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Autore: Chiara_LennonGirl06    18/06/2014    9 recensioni
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“Ti sembra questa l’ora di rientrare? È almeno un’ora che ti aspetto.” lo rimproverò la zia, non appena mise piede in casa.
“Lo so, Mimi. Ho tardato un po’ di più del previsto, ma in compenso guarda cosa ho trovato.” fece John, indicando le fragole che aveva nella busta.
“E cosa vorresti fare, con queste?”
“Una torta per Paul.”
“Una cosa?” domandò di nuovo la donna incredula.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di Torte, Fragole e Tante Carezze

 
***

Era la mattina del diciotto giugno, quando un raggio di sole prepotentemente attraversò le tende bianche della vetrata e si posò sul viso del giovane, che riposava beatamente tra le coperte.
John mugolò a quel contatto e si girò dall’altra parte del letto, per cercare di non perdere il sonno, ma quando l’ennesimo raggio andò a tratteggiare i lineamenti del suo volto, il ragazzo sbuffò e si alzò.
Quella mattina, John sembrava particolarmente euforico per un qualche avvenimento, ma solamente dopo essersi vestito ed aver controllato il calendario, si rese realmente conto che tutta quella gioia e quell’euforia erano dovute ad un motivo speciale.
Sì, speciale. John giurò tra sé e sé che in tutto il calendario non c’era una sola data più importante di quella. Era il compleanno di Paul, il suo Paul, ci tenne a precisare il chitarrista quando, emozionato, scese le scale per raggiungere il piano di sotto.
Mimi non era abituata a vedere John sprizzare tutta quella gioia ogni mattina. E in parte per il sospetto che fosse successo qualcosa di estremamente importante, in parte per la curiosità, pensò di mettere da parte il suo atteggiamento da zia riservata, fino a quando…

“Mimi, io esco per comprare delle fragole. Al mio ritorno, fatti trovare pronta per una lezione di cucina. E se Paul dovesse venirmi a cercare, digli che sono andato a Blackpool con Cynthia, okay?” disse d’un fiato John, nel tentativo di essere il più veloce possibile, lontano dallo sguardo perplesso che ora sua zia aveva fisso su di lui.

“Tu, cosa?” chiese esterrefatta Mimi, facendo finire a terra con un tonfo, per la sorpresa, la teiera di porcellana che stava accuratamente lucidando.

“Cristo, Mimi, non fartelo ripetere un’altra volta. Io sarò subito di ritorno, tu intanto preparati, qualora Paul dovesse farsi vivo.”  rispose il ragazzo, chiudendo dietro di sé la porta di casa.

Appena fuori dall’abitazione, John cominciò seriamente a pensare a ciò che aveva appena fatto. Provava una certo timore nel regalo che da lì a poco avrebbe preparato per Paul, ma la faccia di Mimi era rimasta così impressa nella sua mente che John rise solamente rievocandola.
Stava davvero facendo tutto questo per Paul? Non riusciva ancora a darsi una risposta. Da quanto, precisamente, provava tutta questa euforia, la mattina del suo compleanno? Da quanto John era così desideroso di immergersi nell’arte culinaria? E soprattutto, da quanto Paul era diventato il centro dei suoi pensieri?
John iniziò a tormentarsi i capelli e tutte quelle strane domande che gli ronzavano in testa non facevano altro che aumentare la sua ansia. Paul era il suo migliore amico, che male c’era nel volergli fare un regalo un po’ fuori dall’ordinario? In fondo, anche lui una volta aveva portato a John dei biscotti che aveva preparato insieme a Jane; adesso John stava semplicemente ricambiando il favore, niente di più.
Il ragazzo si accorse che, immerso nei propri pensieri, era già arrivato in centro. Si avvicinò cautamente ad uno chiosco che vendeva frutta di diverso tipo. I suoi occhi si illuminarono nel vedere le diverse sfumature e l’effetto di colori che si creava. Si passava dal rosso delle ciliegie mature al giallo denso dei limoni, per non parlare dell’inebriante profumo che John giurò di avvertire intorno a sé. Anche se un po’ preoccupato e allo stesso tempo incuriosito da questa nuova esperienza, si sporse il giusto che bastava sulla bancarella, per notare delle meravigliose fragole che, adagiate delicatamente vicino a delle albicocche, gli ricordavano il colore delle labbra di Paul. Deciso da quell’ultima visione, le acquistò immediatamente e si affrettò a tornare a casa.
Durante il tragitto, John pensava ai progressi che aveva fatto e a come sarebbero stati orgogliosi sia Paul che Mimi, non appena lo avrebbe raccontato loro. Mentre sul suo viso compariva un appagante sorriso, John si fermò di colpo: come avrebbe spiegato a Mimi e a Paul tutto ciò? Non era normale, non era da lui comportarsi così; essere felice per aver acquistato delle fragole ad un buon prezzo in una bancarella in centro, oppure essere emozionato quando il colore del frutto gli aveva ricordato quello delle labbra carnose di Paul, ogni volta che si distendevano in un dolce sorriso… No, era impossibile raccontare tutto ciò, avrebbe fatto meglio a tenerlo per sé.
John girò l’angolo della strada e si ritrovò davanti al portone di casa. Non appena fece girare la chiave nella maniglia, gli comparve la figura di Mimi di fronte, che impaziente, con le braccia incrociate, aspettava da chissà quando il suo ritorno. Il ragazzo pensava di essere rimasto fuori per pochi minuti, ma in realtà era trascorso molto di più. I pensieri avevano rallentato ogni suo gesto.

