Siamo tranquilli nella nostra irrequietezza,
felici nei nostri pianti
e feriti nell’orgoglio.
Feriti da una società che ci impone
di essere come non siamo
e che poi ci condanna.
Bombe invisibili esplodono sui nostri piedi,
perché affrontiamo battaglie silenziose
e sorridiamo nonostante lo scempio,
l’odio,
l’amore assassinato a colpi di fucile.
Siamo parole scritte a casaccio
Da un pazzo che ha perso tutto
e che si nutre di psicofarmaci scaduti.
Siamo la rabbia dei manifestanti giù in piazza,
l’ultima speranza di un morto di fame
e la lacrima che sfiora la guancia
di chi ha sofferto per tutta la vita e ora non ce la fa più.