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Autore: theprettyreckless    18/06/2014    2 recensioni
Elise Arabelle Payne è un normalissima ragazza che vive a Wolverhampton. Sua madre le darà una notizia che sconvolgerà la sua vita...
Premetto con il dire che non sarà la solita banale storiella,spero che vi incuriosisca.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il fastidioso suono della sveglia interrompe il mio sogno, ad occhi chiusi cerco quell' infernale aggeggio. Lo trovo e faticosamente riesco a spegnerlo. Ributto la testa sul cuscino e provo a riprendere sonno, quando riesco finalmente a riaddormentarmi sento mia madre chiamarmi dal piano inferiore. Sbuffo sonoramente, arrendendomi al fatto di non poter più dormire. Svogliatamente apro gli occhi e mi siedo sul bordo del mio letto, mi passo una mano tra i capelli. Sono un groviglio indomabile, sbuffo per la seconda volta in cinque minuti. Mi alzo dal letto, i miei piedi toccano il pavimento freddo  provocandomi un brivido che percorre il mio corpo. Arrivo alla finestra e la spalanco, apro le persiane lasciandomi rinfrescare dal gelido vento che soffia. Come sempre qui a  Wolverhampton il tempo non è dei migliori, infatti il cielo è ricoperto da grandi nuvole grigie. Credo che pioverà, amo la pioggia, l'odore del terreno bagnato...
<< ELISE  ARABELLE PAYNE SE NON TI SBRIGHI A SCENDERE GIURO CHE TI PRENDO A CALCI NEL SEDERE >> Urla mia madre dal piano di sotto.
Alzo gli occhi al cielo, infastidita dalla poca delicatezza di mia madre. Deciso di scendere stufa di tutte quelle grida di prima mattina.  Esco dalla camera e mi  avvio per le scale. Scendo lentamente, inciampo sull'ultimo gradino.
<< Ma porca puttana! >> Esclamo, attaccandomi al corrimano.
<< Cosa hai detto tesoro? >> Domanda mia madre dalla cucina.
<< Niente niente,tutto bene. >> borbotto.
Le scale di prima mattina sono un suicidio... Arrivo in cucina dove mia madre sta preparando la colazione.
<< Buongiorno amore >>  Mi saluta abbracciandomi. 
Ricambio svogliatamente l'abbraccio e mi siedo a tavola. Mia madre mi porge una tazza di tè e poi si siede accanto a me.
<< Ehm tesoro vorrei parlarti di una cosa >> Dice mia madre giungendo le mani in grembo.
<< Mamma lo sai che di prima mattina non connetto il cervello >> Le rispondo per poi portarmi la tazza alla bocca. 
<< Lo so ma questa è una cosa molto importante >> Il suo sguardo è serio.
<< Va bene, mi stai facendo preoccupare >> Le rispondo.
<< Allora, da dove comincio? Devo ripartire per lavoro, devo andare a Los Angeles per sei mesi. E' davvero troppo tempo e io non voglio lasciarti qui da sola. Hai solo sedici anni e non puoi vivere tutta sola, per cui ho deciso che andrai ad abitare a Londra con tuo fratello Liam >> Mia madre finisce di parlare. Sono sconvolta,non è possibile...
Liam, mio fratello, qualche anno fa decise di andare ad abitare a Londra con dei suoi amici. Lì frequenta una scuola, sta all'ultimo anno. Fortunatamente abbiamo un bel rapporto, è sempre stato una specie di angelo custode per me. E' dolce, protettivo, geloso ma anche severo. Mi ha fatto da padre poiché i miei si separarono quando avevo sette anni e anche perché non ho un bel rapporto con mio padre, non ci parliamo neanche più.
<< Elise hai capito cosa ti ho detto? >> Mi chiede mia mamma interrompendo i miei pensieri.
<< Io, ehm,ecco si..credo. Non riuscirò a farti cambiare idea,vero? >> Le chiedo arrendendomi.
<< No tesoro, mi dispiace. Ne ho già parlato con tuo fratello ed è veramente felice di questa notizia. Perché tu non lo sei? >> Mi domanda mia madre poggiandomi una mano sul braccio.
<< Mamma non è che io non sia felice di vedere mio fratello ma è davvero un colpo per me...Qui ho tutto, la scuola, le mie migliori amiche, capisci? Andrò in un'altra scuola in cui non conosco nessuno tranne mio fratello, sarà difficile. >> Le rispondo cercando di non far trapelare la mia tristezza.
<< Lo so amore, ma Liam ti aiuterà ne sono certa >> mi rassicura mia madre sorridendomi.
Annuisco poco convinta e mi alzo, poso la tazza nel lavabo.
