Inizio
primo paragrafo
Siamo in
Italia, più precisamente in Sicilia, in una città
non molto grande, ma con il
suo bel numero d’abitanti. Tra i vari messinesi ce
n’è una in particolare che
catturerà la nostra attenzione. Il suo nome è
Laura Monti, ha 11 anni e sta
passeggiando per una delle vie principali della città in
compagnia dello zio
inglese Arnold. Parlano del più e del meno, siamo ai primi
di Agosto e il caldo
toglie pure il respiro di gola. I due si accingono ad entrare in una
gelateria
per rinfrescare un po’ il palato. La giornata trascorre molto
velocemente,
nonostante il caldo asfissiante.
La sera
Laura, tornata a casa saluta i genitori e sale direttamente in camera
sua.
Distrutta dalla giornata passata fuori a passeggiare, ha intenzione di
mettersi
a letto prima del solito e di dedicarsi alla lettura di uno dei suoi
libri
preferiti Magia, che passione!, per
portarsi con la mente e la fantasia là dove solo
un’adolescente può arrivare.
È
un’abitudine che ha preso da un annetto circa, e ogni volta
che è stanca o
stressata, per rilassarsi, la sera prima di andare a letto, legge,
legge, e
ancora legge. Una volta ha addirittura letto un libro intero!
Lei
leggendo rilassa la mente e così può passare la
notte tranquilla, sognando
quanto di meglio si può immaginare. Ma nonostante il solito
rituale quella
notte sarebbe stata…diversa.
Erano le
3 e mezzo del mattino quando nella stanza di Laura si sentì:
"Siamo arrivati
tardi! Lo
sapevo!" una voce sconosciuta invade la stanza della ragazza. Anzi due.
"Che sei
tragico! Da come la dici tu
sembra che sia troppo tardi perché è morta! Sta
solo dormendo, Frank! Vedrai
che riusciremo a parlarle!" rispose la seconda voce, con più
ottimismo
della prima.
Laura, ancora
assonnata, si sveglia sentendo queste voci. Si guarda intorno, ma non
vede
nessuno.
"Sto solo
sognando."
disse
piano tra sé ,
ma i due nuovi arrivati l’avevano sentita lo stesso. Mentre
si stava
risistemando sotto il lenzuolo, per benino, ecco che la seconda voce
parlò di
nuovo:
"Ecco! Che ti
dicevo? Vedi, si è
svegliata! Andiamo!"
"Si!"
confermò la prima che
era diventata pimpante, quasi soddisfatta come se avesse vinto una
scommessa.
Con la
testa ancora appoggiata al cuscino, Laura, vide sul muro di fronte al
letto
delle ombre enormi che si muovevano, e allora pensò alle
voci che aveva sentito
e si alzò di scatto restando comunque seduta sul letto.
"AH!" la prima
voce gridò di
paura.
E Laura
non poté fare a meno di sentire sulla schiena un brivido.
'Di chi
sono quelle ombre? E quelle voci? Cosa vogliono da me?'. La sua testa
formulò
così tante domande in una volta che le venne il mal di testa!
Piano
piano, cercando di non fare rumore, si alzò dal letto per
vedere chi era venuto
a farle visita. Poi guardò l’orologio sul comodino
accanto al letto e si rese
conto di che ore fossero: erano le 03:48 del mattino!
Ancora
più incuriosita dall’orario poco adatto anche per
le visite notturne, si
diresse verso le due ombre che non
avevano smesso né di muoversi, né di
parlare.
"Carl, ma che
fa? Si è
riaddormentata?" disse uno dei due.
"Non lo so
Frank. Non credo. Non la
sento respirare pesantemente come prima." rispose Carl.
"E
allora… C-Cosa, cosa sta facendo?
Non starà mica…"
"Chi
c’è lì? Chi siete?" lo
interruppe Laura istintivamente.
Entrambi
fecero un balzo. Per primo si ricompose il soggetto chiamato Carl, che
sembrava
il più saggio. E con grande sorpresa di Laura
sbucò da dietro la poltrona un
tesserino piccolo piccolo, tutt’altro che spaventoso da come
lo presentava la
sua stessa ombra.
"Buonasera
signorina," guardò
il suo mini-orologio "mi correggo, buongiorno!"
"Buongiorno"
rispose lei per
educazione "Chi siete?"
"Io sono Carl,
piacere di conoscerti
Laura, lui è Frank…" si presentò lui.
"Aspetta un
momento! Alt! Prima di
tutto come fai a sapere chi sono?? E poi non vedo nessuno accanto a
te!"
riprese accigliata lei. Si stava innervosendo, si sentiva presa in
giro. Se era
uno scherzo non le stava piacendo affatto!
