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Autore: deli98    16/06/2014    3 recensioni
Questa è una storia che si è ripetuta più volte e come vedrete ha sempre come protagonisti i due fratelli italici.
Chissà perché alla fine tendiamo a fare gli stessi errori, senza accorgersi di esserci già passati.
Genere: Drammatico, Guerra, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Finalmente! Finalmente il grande giorno è arrivato! Era da tempo immemore che aspettavo questo momento, il momento in cui io e Romano potremo una volta per tutte tornare a vivere insieme, come alle origini, quando avevamo ancora Nonno Roma al nostro fianco a proteggerci.
Questa è l'ultima battaglia, me lo sento! Non ci saranno altri spargimenti di sangue e nessuno soffrirà più.
Piove, come non mai nelle ultime settimane. Le gocce scendono fittissime, limitandoti la visuale e nemmeno la nebbia che sale dal terreno ti aiuta.
La guerra è finita, gli spagnoli si sono arresi e adesso sto setacciando il campo per trovare dei superstiti feriti, ma non ce ne sono.
Sono tutti morti. Il grigio della terra e del cielo e il rosso del sangue sono gli unici colori che dominano nel paesaggio. E anche gli odori: polvere da sparo, fumo, sangue, sudore, terra bagnata. Il tutto si mescola insieme e ti assale stringendoti la gola.
Ma che ci posso fare? D'altronde è la  guerra. L'ho voluta io in fondo e devo accettarne tutte le conseguenze che una guerra può comportare. 
Ma che importa, adesso? Ho vinto, no? Era quello che volevo! Allora perché continuo a sentire un vuoto dentro di me? La tristezza mi invade e i sensi di colpa mi  schiacciano. Perché non riesco a trovare il mio adorato fratello?
Tutte le volte che vedo un uomo morto con la divisa spagnola riverso nel fango prego che non sia Romano. Ma purtroppo sono passati così tanti anni dall'ultima volta che ci siamo visti che probabilmente non sarei nemmeno più in grado di riconoscerlo.
Adesso guardo lontano, verso quello che deve essere l'orizzonte e solo allora noto una figura indefinita che si staglia in piedi ad una cinquantina di metri di distanza da me. Stringo il fucile che reggo in mano e facendomi coraggio mi avvicino, rallentato dalla fatica, dalle ferite e dal fango in cui mi sprofondano i piedi costringendomi ad assumere un'andatura lentissima.
Ma più mi avvicino e più mi rendo conto che quella persona, che indossa la divisa dei nemici, ha qualcosa di familiare e mi ricorda qualcuno.
Non può essere lui.

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Ed eccoci qua, in questa cazzo di guerra che si poteva benissimo evitare, ma il mio sciocco fratellino ha insistito tanto per intraprenderla e adesso Antonio è nella merda a causa sua. 
Perché. Perché dico io! Feliciano mi aveva inviato una breve lettera prima di partire per la Sicilia.
Adesso stringo quello stupido foglio di carta che sotto la pioggia si straccia e l' inchiostro si scioglie, ma in parte è ancora leggibile.


Caro Romano,
Finalmente è giunto il momento che aspettavamo, quello di tornare ad essere uniti sotto un'unica bandiera.
Spero che ti unirai al mio fianco per facilitarmi l'impresa e che potremo ricongiungerci senza troppi spargimenti di sangue.
Partirò tra pochi giorni per la Sicilia, conto sul fatto di rivederti presto.
Tuo fratello, Feliciano.

