Anime & Manga > Psychic Detective Yakumo
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Autore: mamie    15/06/2014    5 recensioni
Alla fine della parte 8 dell'episodio "Sentimenti che si collegano", Yakumo e Haruka sono in una pessima situazione, in balia della Nemesi di Yakumo, l'uomo con gli occhi rossi. Un'ipotesi di quel che potrebbe succedere in quel momento critico.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Ozawa, Yakumo Saito
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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INNOCENZA
 
No!
Lo pensa così forte che è come se quella sillaba si disegnasse nell’aria.
Lei no, ti prego.
Sente le sue ultime difese sgretolarsi in un attimo.
Ti prego, no…
Fa uno sforzo immane per tirarsi in piedi, ma il suo corpo è solo un grumo di dolore inerte. Sente la sua risata. I suoi commenti sarcastici. Lo sa che lui  le farebbe senza pensarci tutte le cose orribili che sta elencando. “Sapete qual è il metodo migliore per piegare un essere umano? Ve lo dico io: infliggergli dolore”. Lo ha detto con una calma divertita, guardando la ragazza che è gli è rimasta ferma accanto, senza gridare, senza supplicare, soltanto stringendolo tra le braccia un po’ più forte.
Perché sei venuta?
Se n’era andato proprio per questo. Era pronto al dolore, alla morte, era pronto a tutto, ma non a vedere lei lì, in suo potere, e non riuscire a fare nulla.
“Non farlo” riesce ad urlare con le sue ultime energie, ma l’altro, l’uomo dagli occhi rossi, sorride deliziato. Ha trovato il suo vero punto debole ed è deciso a sfruttarlo fino in fondo.
 
“Perché sei venuta?” le aveva chiesto quando lei era comparsa improvvisamente nel freddo di quel capannone, facendolo riemergere dall’incubo in cui era precipitato.
“Perché sono un’impicciona”.
Si era quasi messo a ridere, divertito da quella risposta ironica. Haruka che si impicciava di tutto, che lo scuoteva dal suo torpore, che lo irritava con la sua insistenza. Haruka che gli pesava tra le braccia grondante d’acqua, che tremava davanti al fuoco, ma non si arrendeva mai.
Lei no, ti prego.
Chi stava pregando? Quale dio lo avrebbe ascoltato? C’era un dio da qualche parte, o tutto non era altro che caos e dolore senza senso?
Prendi me, ma non lei, ti prego, ti prego…
Pensieri senza senso. Desideri vuoti. Sarebbe morto col rimpianto eterno di aver trascinato anche lei nella sua disperazione, sarebbe diventato uno di quei fantasmi senza pace che da sempre gli tormentavano l’esistenza. Cerca di aprire gli occhi. Vuole guardarlo in faccia, il suo assassino. Vuole fargli capire che non ha più paura, che può anche lasciarla andare, che la partita è solo fra loro due e così deve rimanere per sempre.
 
Un alito di vento più freddo. Un’ombra più chiara delle altre. Gli occhi di sua madre che lo guardano da un’immensa lontananza, pieni di dolore e di lacrime mai versate.
Perdonami, Yakumo. Io non volevo… perdonami, perdonami…
L’ultimo ricordo che ha di sua madre sono le sue dita che gli stringono il collo e lui che non riesce a muoversi, a reagire, a respirare. Solo ora capisce quel gesto assurdo e disperato. Solo ora che vede gli occhi di suo padre brillare di piacere alla prospettiva di infliggere altro dolore.
Non volevo che fossi come lui…
“Mamma…” riesce a mormorare mentre cerca ancora una volta invano di rialzarsi.
Io non ero come lui… non sarei mai diventato come lui…
C’è nei suoi pensieri il pianto di quel bambino solo. Sente le braccia di Haruka stringerlo ancora più forte, come per proteggere un’innocenza che se n’è andata per sempre.
“Non sarò mai come lui”. È l’ultima cosa che Yakumo riesce a sussurrare prima di abbandonarsi tra le braccia di Haruka.
 
Non vede l'uomo dagli occhi rossi che guarda stupito il fantasma di una donna che per lui non era nulla, una cosa da usare e gettare via. Non sente la porta che si apre di schianto e le grida degli uomini che sono entrati di corsa. Non sente più niente. Ha solo la sensazione che ora andrà tutto a posto e, mentre chiude gli occhi, sorride.
 
  
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