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Autore: ChibiNekoChan    16/06/2014    0 recensioni
Se non ne fosse stata certa avrebbe sicuramente affermato che la pioggia fosse aumentata d’intensità, ma lei sapeva che la vera tempesta si stava svolgendo sul suo volto. Aveva rinunciato a controllare il fluire delle lacrime, che ormai scorrevano come fiumi sulle sue guance.
Mentre sentiva il cuore sempre più pressato, come stretto in una morsa, si dedicò qualche istante per carezzare un’incisione su quell’albero. Recitava “Tanti auguri / 16-06-1998”, era un po’ logora a causa del tempo, ma la riconosceva bene. L’aveva incisa lei stessa, d’altronde.
Il primo compleanno di suo padre dopo che egli era venuto a mancare.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Apple Bloom, Applejack, Big Macintosh
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole stava per morire dietro le colline, la poca luce che ancora filtrava incideva l’oscurità come una lama, delineando i confini delle alture. Il crepuscolo stava ormai giungendo, e lentamente ogni pony si dirigeva alla propria dimora.
In particolare, allo Sweet Apple Acres, Applejack passeggiava fra i suoi preziosi alberi di mele, le quali fronde ondeggiavano
pigramente smosse dal vento.

La cowpony avanzava rialzando una lieve nube di polvere ad ogni passo, mentre il silenzio regnava sovrano. Presto il sole si nascose definitivamente, lasciando il cielo di un blu chiaro con delicate sfumature pesca, coperte tuttavia da una folta coltre di nuvole temporalesche, che già minacciavano mal tempo.
Coprendosi gli occhi col ciuffo giallo paglia che ricadeva da sotto il cappello, la giovane puledra abbassò lo sguardo.
Sul suolo la monotonia del marrone era a tratti interrotta dal rosso spento di qualche mela marcia caduta dagli alberi ed ormai semi-divorata dai vermi.
Sospirò. Nel mentre si udì il fragore di un tuono, che parve scuotere il terreno fino alle più profonde radici. Tutto ciò sembrò non intaccare la pony, che incurante alzò lo sguardo al cielo, contemplando le prime gocce di pioggia.
Per un istante si sentì lo scricchiolare di una porta di legno che si apriva, dall’uscio fece capolino uno stallone dal manto rosso come una succosa mela matura e dal crine paglierino.

- Applejack, vieni dentro, sta piovendo. - Le consigliò, osservandola poi rivolgergli uno sguardo di finto interesse.

- Oh, si, certo. Arrivo subito. - Asserì lei in risposta dunque, recitando un sorriso.

Big Macintosh, questo era il nome del pony, rientrò in casa, decidendo infine di lasciare alla sorella un po’ di privacy.
Un altro sospiro proveniente dalla puledra, che adesso aveva appoggiato lo zoccolo anteriore destro sulla corteccia di un robusto albero.

- Buon compleanno, papà. - Mormorò con un tono di voce strozzato, singhiozzando.

Se non ne fosse stata certa avrebbe sicuramente affermato che la pioggia fosse aumentata d’intensità, ma lei sapeva che la vera tempesta si stava svolgendo sul suo volto. Aveva rinunciato a controllare il fluire delle lacrime, che ormai scorrevano come fiumi sulle sue guance.
Mentre sentiva il cuore sempre più pressato, come stretto in una morsa, si dedicò qualche istante per carezzare un’incisione su quell’albero. Recitava “Tanti auguri / 16-06-1998”, era un po’ logora a causa del tempo, ma la riconosceva bene. L’aveva incisa lei stessa, d’altronde.
Il primo compleanno di suo padre dopo che egli era venuto a mancare.
Erano passati tredici anni esatti, ma ancora il ricordo di quei giorni sciagurati le ustionava il cuore, come un marchio eterno, un peso che sentiva di dover portare nel petto per l’eternità.
Mentre osservava la scritta con gli occhi ancora lucidi le venne in mente il giorno esatto della scomparsa dei suoi genitori.


Nella cucina, ad accompagnare un intenso odore di torta di mele appena sfornata, vi era un’intensa angoscia che pareva palpabile, e quando la puledrina fece il suo ingresso nella camera venne accolta da una Granny Smith in lacrime, la quale subito abbozzò un sorriso per non far pesare la situazione alla piccola.

- Avvicinati, Jackie - le disse, con il tono di voce leggermente più alto del normale - ti ho mai raccontato dell’albero che piantai io stessa, da bambina? - ed a quella domanda Applejack fece un cenno negativo con il capo, fissando gli occhi della nonna con sguardo interrogativo.

