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Autore: Martamydear    16/06/2014    0 recensioni
Mitchell Young, meglio conosciuto come Raven, è lo scapicollato leader di un gruppo di progressive rock ancora più svitato di lui.
Proprio il giorno in cui la band deve presentarsi ad un importante provino per una casa discografica, un evento irrompe nella vita dei musicisti: un giovane batterista viene ritrovato morto con un'inquitante scritta acccanto a lui.
A che cosa si riferirà?
Tra leggende metropolitane, esoterici riti e persino chitarre apparentemente infestate da fantasmi, in una malfamata New Orleans contemporanea, riusicrà l'insolito detective a scoprire i terribili eventi che si celano dietro al delitto?
Dal capitolo 1:
Dissonanze a non finire, nulla di ripetuto e il tutto al ritmo più veloce che si potesse immaginare.
Lui era quella musica, in quel momento si trovava in un’altra dimensione, estraniato dalla realtà che lo circondava. Era un corvo che volava via in un mondo fatto di suoni, un mondo immateriale, a cui solo lui poteva accedere. Era una sensazione maledettamente bella.
I piedi con tutte le scarpe buttati sulla ringhiera del letto, i pantaloni senza cintura e la camicia sbottonata. Sdraiato con lo stomaco schiacciato sul materasso di un lurido appartamento, Raven ascoltava la musica.
Genere: Generale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il “Delgado Comunity College” era un imponente edificio di oltre novant’anni. La maestosa entrata sorretta da due colonne in stile corinzio dava su un giardino d’erba appena tagliata, con un paio di palme piantate ai lati dell’ingresso.

Archie e Sylvia erano seduti sul praticello, aspettando l’inizio delle rispettive lezioni.

˗ Odio questo posto. Odio gli insegnanti, i miei compagni, la fisica e quello stupido delfino sul grosso logo verde della scuola.-

˗ Quanto sei pessimista, Archie! Anche io non mi trovavo benone il primo anno, è normale! Non ho idea di cosa ti stia frullando per la testa in questi giorni, ma devi cercare di continuare la tua vita ordinaria.-

Il ragazzo si stese sull’erbetta morbida del cortile.

˗ Forse hai ragione. In questo periodo non ci sto capendo nulla, non riesco nemmeno più a riconoscere chi sono, o i miei pensieri. Poi la morte di Daniel è stata… credo una delle cose più terribili di tutta la mia vita. Saranno passati anche solo dieci giorni, ma già mi manca da morire. Poi, il fatto che se ne sia andato in quel modo… quali erano le insicurezze che mi nascondeva? Io avrei potuto aiutarlo, invece… lasciamo perdere.-

Sylvia raccolse alcuni fogli che le erano scivolati via dalla borsa, riflettendo sulle parole di Archie.

˗ Perché non hai mai parlato di Daniel a noi della band? Ci conosci da più di quattro anni…˗

˗ Non lo so, a dire la verità… semplicemente non sentivo il bisogno di farvi entrare nel rapporto così speciale che avevo con lui, era… era il fratello maggiore che non ho mai avuto. Andavamo insieme ai concerti, mi faceva conoscere i suoi amici grandi. Mi sentivo quasi un’altra persona, non che io stia male con te, Raven, X˗Ray o Ben, provavo semplicemente emozioni diverse.-

˗ Capisco, ti sentivi un adulto.-

Archie si pulì gli occhiali con il maglione blu che indossava, riparandosi gli occhi dal sole con una mano.

˗ Sì. Comunque vorrei ringraziarti.-

˗ E di cosa?-

˗ Sei la mia migliore amica, e la persona con cui posso con cui posso confidarmi di più e, a dire la verità, c’è una cosa che ancora non ti ho dett…˗

Non fece neanche in tempo a finire di parlare che una ragazza bionda si mise seduta davanti a loro.

˗ Ciao carissimi! Da quanto tempo che non ci si vede! Come state?-

I due si guardarono seccati, rispondendo all’unisono ˗ Bene, Melody.-

˗Sto scrivendo un nuovo articolo per il giornale dell’università. Non è emozionante! Archie, ma è vero che sei stato il testimone della morte di quel ragazzo? Vedo già il titolo in prima pagina: “Esclusiva sulla notizia del momento: la testimonianza di una matricola del Delgado”˗

Archie inforcò nuovamente la montatura nera che indossava sempre, alzandosi da terra e prendendo il proprio zaino, per poi andarsene.

˗ Ma ti ci impegni o sei odiosa di tuo?-

Melody rimase basita, senza dire una parola. Sylvia sospirò, guardando la stupita compagna di corso.

˗ Oltre a mettere cattivo umore le persone vuoi anche far tardi a biologia? Forza, andiamo in classe.˗

Pochi minuti dopo le studentesse assistevano ad una lezione sulle amebe tenuta dal rispettabilissimo Dott. Richardson, attento studioso della specie ed espertissimo in materia.

