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Autore: Serenity452    16/06/2014    8 recensioni
Undici anni dopo la Quarta Guerra Mondiale Ninja contro Kaguya, Itachi è sopravvissuto passando più di otto anni in coma, disperso in un villaggio senza nome.
Al suo risveglio decide di rimanere nell'ombra e vivere come cacciatore di taglie, per non portare scompiglio nella nuova e pacifica vita di Sasuke, ristabilitosi a Konoha dopo anni di viaggi in giro per il mondo.
Ma quando Itachi torna in segreto nel proprio villaggio ritrova Luna, la bambina che aveva salvato anni prima sulla strada di casa con Kisame.
Tuttavia Luna ormai diventata una ragazza adulta, bella e apparentemente indipendente.
Una ragazza capace di risvegliare in lui una passione irrefrenabile che farà tremare i loro cuori.
Una lotta interiore tra amore di lei e negazione di lui, fra differenze d'età, fragilità nascoste e amicizia.
Certo, se poi ci si mettono pure Naruto e Boruto, siamo sicuri che la storia d'amore funzionerà, no?
E Sasuke, come la prenderà?
[Revisione di You'll be in my heart!]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
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Capitolo VII : Moonheart.

 
 
-Stai bene?-Le chiese l'Incappucciato, non appena ebbe scostato il cadavere di Asanami in un angolo al sicuro, dove nessuno l'avrebbe notato.
Mitsu era rimasta lì, accanto al muro, piegata sulle ginocchia, con le mani sul viso.
Bene? Le chiedeva se stava bene, che faccia tosta.
-Secondo te!? Sono stata aggredita e quasi stuprata! No che non sto bene! Che fine avevi fatto, Bakayaro?! Accidenti a te!-Strillò lei, senza neppure guardarlo.
Non sapeva che l'uomo la stava scrutando, sorpreso e colpito.
Aveva notato il colore dei suoi capelli.
Fili di miele arancione le ricadevano sul corpo come una lava morbida e setosa.
-Mi dispiace, vi ho persi di vista, sei uscita prima del previsto...-Si scusò lui, stupendola.
Si aspettava una frase crudele e menefreghista.
Piano, alzò lo sguardo su di lui e constatò che il mantello che indossava era blu notte e gli copriva perfettamente il corpo, mentre il cappuccio enorme gli nascondeva completamente la nuca ed il viso.
Era più alto di lei di almeno dieci centimetri buoni, forse anche di più.
Il fisico era snello e muscoloso, ma questo l'aveva capito anche quando gli aveva slacciato un po' la tunica ed aveva palpato il suo addome duro e scolpito.
Forse aveva una dannata tartaruga, sotto tutti quegli abiti.
Ma ora la pervertita era lei.
Perché quell'uomo l'attirava? Non l'aveva neppure visto in faccia.
Era la prima volta che le succedeva una cosa così assurda.
Non le era mai piaciuto nessuno tanto da fantasticare o lasciarsi prendere in braccio.
Si alzò, accorgendosi che il manigoldo, che l'Incappucciato aveva ormai ucciso, le aveva rotto la giacca ed ora era impossibile chiuderla.
Bene, poteva solo riallacciarsi il corpetto ed il pantaloncino.
-Sei davvero una ragazzina...-Disse d'un tratto lui, facendo notare che la stava squadrando.
Mitsu arrossì, cercando di coprirsi come poteva.
-Non farti strane idee anche tu adesso!-Lo rimproverò spaventata dall'idea che anche lui potesse provare interesse per la sua virtù.