“Ti sembra questa l’ora di rientrare? È almeno un’ora che ti aspetto.” lo rimproverò la zia, non appena mise piede in casa.

“Lo so, Mimi. Ho tardato un po’ di più del previsto, ma in compenso guarda cosa ho trovato.” fece John, indicando le fragole che aveva nella busta.

“E cosa vorresti fare, con queste?”

“Una torta per Paul.”

Una cosa?” domandò di nuovo la donna incredula
.
“Mimi, per caso oggi hai problemi d’udito? Una torta di compleanno per Paul.” ripeté il ragazzo “E voglio che tu mi dia una mano.”

Detto questo, John adagiò delicatamente la busta sul tavolo ed indossò il primo grembiule che trovò appoggiato alla sedia. Mimi, a quella visione, dovette più volte trattenersi dal non scoppiare a ridere e, anche se molto perplessa a riguardo, decise di aiutarlo. In fondo non lo aveva mai visto così entusiasta e felice di fare qualcosa.
Dopo circa un’ora, i due erano arrivati a buon punto e John stava decorando la torta con gli ultimi dettagli prima di poterla considerare finita. Mimi, si sedette a capotavola e si passò una mano sugli occhi per stropicciarli. Stava per alzarsi e andare via quando il suo sguardo cadde sul ragazzo che le sedeva di fronte.
Mimi non poteva credere a quello che stava vedendo. John stava delicatamente disegnando sulla torta con la panna montata e lo stava facendo in un modo molto sereno e naturale. Quando finalmente alzò il capo, la zia poté scorgere nei suoi occhi uno spiraglio di luce che poche volte aveva visto attraversare il suo sguardo.
John era fiero. Fiero del suo lavoro, fiero di aver fatto a Paul il regalo più originale di tutti e soprattutto fiero perché era sicuro che gli sarebbe piaciuto.
Incartata delicatamente la torta e fatto un fiocco su di essa per chiuderla, il chitarrista diede un bacio sulla guancia di Mimi e, dopo averla ringraziata, si precipitò a casa del suo amico per consegnarli il regalo.
Durante il tragitto, John sentiva il suo cuore accelerare battito dopo battito mentre si avvicinava sempre di più a Forthlin Road.
Insomma, cosa gli stava succedendo?
Era il compleanno di Paul, il suo migliore amico. John non ricordava di aver provato una simile sensazione prima di quel momento. Si sentiva euforico, desideroso di fare felice Paul in tutti i modi che conoscesse, desideroso di vederlo sorridere; perché, Dio, lui adorava il suo sorriso più di ogni altra cosa.
Ma era solo uno amico, giusto?
No, John in fondo sapeva che non era così. In effetti non si era mai alzato all’alba perché era emozionato per il compleanno di Stuart, oppure non aveva mai sprecato il suo tempo per preparare una torta a Cynthia. Eppure questa volta era tutto così diverso.
Forse, John provava un sentimento speciale per Paul. Qualcosa che andava oltre la semplice amicizia, l’amore che entrambi avevano per la musica e il loro far parte della stessa band. Quando lo aveva incontrato per la prima volta, John aveva capito fin da subito che quel ragazzo gli avrebbe scombussolato la vita e proprio ora si ritrovava ad andare a casa sua con una torta alle fragole in mano.
Era così impegnato a maledire i proprio pensieri che il giovane chitarrista non si accorse nemmeno di essere arrivato a casa dei McCartney. Trattenendo il respiro il più che poteva, suonò con decisione al campanello affisso sul portone.
John sperò a lungo che nessuno avesse sentito suonare e, spazientito, oltre che confuso, girò i tacchi per andarsene prima che…

