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Autore: Danger_stay    15/06/2014    0 recensioni
Marylin si sentiva come un petalo di rosa, il petalo di una rosa secca. Stava per cadere, in uno dei più profondi abissi. Aveva bisogno d'aiuto, ma l'unica persona di cui aveva bisogno non c'era più.
Adesso era lei che doveva aiutarsi.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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A Rose Petal
 

 

Marylin era in camera sua, perfettamente distesa sul suo comodo letto, coperto soltanto da un leggero lenzuolo, a causa del caldo. Era così che ultimamente passava le sue giornate, distesa sul letto, a sognare. Magari il suo principe azzurro, magari il suo cacciatore, magari il suo Edward Cullen, o semplicemente un povero bandito.

 

In realtà voleva soltanto che qualcuno la notasse, niente di più. Voleva sentirsi desiderata, ma niente accadeva. Una volta sognava uno sconosciuto, ma con la disperata voglia di rivederlo in sogno, lui non si è fatto più vivo. Perché secondo Marylin, quando una persona desidera tanto una cosa, alla fine la perde definitivamente. Senza via di scampo.

 

Volere tanto una cosa alla fine porta alla sua perdita, era così che la pensava. E avrebbe continuato a farlo. Ma pian piano il mondo intorno a Marylin stava cambiando, lei lo sentiva. Niente era più come prima. O forse non lo era mai stato. Sentiva tutte le persone diverse da prima, nel senso che si comportavano diversamente con lei. Ma non ne capiva il motivo, eppure doveva esserci. Era ormai disperata, si stava distruggendo.

 

Marylin prese il suo cellulare dal comodino di fianco al letto, e notò che aveva tre messaggi e due chiamate perse. Dov'era stata tutto quel tempo? Distratta, semplicemente distratta. Forse anche troppo.

La prima cosa che fece fu leggere i tre messaggi, uno dalla sua migliore amica, uno da sua madre, e uno da Jake. Ah Jake..

 

“Si può sapere che fine hai fatto? Sono preoccupata, stronzetta!

Ricorda che ti voglio bene, sarò sempre con te.

Xx Lena”

 

“Tesoro, esci dalla tua camera per favore, Lena e Jake sono preoccupati. Esci al più presto

Mamma”

 

“Hey, hai bisogno di un abbraccio?

Ps. Affacciati sto congelando

-Jake”

 

 

 

Appena letto l'ultimo messaggio, Marylin sorrise spontaneamente. Stava facendo preoccupare tutti, e Jake stava congelando. Appena ripensò all'ultima cosa subito andò verso la sua finestra e lo vide, allora la aprì.

 

“Hai intenzione di restare lì? O mi abbracci?” Chiese cercando di trattenere le lacrime. Sentiva di stare per impazzire, da un momento all'altro davvero lo avrebbe fatto.

 

Immediatamente Jake prese a scavalcare la piccola finestra, e subito entrò in camera della ragazza. Le sorrise dispiaciuto, e l'abbracciò. Sentiva che era l'unica cosa che poteva fare.

 

“Mi dispiace per tuo padre” Marylin si sentì spegnere. Nessuno fino a quel momento aveva osato nominare anche solo la parola 'padre'. Nemmeno sua mamma.

 

“Perché mi sento tutta la colpa addosso? Forse perché è stata colpa mia, forse perché dovevo morire io. Forse perché non lo avevo ascoltato” disse singhiozzando. Stava male, e finalmente si stava sfogando. Stava crollando tra le braccia di Jake, ma lui sarebbe sempre stato lì a tenerla.

 

“Non è stata colpa tua, Mary” Neanche il tempo di terminare la frase, che Marylin lo spinse via.

 

“Si! E' stata colpa mia, solo mia. Ero ubriaca e volevo giocare. Lui era venuto a prendermi, voleva salvarmi in qualche modo. Ma nessuno può farlo. Sono pazza e a causa della mia pazzia, l'ho trascinato giù con me” gridò lei stanca. Jake cercò di avvicinarsi, ma lei lo spinse ancora una volta.

 

“Giù dove Mary?” chiese confuso lui. Non capiva che stava accadendo alla sua ragazza, la sentiva troppo distante.

 

“Giù negli abissi. Io ho sempre sbagliato tutto, e adesso mi ritrovo tutti contro. Ho paura. Loro mi aspettano e stanno aspettando il momento migliore per attaccare. Riusciranno a farmi scendere con loro e io non ho la forza per combattere. Voglio andare da mio padre, mi aiuterà. Andiamo, ti prego” disse lei speranzosa, mentre le lacrime continuavano a bagnarle le guance.

 

“Mary, tuo padre é.. morto” disse in un filo di voce Jake.

 

“No, lui ha promesso di restare. Non è vero! Perché mi mentite?” Marylin continuava a gridare, Jake era quasi spaventato. Voleva aiutarla, ma non sapeva come.

 

“Mary ti prego, ascoltami. Tuo padre è andato via, ricordi? L'incidente..” Quelle parole riportarono alla mente di Marylin tanti, forse troppi, ricordi. Così tanti che si lasciò cadere sul freddo pavimento.

