sui documenti rubati. Non dopo che Garrett gli ha sconsigliato di parlarne con chiunque nella squadra di Coulson, dal momento che quello sospetta una spia. Nessuno deve sapere cosa loro sappiano e soprattutto che Phil nutra dei sospetti, sospetti inventati da John a bella posta.
Nello stendere il rapporto omette un piccolo dettaglio radioattivo.
 
"Coulson, lo sa che al giorno d'oggi di possono fare delle teleconferenze?" chiede Victoria Hand salendo sul Bus di Coulson.
"Anche io sono felice di vederla. Scusate per lo scarso preavviso." risponde Phil, quasi facendo gli onori di casa.
"Ma che meeting anti-convenzionale!" esclama Sitwell.
"Oh, da quello che ho letto nei rapporti, di recente anti-convenzionale è il secondo nome di Coulson." interviene ironico Blake, scontento tanto quanto la Hand dell'incontro.
"Se scoppia la rissa, scelgo Blake: è schivo, ma grintoso." Garrett tenta di allentare la tensione, ma provoca solo una smorfia di sufficienza nell'altro.
"Vi spiegherò tutto quando saremo ad alta quota." Interviene Coulson, evitando una rispostaccia di Blake all'amico. "Di qua." fa strada.
Garrett invita la Hand ad andare per prima con un gesto. Sembra che lui sia l'unico a comprendere e a supportare Coulson nella sua follia paranoide. Beh a parte la sua banda di svitati e Fury.
Devono attendere fino a che l'agente May non arriva annunciando le indicazioni di volo, alta quota al polo nord.
"Ci scusiamo per il trambusto, ma siamo qui per precauzione." dice Garrett, al massimo della sua abilità recitativa.
"Precauzione per cosa?"
"Il Chiaroveggente. Se lui è capace di leggere nel pensiero almeno quassù siamo lontani quanto basta."
Garrett non riesce a trattenersi dal pensare che non avrebbe potuto essere più in errore di così. "L'aurora boreale impedirà al suo wi-fi psichico di captarci."
Se solo fosse stato quello a impedire al Chiaroveggente di sapere ogni cosa...
Garrett si estrania dalla discussione sull'esistenza  o meno dei sensitivi.  
Il suo è un sottile gioco di equilibri, bugie impilate come in un castello di carte, pronte a cadere al minimo spiffero con un effetto domino.
Se Triplett parlasse dell'uranio, a questo punto la bugia ("Comunicherò io agli agenti di livello 8, gli altri non devono saperlo") sarebbe crollata e lui sarebbe stato scoperto. Non avrebbe potuto fingere di essersene dimenticato nel rapporto, né che non fosse competenza loro saperlo, non dal momento che erano parigrado e sullo stesso caso.
Ma Garrett é fiducioso. Ci sono anche Ward e May e gli ha detto di non dir loro niente. E poi in fondo le sue bugie non sarebbero dovute prolungarsi ancora a lungo.
Heil Hydra.
 
 
* Il 31% delle riserve naturali di uranio si trova in Australia, seguita dal 12% del Kazakistan e dal 9% del Canada. Il restante 42% è diviso nel resto del mondo con percentuali che variano dal 5% all'1%. Giusto per farvi capire quanto uranio abbia l'Australia.
 
N.d.A.
Sono scarsissima con le storie di azione, sono più per l'introspettivo stile para mentale, ma il contest prevedeva azione, quindi... Speriamo bene. Non uccidetemi. 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Agents of S.H.I.E.L.D. / Vai alla pagina dell'autore: DanzaNelFuoco