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Autore: Sognatrice_2000    18/06/2014    1 recensioni
Cosa è accaduto veramente tra Shiho e Gin,prima che la scienziata abbandonasse l'organizzazione?
Un giorno,dopo un inaspettato incontro per le vie del centro,entrambi rievocheranno i loro ricordi,accorgendosi che dentro di loro continuano a palpitare leforti emozioni del passato.
Ai dovrà affrontare una scelta difficile,che metterà in discussione il suo futuro,ma che sarà resa più piacevole dall'amore di una persona speciale.
(GinxSherry)
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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"Ai!Ai!”
La bambina udiva una voce familiare in lontananza,ma più si avvicinava,più la distanza aumentava.
“Ai!”
“Chi è?”chiese lei spaventata guardandosi intorno. Tuttavia non vide nessuno,e riprese a correre.
All’improvviso comparve davanti a lei il volto di un bambino,dai capelli mori e gli occhi azzurri.
“Shinichi!”esclamò stupita,cercando di raggiungerlo. Ma il volto venne risucchiato da un buco nero, e con esso anche la voce sparì.
“Shinichi!”tese una mano,ma non ce la fece a raggiungerlo.
Poco dopo comparve una figura dall’ampio mantello nero e dai lunghi capelli biondi. Si inginocchiò dietro di lei,scostandole una ciocca di capelli ramati dietro l’orecchio e baciandola sul collo, assaporando il suo profumo.
“Gin … ”si voltò impercettibilmente,rassicurata dalla sua presenza,e gli strinse la mano che lui aveva posato sulla sua spalla.
“Non ti preoccupare,adesso ci sono io con te … “sussurrò lui,abbracciandola da dietro “non hai bisogno di lui … “
Ad un tratto i contorni persero consistenza, e lei spalancò le palpebre.
“Era un sogno … ”mormorò nel buio,confusa.
Accanto a lei c’era Gin,che dormiva tranquillamente,e la stava stringendo così forte che lei non poteva muoversi. Ai strizzò gli occhi,scostando il braccio dell’uomo attorno ai suoi fianchi e alzandosi silenziosamente. Non ne comprendeva il motivo,ma aveva un brutto presentimento. Sperò con tutto il cuore che Shinichi stesse bene e che non gli fosse capitato nulla di grave. Si sentiva in qualche modo colpevole nei suoi confronti. Si avvicinò alla porta: era stata una sciocca ad essersi lasciata trasportare dai sentimenti,doveva tornare subito da lui e scusarsi per quello che gli era successo.
“Sherry … “una voce alle sue spalle la fece sobbalzare “ Che cosa stai facendo?”
“Niente,non riuscivo a dormire”rispose lei scrollando la testa.
Gin si alzò,sollevandola per abbracciarla : “Non starai pensando di andartene? Non te lo permetterò.”
Ai deglutì,lasciando che lui strusciasse con dolcezza le labbra sul suo collo.
“Sei tutta sudata … “sussurrò lui,continuando a baciarla,mentre lei rabbrividì. Sollevò lo sguardo, stringendo la sua testa al petto,e avvertendo il respiro affannato dell’uomo spandersi sul suo collo e sulla sua pelle.
“Lasciami,adesso basta…”bisbigliò Ai in modo smorzato,non convinta delle sue stesse parole,ma lui non voleva allontanarsi da lei,faticava a calmarsi, voleva averla tra le sue braccia.
“Non ti permetterò di lasciarmi”La distese con forza sul letto,mettendosi sopra di lei. Ai trovò rifugio tra le sue braccia,non avendo più la forza di compiere alcun movimento.
Si strinse alle sue spalle possenti,tenendolo vicino a sé.
“No,non voglio andarmene”disse con decisione,scostando la sua folta chioma bionda e accarezzandogli piano la pelle “Non potrei mai”Lasciò che una piccola lacrima uscisse dai suoi occhi,scivolando lungo il viso. Gin se ne accorse e la baciò sensualmente,fermandola.
“Ho solo te.”Pronunciò quelle parole non con fastidio,ma con evidente amore e felicità.
Le mani fredde di lui si infilarono abili e allo stesso tempo con forza sotto il tessuto della sua maglietta, sfilandogliela e rivelando un corpo esile ma bellissimo.
Ai ansimò piano,ormai era abituata a sentirsi percorsa da quelle labbra e stretta da quelle mani,ma  nonostante questo il cuore le martellava incessantemente nel petto. Le sue mani,piccole e affusolate,premettero sugli addominali ben scolpiti dell’uomo,alzando con delicatezza il morbido tessuto della maglia nera. In questo modo,ne aumentò ancora di più l’eccitazione. Egli,infatti,non si fermò,ma sfilò anche la biancheria intima della bambina,baciandole il seno ormai rigido con desiderio. Sfiorò i suoi capelli,inebriandosi di quella fragranza di rosa,seducente e dolce allo stesso tempo,che proveniva da essi e che tanto gli piaceva.
Ai lo baciò con passione,finché non lo sentì penetrare in lei. Numerosi brividi percorsero la sua schiena,e dalle labbra uscirono dei gemiti di piacere sempre più intensi,mano a mano che le spinte si facevano più decise e profonde.
Desiderò che quel momento,in cui erano uniti come non lo erano mai stati,non finisse più. Si sentiva soddisfatta,appagata. Dopo un po’,Gin le crollò addosso ansimando,e lei cercò di calmare il suo respiro accelerato,sfinita. Solamente con lui riusciva a provare quelle sensazioni così passionali,intense,estasianti,che le devastavano il cuore e la mente: sapeva che con nessun altro ci sarebbe stata quell’intesa,quelle occhiate magnetiche che si scambiavano in silenzio,ma che significavano molto più di mille parole,l’intuizione dei loro pensieri e dei loro comportamenti che entrambi avevano nei confronti dell’altro,l’unione perfetta dei loro corpi infuocati,che sembravano legarsi in modo così stretto da non volersi sciogliere più,il desiderio che li spingeva a stare vicini,a baciarsi,accarezzarsi,stringersi,per ricordare che si appartenevano l’uno all’altra.
Quella notte di passione appena consumata,il meraviglioso calore del suo corpo e delle sue braccia forti che l’avvolgevano,che le infondevano sicurezza e protezione,convinsero Ai a rimanere lì,al suo fianco,perché non c’era altro posto che lei potesse desiderare in quel momento,che quel letto in cui potevano abbracciarsi stretti, tanto vicini da poter sentire la melodia dei loro cuori che battevano all’unisono.
Ai chiuse gli occhi,sorridendo serena e facendo aderire il suo corpo a quello dell’uomo accanto a lei.
“Lo sai?”sussurrò la bambina al suo orecchio,stringendosi a lui.
“Cosa?”
“Che ti amo”rispose dolcemente lei.
Aveva preso la sua decisione ormai: basta ascoltare la testa,per una volta avrebbe dato ascolto ai suoi sentimenti,in qualunque direzione avessero intenzione di portarla.
 