 

 

Papà ti prego. Non sono ubriaca lasciami guidare!” disse lei continuando a ridere.

Tesoro, non provare mai più ad andare a quelle feste. Sei ubriaca fradicia, tra poco saremo a casa. Ti aspetta anche Jake” rispose suo padre accarezzandole il capo.

 

Giochiamo a GTA?” subito suo padre si voltò verso la figlia, era davvero ubriaca.

 

Mary, siamo nella realtà non è un gio-” Suo padre fu interrotto dato che Mary prese subito a tirare il volante dell'auto verso di lei. Subito la macchina girò di scatto, e il padre perse il controllo dell'auto.

 

Mary sta ferma!” Suo padre continuava a gridare, ma lei girava sempre di più, e l'auto stava ormai andando fuori strada.

Uh guarda un camion” Mary continuava a ridere, mentre suo padre assumeva un espressione preoccupata.

 

Gira veloce! Non stiamo giocando, Mary!”

 

 

Quella fu l'ultima frase che sentì uscire dalle labbra di suo padre. Era morto, davvero? Per colpa sua? Per un gioco? Si sentiva un mostro, era un mostro.

 

 

Marylin aprì gli occhi, e vide davanti a se un uomo, suo padre.

“Ti voglio bene tesoro” disse con tono dolce suo padre.

 

“Anche io” rispose prima che l'immagine di suo padre diventasse sempre più sfocata.

 

“NO NO NON ANDARE VIA! NO PAPA' TORNA! TI PREGO!” Marylin continuava a gridare. Jake l'aveva portata nel salotto di casa sua, e subito dopo lei aprì gli occhi. La madre cercava di farla calmare, ma ormai Mary era fuori controllo.

 

“Mary non c'è nessuno qui! Smettila!” Sua madre era costretta a gridarla, aveva paura. Aveva chiamato il medico, ma lui diceva che non aveva nient'altro da fare. Ormai sua figlia aveva perso la ragione. Marylin aveva sempre avuto disturbi mentali, ma dopo l'incidente di suo padre, era diventata sempre più chiusa.

 

“Non voglio che la rinchiudano in un manicomio” disse Jake, con lo sguardo perso nel vuoto. Non avrebbe permesso a nessuno di portarle via Marylin.

 

“Lei non è pazza” continuò lui.

 

“Jake-” La madre cercava di parlare, ma Jake subito andò via. Non poteva credere che tutto quello stava accadendo davvero, si sentiva sfinito.

 

Era nella camera di Marylin quando, all'improvviso, sentì un rumore di un ambulanza. Subito capì che la madre aveva chiamato quello psicologo. La stavano portando via, via da lui. E non poteva permetterlo.

 

“ no no no, cazzo no” continuava a imprecare mentre scendeva le scale, ma appena arrivò in salone non la vide.

 

“Dov'é Mary?” Quasi sbraitò contro la madre della ragazza, si sentiva a pezzi.

 

“E' in bagno. Ma non puoi fare nulla Ja-” Ma lui subito la interruppe.

 

“IO LA AMO! POSSO E COME! Aspetta... no, non può essere! Da quando è in bagno?!” Jake per poco non si sentì svenire. Sapeva quello che poteva fare la sua ragazza, e subito corse verso la porta del bagno. Era chiusa a chiave.

 

“Mary, ti prego apri!” Jake urlava disperato, e tutti i presenti in casa arrivarono al suo fianco.

 

“Tieni! Ho la chiave di riserva!” La madre subito si fece spazio fra i presenti, spaventata.

 

“Dio ti prego, apriti!” Immediatamente la porta si aprì. Ma la visione che trovò Jake lo distrusse completamente. La sua ragazza era lì, immobile. Non si muoveva, era circondata dal sangue. L'unica cosa che fece era scivolare con le ginocchia a terra, piangendo. Mentre gli uomini dell'ambulanza di poco prima, soccorrevano Marylin.

 

 

Tesoro, sei qui” Il padre fu felice di vederla, d accoglierla fra le sue braccia ancora una volta.

Si papà. Mi sei mancato, mi dispiace così tanto” Mary stava stringendo davvero a se suo padre? Si, ma quello non era il suo posto.

Mary devi tornare laggiù. Jake ti aspetta, e tu devi lottare. Non devi mai più provare a sprecare la tua vita così, mai più. Promettimelo piccola” Suo padre le era così vicino, si sentiva in paradiso con lui. Ascoltò perfettamente le parole di suo padre, e sorrise.

Te lo prometto”

 

Jake stava dormendo con il capo poggiato sul letto d'ospedale di Mary, aveva le mani intrecciate alle sue. I medici dicevano che forse c'era qualche speranza, aveva perso moltissimo sangue ma le ferite, per fortuna, non erano troppo profonde.

Ma gli occhi tristi di Jake, cominciarono a riprendere vita quando, con ancora le mani intrecciate a quelle della sua ragazza, si sentì stringere. Quel gesto voleva dire soltanto una cosa, si stava svegliando.

 


Qualsiasi cosa, fatemela sapere in una piccola recensione. Un bacio!
-Danger

  
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