-Sta tranquilla, non sono interessato a ragazze così giovani, avrai almeno quindici anni meno di me!-Le rispose, voltando lo sguardo verso la strada scura e deserta.
-Fra poche ore ci sarà la ronda degli ANBU, dobbiamo andare...-Continuò, senza guardarla ma puntando lo sguardo verso il cielo.
-Mi dispiace averti messa nei guai stasera, non ti avrei mai fatto del male...-Poi, mentre lo disse, cominciò ad avvicinarsi a lei.
-Né avrei permesso a quel criminale di fartene, non dovresti lavorare in un posto come questo, Piccina!-Continuò, posando una mano pallida dalle unghie smaltate di nero sulla nuca, in un affettuoso saluto.
Ma Mitsu sobbalzò, sgranando i suoi grandi occhi d'ambra.
Con un gesto violento e rapido, gli scostò via la mano e con entrambe le braccia lo colpì sul petto, spingendolo via.
L'Incappucciato, preso alla sprovvista, inciampò e cadde rovinosamente a terra, trascinando la ragazza con sé.
Una volta a cavalcioni su di lui, Mitsu provò a tenerlo fermo, premendo le mani sul petto largo dell'uomo.
La luna gli illuminava un po' il volto, ma il cappuccio faceva ancora ombra.
-Sei impazzita!-Sbraitò l'Incappucciato, ma non ebbe il tempo di dire o fare nulla per fermarla.
Mitsu con uno scatto gli calò il cappuccio, liberando dei lunghi capelli neri che incorniciavano un volto maturo, con delle labbra sottili, un naso dritto e proporzionato, e degli occhi davvero stupendi dal taglio sottile, delineati e di un nero pece profondo e misterioso.
Sconvolta, come se avesse appena visto un fantasma, sentì il cuore farle diecimila capriole, impazzito e sul punto di esplodere.
-Kami-sama...-Sussurrò, allentando la presa sul Nukenin, che però furioso la afferrò per le spalle e la ribaltò sotto di sé in un nanosecondo.
-Dannata ragazzina!-Esclamò, bloccandole i polsi.
Lei lo guardò ancora, come se si trovasse davanti ad una creatura di chissà quale universo parallelo.
-Ti rendi conto di cosa hai fatto!??-Sbraitò lui, stringendole i polsi con più foga, mentre i lunghi capelli legati sulle spalle le ricadevano in avanti.
Ma lei non diceva nulla, anzi, si lasciava bistrattare, come se fosse sotto shock.
L'Incappucciato la guardò, chiedendosi se quella ragazza lo conoscesse.
No, era troppo giovane per ricordarsi di uno come lui.
E di certo era improbabile che la sua fama fosse così nota anche ai più giovani, tanto da poterlo identificare.
Eppure, aveva la netta sensazione che la conoscesse.
Sì, l'aveva avuta dal primo istante in cui era stata fra le sue braccia.
Il desiderio di stringerla era cresciuto in un lampo, senza un motivo.
Non gli era mai capitata una situazione del genere, con una donna appena conosciuta.
Non era un tipo romantico, né facilmente si legava a qualcuno da molto tempo ormai.
Ma ora che la guardava bene, che le studiava i lunghi capelli, le ciglia sottili sui grandi occhi color ambra, la bocca carnosa, il visetto sottile ed ancora un po' infantile, qualcosa lo spingeva a credere che fosse una certa bambina.
Poteva essere lei?
-Sei vivo...sei tu, Itachi?-Sussurrò lei, distraendolo dai suoi pensieri.
Come diavolo faceva a sapere il suo nome?!