<< Vado a prepararmi altrimenti farò tardi >> Informo mia madre per poi schizzare in camera da letto.
Vado in bagno e mi faccio una doccia veloce.  Mi infilo l'intimo ed inizio a pettinare i miei capelli biondi, dopo qualche minuto riesco a districare tutti i nodi formatesi. Dopo dieci minuti ho finito di asciugarli facendoli ricadere morbidi sulle mie spalle. Torno in camera per cercare qualcosa da indossare, opto per un paio di Jeans strappati, una maglietta dei Guns N' Roses, un giacchetto di pelle ed infine le mie amate vans nere. Mi sbrigo ad andare in bagno per truccarmi : applico un po' di fondotinta, della matita marrone su i miei occhi verdi ed un po' di mascara. Spazzolo di nuovo i capelli, metto un po' di profumo e corro in camera. Qui afferro la borsa con i libri, prendo il telefono e l'ipod. Scendo al piano di sotto, vado in cucina ed afferro una mela sul tavolo. La ripongo nella borsa e poi mi accorgo di un bigliettino sul tavolo: 
Sono andata a lavoro, ci vediamo stasera per cena. Ah prima mi sono scordata di dirti che domani c'è il volo per andare da Liam. Ti voglio bene e fai la brava a scuola.
Baci, mamma.
Impreco ad alta voce. DOMANI? MA SIAMO SERI? DEVO PREPARARE TUTTO AVVERTIRE EMILY E  CLARE. AHHHH IO LA UCCIDO QUELLA DONNA.
Poso lo sguardo sull'orologio attaccato alla parete, sono le 7: 50 e tra venti minuti inizia scuola. Devo sbrigarmi. Mi avvio verso la porta, qui prendo dall'attaccapanni una sciarpa ed un cappello grigio. Apro la porta di casa e mi avvio in strada. Il vento colpisce il mio viso, facendo arrossare le mie gote. Mi stringo di più la sciarpa al collo ed afferro il mio ipod dalla borsa. Infilo le cuffiette e mi lascio cullare dalle note di Lana Del Rey. 
Non riesco a credere di dover partire, da una parte sono felice ma dall'altra mi dispiace. Sono contenta perché mio fratello mi manca da morire ma allo stesso tempo mi mancherà questo posto, mi mancheranno soprattutto Emily e Clare.
Dieci minuti dopo sono davanti al cancello della mia scuola, lo varco trovando immediatamente la chioma mora di Emily. Clare ancora non è arrivata, lei è più grande di me ha diciotto anni e frquenta l'ultimo anno. Lei ed Emily non si sopportano per cui devo dividermi tra loro due.
Raggiungo Emily, è di spalle, cammino lentamente per poi afferrarle i fianchi e farla spaventare.
<<  ODDIO MIO! TU SEI PAZZA, MA MI VUOI FAR MORIRE A SEDICI ANNI?! >> MIi urla contro, facendo girare tutti i ragazzi.
Non riesco a trattenermi e scoppio a ridere, seguita dalla sua risata.
<< Buongiorno baaaby! Come va? >> Mi chiede abbracciandomi.
<< Devo darti una brutta notizia- >> Vengo interrotta dal suono della campanella.
<< Scusami, devo andare ho il compito di matematica. Me lo dici a pranzo >> Emily mi scocca un bacio sulla guancia per poi correre verso la sua classe.
Alzo gli occhi al cielo per poi entrare nell'edificio, mi avvio verso la classe di spagnolo.
Le cinque ore passano velocemente, anche perché non sono stata minimamente attenta. Ho pensato tutto il tempo a domani... 
Esco dall'aula di francese e vado verso la sala mensa. Qui fuori trovo Clare intenta  a parlare con un ragazzo, appena si accorge di me liquida quest'ultimo e mi venire incontro.
<< Bambolaaa! Hai una faccia pallida... cos' è successo? >> Clare mi abbraccia per poi guardarmi preoccupata.
<< Ehi... devo raccontarti una cosa, anzi raccontarvi. Lo so che tu e Emily non vi sopportate ma è davvero importante per cui possiamo stare tutte e tre insieme a pranzo? >> Dico tutto d'un fiato.
<< Se è una cosa così importante non ho problemi, però mi stai facendo preoccupare >> Mi risponde Clare decisamente preoccupata.
<< Tranquilla vieni, andiamo a cercare Emily >> La prendo sotto braccio e ci avviamo nella sala mensa. Qui riesco ad individuare Emily seduta al tavolo con un gruppo di ragazzi, la raggiungiamo.
<< Emily puoi venire con noi un attimo? >> Le chiedo, imbarazzata dagli sguardi di tutti i ragazzi puntati su me e Clare.
