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Autore: Daphne09    14/06/2014    2 recensioni
Katia Colombo, una diciannovenne alle prese con la Maturità, non sa che cosa fare del proprio futuro e, cercando di studiare con i suoi amici per quel grande incubo che possono definirsi gli Esami di Stato, vivrà tante piccole avventure che forse -prima o poi- l'aiuteranno ad auto-appellarsi matura.
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Sono passati ormai cinque giorni dal mio glorioso ritorno a casa. Sono stata accolta come una beniamina, giuro; mia madre è stata più incredula di me per l'ammissione.. È forse un cattivo segno?

Ad ogni modo, da quel dolce, dolcissimo momento di gloria non faccio altro che studiare e sfogliare le pagine dei libri di latino e letteratura, tanto che ormai al posto di mio padre vedo Virgilio e mio fratello sta prendendo le sembianze di Dante. Accidenti, sto proprio diventando pazza.

Sapete, a volte rinnego il giorno in cui mi sono iscritta al liceo, l'indirizzo umanistico non fa proprio per me e, purtroppo l'ho scoperto soltanto l'anno scorso. Forse l'ho sempre saputo, ma mia madre desiderava e ci tiene tutt'ora tantissimo che finisca questo percorso di studio. È stata obbligata a frequentare l'istituto professionale che proprio non le andava giù, vivendo un'adolescenza in cui ha subito la negazione di un'istruzione più completa, però non capisce che così mi fa soltanto sentire chiusa in gabbia. Poi, come se non bastasse, ora devo scegliere che università frequentare e, quasi sicuramente, mi manderà a fare letteratura straniera a Bologna, senza valutare che io odio qualsiasi cosa che abbia a che fare con l'espressione in versi.

Ancora non so che cosa veramente desidero per il mio futuro, ma sicuramente so quello che non voglio fare: la professoressa-topo-da-biblioteca di lingue; a me piace viaggiare ma, purtroppo, dubito ci sia una professione che mi permetta di realizzare questo sogno a mio piacimento.

Riflettendoci col senno di poi, se non mi avessero ammessa alla maturità in parte non mi sarebbe dispiaciuto così tanto. Chiunque mi darebbe della pazza dato tutto l'impegno investito in quest'anno scolastico, ma in realtà io ho paura, e tanta. Non so che cosa succederà fra un minuto e tanto meno quello che avverrà fra una settimana, fra un mese o un anno.. Non sono nemmeno certa di esser capace di fare un Saggio Breve d'italiano!
Quando fra qualche settimana arriverà quel giorno in cui sarà tutto finito, io sarò una matricola come un'altra nel Mondo, non avrò nessuno a tutelarmi e a convocare i miei genitori per aiutarmi se qualcosa non va. Dovrò iniziare a cercare un lavoro e a progettare dei veri piani per il mio futuro, portare dei soldi in casa, emanciparmi per poi sposarmi ed avere dei figli.. Ma io mi sposerò mai? Troverò mai un ragazzo con cui costruire qualcosa di serio?

Tante delle mie amiche e compagne di classe hanno un moroso da anni ormai, mentre il massimo che sono riuscita ad ottenere io sono state storielle da un paio di mesi. Forse erano infantili loro, forse sono stata oca io, o forse non era semplicemente Destino. A dirla tutta al momento non ho nemmeno voglia di avercelo un fidanzato, voglio continuare ad uscire con i miei amici e divertirmi.. Ma se loro dopo la Maturità non ne vorranno più sapere di me ed inizieranno la loro nuova vita da adulti?

Forse gli Esami di Stato con il loro stress psicofisico vogliono prepararci a quello che sarà il nostro avvenire: duro lavoro, poca meritocrazia, non arrivare a fine mese e, soprattutto, saper cogliere e confidare nella sacrosanta botta di culo: cosa che non vedrò mai manco a morire.

Dato che, come sempre constatato, non c'è nessun Santo in cielo ad aiutarmi, mi tocca seriamente concentrarmi su quelle fitte righe che parlano del Verga e della sua poetica, nonché argomento preferito dalla Patrignani. Però, se mio fratello di là continua a fare casino con i suoi simpatici amici, tutto ciò potrebbe risultarmi seriamente difficile.. Non lo sopporto più!

Sarà per colpa di tutto il caffè che sto ingurgitando in questi giorni o più semplicemente dell'ansia pre-esame, ma mi sento seriamente suscettibile.

«Volete fare più piano?!» Grido staccando la presa della Play Station, una volta giunta nella camera di mio fratello.

«Bella, calmiamoci.» Mi ammonisce lui con il suo solito fare da galletto, accompagnato dalle risate di sottofondo dei suoi due amici che, più che quattordicenni, mi sembrano due mutanti ricoperti di brufoli.

«Si da il caso che a differenza vostra io debba fare qualcosa di costruttivo..» Sibilo con acidità. Che provi a controbattermi.

«Senti, se hai le tue cose smamma a largo..» Continua a provocarmi lui. Ma io gli metto le mani addosso, giuro.

«Vaffanculo!» Grido, proprio nel momento in cui arriva la mamma.

«Andrea, Katia, che sta succedendo? Calmatevi!» Domanda lei con autorità.

Io e la persona con cui devo convivere iniziamo a gridare i nostri punti di vista, diventando man mano sempre più accidiosi e desiderosi di aver ragione.

«BASTA! -Ci mette a tacere una volta raggiunto il limite massimo di sopportazione- Andrea, Marco e Francesco fate più piano, ma tu Katia calmati!» Impartisce, per poi tornare in salotto. Anch'io me ne vado da quella che più una stanza sembra una discarica, per rifugiarmi immediatamente nella mia camera e dare un'ultima letta al caro Verga, dato che fra poco arriveranno la Marti, il Carlo e il Cozzi per una ripassata generale.