˗ Come potete vedere qui, i parameci, si sviluppano maggiormente nei cosiddetti ambienti di “infusione”. Lasciate del fieno in una bacinella d’acqua per una settimana e vedrete che quesy esseri si saranno sviluppati massivamente--

Il professore illustrava la lezione su uno schermo collegato al microscopio, indicando le amebe brulicanti.

Sylvia aveva sempre adorato i parameci, erano così carini! Non come i virus o i cianobatteri, quelli non li poteva proprio soffrire.

Scribacchiava su un blocchetto qualche appunto, ma scegliendo con cura le informazioni da segnare.

Improvvisamente sentì qualcuno tirarle la maglietta, era Melody. Di nuovo.

˗Cosa vuoi ora?! Ti ho già detto prima che ora vorrei seguire la lezione e non mi va di darti informazioni per il tuo stupido articolo, lascia stare me e Archie Owens.- le sussurrò.

La ragazza bionda continuò ad infastidirla, come se non le fosse stato detto nulla.

˗ Dopo ho un appuntamento con Johnny e per il resto della settimana sono impegnatissima, per ora bastano due o tre dettagli inediti, nulla più. Per me un’articolo esclusivo sul “Povero e afflitto ex˗studente del Delgado” che si è tragicamente tolto la vita sarebbe il top! Mio padre lavora al centro di ricerca della Louisiana, per ringraziarvi potrebbe…˗

˗No, nè ora nè mai.- rispose seccamente Sylvia.

Melody si bloccò, zittendosi del tutto e facendo comparire un grosso ghigno sulla faccia rosea da ragazzina capricciosa.

“ Sylvia Hellen Rajesh, questa me la paghi.”

 

X˗Ray rientrò dal lavoro stremato, trascinandosi fino alla porta, che aprì con soddisfazione. “Mi pagheranno anche di più, ma il turno di notte in fabbrica è stremante!”

Entrò nel bilocale andando subito a sdraiarsi sul letto, accendendo poi il suo fidato vecchio lettore mp3 e selezionando The dark side of the moon; aveva voglia di un classico.

Mentre le parole e le note di On the run lo cullavano ripensò alla sua vecchia vita a San Francisco, quando lui e Mitchell erano solo due ragazzini che suonavano le sigle dei cartoni animati ai compleanni in cambio di una decina di dollari e una fetta di torta. Gli tornarono in mente anche i ricordi legati al negozio di suo padre e ai giochi con le sue sorelle. Non poteva negare di aver avuto una bella infanzia.

I dolci pensieri del passato furono ad un tratto interrotti da un urlo sovrumano e da un fracasso causato probabilmente da qualcosa buttato per terra.

X˗Ray ebbe un sussulto, scendendo dal letto e dirigendosi cautamente nella camera di Raven, da dove gli era sembrato provenire il rumore.

Trovò l’amico ancora in canottiera, seduto davanti al computer e con due tazze di caffè forte ormai vuote accanto.

˗ Raven? Ma che cavolo ci fai qui, oggi è mercoledì e sono le otto di mattina, non dovresti essere a lavoro?-

˗ No, oggi arrivavano gli operai a riparare una tubatura che ha allagato mezzo centro commerciale e il negozio rimaneva chiuso. E comunque sto qui dalle due e non ce la faccio più, ecco perché ho urlato e ho scaraventato il mio portapenne sul muro.-

X˗Ray si sedette sul letto dell’amico per la stanchezza.

˗ Ma cosa hai fatto fin’ora? Non mi dire che ti è di nuovo presa la fissa della maratona dei film di Monty Python!˗  

˗No, no, non ti preoccupare… facevo solo una ricerca.-

X˗Ray si sollevò dal letto.

˗Una ricerca di sei ore?-

Raven si stiracchiò.

˗ Mi ricordo che accanto al cadavere del povero Daniel Levy c’era una scritta rossa, quello strano Souls of blood, parole che non mi sono nuove nell’ambito della musica. Ho cercato ovunque, da wikipedia fino al blog di un ragazzo ungherese appassionato di esoterismo e, grazie all’immenso aiuto di traduttore.com, indovina cosa ho scoperto? Che probabilmente si tratta di una canzonaccia metal di qualche anno fa. Basta! Mi chiedo comunque cosa c’entri con la strana morte di quel poveraccio. Ah, ti ho già detto che il foro del proiettile era sulla tempia sinistra, mentre la pistola nella mano destra? Non ti pare un po’ strano? -

˗ Complimenti, Sherlock! E cosa vorresti fare ora? 

Io non ti capisco proprio, sei una persona intelligente, ma a volte ti prendono dei momenti di idiozia come questo. La polizia avrà già effettuato le dovute indagini, non credi? Fa’ pure come ti pare, io me ne torno a dormire, il turno di notte mi ha ucciso.-

X˗Ray fece per uscire, ma Raven, senza neanche voltarsi dal computer armeggiò con il telefono.

˗Ah, comunque oggi ho ascoltato questo, è di tre o quattro giorni fa.-

Premette un bottoncino rosso, attivando la segreteria telefonica.