<< Certo >> Mi risponde Emily.
Ci sediamo ad un tavolo libero, io da un lato, Emily e Clare a quello opposto.
<< Allora vi devo parlare di una cosa... Mia mamma ha deciso di spedirmi a vivere a Londra da mio fratello con i suoi "amichetti" visto che lei deve ripartire per lavoro >> Sputo tutto d'un fiato le parole che mi sono tenuta dentro per circa cinque ore.
Le mie migliori amiche mi guardano a bocca aperta, totalmente paralizzate dalla notizia.
<< Non ci posso credere, non può faro! Non può portarti via da noi >>  La prima a parlare è Emily, è arrabbiata  e le trema la voce.
<< CAZZO! Emily ha ragione, non può farlo. Poteva benissimo chiedere a mia madre o a quella di Emily di ospitarti. >>  Continua Clare, anche lei arrabbiata.
<< Lo sapete come è fatta mia madre, quando decide una cosa è irremovibile. Non ci osso fare nulla... E sapete cosa la cosa più brutta? Domani devo partire. Vi rendete conto? DOMANI. >> Esclamo esasperata, passandomi una mano tra i capelli.
<< Domani? Senza offesa ma credo che tua madre sia impazzita. Almeno il tempo di salutarci per bene...>> Dice Emily incredula.
Rimaniamo in silenzio per qualche minuto, poi le mie migliori amiche si alzano e vengono ad abbracciarmi.
<< Ho un'idea: visto che abbiamo poco tempo da passare insieme, che ne diti di saltare queste ultime ore di scuola e stare insieme? >> Propone Clare asciugando una piccola lacrima sulla mia guancia.
<< Io ci sto, non me ne frega un cazzo della scuola in questo momento! >> Esclama Emily staccandosi dal mega abbraccio.
<< Un momento... Voi due insieme? Sicure? Non è che poi scatenate la terza guerra mondiale? >> Scherzo.
<< Per te tutto baby, questo e altro . Promettiamo di fare le brave, giusto Emily? >> Dice Clare girandosi verso Emily.
<< Giusto, ce la possiamo fare a sopportarci per qualche ora >> Le risponde Emily accennando un sorriso.
Usciamo tutte e tre dalla mensa, arriviamo in cortile. Qui stiamo ben attente a non farci vedere da nessuno e poi corriamo verso il cancello. Stiamo per attraversarlo quando sentiamo qualcuno chiamarci.
<< DOVE PENSATE DI ANDARE SIGNORINE? TORNATE IMMEDIATAMENTE QUI! NON POTETE USCIRE DA SCUOLA! >> Urla un professore notando la nostra piccola fuga. 
Iniziamo a correre più forte, varchiamo il cancello e non ci fermiamo fino a quando arriviamo ad un parco vicino casa mia.
Ci buttiamo sull'erba a riprendere fiato, ci guardiamo  e scoppiamo a ridere senza ritegno.
Ci sediamo a gambe incrociate sull'erba, tiro fuori un pacchetto di sigarette. Ne estraggo una e l'accendo.
<< Ehi stronzetta passamene una, me la merito dopo questa brillante fuga. >> esclama Clare ridendo.
<< Un piano brillante direi, ci hanno quasi beccato >> Le tiro il pacchetto ridendo.
Restiamo lì per qualche ora a ridere, a scherzare e a fumare. Ma è ora di andare, devo preparare tutte le cose da porta via.
<< Ragazze devo andare, si sta facendo tardi e devo preparare tutto >> Le avverto alzandomi.
<< Vieni qua >> Mi dice Emily alzandosi ed aprendo le braccia.
Le vado incontro, stingendola forte. Ci stacchiamo e mi bacia dolcemente una guancia.
<< Ti voglio bene, stupida. Non fare troppi danni con tutti quei ragazzi e salutami quel figo di tuo fratello >> Dice Emily sorridendo.
<< Anche io te ne voglio >> Le rispondo sorridendo.
<< Ehi! Anche io voglio un abbraccio mieloso da diabete >> Clare mette il broncio ed apre le braccia.
Mi ci fiondo e stringo forte anche lei.
<< Ti voglio bene e chiamami ogni giorno >> Mi sussurra all'orecchio per poi baciarmi una guancia.
<< Anche io, vi chiamerò ogni giorno e comportatevi bene >> Le avverto staccandomi da Clare. 
Mi giro e vado via, trattenendo le lacrime. A metà strada  accendo l'ennesima sigaretta, aspiro lentamente lasciando che il fumo colpisca la mia gola.
Un quarto d'ora dopo sono a casa, corro in cameretta mia per incominciare a sistemare le cose. Sarà un lungo pomeriggio, penso sbuffando.
 
  
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