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Autore: Placebogirl_Black Stones    18/06/2014    8 recensioni
La osservò con la coda dell’occhio, mentre si sedeva accanto a lui.
Sul volto aveva un’espressione serena, le sue rosee labbra erano incurvate in un sorriso disinteressato.
Era sempre stata bellissima, Laki.
Bellissima e forte, in quanto unica donna appartenente ai guerrieri Shandia.
Il loro rapporto era sempre stato un alternarsi di alti e bassi, che non trovava mai un giusto equilibrio.
Non che si odiassero, ma entrambi non riuscivano a farsi andare a genio alcuni lati della personalità dell’altro.
Lui non accettava che lei si preoccupasse troppo per cose di futile importanza; lei non amava la sua indole troppo aggressiva.
Tuttavia, mai si erano mancati di rispetto, perché entrambi riconoscevano il valore dell’altro.
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Laki, Wiper
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Shandia in Love'
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IL MIO UPPER YARD




Finalmente il silenzio era tornato a regnare nell’Upper Yard.

Gli unici suoni che dilagavano nell’aria erano il crepitio delle fiamme dei fuochi ancora accesi e il russare degli abitanti dell’isola, stremati dopo quegli interminabili festeggiamenti.

Avevano desiderato per anni quel momento, e ora finalmente volevano gustarselo fino in fondo.

Era insolito vedere come gli Shandia e il resto della popolazione fossero ammassati gli uni agli altri, sorridenti e felici.

Molte cose sarebbero cambiate da quel momento.

Nonostante le numerose ferite che aveva riportato durante lo scontro con Eneru, non riusciva a chiudere occhio.

Aveva dormito nel giorni precedenti, e si era svegliato quando ormai la festa era giunta al termine.

Era stata una vera sorpresa per lui vedere tutto quel trambusto, ma in rigoroso silenzio aveva accettato la cosa.

E ora si ritrovava lì, seduto su una grossa radice, in disparte da tutto e da tutti, fumando uno dei suoi inseparabili sigari.

Aveva realizzato il suo sogno: la “luce di Shandora” splendeva nuovamente sull’Upper Yard.

Osservava il fumo del sigaro risalire verso l’alto, etereo e libero.

Libertà…

Ora non era più solo una parola impressa nelle loro menti.

Il flusso di pensieri dal quale si era lasciato catturare non gli impedì di percepire una presenza alle sue spalle.

Da bravo capo tribù quale era doveva avere sempre gli occhi aperti, e i sensi paragonabili a quelli di un animale.

Passi leggeri, che a malapena si udivano sul tappeto di foglie secche, un profumo riconducibile a quello di una donna.

 

- Non dormi?- la precedette, prima che potesse aprir bocca.

- Potrei farti la stessa domanda…- rispose la ragazza, che conoscendolo ormai da anni non si stupiva di certo di saperlo così attento e vigile.

- Ho dormito anche troppo…-

 

La osservò con la coda dell’occhio, mentre si sedeva accanto a lui.

Sul volto aveva un’espressione serena, le sue rosee labbra erano incurvate in un sorriso disinteressato.

Era sempre stata bellissima, Laki.

Bellissima e forte, in quanto unica donna appartenente ai guerrieri Shandia.

Il loro rapporto era sempre stato un alternarsi di alti e bassi, che non trovava mai un giusto equilibrio.

Non che si odiassero, ma entrambi non riuscivano a farsi andare a genio alcuni lati della personalità dell’altro.

Lui non accettava che lei si preoccupasse troppo per cose di futile importanza; lei non amava la sua indole troppo aggressiva.

Tuttavia, mai si erano mancati di rispetto, perché entrambi riconoscevano il valore dell’altro.

Si conoscevano sin da bambini, e ormai avevano imparato a convivere con le loro diversità.

 

- Ѐ stata una bella festa vero?- interruppe il silenzio la giovane donna.

- Troppa confusione…- rispose semplicemente, con il suo fare burbero.

- Oh, andiamo, per una volta potresti anche lasciarti andare!-

- Sono stupidaggini…-

- Per te la felicità è una stupidaggine?- lo riprese.

 

Dannata donna.