“Mitchell Young e Raymond Jones? Sono Wallace Darner. Cosa cavolo vi è saltato in testa?! Non vi siete presentati alla vostra audizione domenica e io avevo sudato sette camicie per procurarvi quella stramaledetta ora alla Morton!  La carriera del vostro gruppetto da quattro soldi è chiusa, avete capito?! Chiusa! Addio e a mai più rivederci, anzi, magari vi rincontrerò tutti e cinque come cassieri di uno squallido fast food in periferia.”

Terminato il messaggio entrambi tacquero per il dispiacere.

˗Mi aspettavo una cosa del genere…˗ sospirò X˗Ray ˗…ma sai cosa ti dico? Persone come Wallace Darner vedono i musicisti come carne da macello, ne chiamano a palate per fare queste grandi e importantissime “audizioni” e ne scartano novantanove su cento; non gli interessa più di tanto di quanto vali veramente, ciò che vogliono darti è il successo di un anno o due, quanto basta per far guadagnare alla Morton! E noi non ce l’avremo mai fatta per un semplice motivo: i Broken Socks fanno musica perché vogliono, non perché devono.-

Raven sorrise, eliminando in un gesto il messaggio dalla segreteria telefonica.

˗ Purtoppo siamo nel 2014, non nel 1974. E’ una realtà che a volte ancora  dimentico.-

X˗ray diede una pacca sulla spalla dell’amico.

˗ E direi anche che una bella dormita non farebbe male a nessuno dei due.-

Non ebbero nemmeno tempo di alzarsi che il campanello della porta squillò. Chi diavolo poteva essere?

Si guardarono stupiti, poi Raven andò ad aprire.

Si trattava di una ragazza sui vent’anni anni, con i capelli neri raccolti in una lunga treccia e la carnagione olivastra. Indossava un paio di jeans strappati alle ginocchia e una maglietta dei Sex Pistols.

- Mitchell, non mi dire che hai preso l’abitudine di aprire agli sconosciuti in mutande! Guarda che lo riferisco a tua madre!-

Raven non potè fare altro che mostrarsi inizialmente imbarazzato, per poi sorridere e abbracciarla.

-Jenna! Ma da quanto tempo è che non ci vediamo! E cosa ci fai qui? Vivi a San Francisco!-

- Gemellaggio con un’università, sarò qui per tre giorni.-

Arrivò anche X-Ray, incuriosito dalla reazione dell’amico.

-Mi sono perso qualcosa?-

Raven si voltò, invitando la ragazza ad entrare.

- Non ti ricordi di mia cugina Jenna? Quella pestifera ragazzina pazzamente innamorata di te alle medie.-

X-Ray si mostrò quasi incredulo, non l’aveva vista più da quando si era trasferito a New Orleans, e doveva ammettere che era diventata proprio una bella ragazza, decisamente meglio di com’era a dodici anni.

I due iniziarono a chiacchierare, mentre Mitchell si andava a mettere un paio i pantaloni e preparava il caffè. Si sedettero poi in cucina, dove parlarono del più e del meno, finchè non arrivarono all’argomento “Daniel Levy”.

-È stato terribile, Jenna! C’era sangue dappertutto e pure dei pezzi di cervello, credo; penso di non aver dato di stomaco per miracolo. Per non parlare poi dell’inquietante scritta “Souls of blood” sul computer della vittima! Ho anche fatto ricerche, ma tutto ciò che ho trovato è che probabilmente quelle parole corrispondono al titolo di una canzoncina metal, nulla più.-

La ragazza posò la tazza ormai vuota sul tavolo, rispondendo poi al cugino.

- Ed è proprio brutta, ti dovessi dire.-

Raven e X-Ray si guardarono increduli.

-Tu la conosci?!-

-Certo.- rispose Jenna con nonchalance.

 

NOTE IN RIMA

Salve gente, come va?

Oggi son più pazza, si sa!

Scriverò le note in rima

non come quelle di prima!

Nel capitolo stavolta

non ho inserito una grande svolta.

Si è scoperto solamente

dal nostro investigator senza lente

che la scritta ritrovata

è una canzone dimenticata!

Questo grazie solo a Jenna

(ammetto, mio espediente di penna...)

Sylvia e Archie son minacciati

da una ragazza che li ha stremati

ella presto tornerà a infastidirli

causando non pochi scompigli.

Le note qui son terminate, vi ringrazio per l’attenzione

magari lasciate anche una recensione.

Vi ringrazio e vi saluto

non trovo la rima quindi scrivo imbuto.

 

Riferimenti musicali:

The Dark Side of the Moon: http://it.wikipedia.org/wiki/The_Dark_Side_of_the_Moon

On the run: https://www.youtube.com/watch?v=VouHPeO4Gls&feature=kp

Sex Pistols: http://it.wikipedia.org/wiki/Sex_Pistols


N.B.
Le note d'autore non saranno più in Comic Sans per via di una scorretta visualizzazione di questo carattere su tablet e telefoni Apple.
   
 
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