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Autore: Kara Clary    18/06/2014    9 recensioni
Ambientata durante Città delle Anime Perdute al Kosti Lustr.
«Che stai facendo?» Sussurrò lei. «Jace?» Le strane luci della discoteca gli trasformavano gli occhi in un caleidoscopio di colori. Il suo sguardo l'agganciò con avidità. Sentì i suoi polpastrelli ticchettare sul bordo del suo vestito. Aveva un sorriso perverso. «Puoi dirmi di fermarmi quando vuoi» le disse. «Ma non lo farai.»
Sebastian colse la voce del fratellastro dietro la tenda di uno dei privé, la tirò e trovò quello che si aspettava: Jace avvinghiato a sua sorella. Un lampo di gelosia gli strinse per un istante il cuore, poi tornò in sé e cercò di sorridere. La tenda aveva attutito i suoni proveniente dall'esterno e quando lui la sollevò, Clary sentì un'aria fresca entrare, colpirle il viso e le cosce semi nude, percepì più distintamente la musica assordante della sala, le voci che si perdevano in grida senza senso e il calore di mille corpi ammassati. Le luci intermittenti della discoteca l'accecarono e la fecero riemergere da quel lago di sensazioni in cui si stava perdendo.
Jonathan/Clary/Jace.
Genere: Dark, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Threesome
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SILVER KISS
 

«Vuoi andare a casa? O ballare ancora un po’?»
«Ballare ancora un po’. Per te va bene?»
«Prego» rispose Sebastian. Si allungò all’indietro, appoggiando le mani sul bordo della fontana. Il suo sorriso era una lama di rasoio. «Guardare non mi disturba.»
Guardò indietro suo fratello per un solo momento prima di lasciare che Jace la conducesse attraverso la folla fino all’estremità. Un’altra sfera di luce colorata esplose sopra le loro teste mentre camminavano, spargendo argento; Clary alzò la testa e allungò la lingua per catturare altre gocce agrodolci Jace si fermò e la fece dondolare verso di lui. Clary riusciva a sentire il liquido argenteo scivolare sul suo viso come lacrime.
Jace fece un rumore impaziente e dopo spinse nuovamente Clary verso di lui, attraverso la fine della massa e dentro una delle alcova ombrose che delineavano le pareti.
Il privé era buio, così buio che Jace sembrava soltanto una sagoma d’oro e d’ombra.

Il suo corpo premeva quello di Clary contro il muro, la testa di Clary girava, stordendola piacevolmente, rendendo i suoi pensieri leggeri e scivolosi, nulla attecchiva, solo le sensazioni del suo corpo che si irradiavano ad ogni suo tocco. Le mani di Jace le scivolarono lungo i fianchi e raggiunsero l’orlo del vestito, sollevandolo lentamente sulle cosce.
«Che stai facendo?» Sussurrò lei. «Jace?»
Le strane luci della discoteca gli trasformavano gli occhi in un caleidoscopio di colori. Il suo sguardo l'agganciò con avidità. Sentì i suoi polpastrelli ticchettare sul bordo del suo vestito. Aveva un sorriso perverso. «Puoi dirmi di fermarmi quando vuoi» le disse. «Ma non lo farai.»
 
Sebastian colse la voce del fratellastro dietro la tenda di uno dei privé, la tirò e trovò quello che si aspettava: Jace avvinghiato a sua sorella. Un lampo di gelosia gli strinse per un istante il cuore, poi tornò in sé e cercò di sorridere.
La tenda aveva attutito i suoni proveniente dall'esterno e quando lui la sollevò, Clary sentì un'aria fresca entrare, colpirle il viso e le cosce semi nude, percepì più distintamente la musica assordante della sala, le voci che si perdevano in grida senza senso e il calore di mille corpi ammassati. Le luci intermittenti della discoteca l'accecarono e la fecero riemergere da quel lago di sensazioni in cui si stava perdendo.
Clary spinse via Jace. Sentiva caldo dappertutto e i capelli rossi le si appiccicavano sulla fronte e sul collo sudato.
«Non avevi da fare?» Jace, con fatica, cambiò posizione accostandosi a Clary e parlò con voce inespressiva.
«Oh, per favore non smettete a causa mia. Vi ho già detto che mi piace guardare.» Sulle labbra di Sebastian si dipinse un sorriso lento e voluttuoso.
