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Autore: phoenixsheart    17/06/2014    2 recensioni
È la storia di Isabella, la sottoscritta, la storia di Zayn, e di come le nostre vite, intrecciandosi, hanno sconvolto il destino, il fato, la fortuna. È la storia di un amore che rimane, nonostante tutto, che vive attraverso i ricordi, che rimane impresso nell'eternità. Un amore che batte persino il tempo inesorabile, che fa il solletico all'eternità. Perché ciò che noi siamo stati, ve lo giuro, era infinito.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Era una dolce mattinata di primavera. I rami ancora un po' infreddoliti dall'inverno cominciavano a sfoggiare i loro bellissimi fiori, e un venticello tiepido scongelava un po' anche me dal torpore invernale. Ero uscita da poco di casa, stavo attraversando un lungo viale alberato per raggiungere la scuola. Gli uccellini cinguettavano e facevano piroette da un albero all'altro, e io, guardandoli, mi perdevo in mille pensieri.
Io sono Isabella, da poco ho compiuto diciotto anni, sono una liceale come tante altre, vado bene a scuola, sono timida, educata, gentile, semplice, di me nessuno si è mai lamentato, mi confondo nella massa. Vivo a Londra da qualche anno, perché mio padre si è dovuto trasferire qui e, per non abbandonarlo, io, mia madre e mia sorella lo abbiamo seguito. Questa città mi piace molto, è piena di vita, di persone, di storie mai raccontate ritrovate nelle scritte tra i palazzi, di giornate veloci, di giornate lente, di pioggia seguita da qualche raggio di sole. Ma, dicevo, stavo andando a scuola. Rincorrendo mille percorsi di idee e fantasie, mi sembrò di arrivare al liceo in una manciata di secondi. Ero in anticipo, come sempre, così mi sedetti sulle scale davanti al portone principale e cominciai a ripassare per la verifica di inglese. Mentre cercavo di ripetere mentalmente la lezione, fui interrotta da un odore insopportabile di sigaretta. Mi guardai attorno infastidita per vedere da dove arrivasse quella puzza, e mi accorsi che, qualche gradino sopra di me, c'era seduto un giovane ragazzo. Aveva un giubbotto di pelle, una maglietta bianca, dei jeans neri e degli stivaletti. Era agitato, continuava a toccarsi il suo ciuffo di capelli neri e fissava il cielo. Aveva degli occhi color mandorla brillanti, particolari. Era preso anche lui dai voli pindarici dei suoi pensieri, così preferii spostarmi piuttosto che disturbare lui.

"Non scomodarti, ho finito di fumare."

Mentre mi stavo alzando, mi bloccai sentendo queste parole. Mi voltai, e quel ragazzo si stava riferendo proprio a me.

"No guarda, io veramente.."
"Sì, come vuoi. Ma sei di questa scuola?"
"Sì, anche tu?"
"Ma ti pare? Non è posto per me questo, e sono troppo grande per andare a scuola"
"Quanti anni hai?"
"Venti. Son qui perché sto aspettando la mia ragazza così bigia e andiamo insieme da qualche parte"
"Capisco.."
"Eccola. Beh, ciao!"

Sì alzò, scese in fretta le scale e andò dalla sua ragazza. Lo sapevo. Era Beth, la più popolare della scuola. Figlia di un imprenditore miliardario e di una direttrice di un giornale, aveva un sacco di soldi e non perdeva occasione per farlo notare. Non aveva mai aperto un libro, eppure aveva voti più alti dei miei. Era una ragazza molto superficiale, viveva di shopping, cambiava un ragazzo a settimana, usciva sempre, frequentava persone di riguardo e andava il locali di rilievo.

"Ehi Zayn!"
"Ciao amore, andiamo?"

Si baciarono volgarmente.

"Certo. Dove hai la macchina?"
"Sono qui in moto"
"Ma stai scherzando? Mi si rovinano i capelli a stare su quella cosa, poi col casco figuriamoci!"
"Dai tesoro sopporta, ti porto a fare shopping!"
"Ci mancherebbe, è il minimo! Dai muoviamoci che qua arrivano i prof, andiamo!"

Si infilarono i caschi, salirono sulla moto e sfrecciarono via, allontanandosi in pochi secondi nelle vie trafficate della periferia di Londra. E così, lui era Zayn. L'ennesima preda di Beth. Eppure era diverso da tutti i suoi ex, gli altri erano stupidi e superficiali come lei. Lui aveva qualcosa di strano, diverso, misterioso. Non lo conoscevo minimamente, eppure vederlo insieme a lei mi provocava una specie di fastidio, come se fosse un'ingiustizia. Mi sembrava sprecato.
Ma non erano affari miei e non mi dovevano interessare. Nel frattempo il cortile della scuola si era affollato e suonò la campanella.
Raccolsi le mie cose, salii i gradini ed entrai.
Non potevo immaginare che quella sarebbe stato l'inizio di tutto, perché quando qualcosa piomba nella tua vita non ti chiede il permesso, non ti manda un messaggio, prende e si lancia, BAM, e come arriva arriva, poco le importa.
Quella mattina io ancora non sapevo, non potevo immaginare.
E così..

   
 
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