Strappai la lettera e la gettai a terra pestandola.
Bastardo. Ha rovinato tutto!
Vivevo ancora sotto il controllo di Antonio, ma non potevo dire di passarmela male.
Certo, anche io facevo la mia parte ed essendo anche una sua colonia dovevo sottostare al suo potere e fare la mia parte di lavoro. 
Tutto era sempre andato avanti così, con questo perfetto equilibrio tra colone e colonizzatore, fino a quando un fatto o meglio, una guerra ha sconvolto tutto, rompendo la monotonia delle mie giornate.
Feliciano non lo vedo più da anni e probabilmente non lo sarei in grado di riconoscerlo se lo incontrassi per strada. 
L’ ultimo ricordo nitido che ho di lui è stato anche l’ ultima volta che ho visto Nonno Roma prima della sua scomparsa.
Li odio. Sia mio fratello che il Nonno. Erano molto uniti loro, lui gli trasmetteva tutte le sue conoscenze sull’ arte e architettura, la letteratura e la filosofia, mentre io venivo completamente ignorato, perché a me non spettava nulla in eredità se non ruderi e rovine che cadono a pezzi. 
Solo Antonio aveva dimostrato interesse per me e infatti non avevo opposto resistenza quando era venuto a prendermi. 
Anche Feliciano era stato preso e sottoposto ad Austria e da quel giorno non lo vidi più. Da allora siamo sempre stati divisi ed io ero felice con Antonio, perché è una brava persona e io gli ho sempre voluto bene, ma il mio sciocco fratellino ha altri ideali per la testa.
Vuole che torniamo uniti, come alle origini. Ma sento che c'è qualcos'altro sotto. 
Non ci possono essere due rappresentanti di un’ unica nazione e io sono quello di troppo, quello inutile e incompetente che deve essere eliminato a tutti i costi per far spazio all'altro, quello intelligente, quello istruito e dotato. Come posso non odiarlo? Io mi sono sempre spezzato la schiena nei campi, mentre lui sta nei salotti dei nobili e dell’alta borghesia a ciarlare di letteratura e arte.
E adesso guarda dove sono finito. Di nuovo solo, su un campo di battaglia circondato da gente morta, disarmato, ferito e distrutto dentro. Senza più nulla. Ma c'è qualcuno che si avvicina lentamente verso di me, mettendomi in guardia: è armato ed indossa l'uniforme rossa che mi fa venire la nausea a guardarla, come se non ci fosse già abbastanza rosso intorno a me.
Si ferma a qualche metro di distanza, con il suo fucile puntato verso di me. Che spari, tanto cosa ho da perdere? Se muoio adesso almeno non dovrò morire tra le braccia di mio fratello lasciandogli tutta la soddisfazione di farmi fuori.

- R-Romano? Sei proprio tu? -
Come fa a sapere il mio nome? Chi è? Cerco di metterlo a fuoco, ma la pioggia fitta non aiuta. E lui si avvicina ancora di più.
-Chi sei? Stammi lontano!- Ha un'aria vagamente familiare, ma non credo di conoscerlo.
-Sono Feliciano, tuo fratello! Ti ricordi di me?- adesso manca solo più un metro a dividerci e posso vederlo chiaramente. Sì. E' proprio lui, quel bastardo di mio fratello che non smette di tenermi puntato il fucile al petto. BASTARDO.
Gli sorrido, con un sorriso falso e amaro e lui mi sorride a sua volta, sembra felice. Felice di potermi finalmente uccidere?
-Da quanto tempo.- Senza alcun entusiasmo nella mia voce. Indietreggio di un passo e pesto qualcosa, guardo in basso e vedo spuntare dal fango la lama di un pugnale.
Se faccio in fretta posso prenderlo e lanciarglielo contro, ma lui ha un'arma da fuoco carica in mano. Sono in svantaggio, cazzo.
Perché non si toglie quello stupido sorriso dalla faccia? Mi fa solo incazzare.
-Mi sei mancato. Non speravo più di vederti qui, ma per fortuna sei sano e salvo!- Le sue parole mi suonavano come delle bugie. Gli ero mancato? Si? 
-Tu invece non mi sei mancato per niente.- E finalmente il suo sorriso ebete scompare dal suo bel faccino.
-M-ma come? Io cioè, t-tu...- e adesso si mette anche a frignare e a fare il finto tonto? Tanto non ci casco.
-Che c'è? Non sei contento? Bramavi tanto ad unificare la penisola. Vuoi il MIO territorio? Ecco accomodati, è qui che ti aspetta! E' tutto tuo!-
-Ma cosa...? Che...?- Non gli basta? Cosa vuole di più?
-Cosa stai aspettando? Dai, fammi fuori!- Adesso sto veramente perdendo la pazienza e non riesco ad evitare di urlare.
Lui sta li, non si muove e non dice una parola.
-FORZA! SPARA!- Mi avvicino e prendo la punta del fucile e me la porto al petto, diritto al cuore. -SPARA CAZZO!- 
Ma lui niente. Rimane li a fissarmi negli occhi senza premere sto fottuto grilletto.
-Cosa aspetti? Spara, dai! Non sei contento? Non era quello che volevi tanto?- E le parole continuano ad uscire senza pensare. -Ti odio. Sei sempre stato il migliore in tutto e Nonno Roma mi ripeteva sempre di prendere esempio da te, anche se tanto non sarei mai stato nessuno. Io mi sono sempre dovuto guadagnare il pane con la fatica, con il sudore, mentre tu che fai? Ti godi la vita nei palazzi lussuosi con i servi che ti leccano il culo! E non dire che non è vero! Maledico il giorno in cui sei nato! Da allora tutta la mia vita è stata un susseguirsi ininterrotto di delusioni e dolore. E adesso che fai? Piangi? Pensi che così otterrai il mio amore fraterno? Ti sbagli di grosso! Tu ti meriti il nulla. Puoi benissimo andare a fare in culo, ma da me non avrai niente!- Ci fissiamo per qualche attimo.
Adesso sono deciso a non dargliela vinta, non voglio dargli la soddisfazione di darmi fuori. Con uno scatto mi abbasso e afferro il pugnale e mi rialzo.
Lui ha gli occhi sgranati e mi guarda come se fossi un fantasma.
-Addio, stronzo- sorrido e chiudo gli occhi.
Mi preparo a caricare il colpo e stringo il pugnale con tutte e due le mani per dare un affondo rapido e spero indolore. Non voglio vederlo in faccia.
Forse vedrei solo il suo perenne sorriso che fa più male di mille ferite.


