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Autore: FeBookworm    14/06/2014    1 recensioni
”Anne, non sono stato io ad ucciderli. Te lo giuro, erano i figli di mio fratello, non avrei mai potuto. Eppure...eppure c'è qualcosa che mi tormenta da quando abbiamo saputo della loro scomparsa: in caso di pericolo per noi, per la nostra famiglia, ne sarei stato in grado? Avrei compiuto un gesto simile solo per proteggere la mia famiglia e il mio trono? Anne, io...”
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”Forse è morta di crepacuore a causa mia, Francis. Se non avessi portato qui Elisabeth, se non avessi tentato di macchiare la sua reputazione, forse adesso Anne sarebbe qui con me a darmi forza. Se non avessi badato ad Elisabeth, mi sarei reso conto di quanto stesse soffrendo e l'avrei curata. E' stata colpa mia, solamente colpa mia.”
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anne Neville, Richard Plantagenet / Richard III
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'Autrice:
Non so dirvi come mai ho scritto questa OS così di getto il sabato sera, quando in teoria bisognerebbe uscire e divertirsi ( e tifare Italia, visto che tra meno di due ore inizierà la partita contro l'Inghilterra ai Mondiali), ma ho dovuto. Oggi ho riguardato gli ultimi episodi ti TWQ e vedendo l'interpretazione di Aneurin ho pensato questo: nella serie non capiamo chi sia stato ad uccidere i Principi nella Torre, però abbiamo tutti i candidati: Richard, Anne, Margaret e Buckingahm. Concentrandomi su Aneurin ho pensato che lui volesse mostrare un Richard innocente del crimine, ma tormentato da una domanda:"In una situazione di pericolo, li avrei uccisi per proteggere la mia famiglia e il mio trono?". Per tutto l'ultimo episodio Aneurin mostra un Richard tormentato e sconvolto, raggiungendo il climax alla morte di Anne ("Maybe it was a brokenheart because of me"). Qui ho voluto rappresentare questo Richard tormentato che Aneurin mostra nella serie e che io stessa mi sono immaginata in questi due momenti.
Spero che la storia vi piaccia :)

VI lascio il link della mia pagina scrittrice, se qualcuno di voi avesse voglia di contattarmi :) https://www.facebook.com/pages/Fedemorningrockefp/663566033691978?ref=hl

Buona Lettura

-Fé-


 

Londra, 1483

 

Re Richard camminava velocemente per i corridoi del palazzo. I pochi servitori che lo videro pensarono subito che egli fosse come ipnotizzato: farfugliava tra sé e sé cose senza senso e le uniche parole distinte erano:”Anne, la mia povera Anne”.

Camminava furioso e in preda al panico, come se fosse tormentato da qualcosa che non lo lasciava in pace.

E, in effetti, era proprio così.

Si sentiva sporco, Richard, così sporco da non poter attendere un minuto in più per ottenere un'assunzione dalla sua amata.

Aveva litigato con lei, le aveva risposto male a causa dei suoi tormenti riguardanti i due ragazzi nella Torre, improvvisamente scomparsi. Aveva lasciato che un dubbio si insinuasse tra loro, tra il loro eterno amore, e l'aveva lasciata lì, sola, a tormentarsi anche lei riguardo al vero destino di quei due poveri ragazzi. Ma non era tutto: aveva preso il primo cavallo capitatogli sotto mano ed era andato da lei, dalla Strega, dicendole la verità, la sua verità. Non avrebbe mai osato uccidere i figli di suo fratello Edward, perché avrebbe dovuto? Erano innocui nella Torre, lui era finalmente Re e tutti i nobili Lord del Nord erano dalla sua parte, dunque perché ucciderli? Perché accusavano lui di aver compiuto quel terribile atto?

Aveva creduto che l'assunzione di cui aveva bisogno era quella della loro madre, ma una volta lì si sentì ancora più sporco di prima. Non solo per il modo in cui l'aveva accolto la Strega, ma anche perché si era concesso una piccola avance con Elisabeth, sua nipote. Quale mostro era mai diventato?

Era tornato di corsa al castello, più sporco che mai, tormentato da mille e mille dubbi e con mille e più domande che gli ronzavano nella testa: se non era stato lui, allora chi? E perché farlo? Cosa potevano mai fare quei due bambini per provocare tutto questo trambusto?

Il caos che regnava nella sua testa si fermò solo quando raggiunse la porta degli appartamenti di Anne. Vi entrò di forza, quasi di prepotenza. La sua anima tormentata si placò per un nano secondo vedendola lì, innocentemente abbandonata tra le braccia di Morfeo.

Era ancora bella, la sua Anne. Nonostante gli undici anni passati dal loro matrimonio lei era bella come allora. Niente l'aveva scalfita, nessuna ruga, nessuna imperfezione. Era perfetta per lui, perfetta e basta. E lui l'aveva trattata male, le aveva urlato contro e aveva fatto delle avance alla figlia della Strega. Mio Dio, si meritava tutto quel tormento interiore.

