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Autore: Jean Fire    18/06/2014    1 recensioni
Il freddo doveva avermi fuso il cervello il giorno in cui decisi di derubare gli Stark, i protettori del Nord...Eppure quella era stata la scelta più azzeccata, una scelta che mi avrebbe cambiato l'intera vita. Sentivo il sangue scorrere velocemente nelle vene mentre trasportavo il vassoio in argento che avrei dovuto portare fino al banchetto, ma non ci arrivai mai.
- Occhio a dove cammini - disse una voce bassa e quasi distratta. Sapevo che non dovevo guardarli negli occhi, ma la curiosità era tanta, troppa e il mio sguardo incontrò una landa di ghiaccio
- Mi scusi MyLord...Robb Stark - mormorai, intimorita da quella figura così maestosa e potente
- Come vi chiamate? - chiese il giovane dopo aver preso il vassoio dalle mie mani, sfiorandole per qualche secondo
- Shireen - mentii, dopotutto non potevo rivelare la mia vera identità, non potevo farmi scoprire adesso che ero ad un passo dal prendere quello che mi interessava, anche se era incredibilmente difficile mentire a quegli occhi...
Genere: Guerra, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Robb Stark, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Ma tu lo ami?
Cersei Lannister
 

- Odio questo bastone...vorrei spezzarlo a metà e lanciarlo lontano -  dissi impaziente guardando il maestro, le catene che procuravano suoni metallici e sinistri. Lui sorrise continuando a guardarmi camminare lentamente. 
- Vedrai che tra poco camminerai senza il suo aiuto, ma quel pezzo di legno mi serve, perciò non usarlo per farci il fuoco - disse il vecchio guardandomi negli occhi, le braccia conserte dietro la schiena e la lunga barba bianca che gli solleticava la pancia. Mi fermai di botto, il fiato corto a causa della lunga passeggiata che ero costretta a fare ogni sera. Costretta per due motivi odiosi. Prima di tutto non riuscivo a dormire. La mia testa sembrava invasa da voci di sconosciuti non appena chiudevo le palpebre e mi svegliavo sempre urlando e svegliando così gli altri feriti. La seconda ragione era che avevo la sera era l'unico momento dove l'accampamento era poco affollato e perciò potevo camminare lentamente e prendendomi il mio tempo.
- Resterò zoppa Karel? Riuscirò a camminare come prima? A correre e cavalcare? - chiesi preoccupata guardando la sua schiena. Il vecchio si fermò per qualche secondo. Avevo avuto paura a chiederglielo. Erano tre settimane buone che ero all'accampamento , o meglio ad una parte di esso, e per tre settimane avevo avuto paura di chiedere al vecchio la verità. Non volevo rimanere zoppa, non volevo ondeggiare per tutta la vita, volevo tornare a correre e sentire il vento tra i capelli, tagliare la pelle del viso...Karel si girò e si avvicinò, mi accarezzò i capelli con dolcezza e sorrise
- Certo bambina mia, tornerai a correre e a cavalcare, il tuo passo tornerà sicuro e aggraziato come quello di un tempo - disse lui sorridendo, accarezzandomi la guancia con il suo pollice rugoso. Karel era quasi un padre in quell'accampamento, era gentile, ma ferreo nelle decisioni e...mi trattava veramente come se fossi la sua bambina, quella stessa bambina che aveva perso a causa della febbre molti anni indietro. Mi aveva raccontato quella storia molto tempo addietro e dal suo volto era scesa una lacrima solitaria. Doveva essere stato un duro colpo per lui e dopo di esso aveva deciso di diventare Maestro, per salvare tante vite, per espiare la colpa di non essere riuscito a salvare sua figlia. 
- Mio Signore... - disse dopo qualche secondo facendo un inchino abbastanza profondo, la catena che oscillava davanti al suo petto. Mi girai col busto, sorridendo già. Robb Stark era a pochi metri da noi. 
Nessuna corona aveva in capo quando si univa alle mie passeggiate notturne, ovvero ogni sera che si trovava in quell'accampamento, e non aveva corazze a difenderlo.
- Karel...vai pure, resto io con Lyenna - disse il giovane guardando il maestro e accennando un leggero sorriso. Karel fece un inchino e mi toccò la spalla per rassicurarmi prima di tornare alla sua tenda a riposarsi. Sembrava sempre più vecchio, giorno dopo giorni le occhiaie solcavano il volto rugoso del maestro.
- Avrebbe bisogno di riposo, eppure si ostina ad accompagnarmi ogni sera - dissi camminando lentamente e guardando davanti a me, nessuna ombra, nessun movimento, l'accampamento sembrava morto, abbandonato se non fosse per qualche timida fiaccola che illuminava le tende color ghiaccio.
