Libri > Hunger Games
Ricorda la storia  |      
Autore: luckily_mellark    18/06/2014    4 recensioni
“vivere alla giornata insomma. È questo che proponi?” porto la punta della stoviglia tra i denti, mordicchiandola.
“esattamente” mi imita, leccando via dal metallo gli ultimi residui di cibo, facendo guizzare la lingua sulle labbra rosee,inumidendole
“ma non ti pare che manchi qualcosa?” inarco un sopracciglio, pensierosa. Poi l'idea mi balena in testa ed esce dalla mia bocca prima che possa elaborarla con senso critico
“Peeta pensi che tu ed io potremmo mai tornare ad essere amici?”
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Delly, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa.... (buona lettura!!!)

immaginate la sala da pranzo di casa Everdeen, un Haymitch ubriaco svenuto a casa sua, la tavola imbandita per la cena fatta di quello che Sae ha lasciato pronto dopo il pranzo. Il tutto dopo la rivoluzione. I due ragazzi, a tavola, uno di fronte all'altro....

 

 

 

“Peeta posso chiederti una cosa?” mi guarda stranito, alzando gli occhi dal cucchiaio pieno di zuppa e dal piatto ancora mezzo pieno. Le sopracciglia aggrottate potrebbero benissimo annodarsi con le ciglia chiare e lunghissime, tanto è intento a cercare di indovinare quello che ho in testa. Lo fa sempre, corruga talmente la fronte che penso che quelle rughe possano diventare voragini da un momento all'altro.

“certo che puoi” l'azzurro dei suoi occhi si specchia sul manico del cucchiaio che ora ha chiuso tra le labbra sottili, scampate miracolosamente all'incendio che ha rovinato, come il mio, anche il suo intero essere.

“ci hai mai pensato alla vita?” chiedo, osservando la sua mano che torna ad affondare la posata nel piatto “cioè, intendo, hai mai pensato a cosa voglia dire vivere?”

ci sto pensando da un po', io. Precisamente da quando abbiamo cominciato a scrivere il libro della memoria. Non ci lavoriamo molto, ultimamente. Mancano da inserire tutte quelle persone che avevano un ruolo fondamentale nella nostra vita, Prim, mio padre, la sua famiglia, Finnick , Cinna e Portia…

il flebile rumore del manico del cucchiaio che sbatte sul suo mento attira la mia attenzione, ritmico e preciso come il ticchettio di un orologio a velocità aumentata.

 

Tic Tac

Tic Tac

Tic Tac

 

“a dire il vero” richiama la mia attenzione “non credo di averlo mai fatto. Non seriamente almeno”

non mi guarda, ma potrei distinguere chiaramente ogni suo pensiero. E forse sono lo specchio dei miei, suppongo. Le arene, le vittime, la guerra, i ribelli.

“da quando Effie ha estratto il mio nome, ho sempre pensato a cosa volesse dire morire. C'è stato un momento in cui pensavo di poter accettare la morte, questo me lo ricordo nonostante tutto. A dire il vero, credo che la mia silenziosa accettazione della morte fosse uno dei punti chiave della mia tortura. Se fossi morto cercando di ucciderti sarebbe stato un doppio sacrificio a loro favore. E in ogni caso sarei comunque stato disposto a morire pur di eliminare te”

stringe il bicchiere tra le mani così forte, che se non si calma immediatamente rischia di farsi male.

Fortunatamente il flashback passa velocemente come è arrivato, lasciando sospesa la conversazione.

Probabilmente parlare fa bene a me quanto a lui, per ricordare, per distinguere, per non dimenticare mai, anche se fa male.

Sto per prendere io la parola, ma il suo sospiro mi interrompe

“c'è stato un periodo poi, in quella cella, a Capitol City, in cui mi ero abituato all'idea di essere morto. Voglio dire, l'apatia prima, il dolore poi, le torture, non potevano essere così insopportabili da vivo, quindo dovevo per forza essere morto. Non so se mi capisci. “

scuote la testa, mordendosi il labbro inferiore. Quello che non sa, che non gli ho mai detto, è che so benissimo cosa ha provato. So bene cosa voglia dire lasciarsi andare alla morte, conosco l'inerzia con cui i giorni passano indipendentemente da quello che facciamo. E che, se il dolore è insopportabile, tra la vita e la morte non c'è poi tanta differenza. Anzi, la morte diventa un'espiazione. Cosicché, quando arriva uno spiraglio di sollievo in tutta la sofferenza la cosa più logica da pensare è di essere finalmente passati a miglior vita.

“io ti capisco” sussurro, cercando il dorso della sua mano, per confortarlo, in qualche strano, goffo modo. Non sono mai stata brava nemmeno in questo.

“comunque” parla poi, e mentre lo ascolto disegno spirali immaginarie sulla sua pelle

“comunque, pensandoci, la vita è fatta di tante cose. Vivere vuol dire tante cose. Prima dei giochi era talmente scontato che non mi sono mai nemmeno posto il problema. L'importante era far felice la mia famiglia, andare bene a scuola, aiutare mio padre al lavoro, avere degli amici.” cerca di accennare un sorriso, afferrando con la mano libera il cucchiaio per portare alla bocca un altro po' di zuppa.

Anche se è impacciato a mangiare con la mano sbagliata, non toglie l'altra dalla mia, lasciandosi dipingere di figure immaginare

“e ora, secondo te, cosa vuol dire vivere? Io me lo sto chiedendo da un po' di tempo, e ogni volta trovo sempre meno risposte” ammetto, evitando il suo sguardo e cominciando a studiare l'intrico tortuoso delle linee del tavolo di mogano.