Si tolse gli stivali e i vestiti, rimanendo solo con le brache addosso, si mise nel letto e strinse forte a sé il corpo addormentato di Anne. Sentire il suo profumo e il suo dolce respirono servirono a mettere la parola “pausa” a tutte le dicerie che gli erano entrate in testa in quei giorni di follia a causa della scomparsa dei principi.

“Richard...” sussurrò Anne, ancora mezza addormentata.

“Mi dispiace, mi dispiace così tanto, Anne” disse Richard stringendola ancora di più a sé in un atto di bisogno e di tormento puro.

“Richard...”

“Mi dispiace, non avrei dovuto trattarti così. Ero sconvolto e in preda al panico, non avrei mai dovuto sfogare su di te la mia frustrazione.”

Sentì le mani di Anne accarezzargli i capelli e posargli la testa contro il suo cuore. Sentire quel battito calmo lo rassicurò e lo calmò.

“E' tutto a posto, Richard. Non devi preoccuparti” gli disse Anne dolcemente.

Richard alzò lo sguardo su di lei e le sussurrò il dubbio che lo tormentava da quando avevano scoperto la scomparsa dei principi:”Anne, non sono stato io ad ucciderli. Te lo giuro, erano i figli di mio fratello, non avrei mai potuto. Eppure...eppure c'è qualcosa che mi tormenta da quando abbiamo saputo della loro scomparsa: in caso di pericolo per noi, per la nostra famiglia, ne sarei stato in grado? Avrei compiuto un gesto simile solo per proteggere la mia famiglia e il mio trono? Anne, io...”

“Shh, Dickon. Non dirlo neanche per scherzo. Certo che non l'avresti fatto. Io...volevo solo esserne sicura prima, in modo da difenderti come ho sempre fatto.”

“Non sono un mostro, Anne. Non li ho uccisi io...”

“Ti credo, Richard. Ti credo e ti perdono per qualsiasi cosa tu abbia bisogno di essere perdonato.”

Richard la guardò in quei suoi occhi blu come il cielo notturno e vi trovò tutto l'amore di cui aveva bisogno in quel momento. La strinse di nuovo a sé e la baciò con passione febbrile.

Finché aveva Anne dalla sua parte non aveva nulla da temere. Adesso lo sapeva.

 

 

 

 

Londra, 1485

 

Re Richard se ne stava immobile davanti alla tomba di sua moglie da ore ormai. Aveva cacciato via chiunque avesse anche solo provato a dargli conforto, prima tra tutti sua nipote Elisabeth. Aveva osato confortarlo come un'amante davanti alla tomba di sua moglie, come aveva potuto farlo? O anche solo pensare di fare una cosa del genere?

Richard respingeva tutti anche a causa dei nuovi tormenti che avevano attanagliato il suo cuore. E ora non c'era più Anne a confortarlo, ad assolverlo e redimerlo.

Un singhiozzo fuoriuscì dalle sue labbra, mostrando a tutti l'enorme dolore che lo stava divorando.

“Richard, ti prego, vieni via di lì” gli disse Francis alle sue spalle. Ma lui scosse la testa e si inginocchiò davanti alla tomba, incapace di sostenere ancora per molto tutto il peso del suo dolore.

“Anne non doveva morire. Non adesso che ho più bisogno di lei. Come farò senza di lei, Francis?”

Francis Lovell sospirò, mettendogli lentamente e con cautela una mano sulla spalla:”Non lo so, Richard. Morendo Anne ha lasciato un enorme vuoto che nessuno sarà più in grado di colmare.”

Calde lacrime rigarono le guance incavate di Richard, mentre dava voce al suo tormento più grande:”Forse è morta di crepacuore a causa mia, Francis. Se non avessi portato qui Elisabeth, se non avessi tentato di macchiare la sua reputazione, forse adesso Anne sarebbe qui con me a darmi forza. Se non avessi badato ad Elisabeth, mi sarei reso conto di quanto stesse soffrendo e l'avrei curata. E' stata colpa mia, solamente colpa mia.”

“Richard, non è vero. Anne era malata da tempo e...”

Richard scattò in piedi e gli urlò contro:”Potevo salvarla! Potevo fare qualcosa e non l'ho fatto! Così come per i principi nella torre, anche con Anne non ho fatto niente. E queste tre morti saranno il mio tormento finché respirerò! Ora lasciatemi solo.”

Francis si inchinò ed uscì dalla cappella, ma rimase nelle vicinanze. Vide Richard accarezzare il volto freddo di Anne, appoggiare il capo sul suo petto freddo e piangere calde lacrime.

Sospirò, pensando al futuro: avrebbero avuto un re tormentato dai rimorsi per tutta la vita.

   
 
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