“John! Sei arrivato ora e già vuoi andare via?”
Si sentì chiamare dal ragazzo che aveva appena aperto la porta e, con un cenno al capo, gli faceva segno di entrare.

“No, Paul. Credevo di aver dimenticato qualcosa a casa.” improvvisò John, nel tentativo di non sembrare troppo a disagio, mentre si apprestava ad entrare in casa.

“E questo?” chiese Paul sorpreso, dopo aver notato lo strano pacco che il ragazzo teneva stretto tra le mani.

“Ah questo è un regalo. Un regalo per te.”

“Grazie mille, John. Ma non dovevi disturbarti così tanto, in fondo lo sai che per me l’importante è passare un po’ di tempo insieme.” rispose il minore, mentre John gli porgeva il regalo.

“Si, ma ho pensato che era giusto fartene uno, e così eccolo qua. Ora non fare tante storie e apri.” lo incoraggiò il chitarrista, sfoggiando nuovamente un tono beffardo.

Oh..” fece Paul, non appena le sue dita, agilmente, riuscirono a scartare il grande fiocco rosso al centro e ad aprire il regalo. “E’ bellissima. Ringrazia anche Mimi da parte mia, dille che non era necessario fare tutto questo lavoraccio per me.”

“In realtà, Paul, Mimi mi ha aiutato, si, ma la torta l’ho preparata per la maggior parte io.”

Osservò il compagno, tentando di sorridere, mentre l’espressione dell’amico passava da una felice a una più sorpresa.
 “Vedi, qui ci sono anche le mie iniziali.”

Paul, a quella risposta, sentì le gote andare a fuoco e lo stomaco aggrovigliarsi come non mai.
John aveva davvero fatto tutto quello per lui?
Paul non poteva crederci, non riusciva a crederci. Immaginava il proprio compagno alzarsi e iniziare a preparare una torta da solo, lavorando la panna montata ed assaggiando, come faceva sempre sua madre, la consistenza della crema. Immaginava John, mentre decorava la sua torta ed eccetto per qualche piccola imperfezione, dovette riconoscere che era stato davvero bravo.
Da quanto John aveva cominciato a pensare a lui in quel modo?
Insomma, non era un regalo scontato da fare ad un amico, anzi, era piuttosto particolare. Mai un ragazzo aveva regalato una torta. E a meno che non fosse destinata ad un compleanno speciale, John non aveva motivo di dover fare tutto quel lavoro e quella fatica per lui.
A meno che John non volesse davvero farlo felice perché ci teneva in modo particolare, perché voleva dimostrargli i suoi sentimenti.
Ma no, John lo aveva fatto perché sapeva che Paul adorava le torte con le fragole, solo per questo.

“Niente da dire a riguardo?” chiese il ragazzo, destando il più piccolo dai suoi pensieri.

“E’ davvero meravigliosa. L’hai davvero preparata tutta per me?” rispose il bassista, cercando di nascondere con le mani il rossore che si era appena manifestato sulle sue gote.

“Beh, ho pensato che ti avrebbe fatto piacere riceverla. Dopotutto è la mia prima volta in cucina, l’ho fatto per un’occasione speciale.” 

“E’ davvero un gesto carino da parte tua, John. Su, andiamo in cucina e assaggiamone una fetta. Sono proprio curioso di sentire il suo sapore.” propose Paul, sorpassando il compagno e posando delicatamente la torta sul tavolo.