“non importa cosa voglia dire Katniss. Per ognuno ha un significato diverso. E poi cambia ogni giorno. Oggi” mi sorride premuroso, rigirando la mia mano esponendone il palmo alla sua mercé, e cominciando a giocarci

“oggi per me, vivere significa gustarmi questa squisita zuppa che Sae ci ha preparato, aggiungendoci giusto un pizzico di sale e qualche ciuffetto di aneto. Domani chissà”

Vivere alla giornata, apprezzare le piccole cose come se fossero importantissime, dare valore alla semplicità: è questo che mi sta proponendo Peeta ora. E credo di poterlo fare, d'altronde non mi resta che provarci. Ma c'è qualcosa che non torna nella sua risposta, come se mancasse qualcosa che per lui, perlomeno prima del depistaggio, era importante.

“vivere alla giornata insomma. È questo che proponi?” porto la punta della stoviglia tra i denti, mordicchiandola.

“esattamente” mi imita, leccando via dal metallo gli ultimi residui di cibo, facendo guizzare la lingua sulle labbra rosee,inumidendole

“ma non ti pare che manchi qualcosa?” inarco un sopracciglio, pensierosa. Poi l'idea mi balena in testa ed esce dalla mia bocca prima che possa elaborarla con senso critico

“Peeta pensi che tu ed io potremmo mai tornare ad essere amici?”

sospira, lui, probabilmente a disagio e si sistema meglio sulla sedia. Devo aver passato una qualche sorta di limite invisibile che c'era tra di noi.

“non credo sia possibile in realtà.” borbotta, chiudendo gli occhi e negandomi un pezzetto di cielo limpido. Pensare di non avere opportunità di ristrutturare un rapporto quasi normale con lui è una cosa, ma sentirselo dire apertamente... bhè, è tutta un'altra storia.

Sospiro, abbattuta, più dalla mia impreparazione ad affrontarla che per la notizia in sé.

“non siamo mai stati amici, Katniss. E non credo di volerlo essere. No, proprio non voglio esserti amico.” ora mi guarda, con un'intensità bruciante

“perchè?” è l'unica cosa che riesco a dire, troppo scossa dalla sua aperta dichiarazione di non volermi più stare accanto.

“e poi l'amicizia tra maschio e femmina non esiste” continua, ignorando bellamente la mia espressione cupa e la mia domanda

“non è vero. Tu e Delly siete sempre stati amici. E a quanto mi risulta, tu sei un maschio e lei una femmina. E non credo di sbagliarmi” replico, vagamente indispettita dal motivo che mi sta dando per non volermi essere amico

“oh guarda, Dolcezza è humor questo? E comunque ricordo di avertelo già detto, che io e lei ci siamo anche frequentati per qualche tempo. Solo che lei voleva da me di più, qualcosa che non ero disposto a dargli. Non eravamo amici quindi, non da quando a 12 anni mi ha confessato quello che provava per me. I bambini sono amici. Quando si cresce, in un'amicizia tra sessi opposti, c'è praticamente sempre qualcosa sotto. Qualcuno che nasconde un sentimento più grande e profondo.”

e so, che ha ragione, che in fin dei conti basta guardare me e Gale per capire quanto, anche la più profonda delle amicizie possa diventare crogiolo di qualcos'altro. Eppure non può essere sempre così, dev'esserci un modo che mi permetta di avere vicino, se non il vecchio Peeta, almeno la parte nuova di lui, quella che non mi considera più perfetta. Perchè andrebbe bene lo stesso, mi accontenterei, basta averlo al mio fianco.

“ma c'è sempre l'eccezione che conferma la regola” parlo un po' titubante, dubitando io stessa delle mie affermazioni

“c'è sempre un'eccezione che conferma la regola. Ma non sarei comunque io, quindi tanto vale essere chiari una volta per tutte. Non voglio esserti amico”

mi fissa, afferrando e stringendomi il polso tra le dita affusolate ma forti

“Perchè?” ripeto, supplichevole. Non voglio perdere il ragazzo del pane.

Ma lui mi tira il braccio, facendomi alzare dalla sedia per allungarmi sopra la tavola. Parla solo quando è a poca distanza dal mio viso, ora le sue ciglia potrebbero intrecciarsi alle mie. Il suo respiro si infrange sulla mia pelle

“perchè voglio essere qualcosa di più per te. “

in un attimo, le sue labbra sono premute sulle mie, per la prima volta da quando siamo tornati a casa, nel distretto dodici.

Quando si stacca, mi manca il fiato, e soprattutto le parole. Ma a riempire il vuoto, oltre al mio cuore martellante nel petto ci pensa lui

“e oggi, questo, è il nuovo significato che voglio dare alla vita.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A

 

ciao ciao ciao a tutti! Sono tornata con una piccola one-shot Everlark mooooolto mielosa. Perdonate tutto lo zucchero che sta cadendo a secchiate dal cielo come neve :)

fatemi sapere se la storia vi piaciucchia, che sono sempre troppo contenta di ricevere e leggere le vostre recensioni!!

mamma che ansia, tra poche ore ho la prima prova della maturità!!!! AIUTOOOOO sono agitatissima :) May the odds be ever in MY favor!!! speriamo bene!!!

a presto (quando finiranno questi esami perchè prima non credo che riuscirò a pubblicare altro)

 

con affetto, ma tanto tanto tanto affetto

la vostra agitatissima

Luckily

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: luckily_mellark