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Autore: Pineapple__    16/06/2014    7 recensioni
Un'altra Creepypasta presa per i fondelli dalla sottoscritta. Questa volta i protagonisti sono un Sanji troppo curioso, uno Zoro sempre più stupido e uno Slenderman con delle intenzioni non proprio simpatiche, il tutto condito con ambientazioni da incubo ed erronee deduzioni. Spero vi piaccia!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Zoro, Sanji & Slenderman

Il secco scricchiolio che producevano le foglie calpestate dai piedi dei due giovani pirati era tetro e incalzante. La brezza soffiava inclemente, muovendo in maniera inquietante le fronde della moltitudine dei torreggianti alberi che si estendevano intorno a loro e trasportando con sé il piacevole odore di un tiglio apparentemente lontano. Il cielo era oscuro, coperto da plumbee nubi che allertavano l’arrivo di un acquazzone. Il ragazzo biondo strinse tra i denti la sigaretta rivolgendo uno sguardo carico di astio allo spadaccino che camminava imperturbato dietro di lui. Certo, lui adorava la sua Nami-swan, ma quando gli aveva appioppato il tristo compito di andare per legna in compagnia dello spadaccino, sentì pulsare in lui la voglia di controbattere.

“Ohi, cuoco di merda! Perché devo trasportarla io tutta la legna?!” sbottò il verde aggrottando le sopracciglia.

“Perché se mi entrasse una scheggia non sarei in grado di cucinare per le mie dee, Marimo decerebrato!” rispose l’altro ringhiando.

“Sì, certo, non sia mai che ti si rovinino quelle manine da effeminato che ti ritrovi.” masticò maleducatamente lo spadaccino.

“Non ti permettere, buz-”

Il cuoco non riuscì a finire la frase che uno strano oggetto attaccato ad un albero attirò la sua attenzione. Sviò completamente dal sentiero principale, infischiandosene altamente delle noiose lamentele dello spadaccino che solo desiderava di tornare alla nave per schiacciare un pisolino, e si avvicinò al manufatto del suo interesse. Era in realtà un foglio ingiallito sul quale era disegnato un albero completamente stilizzato ma riconducibile a quelli della foresta nella quale essi si trovavano e, a fianco della pianta, un’altissima figura antropomorfa vestita di nero. Il particolare più disturbante, comunque, era il fatto che non avesse un viso. Solo un ovale che delineava la testa. Anche una scritta era presente a lato della atra sagoma. Recitava Follows, insegue, con una grafia alquanto schizzata. Non sapeva perché, ma provava una specie di malsano interesse per quel pezzo di carta.

“Che ti prende, ciuffetto?” sbuffò spazientito l’uomo mono occhio.

“Guarda, Zoro. Ho trovato un foglio strano.” espose staccandolo dalla corteccia dell’albero e mostrandoglielo.

“Sì, molto carino. Ora torniamo alla Sunny.” lo liquidò Zoro con un movimento della mano.

“Aspetta, io sono certo che ci sono altre pagine e voglio cercarle!” sorrise entusiasta il biondino costringendolo a lasciare la legna sullo sterrato ed addentrarsi nella foresta.

Lo scenario che si presentava loro dinanzi non era dei migliori. L’aria era rapidamente diventata fredda e pesante ed una strana tensione aleggiava tra i due uomini, affiancata dai sordi crepitii dei rami degli alberi della minacciosa ed intricata selva che sembravano tendere le loro spelacchiate fronde nel tentativo di acciuffare i due intrusi. Il verde deglutì, facendo slittare lo sguardo intorno a sé. Aveva come lo strano presentimento che non avrebbero dovuto trovarsi lì. La voce di Sanji che lo invitava ad avvicinarsi al tronco d’albero che il cuoco stava fissando con ardore lo distolse dai propri pensieri. Si avvicinò al punto indicato dall’uomo e vide che sulla corteccia si stagliava un secondo foglio. Always watches. No eyes, recitava. Guarda sempre, niente occhi. Il silenzio più deprimente e tombale calò tra i due, incapaci di formulare alcuna ipotesi.

Qualcosa che insegue. Alto. Vede ma non ha gli occhi. Zoro ricevette l’illuminazione divina non appena rimise assieme tutti i pezzi del puzzle.

“Questo tipo deve assolutamente usare l’Haki dell’Osservazione.” considerò Sanji accarezzandosi il mento barbuto.

