Premessa: Quella puntata mi è sembrata piuttosto inconclusiva.. quindi mi sono detta, perchè non proseguirla? So come in realtà prosegue il manga e la cosa in generale, ma ho voluto scegliere una strada diversa. Non me ne vogliano gli affezionatissimi. Ho cercato di seguire il più possibile i pensieri dei personaggi ed i loro atteggiamenti fin qui. Spero di non essere andata OOC.
Detto questo u_ù .. buona lettura. Spero di riuscire a proseguire.. anche se ammetto di non essere molto motivata attualmente.. su motivatemi é.è!



Pensieri.

Era tutto il pomeriggio che continuava a guardare quella zucca di Halloween. Nonostante fosse passato e nonostante su tutti i giornalini scolastici ci fosse la loro foto, lui aveva voluto tenere quella zucca, per ricordarsi di quel fantastico e decadente piano. Dopo tutto il principe era davvero una persona magnifica se aveva messo su quella 'famiglia' con l'intento di tenere tutti uniti.. eppure, come poteva non rendersi conto di che cosa stava succedendo?

Kaoru iniziò a tamburellare con le dita della mancina sulla superficie ruvida di quella zucca sorridente, che lo fissava da un pò da sopra le sue ginocchia. Non riusciva a smettere di pensarci, non riusciva a non pensare a Hikaru e Haruhi insieme. E più ci pensava più si sentiva uno strano nodo in gola. "Un giorno capirai.. e quando capirai.. allora.. io cosa farò?" Parole che lo tormentavano senza sosta, parole che quella zucca continuava a ripetergli silenziosa.
Honey passò davanti al divano con una fetta di torta su un piattino, in mano, ed il coniglio rosa sotto braccio, e si voltò casualmente verso l'Hitachiin. Portandosi la forchettina alla bocca iniziò a fissarlo senza trovare risposta da parte del rosso, che continuava invece a fissare la zucca assorto nei suoi pensieri. Honey si voltò verso Mori, cercando una risposta che non poteva dargli neanche lui. Mori-senpai alzò le spalle e prese il biondino da sotto le braccia portandoselo sulle spalle. Honey appoggiò il piattino sulla testa di Mori-senpai e mangiando un pezzettino di torta tornò a guardare Kaoru.
«Kaoru-chan!» Chiamò Honey-senpai con quella sua vocetta dolcissima, alzando un braccetto per farsi vedere.
Kaoru alzò lo sguardo dalla zucca, e non appena si rese conto della curiosità che aveva suscitato in Honey sorrise, scuotendo il capo. «Honey-senpai, va tutto bene.» Si tolse la zucca dalle ginocchia appoggiandola sul tavolino lì a fianco, e Tamaki sbucò da lì dietro, curiosando come suo solito. «Kaoru-chan, se c'è qualcosa che non va devi dircelo! Siamo una famiglia!»
«Ma no, ma no! State tranquilli, ho detto che va tutto bene!» Kaoru si alzò dal divano e si avviò verso l'ingresso della sala di musica, solo per togliersi da lì. Kyoya osservava tutto dal suo sgabello lì vicino, trascrivendo chissà cosa sul suo blocchetto. «Piuttosto, dov'è Hikaru?» Chiese dandosi uno sguardo attorno. Mancavano sia lui che Haruhi, ed appena se ne rese conto avvertì un crampo allo stomaco. Honey dal suo trono personale rispose subito, squillante.
«E' andato con Haru-chan a comprare il materiale per la festa da ballo.»
«Ma non dovrebbe arrivare da..»
Il principe con i lacrimoni sbucò lì vicino a Kaoru. «Sì, ma mia figlia è povera, e voleva regalarci dei piccoli costumi fatti con le sue mani.» Kyoya guardò malissimo Tamaki prima di trascirvere l'ennesima frasetta sul suo taccuino.
«Ah..» Mormorò con fare abbastanza tranquillo Kaoru, seppur in realtà facesse fatica persino a respirare. Per quanto fosse felice per il fratello, per quanto fosse lieto che iniziasse a capire di amare Haruhi, in lui iniziava ad alimentarsi una gelosia pressappoco morbosa. Supponeva fosse rivolta verso Hikaru. Dopo tutto suo fratello era suo, suo soltanto. Nessuno poteva mettersi in mezzo, per quanto irrazionale fosse anche il solo pensiero. Kyoya fu l'unico ad accorgersi del reale umore di Kaoru, quando questo sorrise.
«Vado a fare un giro, torno a breve. Se Hikaru ripassa ditegli che non c'è bisogno che venga a cercarmi.» Il coretto fu quello che si aspettava. Sorrise di nuovo prima di muovere passo ed uscire da quella stanza troppo allegra.

Sospirò appoggiando la schiena all'anta non appena questa si chiuse alle sue spalle. Perchè diavolo doveva stare così male per una cosa così naturale? Avrebbe solo dovuto essere felice, solo questo. «Principe.. il tuo piano era sbagliato in fondo..» mormorò tra se e se il rosso, prima di infilare le mani in tasca e scostarsi dalla porta. Sguardo basso, iniziò a percorrere il corridoio, diretto chissà dove.
Neanche lui lo sapeva.