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Autore: Arya M    15/06/2014    1 recensioni
Sto morendo.
E non nel 'non posso credere alla mia corrente situazione con Sirius Black' o 'ricatti che vengono da tutte le parti' o 'matrigna cattiva' senso che tutto-fa-cosi'-schifo-che-potrei-morire
Sto parlando di un tipo di morte fisica e finale.
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La fanfiction non e' di mia proprieta' ma una traduzione della magnifica fanfiction di AC rules 'The Art of Breathing'.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Mary MacDonald, Sirius Black | Coppie: James/Lily, Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La storia che segue e’ una traduzione della fanfiction ‘The Art of Breathing’ di AC Rules. ( http://www.harrypotterfanfiction.com/viewstory.php?psid=260019 )
Mi scuso sin da ora per il tempo che potra’ passare tra un’aggiornamento e l’altro ma tradurre una fanfiction non e’ una passeggiata.

Fatemi sapere se volete che continui a tradurre lasciandomi una recensione, e sentitevi liberi di correggermi se trovate qualche errore..

Buona lettura.




Forgotten.




Alcune persone hanno paura del buio;

Altre hanno paura delle altezze;

Io, Mary McDonald, ho paura di essere dimenticata (e delle rane)



Mio padre mi diceva sempre che mia madre era bellissima, ma io ricordo solo quanto fosse normale: capelli castani e occhi azzurri – aspetto perfettamente nella media.
Non aveva nessuna caratteristica particolare o qualcosa che la rendesse straordinaria – neppure un grande naso o delle orecchie protuberanti.
La sua intera faccia era strutturata nella media, nell’essere solo normalmente proporzionata e nel non avere nulla, ma proprio nulla, che ti costringesse a darle una seconda occhiata.

Mi diceva che era magnifica, fantastica, perfetta.. ma non lo era. Era solo una persona nella media, una semplice moglie e madre nella media.
Era sempre stato cosi’, fino alla sua morte.
Poi tutti I suoi ricordi la trasformarono in qualcosa che non era.
Poi, improvvisamente, divento’  bellissima e magnifica e lui comincio’ a fermarsi ad osservare il fuoco uscendosene con qualche racconto romantico al quale non ho mai creduto.

Non ha mai pensato che fosse speciale quando era in vita.
C’erano sempre urla, urla, urla, discussioni, discussioni e ancora discussioni durante la mia infanzia. Un ciclio infinito di discussioni, compromessi e discussioni ancora; parole mordaci, sarcasmo e brutte parole attuite da porte lasciate chiuse.
A volte, io e il mio fratellino, ci sedevamo ai lati opposti della porta, cercando di sentire frammenti di qualcosa che ci avrebbe aiutato a capire perche’ litigavano cosi’ tanto.
Ed eventualmente alla fine, ne sono venuta a conoscienza.

Facevano sempre pace pero’, probabilmente perche’ sapevano che il loro tempo stava per finire.
Stava per finire gia’, e in fretta.  Non lasciavano mai che il sole tramontasse sulle loro litigate. Ma la beatitudine dei momenti di vita quotidiana non durava mai a lungo. Era semplicemente il modo in cui funzionavano le cose.
A quei tempi io non sapevo che la maggior parte delle famiglie non erano come la mia; l’unica cosa che sapevo era che la odiavo. 
Posso attribuire il tutto allo stress, all’ansia e alla paura della perdita ora, ma a quei tempi pensavo che litigassero cosi’ tanto perche’ si odiavano.

Ero una figlia di papa’, a quei tempi. Odiavo quelle discussioni, cosi’ me la giocavo – come avrebbe fatto ogni normale bambino – e li facevo litigare ancora di piu’. Non riuscivo a capirlo, ma adesso ci riesco. Lo capisco perfettamente.

La mia vita e’ sempre andata intorno con costanza , sanza mai arrivare dritta al punto dove avrei potuto cominciare a capire qualcosa.
Mi sono sempre sentita come se mi trovassi nel lato sbagliato dello specchio, cercando di dargli un senso, ma senza mai vedere l’immagine completa.
Dopotutto, credo che questa sia esattamente cosa sia la vita: un occhiata al presente, e il futuro nascosto dalla tua vista – fuori dalla tua portata.
Non riuscirai mai a capirne il contenuto prima che sia troppo tardi.

Scoprii tutto quando avevo nove anni. Stavo guardando in giro per il mio regalo di Natale – non ero  mai stata in grado di giocare seguendo le regole – quando avevo trovato una lettera da mia zia May.
Ero una bambina intelligente, e in poco tempo avevo realizzato quello che nessuno si era preoccupato di dirmi.
Mamma stava morendo.
E cosi’ ne venni a conoscenza.

Ero cosi’ arrabbiata dal fatto che non me lo avevano detto, che me lo avevano nascosto.
Gli urlai contro, gridai, cominciai a fare I capricci e non parlai con mio padre per una settimana intera (e, essendo la figlia di papa’ che ero – una settimana era un tempo molto lungo per me )

Non parlai con mia madre per un tempo molto piu’ lungo di quello, semplicemente perche’ anche se mamma e papa’ facevano sempre pace, con me e mia madre non funzionava cosi’.

Quella vigilia di natale mori’. Prima che avessi l’opportunita’ di perdonarla, lei se ne ando’ , improvvisamente.

Non piansi al funerale. Ero in stato di shock. Pensavo che sarebbe morta lentamente, in un paio di mesi, magari anni, e invece no. Una mattina mi ero svegliata e lei non l’aveva fatto. Se n’era andata. Non poteva tornare indietro, non per me, non per qualcun’altro,  anche se l’avevo pregata nella mia testa… urlandole contro per un’altro paio d’ore solo perche’ mi desse l’opportunita’ di parlarle un’ultima volta.
Ma aveva da tempo sorpassato il punto di non ritorno quando il senso di colpevolezza si fece spazio in me.

Lentamaente, tutti si dimenticarono di lei. Assunsero’ qualcun’altro al suo lavoro al ristorante. Papa’ si risposo’ e anche Johnny, il mio fratellino, comincia a chiamare la nostra nuova matrigna, mamma ora.
Lei era nella media. Non era mai stata speciale.

Mia madre era inevitabilmente mediocre: aspetto mediocre; lavoro mediocre; personalita’ mediocre e anche una morte mediocre.
Quello era il motivo per cui tutti si erano dimenticati di lei – mediocrita’.
Tutti posso essere mediocri, e tutti posso rimpiazzare la mediocrita’.
 
Questo e’ quello che mi fa piu’ paura; andarmene via nelle notte prima di lasciare un’ impatto nel mondo. Ho paura che nessuno mi ricordera’ quando saro’ morta.

Ho paura di essere solamente mediocre.

Vita mediocre, aspetto mediocre, morte mediocre, proprio come mia madre.

Questo e’ il motivo per cui mi sono tinta i capelli, non per annoiare Karen come papa’ pensa ( quella’ era solo un’altra implicazione), ma per spiccare tra le altre persone, per sembrare diversa. Avere I capelli viola non e’ mediocrita’. So che non e’ molto – anzi, e’ quasi patetico. – ma tingermi I capelli di viola e’ stata la mia ultima possibilita’.

Il mio tempo in questo modo sta per finire e ho voglio che sia. No, ho bisogno che sia piu’ che semplice mediocrita’.

Una cosa e’ certa. Non saro’ dimenticata.
 
  
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