Clary sbatté le palpebre più volte, cercando di mettere a fuoco la figura di suo fratello al buio della stanza. I suoi capelli quasi bianchi riflettevano l'azzurro delle luci stroboscopiche. Si sentiva la testa leggera come un palloncino e c'era qualcosa nella sua mente, un pensiero che non riusciva ad afferrare. Sapeva di dover fare qualcosa, ma cosa?
«Uhm... non avevi detto esattamente il contrario prima?» Clary non aspettò nemmeno la risposta e senza riuscire a trattenersi scoppiò a ridere. Jace si voltò a guardarla con la fronte corrugata.
«Trovi divertente le sue intenzioni voyeuristiche?» Le chiese alzando un sopracciglio biondo e sollevando gli angoli della bocca in un sorriso.
«Credo che mia sorella non sia nel pieno delle sue facoltà, al momento.» Disse Sebastian, lentamente. Jace lo guardò mordendosi un labbro sporco di quel liquido argenteo che cadeva dal soffitto. «E neanche tu, Jace.»
«Almeno noi ci divertiamo, a differenza tua.» Ribatté Jace, avvolgendo la vita di Clary con un braccio e giocherellando con l'orlo del suo vestito nero.
Lei si abbandonò ai brividi che la percorrevano ogni volta che le dita di Jace le sfioravano la coscia.
«Jace ha ragione...» disse Clary, soffocando a stento un gemito di piacere mentre le labbra di Jace scivolavano morbide sopra il suo collo, assolutamente noncurante di Sebastian «...te ne stai sempre lì, impassibile.»
Il ragazzo smise di baciarla e annuì appena. «Forse non sa come divertirsi.» Sussurrò all'orecchio di Clary, come se le parole appena dette fossero un grande segreto.
Sebastian alzò le sopracciglia e fissò gli occhi neri suoi corpi aggrovigliati dei due ragazzi, le mani gli formicolavano, strinse più forte i pugni senza che gli altri se ne accorgessero.
«State dicendo che dovrei accettare lezioni di divertimento da voi due?» Il tono era inespressivo e vagamente scettico, anche se i suoi occhi erano attenti e immobili sul corpo di Clary. Un spallina le era scivolata giù lungo il braccio e la sua pelle nuda spiccava come porcellana contro il freddo muro di pietra alle sue spalle. Una ciocca di capelli rossi accarezzava il suo petto scendendo verso la scollatura, come un velato invito. Rialzando gli occhi si rese conto che le iridi luminose di Clarissa erano posate su di lui, mentre Jace continuava a baciarle il viso e poi l'orecchio. Lo stava osservando con curiosità, come se cercasse di capire qualcosa. Quegli occhi verdi che riflettevano gli scintillii argentati della sala, ora gli stavano lanciando una muta richiesta, un malizioso messaggio, poi Jace la morse e lei chiuse le palpebre e quel contatto visivo che stava per smontare ogni suo autocontrollo s'interruppe.
«Jace potrebbe insegnarti molto...» disse Clary tra un sospiro e l'altro mentre il biondo faceva vagare le mani lungo le curve di lei. Sebastian immaginò per un attimo che quelle fossero le sue mani, sentì il cavallo dei suoi pantaloni diventare più stretto.
Clary colse lo sguardo di Sebastian fisso su di loro, come li stava guardando, come la stava guardando. I suoi occhi profondamente neri la stavano penetrando, illuminati da una luce predatrice. Clary sentiva nella sua gabbia toracica un rimbombo continuo e martellante, non riusciva a capire se fosse il cuore o solo i bassi della musica che risuonavano dentro di lei. Jace la morse e Clary dimenticò in un istante la presenza del fratello, la sua mente era volubile e vogliosa, chiuse le palpebre, riusciva a percepire solo le abili dita di Jace che scorrevano lungo il suo corpo, che s'insinuavano sotto la stoffa del suo vestito. Di colpo l'oscurità del privé tornò a circondarla, la sagoma di Sebastian scomparve e per un attimo credette che fosse uscito. Poi, invece, sentì una presenza vicina, uno spostamento d'aria veloce e la mano di Jace bloccarsi.
