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Autore: RiKa_fede    17/06/2014    3 recensioni
Durante una caccia, non sempre il cacciatore rimane tale, infatti, può diventare una preda.
Estratto dalla storia: "È voltata verso la fenditura della montagna da cui è appena uscita quando lo sente.
Lo riconosce e incomincia a sudare freddo. La punta della lama poggiata sulla sua carotide è gelida e pericolosa: un solo passo falso, un respiro più profondo ed è morta. Una mano bollente le si appoggia sul cuore e incomincia a bruciare."
Genere: Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fwytawr

Si addentra lentamente nel profondo della foresta, seguendo le tracce lievi delle sue orme. Sono impronte di piedi umani. Ma Gwendolyn sa che in realtà l’essere a cui appartengono ha solo l’aspetto di un umano. Ne sta seguendo le tracce ormai da parecchie ore. Ogni volta che riesce a scorgerlo, anche solo per un momento, lui riprende a scappare, conscio che tra poco calerà la notte e con essa la sua disfatta.

Gwen guarda per un secondo l’orologio digitale che porta al polso destro per poi sorridere contenta: finalmente la sua lunga caccia avrebbe avuto fine. Si raccoglie i lunghi capelli neri in una coda sbarazzina e, preso il pugnale di diamante lucido, si mette a correre verso la sua preda. Sente che è vicina e affaticata dall’oscurità che sta scendendo velocemente sui sempreverdi. Fortuna che Gwen ci vede anche al buio, se no avrebbe faticato molto di più in quella caccia, protrattasi anche fin troppo per i suoi gusti. Ripassa velocemente tutte le tecniche di difesa e di attacco che potrebbero servirle per uccidere la preda.

Quella è la sua prima caccia, la sua iniziazione al mondo dei Venatores, i cacciatori di Angeli Caduti. Solo poche persone sono a conoscenza della loro esistenza, nonostante essi salvino da molti secoli gli umani. Gli Angeli Caduti o come li chiamano i cacciatori i ‘Fwytawyr’, non uccidono le persone per la carne, ma per i loro ricordi, trasformando gli esseri umani in gusci vuoti. I Venatores hanno tatuato sull’avambraccio sinistro, dal polso al gomito, un intrico di spirali e linee curve color oro e argento, che brillano come metallo al sole quando sono vicini a loro e simboleggiano il sole, che rappresenta gli Angeli Caduti, e la luna, che simboleggia i Venatores.

Si passa una mano sulla fronte, imperlata di sudore. Il suo corpo, pur temprato da lunghi e intensi allenamenti durati tanti anni, è stanco. La caccia si è rivelata più complicata e difficile di quanto avesse pensato.

Il tatuaggio si illumina sempre più e la ragazza intravede tra la boscaglia uno squarcio di rosso: la t-shirt della sua preda. Sogghigna e per un attimo gli occhi della ragazza prendono una sfumatura malvagia, per poi tornare freddi e calcolatori subito dopo. Non sa che aspetto abbia realmente quel Fwytawr, se sia un ragazzo o un uomo, se sia biondo o moro, se abbia gli occhi azzurri o neri; sa soltanto che indossa una maglietta a maniche corte rossa la stessa con cui è stato avvistato l’ultima volta due giorni fa. È un Angelo Caduto puro, uno dei più antichi e quindi uno dei più difficili da uccidere. Gwen sa che essendo una novellina potrebbe non farcela, ma deve adempiere al voto compiuto davanti ai Venatores: combattere fino alla fine con coraggio e lealtà, senza mai cedere alla paura e alla fatica.

Vede una macchia rossa sfrecciare in una piccola apertura tra le rocce e ci si infila a sua volta, tentando di ignorare la paura dovuta alla claustrofobia. Attraversa con passo insicuro e con la sola flebile luce del tatuaggio la galleria che va man mano a rimpicciolire fino a sbucare, con grande gioia della ragazza, in una radura circondata da alti abeti bianchi. Gwendolyn si ferma all’entrata del cunicolo, attenta. I raggi solari che ancora splendono grazie all’assenza di alberi, illuminano la radura, dandole un aspetto quasi irreale, ultraterreno. Gli abeti, l’erba, i fiori, ogni altra cosa che la circonda ha preso una tonalità rossastra, quasi a presagire il sangue che sarà presto versato. Gli animali diurni si sono ritirati, ma c’è ancora troppa luce per quelli notturni.