“Ma certo!” Esclamò Zoro. “Questi fogli si riferiscono di certo all’Ammiraglio Fujitora!”

“E’ la cosa più stupida che tu abbia detto nelle ultime settimane, seriamente.” sbuffò, esasperato dall’inutilità intellettuale del compagno.

Continuarono a camminare imperterriti, trovando sulla loro strada altri di quegli inquietanti fogli scarabocchiati di pastello nero. Oltre alle angoscianti sensazioni percepite appena entrati all’interno del bosco, sopraggiunse un’ulteriore percezione: quella di essere perennemente seguiti. Infatti, ogni volta che si giravano per guardare dietro di loro, una figura alta e vestita di nero faceva capolino dai cespugli, fissandoli. Ma quella creatura era alquanto bizzarra; non aveva occhi o nessun lineamento mimico. Nessuno dei due proferì parola sulla bislacca sagoma che continuava caparbiamente ad inseguirli, ognuno per non mostrare al rivale la propria preoccupazione riguardante il mostro. Solo allora il Marimo si rese conto che non poteva, in effetti, essere l’Ammiraglio dal kimono viola. Arrivarono a raccogliere l’ottava pagina, ovvero l’immagine di quella misteriosa creatura circondata da tanti no. Sanji allungò l’affusolata mano e la raccolse, squadrandola attentamente. Improvvisamente piccole goccioline di sudore ghiacciato si formarono sulla sua fronte, imperlandola di piccole stille d’acqua. Cadde tremante in ginocchio e i fogli si sparsero alla rinfusa attorno a lui, atterrando sulla terra umida. 

“Oi, cuoco, che hai?” domandò alzando un sopracciglio, leggermente preoccupato.

“Idiota! Bisogna fuggire subito! Lui è qui!” masticò a fatica cercando di controllare il fiatone. 

Il verde si voltò di scatto e quello che si presentò davanti alla coppia di pirati lo sorprese non poco. La creatura vestita di nero e senza viso prima intravista tra la folta boscaglia ora era lì di fronte a loro, e questo sembrava avere dei riscontri negativi sullo stato di salute del biondo. Allora perché lui non si sentiva così? Perché solo sul ciuffetto quel mostro aveva degli effetti così devastanti? L’essere estrasse due lunghi tentacoli dello stesso atro colore dello smoking che indossava. Il primo andò ad avvolgersi alla vita dell’ormai svenuto Sanji, il quale venne trascinato senza problemi sopra la testa dello Slenderman, quasi fosse un fuscello sollevato da un gigante. Il secondo si diresse verso Zoro, ma non tentò di afferrarlo. No. Eseguì qualcosa di ancora più strano che confuse ulteriormente la mente dello spadaccino; il tentacolo battè più volte contro la testa di Zoro, per poi essere richiamato all’interno del corpo del proprietario. La creatura scrollò le spalle e si incamminò verso il folto della selva.

“Ehi, mozzarella! Pensi che ti lasci scappare con il cuoco? So cosa vuoi fargli e ti avviso che solo io posso infilarglielo lì!” abbaiò le tre spade e legandosi la scura bandana alla testa.

E fu così che, per la prima volta, fu lo Slenderman ad essere inseguito da un amante geloso ed spropositatamente idiota.


Volevo solo avere una vendetta sullo Slenderman, e chi mai poteva portarla a termine meglio del Marimo.



*Angolo dell’Ananas* 
Aaaaaah, finalmente ce l’ho fatta! *partono cori d’allelujah* Questa storiella ce l’avevo in mente da quando avevo cominciato a scrivere Rufy & Misfortune e finalmente oggi la porto a termine. Non so se conoscete la leggenda di Slenderman e quindi spiego qui per evitare delle incertezze: la vicinanza con lo Slenderman ha dei riscontri negativi sulla psiche e sul copro delle persone. Perché il Marimo non si è sentito male? Semplice, perché il suo cervellino è troppo atrofizzato per ricevere gli influssi negativi di Slender. Ce l’ha dimostrato il nostro amico mozzarella, battendo un tentacolo sulla testa di Zoro e scoprendo che, in effetti, è vuota. Ma lui non è stato nemmeno capace di decifrare quel gesto, troppo impegnato a riprendersi il suo Sanji-kun.
Spero di essermi spiegata e che commenterete, anche se la storia è da sciogliere gli occhi nell’acido. 
A presto,
Pineapple__
  
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