- Si è affezionato a te e vuole che torni presto a camminare - rispose lui guardando l'erba che schiacciava sotto i suoi passi. Per quattro giorni Robb Stark era andato in battaglia e per quattro giorni mi sentii sola a passeggiare in quel posto deserto. Ormai ci avevo fatto l'abitudine a quella figura imponente, al suo camminare per niente marziale e alla sua voce bassa e profonda. Presto avevamo cominciato a conoscerci, lui si era aperto lentamente raccontandomi di Grande Inverno e della sua famiglia, tutte cose che sapevo, ma era bello sentirle dire dalla sua voce e vedere il suo sorriso quasi appena accennato e doloroso. Doveva soffrire il Giovane Lupo, doveva sentire la mancanza di casa e le pressioni di quella guerra e della corona che solitamente indossava sul capo. Era giovane dopotutto e non aveva mai visto una vera guerra, non aveva visto i suoi orrori e...non aveva mai sofferto.
- Ieri mi hai detto che hai lasciato la tua famiglia presto...come mai? -  chiese lui guardandomi per qualche secondo negli occhi. Alzai un angolo della bocca, guardando il terreno. Quei ricordi mi facevano sempre male, ma era anche tempo che quei fantasmi mi abbandonassero.
- Io sono stata abbandonata davanti ad un albero cuore quando ero piccola Mio Re, non ho mai conosciuto i miei genitori. Probabilmente speravano che nessuno pregasse ancora quei dei così antichi e sarei presto morta di fame se un giorno un semplice mugnaio non andò a passo di li per caso. Non era fedele agli alberi cuore, ma lo fu dopo che mi trovò. Era un uomo semplice, la sua casa una capanna che divideva con la moglie e altri tre figli maschi - cominciai a raccontare camminando lentamente, l'unico rumore era quello dei passi del giovane, pesanti e marcati
- Mi allevarono come se fossi figlia loro, ma mi tenevano sempre in casa, impauriti che gli altri non capissero e avessero paura di me. La mia vita era felice, non avevo niente, ma ero felice comunque perchè loro mi volevano bene e io lo vedevo, lo sapevo...Un giorno un uomo bussò a casa e andai ad aprire, ero una bambina innocente, non avrei mai pensato che... - mi bloccai sentendo le lacrime cominciare a pungere gli occhi, lo sguardo si fece fisso nel buio e potevo ancora vedere, in maniera incredibilmente chiara e nitida, tutta la scena 
- L'uomo è impazzito appena mi ha visto. Ha cominciato ad urlare che i draghi erano tornati, ha maledetto la mia famiglia giurando di sterminarla...altrimenti la sventura sarebbe caduta su tutto il villaggio. Fu mio fratello maggiore a chiudere la porta all'uomo e a consolarmi, dicendo che non c'era niente di sbagliato in me...ma si sbagliava - asciugai velocemente le lacrime col dorso della mano e guardai da un'altra parte, ma i fantasmi sembravano continuare ad inseguirmi
- Quell'uomo seguito da molti altri arrivarono di notte sbarrarono la porta e le finestre e...diedero fuoco alla casa. Mio padre fu il primo a morire a causa del fumo, seguito dal mio fratellino appena nato...posso ancora sentire le sue urla farsi sempre più deboli e poi smettere all'improvviso...e cominciarono le urla di mia madre, disperate che cercavano di chiamare mio padre e mio fratello e fu lei a morire dopo, accasciata sulla culla di Kyle. I miei tre fratelli maggiori provarono a resistere, si coprirono la bocca, ma nessuno di loro rimase vivo. Erano forti, molto forti, i ragazzi più morti che abbia mai visto, ma sono morti lo stesso - dissi lasciando cadere il bastone e portando le mani al viso, cominciando a piangere a dirotto. Potevo ancora sentire le fiamme sfiorare la mia pelle senza però bruciarla, la cenere soffocarmi lentamente, lasciarmi senza fiato, ma non mi avevano comunque ucciso, mi avevano lasciato in vita con quel fardello pesante 
- Mi sono svegliata la sera dopo, la gola che bruciava, i vestiti completamente bruciati e tutta la mia casa carbonizzata intorno a me...E così scappai e  ora quel villaggio è a due leghe da qui, insieme alla casa dei miei genitori, non so neanche se i loro corpi sono stati poi seppelliti... - mormorai alzando lo sguardo e trovando Robb Stark a pochi centimetri da me, lo sguardo indeciso, i denti bianchi che mordevano il labbro inferiore, ma infine le sue braccia si spalancarono e andarono a cingere la mia figura. Rimasi per qualche secondo senza parole, immobile, non sapendo cosa fare, ma alla fine mi lasciai andare e piansi, piansi tanto da inzuppare la sua maglia e le mie mani, entrambe fasciate, andarono a stringere la sua tunica all'altezza della scapole. Mai mi sarei aspettata un simile comportamento da quel ragazzo, eppure...avevamo qualcosa in comune, una battaglia che rischiavamo di non vincere.
