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Autore: Nacchan Bei Fong    17/06/2014    3 recensioni
Si sarebbe aspettato qualsiasi reazione, ma non quella.
Un sorriso.
Un sorriso rassicurante, fiero deciso.
Il sorriso di Toph.
E sorrise anche lui, portando le mani a stringere quelle della ragazza.
Fu il tocco più bello che avessero mai provato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Toph, Zuko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Touch
Coppia: Toko (Toph/Zuko)
Ambientazione: Post Finale della serie
Note: Salve a tutti, ho deciso di creare questo nuovo account dopo alcune vicissitudini, e ho deciso di cominciare questo nuovo capitolo della mia storia su efp con una one-shot su Avatar TLA.
Adoro con tutto il mio cuore la Toko, e ho voluto provare a scrivere questa piccola fanfic senza troppe pretese <3
Spero vi piaccia e che lasciate una piccola recensione <3


 

 
 


Zuko conosceva Toph da molto tempo ormai.
Dunque, sapeva perfettamente quanto fosse inutile provare a discutere con la giovane Bei Fong.
Quando si metteva in mente qualcosa, protestare non dava alcun risultato, e se non si voleva ricevere una pioggia di massi sulla testa, assecondarla era l'unica opzione.

Per questo il Signore del Fuoco si era ritrovato con davanti la dominatrice della terra, dopo aver accettato di farsi ispezionare il volto.
Perché, come la ragazza aveva affermato con un accentuato tono stizzito, nonostante si conoscessero da anni, Toph non sapeva come fosse il suo viso.
Aveva sempre assecondato la riservatezza di Zuko, e non gli aveva mai chiesto di poterlo vedere; sapeva bene che, data la sua cecità, l'unico modo per farlo sarebbe stato toccarlo. Ma, alla fine, quella curiosità intrinseca nel suo carattere aveva prevalso, costringendo l'altro ad obbedire alla sua richiesta.

Zuko la osservò.  Se non fosse stato per quegli occhi opachi, freddi, vuoti, sarebbe stato impossibile credere che Toph fosse veramente cieca.
Aveva sviluppato un dominio talmente potente che le permetteva di vedere, anche se in un modo differente, comportandosi come se fosse esattamente come tutti gli altri.

Aveva ribaltato la sua debolezza in forza.

E il dominatore del fuoco sapeva perfettamente quanto lei riuscisse a cogliere ogni piccolo suono, movimento o vibrazione che avrebbero potuto rivelarle dettagli segreti del suo essere.
Per questo cercò di rimanere calmo, quando quelle dita affusolate si adagiarono delicatamente sulla sua pelle.



Toph arricciò le labbra, concentrandosi; aveva aspettato da tanto tempo quel momento, e aveva tutte le intenzioni di non sprecarlo.
Conosceva abbastanza il dominatore del fuoco per poter affermare che un'occasione così non sarebbe mai più capitata.

Tastò con attenzione il mento del ragazzo, accorgendosi di quanto fosse affusolato e spigoloso; se l'era sempre immaginato così, forse come proiezione della personalità di Zuko stesso.

Si stupì fin troppo, invece, quando premette i polpastrelli sulla sua bocca, e non riuscì a trattenere un piccolo sobbalzo, sperando con tutto il suo cuore di non essere arrossita.
Aveva sempre pensato che l'amico avesse delle labbra sottili, ruvide e screpolate, martoriate dai denti, specchio di rabbia e risentimento.
Fu quindi sorpresa -piacevolmente sorpresa- di constatare che erano l'esatto opposto.
Erano carnose, incredibilmente morbide, e calde.
Così calde che Toph sentì un piacevole tepore formicolarle per tutte le dita.

Fu solo perché era troppo concentrata su quella sensazione che non riuscì a sentire il cuore del giovane Signore perdere un battito.



Zuko strinse i pugni,  rischiando di farsi male con le unghie.
Sperò che la ragazza non avesse notato la sua agitazione,  dovuta a quei tocchi così intimi, troppo per essere definiti amichevoli.
Era già da un po' di tempo che sentiva lo stomaco contrarsi al solo guardare la dominatrice, ma non avrebbe mai potuto prevedere che ritrovarsi a contatto con le sue mani gli avrebbe provocato tali emozioni.

Pregò con tutto il suo cuore che lei non si spaventasse, nel sentire quella particolare parte del suo viso, quel maledetto segno distintivo.



Toph decise che sarebbe stato meglio per lei spostare le mani,  se voleva conservare un poco di dignità, e se non voleva far vagare la mente tra pensieri sconvenienti.
Andò a percepire la forma del naso e della fronte, constatando l'eleganza nettamente regale di quei lineamenti, seppure un po' spigolosi.
Le rimaneva solo una cosa da vedere.

La cicatrice.

Esitò un poco prima di andare a toccare quel punto particolare, non tanto per paura, ma perché sapeva cosa significasse quel marchio.

Non aveva idea di come l'altro avrebbe reagito, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro.
Toph Bei Fong non era tipo da tirarsi indietro.

Ma, nonostante questo, una strana scarica elettrica le pervase tutto il corpo quando poggiò le mani sull'ustione.
E poteva giurare che l'avesse sentita anche Zuko.

Non si aspettava che quella ferita fosse così vistosa; se l'era sempre figurata troneggiare solo sullo zigomo, perciò sentì un groppo alla gola quando scoprì che quasi mezzo viso era deturpato, compreso un occhio e un orecchio.
Provò ad immaginare tutto il dolore che il ragazzo aveva provato, fisicamente e psicologicamente, nel ricevere quella punizione dal suo stesso padre.

Toph però non abbandonò la sua forza.
Nonostante avesse il desiderio di tremare, forse anche di piangere, si trattenne.

E sorrise.

Zuko la guardò sgranando gli occhi.
Si sarebbe aspettato qualsiasi reazione,  ma non quella.

Un sorriso.
Un sorriso rassicurante, fiero deciso.

Il sorriso di Toph.

E sorrise anche lui, portando le mani a stringere quelle della ragazza.

Fu il tocco più bello che avessero mai provato.
   
 
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