- Curai quell’albero ogni giorno, ogni mattina gli versavo l’acqua, ogni sera discutevo con lui, anche se sembra buffo - accennò una risata rotta da un pianto silenzioso - ma un giorno particolarmente temporalesco la bufera lo sradicò. Io non lo sapevo ancora, e la mattina seguente, quando andai come mio solito ad annaffiarlo, quel piccolo arbusto non c’era più… - la puledrina cominciava ad avere un cattivo presentimento, ma era ancora confusa. Piegò la testa verso destra, continuando ad osservare Granny Smith, la quale allungò uno zoccolo per carezzare la criniera della nipote - Vedi, mia cara… a volte accade. Le cose, le persone… c’è la possibilità che escano dalla propria vita… ma non bisogna farsene una colpa. Quando scoprii che quell’albero era andato, piansi, è vero. Per giorni continuai ad esser triste, perché avevo dedicato l’anima per crescerlo. Tuttavia, se ci tieni davvero… - L’anziana puledra aveva ora portato lo zoccolo sul petto della piccola pony - ...coloro che ami, seppur andati, rimarranno sempre nel tuo cuore. - E sorrise, nonostante due fili di lacrime le stessero percorrendo il viso segnato dal tempo.

Applejack, a quel punto, deglutì. Un boccone amarissimo, che credeva non dovesse arrivare mai ma che invece l’aveva raggiunta troppo in fretta - … Dove sono mamma e papà? - chiese, cercando di non arrendersi all’evidenza.
Granny Smith si alzò in piedi e, con le zampe tremolanti, in silenzio, andò a prendere la torta di mele appena fatta, e ne tagliò due fette, che poggiò quindi su due piattini.
Ne porse uno alla nipote, apaticamente - Sono… per sempre nel tuo cuore… - per un attimo il sorriso dell’anziana parve andare in frantumi, per poi ricomporsi subito dopo.
Doveva mostrarsi forte.
Cosa che invece non fece la piccola, che subito corse ad abbracciare sua nonna, la quale sentì rapidamente il suo manto inumidirsi delle salate, amare lacrime della giovane.

 

Un tuono risvegliò Applejack dal suo ricordo. Ormai stava davvero piovendo a dirotto, la sua criniera era completamente fradicia e così pure il suo manto.
Tenendo lo sguardo basso si tolse il nastro rosso dai capelli, liberandoli dalla presa della coda, e lo legò all’albero, come per fare un’omaggio ai suoi genitori. Alla sua famiglia di un tempo.
Il nastro, scosso dal vento, ondeggiò.

- Quaggiù mancate… non posso negarlo… - singhiozzò - ...ma mi sto occupando io della piccola Applebloom… e del raccolto… - con rapidità si tolse il cappello e se lo portò all’altezza del petto - Come mi ha insegnato Granny Smith, vi porto sempre nel mio cuore, e faccio in modo che anche gli altri possano, senza che soffrano. Non permetterò mai a nessuno di bagnare questo saldo terreno con le proprie lacrime, perché non è questo che voi volete. - Un fulmine rischiarò parzialmente il luogo, che ormai si era tinto dei colori della sera - Devo rientrare… Infondo, devo preparare la cena - Sussurrò la pony, rimettendosi poi il cappello - A presto. - Concluse.

Così si avviò verso l’interno di casa sua, immaginando già il calore del focolare che si occupava di asciugarle il manto, immaginando Applebloom che con un gran sorriso sul volto giocava attendendo il rientro di sua sorella maggiore.
Con questi pensieri aprì la porta, ed un pungente odore di torta di mele appena fatta le riempì le narici. Come d’istinto una coppia di lacrime solcò il viso di Applejack.

- Sorpresa! - Proclamarono i tre pony, con un sorriso sincero.

La più piccola si avvicino alla cowpony, con gli occhi colmi di entusiasmo - Buon compleanno sorellona! - e subito la abbracciò.
La puledra arancione sgranò gli occhi - Oh… è… è il mio compleanno. Già! Eheh… grazie, zuccherino. - Le scompigliò la criniera abbozzando un sorriso e, cercando di mantenerlo così come fece tredici anni prima Granny Smith, prese una fetta di torta.
Appena l’ebbe assaggiata, il suo spirito fu risollevato, così come il suo umore.
Era il suo compleanno! Non aveva idea di come avesse potuto dimenticarlo.
Sorridendo ancora, ma stavolta dal profondo del cuore, ringraziò nuovamente Applebloom, Big Macintosh e sua nonna, Granny Smith, la quale prese parola - Non ce n’è bisogno, cara. - spiegò semplicemente.
Fuori ancora la pioggia imperversava, ma all’interno dell’abitazione Apple si respirava ora un’aria nuova, una che mancava da tempo ormai. Spensieratezza. Ogni membro della famiglia aveva un sorriso in volto ed il cuore leggero. Si godevano una serata distogliendo l’attenzione dalle sofferenze, semplicemente assaporando una storica ricetta tutti assieme, senza bisogno di affogare il dispiacere nelle lacrime.

  
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