In un combattimento corpo a corpo non avrebbe mai avuto la meglio contro di lui, ma in uno scontro verbale poteva essere il peggiore dei nemici.

 

-Parlavo di questa inutile baraonda…- aspirò una boccata dal suo sigaro.

- La gente normale manifesta in questo modo la propria gioia- gli lanciò una frecciata sottile e velata.

- Dove vuoi arrivare?- iniziava a spazientirsi.

- Dovresti divertirti anche tu…Hai raggiunto il tuo sogno, ora puoi concederti un attimo di felicità…- lo guardò.

 

Non riusciva a descrivere quante cose scaturissero da quegli occhi verde tenebra, sembrava volessero penetrare l’animo di chi li osservava.

Avevano un luce diversa quel giorno.

Una luce nuova, dettata dalla sensazione di libertà che scorreva nelle vene.

La rendeva ancora più bella, per quanto fosse possibile.

 

- Me lo concederò a tempo debito…- replicò.

- Sei sempre il solito…- scosse la testa, non mancando però di sorridere.

 

Rimasero così, in silenzio, guardando il cielo stellato delle ultime ore della notte, che fra poco avrebbe lasciato spazio a un nuovo giorno.

Poi, senza sapere il perché, si ritrovò la testa di Laki posata sulla sua spalla.

Era un contatto intimo, che non c’era mai stato fra loro.

Probabilmente doveva essersi addormentata.

 

- Ma guarda questa…Se aveva sonno poteva andarsi a coricare…- brontolò fra sé e sé.

- Non sto dormendo- rispose la ragazza, con la sua voce dolce e calma.

 

Si stupì di saperla cosciente, perché quel gesto non le sembrava da lei.

Che tutti quei festeggiamenti le avessero dato alla testa?

 

- E allora perché ti sei riversata su di me?-

- Si sta bene così…- si accomodò meglio contro di lui -Ti da fastidio?-

 

Non era avvezzo a simili attenzioni, ma di certo non poteva dire che gli desse fastidio.

Laki gli piaceva, dopotutto.

 

- No…- rispose dopo qualche minuto di silenzio.

- Sei stato un ottimo capo tribù- se ne uscì all’improvviso.

- Cosa?-

- Hai dimostrato di essere disposto a sacrificare anche la tua stessa vita per il bene del tuo popolo, ed è questo che fa un vero capo tribù. Sei il nostro eroe…-

 

Ma che stava blaterando adesso?!

Doveva aver bevuto troppo!

Non gli erano mai piaciute le adulazioni e i complimenti, perché con il caratteraccio che si ritrovava non sapeva prenderli al giusto modo.

Non che si sentisse offeso dalle sue parole, però non aveva idea di come reagire.

 

- Adesso smettila con queste sciocchezze!- la rimproverò con il suo fare bisbetico.

 

In tutta risposta la sentì ridacchiare, alzando la testa dalla sua possente spalla.

 

- Non cambierai mai, vero?-

 

Occhi negli occhi, si fissavano.

Le luci traballanti e calde dei fuochi, mischiati alle tenebre della notte che iniziavano a diradarsi, davano vita ad un’atmosfera molto intima.

Troppo intima.

Era scontroso e riservato, ma restava pur sempre un uomo.

E Laki era come il fumo dei sigari che tanto amava: impossibile potergli resistere.

Ma lui era un uomo d’onore, era il capo della tribù degli Shandia, e non poteva permettersi di abbassare la guardia nemmeno nelle questioni personali.

Sapendo che non ce l’avrebbe fatta se avesse continuato a guardarla, distolse gli occhi dai suoi, tornando a guardare dritto davanti a sé.

Come un ricordo che non voleva lasciare la sua testa, però, il profumo di Laki si faceva sempre più intenso, inebriando le sue narici.

Eppure non c’era un alito di vento.

Lo scoprì pochi istanti dopo, il motivo dell’intensificarsi di quella fragranza.

Lo scoprì quando due labbra morbide e piene si posarono con la delicatezza di una farfalla nell’angolo sinistro della sua bocca.

Non poté fare a meno di sgranare gli occhi, colto alla sprovvista da quel gesto.

Perché lo aveva fatto?!

Che avesse davvero perso il senso il della ragione?!

Chi le aveva dato il permesso di prendersi tanta confidenza?!