Tutto tace.

Gwendolyn, guardatasi attentamente intorno, muove esitante qualche passo su quell’erba che cresce rigogliosa e, non vedendo né sentendo niente d’insolito, si addentra nella radura, fino ad arrivare al centro del prato. Si guarda cautamente intorno, portando in avanti il coltello, pronta ad un attacco a sorpresa. Il tatuaggio è come un piccolo sole, indice che la sua preda è vicinissima. È voltata verso la fenditura della montagna da cui è appena uscita quando lo sente.

Lo riconosce e incomincia a sudare freddo. La punta della lama poggiata sulla sua carotide è gelida e pericolosa: un solo passo falso, un respiro più profondo ed è morta. Una mano bollente le si appoggia sul cuore e incomincia a bruciare. È così che i Fwytawyr rubano i ricordi, una mano sul cuore e si perde la memoria, per sempre.

Gwen chiude gli occhi per concentrarsi al meglio. Sente che la mente incomincia a svuotarsi e la rabbia verso quell’essere aumenta. Con la punta del coltello riesce a toccare il Fwytawr e a liberarsi. L’Angelo Caduto si stacca violentemente da lei per curarsi la bruciatura che il diamante ha provocato sulla sua pelle.

La cacciatrice cerca di riprendersi dall’intontimento causatole dalla perdita dei primi ricordi della sua vita e di trovare i punti deboli della sua preda, osservandola attentamente. 

È alto, biondo, abbronzato e i vestiti non riescono a coprire del tutto la struttura scheletrica del suo corpo. Tiene in una mano una spada corta, a una mano e mezza, e l’altra è appoggiata sulla coscia, tenendosi la ferita. Alza il viso dai tratti marcati e gli occhi, azzurri come il ghiaccio e carichi d’odio, sulle labbra gli compare un ghigno. Si fissano negli occhi e Gwen si perde dentro a tutto quel ghiaccio, rimanendone incantata. È così che i Fwytawyr ammaliano le loro prede, soggiogandole con lo sguardo. 

Approfittando del momento di debolezza da parte della cacciatrice, il ragazzo le si avventa contro, calando su di lei con un fendente da destra. Perduto il contatto visivo, Gwen alza subito la guardia. Impugnato il coltello legato alla coscia, si mette in posizione d’attacco: gambe leggermente divaricate, schiena dritta e i pugnali alzati verso il Fwytawr. 

La ragazza para il colpo e le lame si abbattono l'una sull'altra, stridendo e mandando scintille. Velocemente alza l’altro pugnale per colpirlo ad un fianco, ma l’Angelo Caduto le blocca con una mano il polso, senza alcuna fatica. Le hanno insegnato che gli Angeli Caduti sono forti, ma non avrebbe mai pensato che lo fossero così tanto. Gwen capisce che è in netto svantaggio fintantoché il suo avversario combatte con la spada, poiché può attaccarla da più lontano rispetto a lei. L’angelo libera le spade e il polso della ragazza, spingendola indietro e facendola cadere a terra malamente. Gwendolyn emette dei gemiti di dolore mentre si rialza a fatica, stupendosi del fatto che l’angelo non l’abbia ancora uccisa, mentre aveva la guardia abbassata.

Quel che la cacciatrice non sa è che al giovane piace giocare con le sue prede.

