Film > Lilo & Stitch
Ricorda la storia  |      
Autore: emmevic    17/06/2014    2 recensioni
Cit/: Alle undici di sera il telefono squillò due volte, alla terza Nani rispose. Annoiata, alzò la cornetta e si portò all'orecchio l'apparecchio; lo fece sovrappensiero, senza dare importanza alla cosa, senza immaginare che quella chiamata avrebbe dato una svolta del tutto inaspettata alla loro vita. Allora aveva diciannove anni, undici mesi e ventun giorni e cinque ore dopo quattro agenti sedevano nel salotto di casa.
[ Ambientata prima del film ]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Lilo Pelekai, Nani Pelekai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pilikia
Forse la vita alle volte ti gira in un modo che non c’è proprio più niente da dire



Alle undici di sera il telefono squillò due volte, alla terza Nani rispose. Annoiata, alzò la cornetta e si portò all'orecchio l'apparecchio; lo fece sovrappensiero, senza dare importanza alla cosa, senza immaginare che quella chiamata avrebbe dato una svolta del tutto inaspettata alla loro vita. Allora aveva diciannove anni, undici mesi e ventun giorni e cinque ore dopo quattro agenti sedevano nel salotto di casa.
    «Pioveva molto» borbottarono appena oltrepassata la soglia con le mani nelle tasche delle giacche a vento fradice; sul pavimento si formò velocemente una pozza. «La strada era scivolosa» aggiunse poi qualcuno, tirando su col naso; «la visibilità era ridotta» specificò qualcun altro con voce incerta e, «non ce l'hanno fatta», l'avvisarono infine, lasciando che lei prendesse posto sul sofà arancione: la forza per alzare gli occhi e certificare chi avesse detto cosa le mancò. Una mano le diede una pacca di conforto, un'altra le strinse solidale il braccio.
Ancora stentava a credere che fosse reale: silenzio nel cuore e sulla bocca.
Ore prima telefonicamente l'avevano avvertita che i suoi genitori erano in bilico tra i due mondi, che forse non avrebbero visto l'indomani e che lei doveva limitarsi ad aspettare, lasciando scivolare il temporale che imperversava fuori ― doveva attendere, pazientare in silenzio e nel buio a casa sola con Lilo che dormiva tranquilla ― e Nani fino alla fine aveva sperato, illudendosi.
Erano venuti ad avvisarla di persona, un atto di gentilezza dovuto alla drammaticità dell'avvenimento: aveva subito compreso che erano lì per quello. Le espressioni contrite dei poliziotti, così buie da atterrire, riflettevano la tragedia, accertando il disastro.
Tra loro Nani aveva subito individuato l'amico di papà,  il poliziotto che, quand'era piccola, le punzecchiava sempre le guance. L'aveva riconosciuto immediatamente, quando, pochi minuti addietro, aveva spalancato la porta. Il nome nell'ansia continuava a sfuggirle.
«Lilo sa già qualcosa?» la ragazza scosse la testa, perdendo un battito nel realizzare che la piccola era ancora letto, dato che si era imposta di non svegliarla alla notizia dell'incidente. Perché, lasciala dormire, si era detta, è meglio cosìnon farla preoccupare inutilmente, mamma e papà se la caveranno. Ma loro, come avevano detto gli agenti attimi prima, erano morti. Morti. Non respiravano e lei, Lilo,  ancora non sapeva ― dell'incidente, dell'ospedale, di tutto ― e a Nani la sola idea di accostare quel termine accanto alla parola mamma e papà fece piegare le labbra in una smorfia di dolore. Ma doveva.
«Vuoi che le parliamo noi?» le chiese Kohai ― ecco come si chiamava l'amico di papà.
Scuotendo nuovamente la testa rifiutò l'offerta, cortesia non richiesta: ci avrebbe pensato lei, anche se la voce continuava a morirle in gola e gli occhi a pizzicare. Doveva farlo. A Lilo sarebbe crollato il mondo addosso e lei era l'unica a poter arginare i danni: avrebbe dovuto calibrare la frase o tutto sarebbe andato in pezzi. La loro ohana si era drasticamente ridotta, perdendo elementi essenziali.
Gli uomini assentirono in silenzio. Quando lei li condusse alla porta, desiderosa di rimanere sola, Kohai volle trattenersi: si fermò fino alle sei, fino a quando una chiamata d'emergenza ruppe il silenzio del salotto e fu costretto ad allontanarsi per adempiere ai proprio doveri; un traliccio aveva ceduto e ingombrava la strada.
Nani ringraziò quella telefonata e, finalmente, riuscì a piangere, dopo aver visto l'automobile dell'uomo allontanarsi arrancando nel fango: alcune palme attorno alla casa oscillavano, spezzate dal vento di qualche ora prima.
Ma come, come, come avrebbe dovuto dirglielo? Quali parole usare?
Dopo le lacrime, quando il cuore finalmente smise di battere così forte e il sole illuminava debole i ripiani della credenza, Nani dovette fare chiarezza nella mente: doveva preparare un discorso, un filo logico, un qualcosa che le permettesse di dirlo, anche se dirlo, dire quello, avrebbe reso tutto reale. Perché loro ― mamma e papà ― sorridevano ancora nella sua testa. E Lilo non sapeva, non ancora, e per un attimo invidiò la sorella, sentendosi poi in colpa, capendo che, comunque, l'avrebbe presto scoperto anche lei.
Sospirò: ancora pochi minuti e sarebbe accaduto. Le venne un'irrefrenabile voglia di chiamare David. Magari lui avrebbe saputo cosa fare, come comportarsi e l'avrebbe sostenuta come faceva sempre.

Alle sette e dodici uno scalpiccio di passi riempì la cucina.
«Dove sono mamma e papà?» la fronte di Lilo era corrucciata, la finestrella tra i denti ben visibile.
Nani sospirò e quel silenzio fu più esaustivo di mille discorsi: le parole furono solo un amaro dessert.




Sesta classificata al  I love Japan Contest indetto da tecla_ sul forum di EFP
La storia è ambientata prima dei fatti raccontati nell'animazione, in occasione della morte dei genitori di Lilo e Nani che, nel film, si dice che hanno perso la vita in un incidente automobilistico a causa dell'asfalto bagnato. L'età di Nani mi sono permessa di inventarla, dal momento che nel film non è chiara, considerando però che quest'ultima è diventata tutrice di Lilo in seguito alla morte dei genitori, è evidente che fosse almeno maggiorenne al momento della loro scomparsa. Infine il titolo è in hawaiano e significa difficoltà (questo a secondo dictionary.com).
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Lilo & Stitch / Vai alla pagina dell'autore: emmevic