-Chi sei? Come fai a conoscermi?-
Lei improvvisamente gli sorrise, poi cominciò a piangere.
-Sei tu! Non sei morto! Non sei morto!!!-
Allora l'uomo le liberò i polsi e lasciò che lei si coprisse il volto e piangesse, sempre più forte, singhiozzando.
Era chiaro che fosse davvero disperata e sconvolta.
Poteva ben crederlo, se lo conosceva, era una reazione del tutto logica.
Lui era morto. 
-Allora, si può sapere chi sei?-Chiese più gentilmente, cominciando davvero a temere la risposta.
No, non poteva essere lei.
Non doveva essere lei, non in quel posto.
Non in quel modo.
La ragazza si asciugò le lacrime con la manica della mantella e tirò su col naso, prima di mostrare il suo volto, un po' rosso per il pianto e forse per l'imbarazzo.
-Gomennasai, Itachi-san...-Mormorò, guardandolo ancora una volta in volto, regalandogli un sorriso timido.
Sì, era lui.
Non l'avrebbe mai dimenticato.
-Mitsu...-Gli disse, sperando la riconoscesse subito.
Lui la guardò confuso, poi assottigliò gli occhi con aria truce.
-Non conosco nessuno con questo nome...-
Lei rabbrividì e sgranò gli occhi, cercando la risposta per farsi riconoscere.
-Mi hai salvata, quando ero bambina!-
Lui continuò a guardarla nello stesso modo sospettoso, ma molto più vicino alla comprensione.
Poi Mitsu capì e chiuse gli occhi, voltando il capo di lato.
Doveva usare quel nome.
-Ayanami....Ayanami Luna...-
Ma quando lo disse, le mani di Itachi batterono violente sull'asfalto, vicine alle sue tempie.
-No!-Ruggì l'uomo, guardandola negli occhi.
Era spaventato.
-Cosa ci fai qui!?-
-Lavoro come cameriera, lo sai!-Allora lui l'afferrò per le spalle e la scosse.
-Maledizione!-Borbottò, alzandosi e tirando su anche lei.
Si ritrovarono faccia a faccia, mentre lui le teneva le braccia in una morsa d'acciaio.
-Come mi hai riconosciuto!?-Le chiese, dandole un'altra scossa.
-Non ho mai dimenticato il tuo volto! In questi anni ho svolto ricerche su di te, non sapendo il tuo cognome ho faticato a capire chi eri senza poter chiedere informazioni che ti mettessero a rischio! Poi, dopo la guerra, tutti parlavano di un certo Itachi Uchiha, ma neanche grazie a questo sono riuscita a capire se tu e quell'Itachi foste la stessa persona, almeno fino a quando, qualche decina di giorni fa, non ho conosciuto Sasuke, ti somigliava così tanto!-
-Hai incontrato Sasuke?!-Le chiese, ancora più nervoso ed agitato.
Non era previsto che finisse così, il suo ritorno a Konoha.
Non con lei che riappariva.
Non con lei che gli nominava suo fratello.
Non era pronto.
Non lo sarebbe mai stato.
-Conosci mio fratello?-
-Non così bene, l'ho incontrato per caso con Hatake Kakashi, lo Shinobi che mi ha riportata a casa la notte che ci siamo separati! Qualche giorno fa mi ha riconosciuta, lui era insieme a Sasuke e Naruto! Quando ho capito che eri morto, mi si è spezzato il cuore, io...io volevo ringraziarti per avermi salvato, quella notte!-Gli spiegò, posando le sue mani sulle braccia di lui, arrossendo sotto lo sguardo magnetico del moro.
Lui annuì soltanto ed allentò la presa sulle sue spalle, carezzandole piano le braccia.
-Non è un buon posto per parlare...-
-Sì, ma!-Protestò lei, temendo che Itachi volesse svignarsela.
