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Autore: SuperWiki    17/06/2014    4 recensioni
(Fan-fic ambientata nell'universo di Sonic Boom) Sticks, offesa e ferita nell'animo, si rifugia nella foresta per rompere i contatti con Sonic e compagnia, ma ovviamente i quattro faranno di tutto per ritrovarla e risolvere la questione, e Knuckles farà il possibile per risolvere il guaio da lui causato.
P.S Sì, sono ancora vivo
Genere: Comico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Rose, Knuckles the Echidna, Miles Tails Prower, Sonic the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Sticks and stones may break your bones...

-Ragazzi, siete stati ultrafantasticoserrimi! Oh, sono così emozionata che mi invento addirittura le parole!- Erano passati dieci minuti dalla fine dell’ennesima battaglia contro il Dr. Eggman, e Sticks non aveva ancora finito di elogiare Sonic e compagnia, rimasta euforica per quello che era avvenuto poco tempo fa –Avete visto tutte quelle esplosioni!? E vogliamo parlare di quel toro metallico gigantesco che avete abbattuto?!-
-Quel “toro metallico gigantesco”, come tu lo chiami, è un robot, un drone da combattimento per essere più precisi- Si premurò di correggerla Tails, le cui orecchie non potevano accettare una terminologia così rozza, specialmente quando si parlava di meccanica.
-Un gallo cedrone? Amico, quello era un toro al cento per cento!!- Ma la ragazza tasso non sembrava aver capito, e la volpe decise di lasciar perdere e di farla continuare a parlare a vanvera, con la speranza che la smettesse al più presto.
-Rilassati, amico!- Gli diede una pacca sulla spalla Sonic, il quale aveva percepito lo stato d’animo del suo migliore amico –In fondo non è ancora abituata alla nostra figaggine, dagli solo un po’ di tempo per abituarsi!- Concluse dandogli un occhiolino per tirarlo su di morale.

Ma a quanto pare Knuckles, seduto e con le braccia muscolose appoggiate sul tavolo, la pensava esattamente come Tails, a giudicare dalle occhiate truci che le rivolgeva e dal modo in cui si scrocchiava ripetutamente le nocche, evidentemente anche lui irritato dal continuo parlottare di Sticks. Gli occasionali sguardi di rimprovero di Amy dall’altra parte del tavolo sembravano essere il motivo per cui l’echidna, la quale non era di certo famosa per la sua tolleranza, soprattutto riguardo i rumori molesti e fastidiosi, non le aveva ancora sferrato un bel montante sul muso, oltre al fatto che in fondo lei, per quanto potesse essere petulante, era soltanto una ragazzina, e non sarebbe stato molto decoroso colpirla per uno scatto di rabbia.

-Siete le persone più mitiche che io abbia mai incontrato!- Esclamò energica Sticks –Anche perché siete le uniche che io abbia conosciuto dopo chissà quanto tempo...- Aggiunse in seguito con un tono più pensieroso.
-Io vado a prendermi una boccata d’aria fresca...- Fece Knuckles, stringendo i denti per il nervosismo accumulato, sebbene cercasse di non farlo notare –Qualcuno vuole accompagnarmi?-
-Aspetta Knuckles, vengo anch’io!- Colse la palla al balzo Tails, per poi cercare una scusa valida per andarsene –Devo... verificare se i bulloni del Tornado siano avvitati bene, ultimamente dava un po’ di problemi all’ala destra...-
-Sembra roba forte!- Commentò Sticks entusiasta –Posso venire a vedere come si fa?- L’echidna e la volpe sgranarono gli occhi impauriti al solo pensiero di ritrovarsela ancora a lungo tra i piedi.
-Perché non rimani con me e Sonic ancora un po’?- Li coprì Amy, pur promettendosi mentalmente di rimproverarli per bene appena ne avrebbe avuto l’occasione –Così magari ci spieghi come accendere il fuoco a mani nude... Giusto, Sonic?- Rimarcò bene le ultime parole al riccio blu, il quale era con la testa completamente tra le nuvole.
-Ehm... sì, certo, perché no?- Acconsentì Sonic, anche se leggermente contrariato –Fantastico...- Bofonchiò sottovoce, beccandosi una gomitata da Amy nelle costole in risposta.

