Egli sedeva, nell’oscurità, quando un rumore di passi lo destò.
Toc toc
Ignorò quel rumore, proveniente dalla sua testa, invano.
Toc toc
Egli sedeva, nell’oscurità, con un libro tra le mani.
Si accese una luce, o forse era solo la sua immaginazione, non ne era sicuro.
Toc toc
I passi si facevano più forti, più nitidi, e nella sua testa si facevano più nitidi i ricordi.
Si tastò i polsi, avvertendo la sensazione di delle corde legate attorno ad essi e fissate alle estremità del letto, che lo immobilizzavano, scoprendoli sorprendentemente liberi da qualsiasi manetta in corda.
Voci indistinte urlavano frasi sconnesse in una lingua antica, mentre lui si agitava nel letto, legato ai polsi e caviglie, cercando di liberarsi da quello che lo teneva incatenato alla sua prigione fatta di soffici cuscini e pesanti coperte.
Non è reale
Sì, invece
È nella tua testa
No
Egli scosse la testa, abbandonando la scia di pensieri che lo tormentavano.
Dal profondo della mente, però, qualcosa si avvicinava.
Toc toc
Un suono di passi si faceva strada tra mille pensieri, prima confuso e poi sempre più nitido, fino ad esplodere con un regolare bussare alla porta.
Il regolare battito alla porta gli ricordò un motivetto di qualche cosa che aveva visto alla televisione, tempo fa, pur non avendo presente di quale programma si trattasse.
Cercò di cacciare in fondo alla mente, nell’angolo più remoto della sua testa quel suono regolare e dannatamente nitido, vanamente.
Tornò, più forte, e con esso un’altra sensazione.
Dell’acqua in viso.
Acqua tuttavia non potabile, quasi salina.
Gli sembrò acqua distillata.
Ma questa bruciava, gli bruciava il volto, i vestiti, il letto, la casa, mentre un uomo vestito di nero con piedi di piombo recitava preghiere in una lingua antica, mentre tutto bruciava.
E, mentre tutto bruciava, gli sedeva, nell’oscurità.