-Ascolta, nessuno sa che sono vivo ed è così che le cose devono restare! Non so che rapporti tu abbia con mio fratello ed i suoi amici, ma devo sapere se hai detto loro di me!-Chiese l'Uchiha, così serio da intimorirla.
-N-No, non avrei mai fatto nulla che potesse mettere in pericolo te o Kisame-san! Né tutt'ora lo farei! Mi hai salvato la vita ed insieme vi siete presi cura di me, ve ne sono grata!-
-D'accordo! Ma non c'è bisogno che mi ringrazi, davvero, sono passati dieci anni!-
E soprattutto non c'era bisogno che nei ringraziamenti includesse Kisame, maledizione.
Ma lei, ovviamente, scosse il capo.
-Ero una bambina all'epoca, oggi so cosa vuol dire ringraziare qualcuno...-
Lui allora decise di annuire e far cadere lì il discorso, riportando le braccia lungo i fianchi.
Ma, più che altro, lontane dal corpo giovane e bello di lei.
Quando l'aveva toccata nel locale, lei per lui era solo una delle tante ragazze incontrate una sera, e gli era anche piaciuta.
Ma ora era tutto diverso.
Era la piccola e dolce Luna.
Un po' meno piccola, più svestita, ma sempre Luna.
-Comunque sia, dobbiamo andare via...presto questa zona sarà pericolosa sia per me che per te...Accidenti, copriti!-Esclamò lui, accorgendosi che la sua giacca era aperta.
Lei arrossì e cercò di coprirsi la scollatura.
Accidenti, aveva ballato per lui e lui le aveva schiaffeggiato il sedere come se nulla fosse.
Arretrò, cercando di non guardarlo negli occhi.
Era così bello, dopotutto.
Aveva il fascino dell'uomo maturo, sui trent'anni all'incirca, l'espressione seria ed intelligente, il corpo allenato e virile.
Forse era stata davvero fortunata a dover ballare per Itachi, invece che un puzzoso Shinobi traditore.
Il profumo d'Itachi era selvaggio, come i boschi in cui si perdeva sempre, e si confondeva di tanto in tanto col sapore del Sakè e del tabacco che fumava.
-N-non è colpa mia! Se fossi arrivato in tempo, Itachi-san, quell'idiota di un Nukenin non mi avrebbe rotto il cappotto...-
-E tu devi essere rimasta la stessa bambina che si ficca sempre nei guai!-La rimbeccò lui, stranamente di buon umore.
-Io non mi ficco nei guai!!-S'infervorò lei, mentre Itachi le posava una mano dietro la schiena e la spingeva a camminare insieme a lui.
-Dove stiamo andando!?-
-Ci togliamo dalla strada, il corpo di Asanami è ben nascosto, gli ANBU non lo vedranno, così io avrò il tempo di riportati a casa, di nuovo!-
Lei allora lo guardò, colpita ed imbarazzata.
-N-non è necessario che tu lo faccia, Itachi-san! So badare a me stessa!-
-A me non sembra! Ti cacci in troppi guai, prima scappi da Konoha, poi ti ritrovo in un posto del genere a fare la Geisha?-Disse, usando gli stessi termini che avrebbe usato lei.
-I-Io non faccio la Geisha, accidenti! Sono una cameriera! Non ho mai fatto quello...Quello che...ho fatto con te, bakayaro!-
Intano lui continuava a spingerla fra i vicoli dei sotto borghi di Konoha.
Dove diavolo la stava portando?
-Certo, da come lo facevi non sembrava, quanti anni hai? Non ne dimostreresti nemmeno sedici!-
-Ne ho diciassette! Accidenti, ti ho giurato che faccio solo la cameriera, non la Geisha con i clienti, tu mi hai costretta!-Replicò la ragazza offesa.