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Una cascata di insulti esce dalla sua bocca senza fermarsi e ad ogni parola sento il cuore che si spezza, si sgretola. Piango dal dolore.
Perché fa così? Vorrei dirgli che non è vero, che io non voglio prendere il suo posto, che gli ho sempre voluto bene, malgrado la distanza, che saremo insieme qualsiasi cosa accada. 
Ma questi sono tutti pensieri inespressi. Dalla mia bocca non esce alcun suono.
Prende il fucile e se lo punta al petto, ma io non voglio premere il grilletto! E quando lui smette di parlare rimaniamo così, immobili e lui sembra sfidarmi con lo sguardo a sparare. Mi sento arrabbiato, con lui, per quello che pensa di me. Crede che io me la sia passata bene? In tutti questi anni ho sofferto come lui, ma non se ne rende conto, o non vuole crederci.
All'improvviso si china verso il basso e raccoglie dal fango un pugnale tutto bagnato e sporco, che brilla terribile alla fioca luce che passa attraverso le nuvole nere cariche di pioggia. Abbasso il fucile. Cosa ha intenzione di fare adesso?
-Addio, stronzo.- Cosa? Ma che dice? E' impazzito per caso? Ha un sorriso inquietante e con quella lama in mano mi fa venire i brividi. 
Chiude gli occhi e ha l'espressione di chi si sta preparando per l' imminente dolore, stringe il pugnale con entrambe le mani e la lama è puntata verso il suo stomaco. Succede tutto nella frazione di un secondo. Lui sta per darsi il colpo di grazia, ma non voglio che muoia! Ho combattuto una guerra perché noi potessimo essere uniti! Mi lancio in avanti senza pensarci due volte ed entrambi cadiamo nel fango.
Dolore. Tutto quello che sento da adesso è il puro dolore alla schiena, qualcosa di gelido mi si è conficcato nella carne arrivando allo stomaco.
Non ho idea di come sia potuto succedere, ma è successo.
Urlo stringendo la giacca di mio fratello e affondando la testa nel suo petto. Ma l'urlo viene mozzato dal sangue che mi esce dalla bocca e che mi impedisce il respiro.
Bel modo di morire, annegando nel proprio sangue.
I cinque sensi mi stanno abbandonando: non sento né freddo e né caldo, l'odore di morte che arriva dal terreno non lo sento più. il sapore di sangue sta lentamente scomparendo lasciandomi in bocca giusto un ricordo del suo retrogusto amaro e ferroso, i rumori sono ovattati ma anche assordanti, e soprattutto la vista, vedo mio fratello che mi stringe e mi culla tra le sue braccia, ma lentamente la visione si annebbia e compaiono delle macchie nere che lentamente di allargano fino a quando tutto non diventa nero. 
E' tutto finito, adesso non devo più soffrire, però mi dispiace. Mi dispiace per mio fratello, perché si era fatto un opinione sbagliata nei miei confronti.
Mi dispiace perché io gli ho sempre voluto bene, malgrado la distanza, ma lui non poteva saperlo.
Perché non ho potuto fare niente per aiutare la sua condizione.
Perché io effettivamente vivevo in una situazione più agiata della sua.
Perché la vita è crudele e meschina.
Perché la morte prevale sulla felicità e sull'amore.
Perché la morte è la fine che fanno tutti, chi prima chi dopo.
Solo mi dispiace di non essere rimasto al suo fianco più a lungo, ma che ci posso fare? La morte non perdona.


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Eccoci alla fine del primo capitolo! Lasciate dei commenti per farmi sapere se vi è piaciuta la storia!
La storia non termina così, ma ovviamente non voglio anticiparvi niente!
  
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