Ma la vera domanda, quella che rifiutava in tutti i modi di porsi era: perché un gesto simile aveva scaturito in lui simili emozioni?

Lui, che di emozioni aveva cercato tutta la vita di privarsi.

 

- Si può sapere che stai facendo?!- si ritrasse di poco, guardandola con le sopracciglia aggrottate.

- Prendilo come un ringraziamento per averci salvati…- mormorò, le guance leggermente imporporate.

- Ne facevo volentieri a meno…-

- Sapevo che lo avresti detto…Ma ho voluto farlo lo stesso- ammise.

- Ti diverti a contrastarmi sempre?-

- No, ma ho anche io il diritto di far valere le mie ragioni- disse seria.

 

Determinata.

Laki era una donna determinata, che sapeva esattamente quello che voleva.

Forse era anche questo lato del suo carattere a renderla così bella, oltre all’aspetto fisico.

Anche quando gli altri uomini della tribù si intimorivano di fronte al suo ardore di capo e ai suoi modi di fare violenti, lei non si era mai abbassata a fare qualcosa che non volesse.

Gli sbatteva in faccia tutto quello che pensava, parola dopo parola.

 

- E cosa volevi dimostrare con questo?-

 

Attese una risposta, che non arrivò.

La vide chinare il capo, mentre sul suo volto si dipingeva un’espressione triste.

E adesso che le prendeva?!

Bel mistero quella donna!

 

- Ti ha fatto così schifo?- pronunciò quelle parole con un tono quasi impercettibile.

 

Si preoccupava di questo?

Che potesse avergli fatto schifo?

Di certo la reazione che aveva avuto lasciava intendere questo, ma se si guardava la realtà dei fatti cambiavano molte cose.

Gli era piaciuto, eccome se gli era piaciuto.

Si vergognava ad ammetterlo, ma era così.

 

- No…- rispose semplicemente, per non destare sospetti, prendendo un altro sigaro e portandoselo alle labbra.

 

Lo avrebbe fumato volentieri, se una mano non gli avesse bloccato il polso a poco più di metà strada.

Una mano piccola se confrontata con la sua, dalla pelle candida che contrastava con la sua color noce.

Una mano all’apparenza fragile, ma che racchiudeva in sé una grande forza.

Rinunciò all’idea di fumare il suo sigaro, voltandosi verso la proprietaria della mano, che di nuovo lo fissava con gli occhi che brillavano.

Ma allora lo faceva apposta a provocarlo!

 

- E adesso che c’è?- si finse scocciato, anche se in realtà lo era davvero in parte.

 

La risposta arrivò chiara e immediata, come una folata di aria fresca primaverile.

Arrivò senza parole, che a volte non sono in grado di esprimere i veri sentimenti.

Un bacio.

Deciso, passionale, carico di sentimento.

Stavolta non aveva scampo.

Non poteva dire che non gli era piaciuto o che non aveva provato niente.

Si sentiva invaso da una sensazione nuova, sconosciuta ma al contempo bellissima.

Come una pace interiore, raggiunta dopo anni passati a desiderarla.

Non seppe dire con certezza per quando rimasero così.

Uno, forse due minuti.

L’unica cosa di cui era certo fu che quando Laki si staccò da lui, l’aria che respirava non era più la stessa.

Qualcosa era cambiato.

Un sentimento antico, assopito nel profondo del suo cuore, si era finalmente risvegliato.

Non credeva di essere capace di provarlo.

Amore.

Ciò che sentiva muoversi dentro il suo petto era amore.

Com’era nato?

Non sapeva dirlo.

Si conoscevano fin da bambini, forse la vicinanza e il tempo avevano fatto il loro decorso, insidiandosi nelle vene come una malattia letale.

Se la prigionia fosse stata paragonabile a quella sensazione, però, allora avrebbe voluto essere schiavo per tutta la vita.

Senza riuscire a staccarsi gli dosso, si ritrovarono nuovamente con i volti a pochi centimetri l’uno dall’altro.

Avevano innescato un meccanismo che non poteva essere disattivato.

Si assaggiarono nuovamente le labbra, stavolta con maggior coinvolgimento da parte di entrambi.