John esitò prima di raggiungere Paul in cucina. La strana sensazione che l’aveva accompagnato durante il tragitto da casa sua sembrò ripiombargli addosso come un macigno.
Senza nemmeno rendersene conto, il ragazzo si accorse di aver iniziato a sudare e tremare allo stesso tempo. La voce di Paul, che lo invitava ad assaggiare un pezzo di torta, era talmente forte e passionale che John avrebbe voluto scomparire in quell’istante.
Aveva capito che non si trattava di una semplice amicizia. Quella strana sensazione non era altro che un insieme dei suoi sentimenti che si era accavallati dopo anni in cui lui aveva cercato di tenerli a bada.
Stava cercando di resistere, ma si rese conto di essere impazzito del tutto nel momento in cui vide che Paul si era sporcato leggermente le labbra di panna. E vederle così carnose e rosse, come le fragole che amorevolmente aveva disposto su quella torta, lo fece scattare come una molla.
Si avvicinò lentamente al più piccolo, e con il poco fiato che gli era rimasto si preparò a parlare di nuovo.
“Paul, sei pronto per ricevere il secondo regalo?”

Il compagno lo osservò con uno sguardo leggermente confuso, mostrando di non attendere affatto un’altra sorpresa.
“Un secondo regalo? Cosa hai in mente, una-”

Paul non fece nemmeno in tempo a concludere la frase. Sentì le calde labbra del cantante premere sulle sue e leccare quella punta di panna che gli era rimasta vicino alla fossetta laterale.
Il bassista non poteva credere davvero a ciò che stava succedendo ma, entusiasta come non mai e colto di sorpresa, si lasciò andare a quel bacio e schiuse leggermente le sue labbra.
Il mondo sembrava girare intorno a loro in modo velocissimo, e i piedi che fino a poco tempo prima Paul avrebbe giurato di tenere saldi a terra, sembravano librare in aria. Lasciò andare delicatamente la mano sulla spalla di John e aggrappandosi alla sua maglietta, allungò le sue dita nei capelli ramati del ragazzo, continuandolo a baciare appassionatamente.
John, dal canto suo, era più emozionato di Paul.  Aveva acquistato talmente tanto coraggio con quel gesto che sembrava non volersi più staccare dalle labbra del compagno. Non era sicuro che Paul condividesse i suoi sentimenti, e forse questa era l’unica ragione che lo aveva trattenuto dal farlo altre volte, ma non appena sentì le labbra del basista schiudersi sotto il suo tocco, John capì che quella era la cosa giusta da fare e che era finalmente arrivato il momento di mettere a tacere tutto quel gioco di sguardi e di mani.
Il chitarrista si allontanò il giusto che bastava dal viso del compagno per respirare e, quando vide sul suo viso un senso di felicità misto a un completo senso di appagamento, capì che quello era sicuramente il miglior modo per Paul di sdebitarsi con lui. Si avvicinò leggermente al suo viso e fece sfiorare i loro nasi, sorridendo.

“Buon compleanno, piccolo.” Aggiunse con un filo di voce, prima di tornare a baciarlo.
 

***
Angolo autrice:
Okay, come avete potuto notare non appena letta questa breve fanfic, si basa tutto sul compleanno del nostro amato Paul, che proprio oggi compie la bellezza di settantadue anni, sei sempre un giovane teddy boy per noi, Sir. Ebbene, per festeggiare questa occasione tanto importante, ho voluto (seppur in modo pietoso) trattarla con una Mclennon, in modo dal rendere tutto ancora più fluff, per una volta. L’idea era quella di John che si presentasse a casa di Paul, con una torta in mano e visto che anche io stessa ho da poco cominciato a far pratica in questo campo, mi sembrava carina l’idea di John che si facesse aiutare da Mimi nel preparare una torta per il suo amato. So già che quest’idea e la stesura della storia stessa, risulterà molto banale e schifosa come al solito, ma abbiate pietà perché ce la sto mettendo tutta.
Ringrazio come sempre ringostarrismybeatle per correzione e tutte le mi affezionate lettrici che ogni volta recensiscono le mie schifezze, grazie davvero di cuore.
Infine, ringrazio ogni lettore e ricordate sempre che ogni consiglio, così come la critica, è sempre accetto volentieri. Spero di sentirci al più presto con altre os, per la mini-long e la long dovrete avere ancora un altro po’ di pazienza. ;)
Buon compleanno di nuovo, Paul!

Alla prossima,
Chiara_LennonGirl06
 
  
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