 
 
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“Adesso ha capito come stanno le cose?”chiese il bambino occhialuto seduto sul letto d’ospedale all’anziano in piedi davanti alla finestra.
Agasa annuì,continuando però a dargli le spalle e ad osservare la notte piena di stelle dal vetro della stanza: “Ho capito,Shinichi.”
Conan si stupì del modo in cui il professore aveva pronunciato quelle parole: calmo e pacato,come se il destino di Ai non lo preoccupasse affatto.
“Dottore,non è preoccupato?”lo incalzò allora.
“No,Shinichi.”Finalmente Agasa si voltò per poterlo guardare negli occhi,notando la sua espressione interdetta. “Non sono preoccupato,anzi,sono contento per lei.”
“Ma che cosa sta dicendo?”sbottò Conan,incredulo “forse lei non si rende conto che…”
“Ti sbagli”lo interruppe Agasa “Io ho fiducia in lei,so che è molto responsabile e non farebbe mai niente che possa mettere in pericolo la vita dei suoi amici. E tu,in quanto tale,dovresti averlo capito.”Gli rivolse un sorriso triste. “Per quanto assurdo possa sembrare,ha trovato la felicità,dopo averla cercata a lungo,e non posso fare a meno di pensare che questa sia la cosa migliore per lei. Ricorda,Shinichi,non sempre si deve seguire la ragione,a volte è necessario seguire la strada che ci indica il cuore. Adesso ti lascio riposare.”Il Dottore uscì rapidamente dalla stanza,chiudendosi la porta alle spalle,e lasciando un Conan immobile,profondamente scosso da ciò che aveva sentito.
Il ragazzino trasse un sospiro stanco,distendendosi con le braccia dietro la nuca,pensieroso: non era convinto,le parole del dottore non placavano il suo animo agitato. Si sentiva tradito da Ai,era certo che quelli dell’organizzazione avrebbero ucciso sia lui che lei,e tutto per un sciocco sentimentalismo che lei aveva seguito ingenuamente,senza preoccuparsi delle conseguenze. Gin l’avrebbe certamente tradita,di sicuro non provava nessun sentimento nei suoi confronti. Accidenti,in che guaio si erano cacciati. E lui si sentiva inutile,non sapeva cosa fare.
Non poteva immaginare che il Dottor Agasa aveva ragione,era un detective troppo razionale anche solo per prendere in considerazione l’ipotesi che il cuore di un criminale potesse essere riscaldato dall’amore.
 
 
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Nei giorni che seguirono Ai rimase nascosta nell’appartamento di Gin,certa di potersi fidare di lui e della promessa che le aveva fatto,cioè di non fare del male a Shinichi e di non rivelare a nessuno della sua presenza lì. Le dispiaceva di non poter più vedere i bambini,a cui si era affezionata nonostante tutto,e il Dottor Agasa,che era stato come un padre per lei. Non aveva potuto ringraziarli,e non poteva nemmeno farlo adesso: certe volte si sentiva veramente sola,ma era un pensiero che svaniva subito,e quel gelo che sentiva dentro di sé si trasformava subito in un sole cocente quando pensava che accanto a lei c’era l’uomo che amava.
Stando tanto tempo insieme a lui,si era creato un particolare rapporto di simbiosi tra di loro,un rapporto che da amore si era trasformato in ossessione: entrambi volevano stare uniti il più possibile,non potevano più fare a meno di stare insieme e di condividere ogni momento.
Una cosa però Ai gli teneva nascosta: per affievolire i suoi sensi di colpa,stava continuando a lavorare ad un antidoto per l’apotoxina,sperando di giungere presto alla soluzione definitiva,e di poterlo dare in qualche modo a Shinichi.
Un solo dubbio tormentava ancora la sua mente: l’avrebbe preso anche lei,oppure avrebbe continuato a vivere nelle sembianze di una bambina qualunque?
 
  
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