Il bacio si faceva sempre più intenso, sempre più profondo; le lingue si cercavano vogliose di stringersi un abbraccio senza fine.

Poi fu il turno delle mani.

Le mani che scorrevano sui loro corpi facendoli fremere dal desiderio.

Lesto, l’afferrò per i fianchi, portandola sopra di sé.

Non era uno che aspettava a prendersi ciò che voleva.

Sopportando il dolore delle ferite che ancora non si erano rimarginate, si alzò in piedi sollevandola con le sue possenti braccia, camminando all’interno della vegetazione per trovare un riparo meno esposto agli occhi dei dormienti, che si sarebbero potuti svegliare da un momento all’altro.

Quando ebbe trovato il luogo perfetto, si sedette sul manto erboso, senza mai lasciare la presa sul corpo della donna.

 

- Forse dovremmo andarci piano…- la sentì sussurrare in preda all’estasi - Sei ancora convalescente…-

 

La zittì, avventandosi nuovamente sulle sue labbra.

La risposta era chiara.

Fece scorrere i palmi sui suoi fianchi sottili, proseguendo verso l’alto e liberandola in poco tempo della tunica color lilla che copriva a stento le sue morbide curve, facendo fuoriuscire queste ultime.

Come non deliziarsi davanti a quelle morbide collinette lattee, che chiedevano solo di essere toccate.

Le massaggiò con forza, facendo sospirare Laki di piacere.

In pochi secondi si ritrovarono entrambi senza vestiti, mentre i loro corpi si avvinghiavano come rami di edera.

Lui seduto a terra, e lei sopra di lui con le gambe allacciate dietro la sua vita, non avevano nessuna intenzione di staccare le loro labbra.

Quando sentì di non poter resistere oltre la penetrò, facendo sbocciare il suo fiore che fino a quel momento non aveva mai conosciuto altro uomo.

Si mosse piano dentro di lei, aspettando che il dolore si tramutasse in piacere, per poi aumentare sempre più il ritmo quando la sentì assecondare le spinte smuovendo il bacino.

Stantuffava in lei con ardore, mentre l’aria si riempiva dei loro gemiti.

Continuarono così, fino a quando non raggiunsero insieme la vetta del piacere.

Ancora sudata e ansante, Laki si accoccolò sul suo petto, addormentandosi poco dopo.

Le prime luci dell’alba filtrarono tra la vegetazione, lambendo i loro corpi nudi, come a volerli accarezzare.

E prima che il sonno si impossessasse delle sue membra, un pensiero gli attraversò la mente.

Adesso capiva perché tutte quelle persone si sentissero così piene di gioia per la ritrovata libertà dell’Upper Yard.

Ora anche lui poteva sentirsi così.

Perché era Laki il suo Upper Yard.

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Eccomi qui con un esperimento (malriuscito) su un’altra coppia dimenticata dal mondo!

Non c’è molto da dire se non che fa pena, ma Wiper è più o meno come Mihawk da descrivere: impossibile!

Spero che non sia troppo OOC, in tal caso non esitate a dirmelo che lo metto nelle note.

Dedico questa fanfic ad Ivy, che tutti conoscete come Nami_88, la quale come me è iscritta all’associazione “SCOPRIAMO COSA C’E’ SOTTO IL GONNELINO DI WIPER”! XD

Ivy è un figone questo moicano tatuato vero? ;)

 

Ne approfitto anche per dire che se notate delle modifiche nelle mie storie preferite, autori preferiti e altro è perché sto riorganizzando la mia pagina personale. Alcuni autori li ho eliminati definitivamente, altri li ho tolti dai preferiti e ho tenuto solo le storie che mi avevano davvero lasciato qualcosa. Non è una ripicca o uno sgarro nei confronti di nessuno, solo che mi sono stancata di dare lo stesso merito a tutti nello stesso modo quando gli altri sono i primi che fanno delle differenze con me.

Mi sono stancata di gente che continua a dirmi di non smettere e che sono brava ma non ha nemmeno mai messo una mia storia fra le seguite.

Perciò se notate dei cambiamenti è per questo motivo.

Se a qualcuno non sta bene, pace e amore.

 

Baci a tutti e ancora un saluto speciale ad Ivy!

Place

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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