Knuckles e Tails camminarono per qualche centinaio di metri senza rivolgersi la parola, approfittando di quel momento di quiete per far riposare i timpani e per godersi la calma che imperversava nella zona. Arrivati ad uno spazio aperto circondato da palme, Miles si sedette su una roccia vicina, mentre l’echidna cominciò a prendere a pugni il primo albero che si trovò davanti, senza neanche fermarsi per un attimo. Come era prevedibile, alla fine il tronco della palma si ruppe e crollò sul terreno, creando un fracasso che rimbombò per alcuni secondi. Tuttavia Knuckles non sembrava voler desistere, e stava per avvicinarsi ad un altro albero quando fu fermato dalla volpe.

-Hai intenzione di sradicare l’intera foresta finché non ti sarai calmato?-
-Se avrò quella mocciosetta ancora tra i piedi credo proprio di sì- Fu la risposta dell’echidna, la quale raggiunse Tails e si sedette vicino a lui, sollevando un po’ di terra con le sue scarpe –Voglio dire, per quale motivo l’abbiamo addirittura portata con noi? È così... fuori di testa!- E roteò l’indice accanto alla sua tempia per accentuare l’idea.
-Beh, in fondo ci è stata d’aiuto in quello scontro col Dr. Eggman- Cercò di giustificarla Tails -Anche se passò la maggior parte del tempo a rischiare di venire schiacciata da quel drone perché aveva visto qualcosa luccicare...- Ma dopo essersi reso conto di ciò che aveva appena detto, si bloccò improvvisamente.
-Hai visto? Secondo me se ci liberiamo di lei il prima possibile, avremo meno grattacapi a cui pensare! Come se non ne avessimo già abbastanza, con quell’uovo baffone e con quella lucertola senza zampe tra i piedi!-
-E cosa dovremmo fare secondo te? Abbandonarla nella foresta?- Spalancò le braccia Tails, un po’ stupito dall’improvvisa cattiveria di Knuckles.
-Perché no? Sembrava starci così bene quando l’abbiamo trovata!- Rispose l’echidna come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Ti ricordo che se è così “fuori di testa” è perché a stare nella foresta non aveva nessuno con cui parlare!-
-Quindi sei disposto a sopportarla solo perché ha qualche problema in testa?- Replicò Knuckles, sputando fuori tutta la rabbia –È solo un giorno che sta da noi e già ne ho le tasche piene di lei! Non so te, ma per quanto mi riguarda è solo una rompiscatole psicopatica!- E per ribadire il concetto, si diresse verso la palma che aveva già puntato da prima e la schiantò al suolo con un solo pugno ben assestato.
-Ti senti realizzato adesso?- Fu la reazione piatta di Tails, quando un forte fruscio proveniente da un cespuglio poco lontano attirò la loro attenzione –Che cos’è stato?-
-Forse qualche animale nei paraggi...- Disse Knuckles, sebbene poco convinto a giudicare del tono della voce –Vado a vedere io- E si incamminò verso la fonte del rumore.
-Sta attento, potrebbe essere qualunque cosa- Lo avvertì Miles.
-Tranquillo. Qualunque cosa sia, la ridurrò in briciole- Lo rassicurò l’echidna scrocchiando le sue nocche.

Quando era ormai a pochi passi dal cespuglio, uno strano oggetto gli finì dritto in fronte, e questo continuò a roteare imperterrito in aria per qualche metro. Mentre Knuckles si massaggiava il punto colpito imprecando sottovoce, Tails riconobbe l’arma che in quel momento stava ritornando indietro, colpendo l’echidna stavolta sulla nuca.

-Un boomerang?- Commentò stupito –Ma non sarà mica quello di...-
-Grrrr... Chiunque tu sia, comincia a dire le tue ultime preghiere!-

Sbottò Knuckles su tutte le furie, infuriato per il modo con cui era stato poco dignitosamente colpito. Menomale che non c’era Sonic nei paraggi, altrimenti avrebbe dovuto subire le sue frecciatine almeno per una settimana o due. Strappando bruscamente le foglie, rimase sorpreso nel constatare che dietro il cespuglio c’era soltanto Sticks, con le lacrime agli occhi e raggomitolata su se stessa.

-Ma cosa...- L’echidna abbassò i pugni, un po’ imbarazzata nel vederla in quello stato.
-Sticks! Co-come hai fatto a raggiungerci?- Domandò Tails, anche lui altrettanto a disagio.
-N-non sono affari vostri!- Rispose Sticks, con la voce rotta dal pianto.