"Frank! Razza di
idiota! Dove sei??
Che figure che mi fai fare!"
"Ah!
Sì eccomi! Piacere
signorina!" e le porse una manina così piccola che lei si
sentì un
gigante in confronto. Lui poté stringere solo il suo mignolo.
"Ehi! Carl o
come-ti-chiami-tu! Non
deviare il discorso! Come fai a sapere il mio nome?" riprese lei poco
più rilassata dalla sensazione di tenerezza che le aveva
provocato stringere
una manina così piccola.
"Bene. Ci stavo
arrivando. Noi siamo
qui per parlare con te," iniziò a spiegare Carl.
'Ma dai!'
pensò lei lasciandosi scappare un’espressione a
mo’ di sfottò.
"Siamo stati
mandati qui da Atena
Silis, la maga più famosa d’Europa,"
"Io direi di
tutto il mondo!"
aggiunse Frank, interrompendolo.
"Stai zitto! Non
divagare! Stavo
dicendo? Ah, si! Siamo stati mandati qui da lei per informarti che
è arrivata
la tua ora!"
"Maga? La mia
ora? Ma io sto
delirando! Non devo più leggere libri del genere! Mi
devastano il cervello! Io
torno a dormire. Buonanotte cosini." disse lei sospirando.
"No! Aspetti
signorina! Ecco, vedi?
L’hai spaventata! Ma che le dici 'é arrivata la
tua ora!' sembra che tu la
voglia uccidere, anche se dubito che ci riusciresti! Signorina!
Aspetti!
Aspetti! Ascolti me!" la implorò Frank rivolgendo
un’occhiataccia
all’amico-collega.
Laura non
poté resistere alla richiesta così cortese di
quell’esserino e si voltò verso i
due.
"Dici, ti
ascolto, parla
pure…" lo incoraggiò lei.
"Grazie! Mi
spiego meglio… noi siamo
i folletti informatori, e il nostro compito è quello di
avvertire i nuovi
studenti che è giunto il momento di frequentare
ufficialmente la scuola di
Magia La Dama del Lago, di cui
Atena
Silis è la preside." le spiegò lui.
"Magia?
Folletti? Io?? Cosa c’entro
IO? Deve esserci un errore! Io non posso c’entrare con la
magia!
Insomma…sarebbe bellissimo, ma è impossibile che
io…" si giustificò lei.
"Noto con
enorme piacere che a
differenza degli altri dormienti
che
ci è toccato avvertire, tu non hai dato problemi
nell’accettare l’esistenza di
questa cosa meravigliosa, anche se hai detto che non c’entri
nulla tu! E invece
si, mia cara! Tu c’entri eccome! Tu sei solo per
metà dormiente! Vedi tuo
zio…" ma qualcosa lo interruppe, la
manina di Frank gli si posò sulla bocca, come per volerlo
zittire, e a bassa
voce iniziò a parlare:
"Shh! Adesso
stai parlando troppo! Se
vorrà, sarà lui stesso a dirglielo!" lo
rimproverò.
"Dormienti?? " disse lei
con aria sconvolta, non si era accorta di cosa
avesse detto il più saggio dei due.
"Non maghi! I dormienti sono i non maghi!" le
spiegò allora Carl.
"Ah! Ho capito."
cominciava a
capirci qualcosa "E quindi io sarei non-maga solo
per…metà?"
"Esatto!"
confermò Frank
entusiasta.
"E quale membro
della mia famiglia
sarebbe…?"
"Ah! No, no!
Questo non te lo posso
dire!" precisò.
"Va bene!" si
lamentò lei.
"Comunque
è tardi, è stato bello
parlare con te! Ma dobbiamo avvisare tre svegli.
E già siamo in enorme ritardo."
"Svegli
sono quelli che hanno entrambi i genitori maghi! Vero?" chiese speranzosa Laura.
"Si! Giusto!
Allora qualcosa la
sai!" la punzecchiò Frank, il più vivace dei due.
In
effetti leggeva molto a riguardo maghi e magie ed era abbastanza
informata.
"Mi raccomando
giorno 15 Settembre
nel porto abbandonato della città. Devi aspettare la nave
giusta. La
riconoscerai, tranquilla! Non passa certo inosservata agli occhi di noi
svegli!" concluse Carl dirigendosi
alla finestra dove
Laura scorse per la
prima volta da quando erano arrivati, una mini-moto.
"V-Va bene."
balbettò lei
incredula.
"Noi non ci
saremo, quindi cerca di
Charlie." la informò Frank mentre si avvicinava a Carl che
già aveva
messo in moto il veicolo.
'Charlie,
Charlie!' cercò di memorizzare nella sua mente lei a testa
bassa, come un
promemoria.