«Che fai?» la voce di Jace era bassa e roca, come se fosse stato svegliato bruscamente. Clary avvertì un respiro fresco scompigliarle i capelli dall'altro lato rispetto a dove si trovava Jace. Un leggero peso si poggiò sulla sua testa, delle dita lunghe le scostarono i capelli e la consapevolezza di avere le labbra di qualcuno accanto al suo orecchio le fecero correre dei vivaci brividi lungo il collo e le spalle, poi la voce di Sebastian le sussurrò:
«Jace non deve insegnarmi proprio nulla...»
«Non ho detto che dovevi divertirti con noi…» Sebastian afferrò la mano di Jace, ancora intrappolata sotto l'orlo del vestito di lei. «… lasciami!» L'ostilità della voce di Jace accese un lontano campanello d'allarme nella mente di Clary, sentiva qualcosa grattare nella parte posteriore del suo cervello.
«Ragazzi... non litigate, divertiamoci, è così bello qui...» Quelle parole uscite dalla sua bocca la sorpresero, come se fosse stato qualcun altro a parlare.
Si sentiva libera e selvaggia. Anche se aveva la sensazione di stare dimenticando qualcosa di estremamente importante, ma prima che potesse focalizzare cosa, fu risucchiata dall'oscurità di un brivido che inondò il suo corpo.
«Brava sorella.» Improvvisamente due bocche la stavano baciando contemporaneamente lungo il collo, procedendo in direzioni opposte, un sorriso affiorò sulle sue labbra, poi un risolino di piacere. La bocca di Jace alla sua sinistra scese leggera come una farfalla sulla sua spalla, poi sul suo braccio, nell'incavo del gomito lasciando una scia fresca e brillante. Quel liquido argentato continuava a cadere sulle loro teste, Clary aprì la bocca per raccoglierne dell'altro, e la ritrovò coperta da delle labbra morbide, più sottili di quelle di Jace. La sua lingua e quella d Sebastian si scambiarono quella sostanza deliziosa, lui le afferrò la testa, affondando le dita tra i suoi capelli. L'altra mano doveva aver lasciato quella di Jace, perché era poggiata sul suo sterno, dirigendosi sempre più velocemente verso il suo petto. Le gambe di Clary tremavano di eccitazione, cercò i capelli di Jace e la maglia di Sebastian per aggrapparsi a qualcosa. Le sembrò di perdersi in un vortice di mani e baci che la ricoprivano e la trasportavano in un posto al di fuori del mondo. Le dita di Jace ripresero a muoversi, raccolsero la seta del suo vestito, trascinando l’orlo verso l’alto, sempre più in alto afferrando i suoi fianchi fasciati da dei leggeri slip, mentre la bocca carnosa di Jace scendeva sulle sue ossa iliache, per poi posarsi sulle cosce, il respiro caldo infiammava la pelle fredda delle sue gambe. Clary gemette nella bocca di Sebastian, mentre la sua mano accarezzava il suo seno con una delicatezza che non credeva gli appartenesse. Il respiro di Sebastian fremeva nella sua bocca. Jace si fermò per un istante per poi riprendere e dirigersi dove nessuno l’aveva mai baciata prima. I baci erano leggeri, mentre il suo corpo si irrigidiva. Avrebbe voluto dirgli che voleva di più, ma non sapeva cosa, non sapeva cosa volesse esattamente. E comunque non importava perché lui sembrava saperlo meglio di lei. Clary lasciò cadere indietro la testa, ad occhi semi-chiusi, lasciando spazio di manovra alla lingua di Sebastian che scendeva dal suo collo fino al suo petto per poi baciarle il seno, prima di raggiungere il suo apice si staccò, provocando un lamento che scappò dalla bocca di Clary. Sebastian sorrise e l'avvolse da dietro, lasciando che lei si abbandonasse completamente a lui, le scostò i capelli da un lato della spalla ed iniziò a succhiarle la pelle del collo, stuzzicandole il seno con i polpastrelli e leccando il suo orecchio. Ogni azione era inframmezzata da pause volutamente lunghe. Montava la sua eccitazione e poi si ritirava l'istante prima di raggiungere il punto più sensibile, ripeté questa tattica ancora e ancora finché non ottenne l'effetto voluto. Clary frustata si voltò verso di lui, mentre Jace si scansava agilmente rimanendo avvinghiato a lei con le dita e rialzandosi. Clary si buttò su Sebastian e lo baciò con violenza, lui iniziò a ridere tra un bacio ed un altro, Clary gli tirò i capelli e si schiacciò ancora di più su di lui, le sue mani s'infilarono sotto la sua maglietta, accarezzarono le cicatrici che deturpavano la sua schiena. Le mani di Sebastian la presero per i fianchi, un ringhio profondo affiorò dalla gola di lui quando lei affondò le unghie sulla sua pelle, graffiandolo.