Sonic ed Amy stavano osservando con un misto di curiosità e paura il fantoccio costruito con tronchi e foglie quasi completamente identico a Sticks, ora accasciato al suolo, ancora scossi per essere stati fregati così facilmente da una più piccola di loro. Amy era un po’ più preoccupata rispetto al riccio blu, dato che si era affezionata al tasso più di tutti e la considerava ormai una sua amica, e si chiedeva dove potesse essersi cacciata. Alla fine fu proprio Sonic a rompere il silenzio, cercando di stemperare la tensione con una delle sue battutine.
-Bè, in effetti mi sembrava fin troppo silenziosa!-

-Senti, Sticks... Io non...- Knuckles cercò di giustificarsi, ma venne bruscamente interrotto.
-Lasciami in pace!! Lo so che mi detesti!- Urlò spintonandolo ripetutamente di malo modo –Tutti mi detestano!-
-Non dire così...- Provò a consolarla la volpe, cercando di calmare la ragazza tasso.
-Andatevene via!! Se non mi volevate tra i piedi lo dicevate subito invece di farmi fare la figura della stupida!!- E prima che qualcuno potesse replicare aggiunse rapidamente –E non dite che non lo pensate! Ve lo si legge negli occhi...-

Tails e Knuckles erano consapevoli di essere dalla parte del torto, quindi non replicarono alle giuste osservazioni di Sticks; era stata una vigliaccheria da parte loro non affrontare la questione di petto, e la realizzazione di ciò fece vergognare soprattutto l’echidna, che si limitava a tenere lo sguardo fisso sul terreno senza avere il coraggio di alzarlo per vedere l’espressione ferita e furiosa della ragazza tasso. Nemmeno Miles, il quale di solito aveva sempre un piano di riserva pronto all’uso, non sapeva cosa dire o fare per rimediare al grosso guaio che avevano combinato. Sticks avrebbe voluto urlare loro molte, tante cose cattive, ma una parte di lei voleva perdonarli, affezionatasi troppo velocemente in così poco tempo. Da un lato il suo amor proprio la spingeva a tornarsene nella foresta per non rivederli mai più, ma dall’altra la paura della solitudine la induceva a restare con loro; non voleva ritornare a passare le giornate a dormire con un occhio solo per il timore dei numerosi pericoli notturni della foresta, a rischiare la propria incolumità in ogni secondo e soprattutto senza nessuno con cui parlare. Alla fine tuttavia prese una decisione, dirigendosi di corsa nel cuore della foresta senza guardarsi indietro, per evitare rimorsi. Tra la volpe e l’echidna cadde un silenzio tombale, per evitare di sentirsi ulteriormente male per la faccenda.

-Cosa possiamo fare, Knuckles?- L’interessato non rispose alla domanda di Tails, con gli occhi chiusi in una sorta di meditazione, ignorando completamente il suo amico –Insomma, non possiamo stare semplicemente qui a far nulla!-
-Hai ragione- Fece come risvegliandosi da uno stato di trance -Tu chiama Sonic e Amy, io vado a cercarla-
-Cosa!? Non puoi andare da solo, rischieresti soltanto di perderti!- Tails fermò l’echidna, subito scattata in avanti –Verrò con te, in fondo è anche colpa mia quello che è successo- Aggiunse determinato.
-Se noi due non dovessimo ritrovare la via del ritorno siamo spacciati. Invece se chiami sia Sonic che Amy non solo ricopriremo un’area più vasta, ma sarà anche più facile uscire da quella giungla labirintica- L’osservazione piuttosto acuta di Knuckles convinse Tails, sebbene non fosse del tutto lieto di lasciare il suo amico a cavarsela da solo.
-Come vuoi- Tuttavia sapeva che l’echidna non avrebbe mai cambiato idea tanto facilmente –Ma non essere troppo impulsivo, ok?- Ma non riuscì a finire la frase, che Knuckles si era già diretto a tutta velocità verso la stessa direzione di Sticks.