Poi
alzò
lo sguardo e vide che anche l’altro folletto era salito a
bordo e si stavano
allontanando salutando con le manine, guidava Carl.
"Mi raccomando,
sii
puntuale!" le puntualizzò Frank sorridendo.
"Ci
sarò! Senz’altro!" rispose
lei, felice.
Poi,
guardandoli mentre volavano via, pensò tra sé e
sé 'Se è un sogno non
svegliatemi!'
Nei
pressi di Londra, in una cittadina immersa nel verde, vive una famiglia
di svegli. La loro abitazione era
collocata
nel verde, come del resto tutto il paese. È circondata da
alberi e fiori di
ogni tipo, tutto di loro appartenenza. La casa è molto
grande: 7 piani più
l’attico. È una struttura in stile molto
particolare, paragonabile allo stile liberty
di un tempo. Un po’ il tipico
genere di villetta inglese, che rispecchia la casa dei sogni di tutti.
Sono le
06:30 del mattino e tutti dormono, tranne in una stanza due ragazzi che
studiano e altri due in un’altra che maneggiano calderoni,
come per fare
esperimenti.
La madre
è al piano terra, in cucina, che prepara la colazione per
tutta la famiglia, finché…
"Sarah! Sveglia!
Sono arrivati.
Forza, dormigliona! Apri gli occhi!" urlò una voce in casa
Hutch.
"Che
c’è Robbie? Chi è
arrivato?" rispose lei ancora dormiente strofinandosi gli occhi con le
maniche del pigiama.
"Sono arrivati
Frank e Carl."
le rispose Max.
"Frank! Carl!
Eccomi! Sono
sveglissima!" Sarah si alzò di scatto e si mise
sull’attenti vicino la
finestra, dove avevano appena posteggiato i due folletti.
"Buongiorno
Sarah! Robbie!
Max!" salutò Carl.
"Buongiorno a
tutti." si
aggiunse Frank.
"Ciao! Che
notizie ci
portate??" chiese impaziente Sarah, conoscendo già la
risposta.
"Oggi qualcuno
sarà informato di una
cosa molto importante! Sarah… sei pronta?"
cominciò Frank.
"E me lo chiedi
?? Sono prontissima!
È da quando siete venuti ad avvisare Robbie che aspetto
questo
momento!" confessò Sarah diventando rossa in viso. Era una
ragazza molto
estroversa, ma anche timida, amava molto la sua famiglia, era una gran
simpaticona, aveva grinta da vendere e un senso dell’amicizia
molto spiccato.
"Benissimo!
Allora mi raccomando,
puntuali! Tutti quanti! Sapete dove e quando. In bocca al lupo per il
nuovo
anno a tutti." raccomandò Carl.
"Ehi Frank,
Carl! Non pensavate mica
di andarvene senza salutare?" entrarono due ragazzi, identici!
"Ma certo che no
Johnny! Non oseremmo
mai fare una cosa del genere ai gemelli Hutch!" lo prese in giro Frank.
"Non sfottere
moscerino!" lo
riprese l’altro gemello.
"No, Sam!
Tranquillo!"
"Vedo che vi
siete
motorizzati…"cambiò discorso Johnny, il primo dei
gemelli che aveva
parlato.
"Si, la nostra
cavalletta era
diventata vecchia e non poteva più portarci,così
abbiamo deciso di comprarci
una moto, per essere pure più alla moda!"spiegò
Frank.
"Wow!
È fantastica!" commentò
Sam prendendo la moto in mano e girandola per vederla tutta nei
dettagli "è una Harley Davidson dell’86!"
esclamò
infine lanciandola al fratello.
"Ehi! Ma
è una moto
giocattolo!" disse deluso Johnny.
"Incantata,"
precisò Frank
orgoglioso "dalle mie stesse mani!"
"Che
delusione…"dissero in
coro i gemelli.
"Certo! Cosa vi
aspettavate per due
folletti piccoli come noi! Una vera?" disse ridendo Carl.
"Bla! Bla! Bla!"
Sam gli fece
il verso.
Tutti
nella stanza risero di gusto.
"Vi fermate a
fare colazione con
noi?" li invitò Max educatamente.
"Ti ringrazio
Max, ma dobbiamo
tornare a scuola dalla preside per dirle che abbiamo avvisato
tutti." ringraziò Carl mentre saliva a bordo della sua moto.
"Promettete che
un’altra volta
rimarrete con noi un po’ di più." li
pregò Sarah.
"Promesso!"
esclamarono
sorridendo i due folletti all’unisono.
"Allora vi
aspettiamo!"
esclamò Sarah ancora eccitata dalla fantastica notizia. Era
da cinque anni che
aspettava questo suo momento, che la fece sentire più matura.