Sia Sebastian che Jace risucchiarono per un attimo l'aria, provando la stessa sensazione a causa del marchio di Lilith. Clary, tenendo una mano sul collo del fratello, cercò con l'altra Jace, le loro bocche si ritrovarono immediatamente, i loro baci diventarono sempre più profondi, poi delle mani l'accerchiarono da dietro scendendo in mezzo alle sua gambe. Il suo piccolo corpo era circondato da braccia possenti, respiri caldi che le sussurravano il suo nome, due corpi la stringevano e l'accarezzavano, sentiva la pressione del loro desiderio addosso a lei, il piacere riempiva ogni poro della sua pelle. Aprì gli occhi pensando di essere arrivata in paradiso, quando le sembrò di scorgere del rosso sulle sue mani e lungo il collo di Jace. Guardò in alto e il liquido che scendeva dal soffitto non era più argentato, ma carminio. Le risate e i gridolini di divertimento divennero improvvisamente urla di terrore che le perforavano i timpani. Il suo respiro, fino ad un secondo prima concitato, divenne pesante, ogni volta che ispirava le sembrava che l'aria fosse pesantissima e che nulla entrasse nei suoi polmoni. In preda all'ansia iniziò ad allontanare Jace e Sebastian, sgusciò tra loro e cercò freneticamente una via d'uscita. Doveva riprendere aria, doveva cercare un posto dove poter respirare. Jace e Sebastian la chiamarono all'unisono:
«Clary!» Poi senza perdere tempo la inseguirono.
Lei scostò la tenda del privé e corse tra la folla. Gli stessi volti che poco prima le erano apparsi così belli ed estatici, ora le si rivelavano come teschi scarni e terrificanti. Corse spingendo quei corpi orribili, soffocando nel suo stesso respiro, pregando che tutto finisse al più presto. Alzò il viso verso l'alto e il lampadario di ossa era enorme e sembrava incombere sopra di lei come un mostro. Sentì qualcosa di umido rigarle il volto e, pensando fossero lacrime, si asciugò con il dorso della mano. Quando posò lo sguardo si di essa, la trovò completamente insanguinata. Clary urlò, ma il suo grido si perse nel chiasso della discoteca. Continuò a spingere, nella vana speranza di trovare l'uscita. Qualcuno le urlò di stare attenta. Un altro disse qualcosa in una lingua straniera, che suonava molto come: è completamente strafatta. Raggiunse la fontana al centro della sala, aggrappandosi al bordo di marmo, lo stesso su cui poco prima si era appoggiato Sebastian, chiedendole di guardare nell'acqua.
Ora la superficie non era più limpida e cristallina, era rossa e densa come sangue. Clary emise un singhiozzo e fece per accasciarsi a terra, sopraffatta da tutto l'orrore che la circondava, ma le sue ginocchia non toccarono mai il suolo. Due braccia forti la sostennero, trattenendola in piedi. Lei cercò di liberarsi da quella presa ferrea, scalciando e urlando, ma quelle braccia erano dure come acciaio. Smise di lottare e guardò per la seconda volta dentro la fontana. Il liquido rosso c'era ancora, ma sulla superficie si distingueva un riflesso. Era il suo volto pallido e accanto al suo c'era quello di Sebastian, che da dietro la stringeva a sé sorreggendola. Nel riflesso entrambi sorridevano, un sorriso crudele e malvagio e i suoi occhi …
I suoi occhi erano neri.
Neri, proprio come quelli di Sebastian.





NOTE: La prima parte in corsivo è stata ripresa da Città delle Anime Perdute della Clare. Ecco un'altra delle nostre folli idee, speriamo davvero che non ci fustighiate e che la storia sia di vostro gradimento, fateci sapere che ne pensate mi raccomando!
Questa è stata veramente scritta a quattro mani, sapete riconoscere cosa è stato scritto da Kara e cosa da Clary? :P
Se vorrete lasciarci la vostra opinione ne saremo più che felici!!
Baci a tutte!
Kara_Slayer e Clary F
  
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