Mentre correva Sticks aveva preso numerose deviazioni, cancellando qualsiasi traccia che potesse far risalire a lei, e fermandosi soltanto quando non aveva ormai più fiato in corpo. Scrutando la zona circostante alla ricerca di un posto dove riprendere le forze notò un albero più alto e dalla corteccia più spessa rispetto a quelli circostanti, e ci si arrampicò sopra con la stessa maestria e dimestichezza di una scimmia, sistemandosi su un ramo alla ricerca di un posizione confortevole. Dopo numerosi tentativi infruttuosi, alla fine si sdraiò di pancia, con le braccia sul mento e le gambe penzolanti, e cercò di sonnecchiare un po’, ma il ricordo di quello che era successo poco tempo fa la costringeva a rimanere sveglia; non era stato affatto facile andarsene via, ma in fondo sentiva di essere un pesce fuor d’acqua in quel gruppo: si era accorta degli sguardi complici che si scambiavano di tanto in tanto e delle battutine sarcastiche dette per gioco, e di come invece la guardassero sempre come se fosse una bomba ad orologeria o uno strano animale alieno, nel migliore dei casi. Solo la riccia rosa si era dimostrata più amichevole nei suoi confronti, ma anche lei diverse volte le rivolgeva le stesse occhiate perplesse dei suoi amici, occhiate che ogni volta la ferivano come la prima. Tuttavia le aveva sempre ignorate, cercando sempre di convincersi di esserle solamente immaginate. Non poteva farci niente se era così, perché ogni volta che diceva qualcosa di strano veniva sempre trattata così? Perché solo lei doveva venire ostracizzata dal gruppo?

-N-non è g-giusto...- Balbettò per la rabbia, piangendo a dirotto –Io l-li odio... Non li voglio più fra i piedi... Meglio rimanere da sola piuttosto...-

Non poteva non ammettere che in fondo li ammirava: ognuno di loro era speciale e sapeva di possedere caratteristiche fuori dal comune. Da quando li aveva visti in azione non ci aveva pensato due volte prima di aggregarsi a loro, affascinata e allo stesso tempo onorata di essere al loro fianco; ma adesso si era pentita della sua scelta, e se potesse ritornare indietro nel tempo non rifarebbe lo stesso errore. Tuttavia la ferita continuava a bruciare, e non aveva idea di quando avrebbe smesso di far male, né se avrebbe potuto ignorare il dolore da essa causato.

All’improvviso sentì un rumore di passi provenire in lontananza che interruppe il suo turbinio di pensieri, e si preparò estraendo il suo fidato boomerang, vigile e attenta ad ogni movimento. Al rumore di passi si aggiunse quello di un respiro ansimante, e da lontano si poteva scorgere una grossa figura avvicinarsi sempre di più. Aguzzando la vista, alla fine Sticks riuscì a vedere chiaramente Knuckles farsi strada tra le foglie con molta fatica. Nel vederlo provò dapprima contentezza, seguita subito dopo da una forte rabbia. Solo adesso che se n’era andata si interessavano a lei? Perciò fece finta di non averlo visto, tornando nella sua posizione iniziale e sperando che non la notasse. L’echidna per riprendere fiato si appoggiò proprio sul tronco dello stesso albero in cui si era fermata, e la ragazza tasso cercò di farsi il più piccola possibile per non essere individuata.

-Maledizione, non ricordo più la direzione da cui sono partito...- Parlò ad alta voce Knuckles tra sé e sé, e dal tono Sticks riuscì a cogliere un lieve accenno di paura –Qui gli alberi sono tutti uguali!- E irritato diede un pugno all’albero, facendole mollare la presa e cadere come una noce di cocco.
-CI POTEVO RIMETTERE LA PELLE! MA TIRI PUGNI OGNI VOLTA CHE SEI ARRABBIATO?!- Gli urlò contro Sticks, presa alla sprovvista dalla reazione dell’echidna.
-Sticks? Sei tu o è solo un’allucinazione?-Domandò Knuckles, tastandole il viso come per accertarsi che non fosse un miraggio.
-Sono veramente io! Ma si può sapere che ti prende!?- Adesso era la ragazza tasso a guardarlo strano, finché l’echidna non riacquisto un po’ di contegno.
-Non puoi immaginare per quanto tempo abbia corso per cercarti! Comunque adesso che ti ho ritrovata dobbiamo solo capire come uscire da questo posto...- E fece per prenderle la mano, ma lei la ritrasse subito, ancora furiosa con lui e i suoi amici.
-Io non vengo da nessuna parte! La mia casa è qui e non ho intenzione di muovermi!!- E per ribadire il concetto, si arrampicò di nuovo sull’albero, alzando il mento sdegnata.
-Andiamo, io non volevo veramente dire quelle cose, ero arrabbiato...- Provò a spiegarle, pur notando la sua indifferenza -...come sempre d’altronde- Terminò sconsolato, sedendosi e poggiando la schiena sul tronco.
-Arrabbiato o no, hai detto la verità: rimango sempre una “rompiballe psicopatica”- Disse giocherellando con una foglia staccata dal ramo su cui si era seduta.
-Ascolta, tutti quanti abbiamo dei difetti... Guarda me per esempio: mi innervosisco per un nonnulla, e sono tutto muscoli e niente cervello!- L’autocritica di Knuckles fece ridacchiare Sticks –O sbaglio?- Aggiunse anche lui con una risatina gioviale.
-Un pochino...- Ammise Sticks.
-Oppure Sonic! Ha sempre qualche battutina sarcastica nei confronti di tutti, e certe volte è così irritante che vorrei sferrargli un pugno dritto su quel visetto compiaciuto!- Proseguì con foga leggermente eccessiva, per poi riprendersi –Ma in fondo gli voglio bene. Penso che senza quelle caratteristiche non sarebbe lo stesso riccio che ho conosciuto... Capisci dove voglio arrivare?-
-Ehm... Che a volte sono i difetti a rendere speciale una persona? O che prima o poi Sonic si beccherà un occhio nero?- Azzardò la ragazza tasso pensierosa.
-Entrambe! Soprattutto la seconda!- Rispose Knuckles ridendo a più non posso –Scherzi a parte, mi dispiace per averti offeso. Anch’io ho vissuto per molto tempo da solo, è stato sciocco da parte mia non comprendere il tuo stato d’animo - Continuò poi con sincerità.
-Tutto a posto, sta tranquillo- Accettò lei le scuse, sorridendo ora molto più sollevata –Ora usciamo di qui, ho una fame... Vi ho fatto pure saltare il pranzo!-
-Il problema è che credo di essermi perso... Dovunque mi giri vedo solo foglie, liane o tronchi!-
-Amico, ma sai con chi stai parlando? Conosco questo posto meglio delle mie tasche!- E saltò dal ramo, sedendosi sulle sue spalle –Ti guido io, tu segui solo le mie indicazioni! Chiaro?-
-Signorsì signora!- E partì alla carica, trascinandosi una Sticks molto più allegra di prima, che cacciava piccoli gridolini di gioia.