Il Fwytawr le sorride apertamente, mostrando i denti bianchi e aguzzi. La ragazza si avventa contro il giovane facendo una finta dal basso, per poi spostarsi all’ultimo momento verso il cuore, riuscendo a ferirlo, trafiggendolo con il pugnale destro. Il sangue incomincia a scendere lento dalla ferita, imbrattando la lama trasparente e la t-shirt. L’Angelo si guarda stupito la ferita. Estrae il pugnale e lo scaraventa a terra e dalla ferita fuoriesce con esso un altro fiotto di sangue rossastro. Il Fwytawr alza la testa verso la ragazza per guardarla infuriato negli occhi.

Gli occhi azzurri dell’Angelo in quelli verdastri della cacciatrice. I primi grondanti di ira e dolore, i secondi di sfida e soddisfazione. Il Fwytawr non ha abbastanza forze per ammaliarla e soggiogarla al suo volere.

Ormai senza forze si scaglia contro Gwendolyn, riuscendo a penetrare nella sua difesa e a colpirla a un fianco. Subito la fanciulla si riprende, e con un colpo di sinistro si riporta a distanza di sicurezza dal ragazzo. Camminano in cerchio, si studiano, valutano i punti deboli dell’altro. La cacciatrice ha il respiro affannato dalla stanchezza, mentre l’avversario sembra in procinto di cadere a terra, svenuto. 

I due si attaccano contemporaneamente: parata, stoccata, finta, attacco, difesa. Gwen combatte con grazia, cercando sempre di colpire gli occhi dell’angelo, il suo punto debole, mentre il giovane combatte spinto dalla rabbia e dal dolore, senza nessuna tecnica.

I vestiti sono imbrattati dal sangue e in entrambi si riesce a vedere la fatica di sollevare le armi. La cacciatrice si abbassa velocemente ed estrae uno stiletto dallo stivale sinistro. Il giovane sfrutta questa occasione unica: si avventa contro Gwen, riuscendo a tracciare una lungo solco sulla gamba dell’avversaria, che geme di dolore.

La giovane si rialza in fretta, conscia che le rimangono pochissima forze e si getta con il pugnale sinistro, che fa da diversivo contro un fianco del ragazzo. Subito dopo con quello destro carica direttamente gli occhi. E il suo piano riesce. L’Angelo para il colpo sferratogli al fianco e la cacciatrice con una sola stoccata gli trapassa l’occhio destro.

Il Fwytawr si ritrae e indietreggia gemendo dal dolore. Fa cadere la spada e si porta entrambe le mani agli occhi. Pian piano si accascia al suolo ormai in fin di vita. Il sangue gli inonda la faccia, sporcandola di rosso vermiglio. Facendo un ultimo sforzo, cerca il coltello che aveva lanciato a terra, lo raccoglie e lo lancia rapidamente contro la ragazza, colpendola dritta al cuore. La cacciatrice spalanca gli occhi stupita da tale mossa. Porta le mani intorno al manico del pugnale per toglierlo. Non ci riesce. Le mani scivolano sul suo stesso sangue, che rende viscida la superficie dell’impugnatura. Un velo scuro le si pone davanti agli occhi, offuscandole la vista. Lentamente scivola a terra, stremata, e guarda con ammirazione mista a rabbia il Fwytawr steso poco lontano da lei. Rivolge per un ultima volta lo sguardo alla luna nascente, sorride e chiude gli occhi per sempre.

Il sangue che fuoriesce dalle ferite dei due giovani si mischia, imbratta di rosso l’erba bellissima e rigogliosa. Gli ultimi raggi di sole accarezzano i due corpi senza vita, come un ultimo saluto e le tenebre li coprono, nascondendo al mondo ciò che è successo.

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L'angolo della scrittrice notturna
Innanzitutto devo dire che questo racconto l'ho scritto per i compiti delle vacanze estive dell'anno scorso - che tra l'altro la prof non ha mai ritirato - e che, dopo mesi passati a vegetare, ho ripreso in mano, sistemato - ne aveva davvero bisogno - e fatto betare dalla favolosa (sì, l'ho scritto davvero)
daughterofzeuss , che ringrazio tantissimo.
Spero vi piaccia e ricordate: lasciare una recensione non vi uccide!
Ciao ciao

RiKa

  
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