-Santo cielo, sei una bambina davvero!-
-Ti sbagli, so badare a me stessa, Itachi-san! E ho più di sedici anni!-
Ma stavolta lui non ascoltò le sue storie ed imboccò un vicolo ancora più buio.
-Di qui non si va a casa mia!-Esclamò, colta improvvisamente dal panico.
Dove diavolo la stava portando?
E se in realtà voleva ucciderla perchè lo aveva scoperto?
Non ci aveva pensato, ma erano passati undici anni, da quella volta.
Poteva essere cambiato e diventato crudele e cattivo.
Dopotutto, aveva sterminato la sua stessa famiglia, Uchiha Itachi.
Così la ragazza si scostò bruscamente, ma lui le afferrò il gomito e la tenne ferma.
-Ti giuro che non dirò nulla su di te! Non uccidermi!-
Mitsu si ritrovò contro un muro ed una mano dell'uomo gli premeva sulla bocca.
-Fa silenzio, maledizione! Non ti voglio uccidere! Ti ha dato di volta il cervello?!-
Lei annuì spasmodicamente, cercando di allontanargli la mano dalla bocca.
La sua mantella si era aperta, di nuovo.
-Adesso ti lascerò, ma non urlare...-
Quando lei fu libera, chiuse gli occhi e cercò di calmare il suo cuore.
-Dove mi stai portando?-Gli chiese.
-Nel quartiere residenziale dei civili…Ci sono scorciatoie nei bassifondi, una volta nel quartiere, se non vorrai farmi sapere qual'è casa tua, proseguirai da sola ed io me ne andrò, d'accordo?-Le disse, facendole un cenno col capo, che indicava di seguirlo.
Col cuore sempre in tumulto e confuso, Mitsu decise di seguirlo.
Camminarono per meno di cinque minuti ed il quartiere dei civili apparve dinanzi a loro.
-Grazie, sei stato gentile...Perdonami se ho dubitato di te!-Gli disse lei, approssimando un inchino.
-Era il minimo, dopo averti messo in quella spiacevole situazione...-
-Non importa, dopotutto quell'uomo, Asanami, era un pervertito senza scrupoli...-
-Era un ricercato, uno shinobi come me, ma adesso è solo un altro uomo che ho ammazzato, non ci sono belle scuse, Luna...-
-Mitsu!-Lo corresse lei, immediatamente, distogliendo lo sguardo dall'Uchiha.
-Non è questo il nome con cui ti conosco...-Disse sorpreso l'uomo.
-Luna si è persa molto tempo fa, adesso tutti mi conoscono con questo nome...-Disse lei distogliendo lo sguardo dal moro.
-Parli con amarezza, come se rimpiangessi questa scelta...-
-Non è stata una mia scelta...-Gli confidò lei, con gli occhi che si apprestavano a riempirsi di lacrime.
Ma, inaspettatamente, una mano grande e calda dell'uomo le si posò sulla guancia ed il pollice le sfiorò la coda dell'occhio, asciugando la goccia che stava per trapelare.
-Allora andrà bene Luna, per me...-
Luna.
Sì, Luna.
Quello era il suo nome.
Perchè anche lei l'aveva rinnegato?
Come aveva potuto?
Suo padre poi, se ne era andato via da molto tempo, non doveva più dar conto ai suoi voleri, visto che l'aveva abbandonata facilmente.
E così anche sua madre, che era scappata.
Ma non voleva pensarci più di tanto in quel momento.
Ora contava di più Itachi.
L'aveva ritrovato.
Così sorrise ed appoggiò il volto contro la mano dell'uomo, posandoci sopra anche una delle sue.
Chiuse gli occhi e si godé quel calore, che forse da sempre, persino quando era bambina, aveva adorato.
-Sì, io sono Luna...-
 