- Mi dispiace Lyenna...nessuno dovrebbe soffrire così tanto, nessuno dovrebbe vedere la propria famiglia venire uccisa...nessuno dovrebbe rimanere solo - disse lui continuando a stringermi tra le sue braccia muscolose e protettive. Anche lui aveva perso il padre e la sua famiglia era molto lontana da qua, anche a lui doveva mancare, anche lui doveva sentirsi solo. Forse era per questo che stava con lei ogni sera. In quell'accampamento Robb era solo anche circondato da mille persone, solo adesso l'avevo capito. 
Un rumore, non troppo lontano, la fiamma che illuminò un'armatura smaltata di rosso cupo e una...balestra? 
- Robb! Attento! - urlai facendo voltare la figura del giovane e tentando di abbassarlo. Avrei potuto lasciare che lo colpissero, liberarmi di lui e dei suoi sospetti su di me, liberandomi così dell'entità di Shireen una volta per tutte, ma...lui mi aveva ascoltata, abbracciata e confortata. Vidi il suo sguardo stupito e poi confuso, ma poi il suo sguardo sembrò vedere qualcosa, probabilmente la figura che scappava o che correva verso di noi per finire ciò che aveva iniziato. 
- Lyenna stai qui, sarai al sicuro, non ti muovere - disse frettolosamente prima di alzarsi e correre dietro l'armigero smaltato di rosso. Un ringhio e dei passi pesanti che facevano tremare il terreno. Rimasi ferma, immobile, mossi solamente la tesa e vidi un lupo grande quasi un orso correre dietro al Giovane Lupo. Doveva essere Vento Grigio, il suo meta lupo. Sentii un grido di paura e poi uno di dolore mentre dalle tende degli uomini uscivano ancora in tenuta da notte, imbambolati e assonnati.
- Cosa sta succedendo? - 
- Cosa è stato? -
- C'è un attacco? - quelle furono le domande che i soldati facevano gli uni agli altri, ma non c'era risposta. Alcuni coraggiosi corsero verso Robb, tornando indietro dopo pochi minuti trasportando un uomo dalla mezza armatura rossa, il viso una maschera di dolore, probabilmente per via dell'orribile ferita che aveva alla gamba, opera sicuramente del meta lupo. 
- Fermategli l'emorragia prima di sbatterlo nella cella...lo voglio vivo - disse lo Stark con voce dura mentre i lamenti dell'uomo si facevano sempre più flebili, dietro di lui Vento Grigio, il muso sporco di sangue. Vidi il Giovane Lupo venirmi incontro lentamente, inerte, solamente degli schizzi di sangue deturpavano il suo volto e la maglia.
- Lyenna è meglio che torniate alla tenda, ci potrebbero essere altri attacchi durante la notte - disse guardandomi quasi di sfuggita, impaurito probabilmente da altri attacchi. Aveva scavalcato le sue sentinelle e non sapevo se quelle stesse sentinelle erano state uccise o erano solamente troppo assonate per vedere un uomo come quello.
- Mio Signore io...non penso di riuscire a muovermi... - mormorai spostando la mano che avevo sul ventre, trovandola sporca di sangue. Il colpo l'avevo avvertito, una dardo di piccole dimensioni, ma dalla punta più acuminata, adatta a strappare brandelli di carne, a far soffrire. Vidi gli occhi dello Stark diventare improvvisamente enormi dallo stupore e poi furiosi come mai. Sentivo il sangue colare lentamente dalla schiena e dal ventre. Non sapevo quanto doveva essere grave, ma potevo sentire appena la punta della balestra uscire dal ventre, forse non aveva intoccato nessun organo, forse a breve sarei morta. 
Robb Stark si avvicinò a me lentamente e mi prese in braccio, facendomi sussultare dal dolore
- Tranquilla...ti porto dal maestro e sistemerà tutto...tu resisti e basta - disse guardando davanti a se. Ogni passo mi provocava una fitta incredibilmente dolorosa, sembrava quasi che il dardo si conficcasse ancora più a fondo
- é un ordine Mio Re? - chiesi accennando un sorriso mentre guardavo il suo volto dai lineamenti incredibilmente rigidi
- Sì, Lyenna... Vivi, è un ordine -

  
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