Alla fine tutti e quattro tornarono a casa sani e salvi, potendo così riprendere la vita di tutti i giorni. Sticks fu accolta a braccia aperte dai suoi compagni, e Knuckles e Tails si beccarono una bella tirata di orecchie da Amy, e per festeggiare (e anche per recuperare il pranzo saltato) Sonic offrì chili-dog a tutti dalla sua scorta privata. Così, seduti sul divano a guardare la TV, i quattro si gustavano il loro pasto in piena e totale relax.

-Questi chili-dog sono buonissimi!- Commentò la ragazza tasso, che se ne era divorata tre di seguito in meno di un minuto.
-Nessun piatto al mondo può eguagliare i chili-dog, come dico sempre!- Fece Sonic lusingato, lisciandosi gli aculei con fare saputo.
-Eccolo che ricomincia...- Sbuffò  esasperato Knuckles mentre osservava il programma in maniera disinteressata.
-Andiamo Burly Knucky, non fare il musone!- Cercò di risollevargli il morale Sticks, scuotendolo un po’ per ravvivarlo.
-Burly Knucky?- Ripeté l’echidna sconcertato, cercando di ignorare le risate trattenute di Tails ed Amy, e soprattutto cercando di reprimere gli istinti omicidi causati dalla vista di Sonic che sghignazzava come un matto.
-Oh, questo soprannome verrà scritto sul tuo epitaffio, Burly Knucky!- Lo sbeffeggiò Sonic, che faceva fatica a respirare per le risate, finché non ricevette senza preavviso un pugno che lo mandò K.O e lo fece sdraiare sul pavimento.

Se Tails ed Amy si erano precipitati verso il riccio blu per accertarsi che stesse bene, Knuckles e Sticks ne approfittarono per potersi allungare di più sul divano, completamente incuranti di quello che succedeva alla loro sinistra.

-Se gli hai fatto qualcosa giuro che ti ammazzo Knuckles!!- Gli gridò Amy fuori di sé, mentre Tails cercava di far rinvenire il suo amico sventolandogli davanti un chili-dog.
-Cavoli, non ti ho neanche visto sferrarlo, sei stato rapidissimo!- Commentò la ragazza tasso sinceramente impressionata.
-La sua faccia è così grossa, non potevo mancarla- Rispose l’echidna con nonchalance –E comunque mi piace il tuo soprannome. Però dillo quando siamo solo noi la prossima volta, altrimenti qui qualcuno ci lascia le penne- E col pollice indicò Sonic, che sembrava più morto che vivo.
-Ok, Burly Knucky- Gli sussurrò, stringendosi più vicino a lui e posando la testa sulle spalle come fosse una piccola sorellina.

 



 

 

 

  
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