Itachi la guardò e sorrise.
Era diventata davvero bellissima.
Chi avrebbe mai detto che quella adorabile bambina paffutella e chiacchierona, sarebbe diventata un'attraente ragazza, fiorita e poi tornata da lui?
Il sorriso che ricordava era lo stesso, dopotutto.
Gli occhi erano solo lievemente più sottili, come aveva fatto a non riconoscerla?
Forse, a confonderlo nel locale, era stato il suo corpicino snello e dalle curve sinuose.
Oppure il seno prosperoso, anche quello doveva averlo distratto dai dettagli che avrebbe potuto cogliere dalla fisionomia del volto.
-Adesso devo andare...-Le annunciò, facendola arrossire ed allontanare rapidamente.
-G-Gomennasai, Itachi-san, non so cosa mi sia preso!-Esclamò Luna, imbarazzata, mentre si ricopriva per l'ennesima volta.
L'Uchiha cercò di non guardarla, ma l'occhio gli cadde comunque, anche se adesso che l'aveva riconosciuta cercava di ripetersi che aveva almeno dieci anni meno di lui e che era Luna.
Quella Luna, piccola e dolce.
-Vai, non ti seguirò...-Lei scosse la testa e gli sorrise di nuovo.
-La mia casa è quella infondo, è difficile notarla perché è quasi sempre all'ombra delle altre palazzine...-Gli rivelò lei, tranquillamente.
Lui la guardò qualche attimo, poi sospirò rassegnato.
-Ti caccerai ancora nei guai, se ti fidi così delle persone!-Le disse lui, voltando il capo verso la strada di ritorno.
-Non mi fido di tutte le persone che incontro, Itachi-san! In realtà sono davvero diventata una fifona! Però tu non mi fai paura, fino ad ora non mi hai fatto del male, sei gentile, anche se al Night non è stato molto carino quando mi hai...scu...sclacc....-
Poi non continuò più, troppo impacciata e rossa dal ricordo di poche ore prima, quando lui l'aveva ripetutamente sculacciata e ribaltata come una Geisha di prima qualità.
Lui invece rise.
-Sfido io, se facessi così con tutte le persone che incontri lì dentro, finiresti per diventare una vera Geisha, come le tue colleghe! Ne hai la stoffa!-Disse con un sorrisetto malizioso che non riuscì a nascondere.
Forse poteva risparmiarsela questa ovvietà.
Non c'era bisogno di farle capire che l'apprezzava come donna.
-M-ma io...Ti sbagli! Era davvero la prima volta, accidenti Itachi-san, non ricordarmelo è stato imbarazzante e ora lo sarà ancora di più, visto che sei tu!-Esclamò Luna, distogliendo lo sguardo da lui.
-D'accordo, mi dispiace! Non ti metterò più le mani addosso in quel modo, Luna...-
Così, la ragazza, a quelle parole, lo guardò nuovamente, pervasa da uno strano senso di dispiacere.
Le mani dell'uomo che nel locale l'avevano accompagnata mentre ondeggiava seguendo la musica, che l'avevano stretta con desiderio e possessione, che le avevano schiaffeggiato il sedere come nei giochetti che facevano le sue compagne con i clienti, erano le mani di Itachi.
Le mani che l'avevano attratta e spinta verso un limite in cui non si era mai spinta.
-Ti rivedrò?-Gli chiese, puntando i suo occhi d'ambra su quelli del moro.
Lui le sorrise un po' e valutò la cosa.
Era rischioso per lui restare troppo a Konoha.
-Forse, lo Shingen è un locale frequentato da persone con taglie di poco valore, ma comunque pericolose...-
-Se avrai di nuovo bisogno di me, ti aiuterò Itachi-san!-Esclamò lei convinta.
-Non scherzare, sei una ragazzina e dovresti essere nel tuo letto a dormire, invece che a chiacchierare con un Nukenin!-
-Ma...tu non lo sei!-Protestò lei sorpresa dalle parole dell'uomo.
Lui non le rispose ma la guardò e basta.
Tuttavia, Luna, in quello sguardo lesse più di quanto avrebbe voluto.
Itachi era un uomo con le mani macchiate del sangue della sua famiglia e delle vittime che aveva mietuto come Shinobi e Nukenin.
Abbassò lo sguardo senza sapere cosa dire.
Il silenzio si fece subito pesante ed imbarazzante per entrambi.
-Vai!-Le ordinò lui, guardandola un'ultima volta.
Lei annuì e continuò a guardarlo per qualche attimo, finché non trovò il coraggio di voltarsi ed andare via.
Ma a metà strada, si fermò e tornò a guardarlo, con un sorriso.
-Comunque, ti ringrazio per avermi accompagnata, Itachi-san...Sono davvero felice di averti incontrato di nuovo!-Disse, arrossendo un po' sulle gote, prima di tornare a camminare verso casa sua.
Itachi non la vide più dopo pochissimo tempo, la casa della ragazza era in un posto strategicamente nascosto e molto vicino al punto in cui si erano salutati.
 