 

«Dunque, tra il 1817 ed il 1818 si delinea il primo momento del sistema del pensiero leopardiano. Egli considerava felice lo stato d'animo dell'uomo e ritiene che la natura riesca a mediare la condizione di infelicità a cui l'uomo è destinato..»

Le parole della Marti riecheggiano nella stanza con ammirevole precisione, come se fossero quelle della prof stessa. Io e gli altri la stiamo fissando, ma dubito che qualcuno di loro la stia ascoltando, forse anche perché sanno che non commette mai errori quando si tratta di interrogazioni e compiti in classe.

Luca Carloni, detto il Carlo -con noi dalla terza, segato con un record di ottantatré assenze- la sta guardando con i suoi occhi azzurro ghiaccio sempre sognanti e un po' persi. Ascolta musica punk, è un fan accanito di Baudelaire e Bukowski e lo si può definire un soggetto a sé in tutti i sensi. Spesso ha dei modi di fare inclini al gay con voce effeminata e, il fatto che non abbia mai avuto una ragazza da quando lo conosco non aiuta. Nonostante ciò nessuno del gruppo non gli ha mai chiesto nulla, forse fare outing per lui potrebbe rivelarsi difficile.

Al contrario Luca Cozzanti, detto il Cozzi, le fissa il seno con occhi scuri ed intensi, sovrastati da un paio di sopracciglia folte e more, come i suoi capelli cortissimi. Spesso indossa un giacchetto di pelle o delle maglie di gruppi musicali abbinati a jeans strappati che, con la sua solita sigaretta in bocca, gli concedono una certa aria da bad boy. La Marti gli va dietro dalla terza, dopo aver realizzato che per i ragazzi l'età dello sviluppo è miracolosa. Eppure non si capisce da che parte stia lui, con lei riserva un comportamento meno rude rispetto a quello che assume con me e il Carlo, però ad ogni festa caccia la lingua in bocca ad ogni ragazza che incontra senza preoccuparsi che lei lo stia guardando oppure no.

Il nostro è un gruppo particolare, non seguiamo un target: non siamo né fighetti, né metallari o che so io; ascoltiamo la musica che ci piace e, nonostante ognuno di noi abbia idee differenti e discordanti su tutto, riusciamo a volerci un gran bene. Chissà dopo la maturità che cosa succederà, ci distaccheremo? Ho una folle paura di ciò e spero di evitarlo, ancora mi sembra impossibile che la scuola sia veramente finita e che siamo a casa a studiare per gli Esami di Stato e non a giocare alla Play.

«Katia, ci sei?» Mi richiama il Carlo, forse per l'ennesima volta, riuscendo a farmi ritornare sulla Terra.

«S-Sì?» Ribatto ancora un po' scombussolata.

«Dai, esponici la tua tesina..» Mi invita lui.
«Parto da tedesco. -Propongo sfruttando il mio cavallo di battaglia- Also, als erste Eisenbahnstrecke im lombardisch-venetianischen Königreich wurde Mailand–Monza von der I.R. priv. Strada Ferrata da Milano a Monza am 17. August 1840 eröffnet. Die 13 km lange Strecke ist somit die zweitälteste Eisenbahn im ehemaligen Österreich-Ungarn..»

Già noto che gli altri non mi stanno ascoltando. 
A parte la Marti -presa a lanciare fugaci occhiate al suo amato- gli altri non se la cavano per niente bene in tedesco, non a caso gli ho sempre suggerito io nei compiti in classe.

«Figa, se vai così ti becchi un trenta assicurato!» Interviene il Cozzi alla fine del mio lungo monologo, con la sua solita finezza.

«Raga, prima che me ne dimentichi! -Salta su il Carlo- Sono riuscito a procurarvi le prevendite per la festa dei maturandi di martedì.» Dice allungandoci dei biglietti.

«Al Sunset Beach?! A saperlo prima non ci andavo!» Sbuffa il Cozzi leggendo il nome del locale sul foglietto.

«Cos'è? Non c'è abbastanza figa per te?!» Ironizza la Marti.. Non nella maniera smaliziata che desidererebbe esibire.

«Quella si trova sempre, tranquilla.» Ammicca lui con tanto di occhiolino. Non se la vorrà mica portare a letto per davvero?!

La mia amica, come tutti i presenti, un po' turbata da questa risposta abbassa il capo su un libro qualsiasi cercando di evitare quell'imbarazzante situazione.

«Bene, ciò comporta che dobbiamo vestirci da zoccole?» Intervengo io, sapendo che d'estate nei locali all'aperto per non sembrare fuori luogo si devono sfoggiare outfit che sembrano un pezzo di stoffa ristretto in lavatrice.

«Casomai dovrete vestirvi bene..» Ci corregge il Cozzi volgendo un'altra occhiata da depravato alla povera Marti che ormai se ne sta andando in iperventilazione.

«Se vuoi posso darti qualche dritta io..» Si rende disponibile il Carlo.. Viva gli amici gay!

«Dai su! Basta cazzeggiare, è ora di lavorare!» Ci rimprovera la Marti aprendo il libro di fisica.

Spazio autrice:
Cari, carissimi lettori
eccoci qua con un capitolo nuovo di zecca! 
Spero che vi sia piaciuto e che la vostra estate stia proseguendo per il meglio.
Inoltre, se non sarò molto partecipe è proprio perché sto lavorando.
Un abbraccio,
Daphne09

  
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