 
Intanto Luna, rientrata in casa, si lasciò cadere sul suo letto, in stato di trance.
Itachi era vivo.
Itachi era tornato.
Itachi.
Non riusciva a pensare ad altro.
Non riusciva a non pensare alle sue mani su di lei.
Era bello come lo ricordava, solo più adulto ed alto.
I capelli, forse, erano più lunghi di come li ricordava.
Gli occhi erano profondi e misteriosi come sempre, invece.
Per non parlare della voce.
Quella l'aveva inebetita dal primo istante.
Era roca e profonda, quasi imponente e matura.
Molto mascolina a dirla tutta, cosa che le piaceva fino a darle i brividi ad ogni parola che lui aveva proferito.
Le era già piaciuto quando era solo l'Incappucciato, ma adesso che aveva un volto e che era quello di Itachi, il suo cuore non faceva che battere forte.
Itachi era il suo primo infantile amore, adesso che era un uomo e lei una ragazzina, la sua testa continuava a ripeterle di non fantasticare sul prossimo incontro, ma il suo cuore ad ogni battito le mostrava lei fra le braccia di Itachi Uchiha.
 
 
Itachi, non riusciva a dormire.
E benché il letto della bettola in cui viveva da appena un mesetto fosse discreto, lui continuava a pensare a lei, ininterrottamente.
A quella ragazza, Luna, la bambina che aveva salvato anni prima.
Solo che adesso non era affatto la bambina che ricordava.
Era una ragazza bellissima, con un dannato corpo meraviglioso e lo sguardo d'ambra che lo turbava nell'anima.
Per il resto non era cambiata molto da come la ricordava, gli atteggiamenti erano più timidi ed impacciati, il modo di parlare, eccetto per gli errori di pronuncia, era rimasto lo stesso.
Avrebbe preferito non incontrarla in quel posto però.
E soprattutto, non così poco vestita, alla mercé di tutti gli sguardi.
Stranamente, si rese conto che questo gli dava enormemente fastidio.
Non poteva pensare che quella piccola dolce peste di bambina fosse diventata una cameriera e che per arrotondare offriva ardenti intrattenimenti come spogliarellista.
Si accigliò, assumendo un’espressione contrariata quando, accendendosi una sigaretta, pensò che probabilmente avrebbe anche potuto andare oltre lo spogliarello.
Anche se lei gli aveva giurato e spergiurato che lavorava allo Shingen solo come cameriera, e che l'aveva aiutato danzando per lui perché costretta, lui non riusciva ad accettarlo.
Sbuffò, lanciando via metà sigaretta giù dalla finestra, non stava a lui decidere della vita di Luna.
Avevano viaggiato insieme un paio di giorni quando lei era una bambina, e lui l'aveva salvata, questo non significava che la vita e la salvaguardia della ragazza fossero un suo onere.
Ma, nonostante tutto, sentiva il bisogno di vegliare su di lei, forte e vivido come quando si erano incontrati la prima volta.
Si sentiva felice ed il suo cuore aveva ripreso a battere forte già dall’istante in cui aveva percepito il caldo gentile e la delicatezza del suo corpo, da quando nello sguardo curioso di quella cameriera aveva percepito uno strano senso di appartenenza e felicità.
Luna aveva già da bambina il potere di renderlo felice, non l'aveva dimenticato.
Ma adesso aveva qualcosa di nuovo e più potente.
Aveva il potere di eccitarlo, incuriosirlo ed attirarla a sé.
Era una donna, ormai.
E benché avessero come minimo dieci, undici anni di differenza, lui era un uomo e non poteva negare a se stesso che toccandola i suoi buoni propositi si dissolvessero.
Aveva sempre desiderato rincontrarla, quante volte si era chiesto che ne era stato di lei e se era viva, se continuava a cacciarsi nei guai (e di questo sfortunatamente ne aveva avuto conferma più che mai) e se era ancora la bambina dolce e coraggiosa che ricordava.
Mai si sarebbe aspettato di vederla come una donna, con lo stesso sorriso ingenuo e lo sguardo profondo e maturo.
Ma adesso, non voleva più pensarci o sarebbe sul serio impazzito.
Domani avrebbe potuto constatare se le sue erano solo paranoie o se, una sola notte, era basta a sfasciare il saldo muro di buoni propositi e vita nascosta di Uchiha Itachi.
Quando avrebbe rivisto Luna.
 
 
Fine VII Capitolo.
 
[Continua…]
 
 
Spoiler:
 
-Non ti sei ancora stancato di me, I-ta-chi-san?-Domandò Luna, fra i balbettii.
Era stra-ubriaca.
-Non mi potrei mai stancare di una come te, se fossi più grande ti chiederei di venire a letto con me!-
-Mhm…Chissà quante cose pervertite sai fare, neh I-ta-chi-San… possiamo ubriacarci e scoprirlo!!-Esclamò lei carezzandogli il collo, con fare civettuolo, chiaramente ignara di quanto fosse già fosse fatta di Sakè.

 
Angolo Autrice:
 
 
Grazie a tutti voi 
che siete giunti 
fin qua giù in 
questa lettura.
Un bacio, vi aspetto 
nelle Recensioni!
 
Oh, mia Beta…
Non so come sia logico
Vivere in tre in un salone,
con materassi,
Chihuy saltellanti e scodinzolanti,
ma ti prego…Lasciaci accendere quel
ventilatore o che senso
Avrà mai questo trasferimento
anti-caluria?
Solo Hao lo sa, se il capitolo
suo si correggerà!
 
   
 
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