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Autore: Scatolettaditonno_o    18/06/2014    2 recensioni
Sophia è nata ad Amsterdam, ma non ha intenzione di restarci per sempre. Non tiene mai la bocca chiusa, è troppo curiosa e va molto più d'accordo con i computer che con le persone. La sua migliore amica è una famosa youtuber e Sophia vorrebbe avere le idee altrettanto chiare a proposito del proprio futuro. L'unica cosa di cui è certa è che vuole diventare una scrittrice e che nulla è più importante del suo sogno.
Ci vorranno una prenotazione in Hotel, una lettura di poesie e un bel po' di musica per farle cambiare idea.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I

 
If you don’t swim
You’ll drown
But don’t move
Honey
 
19:25 Giovedì 4 Giugno Hotel De Groot Amsterdam
 
«Con tutto quello che abbiamo speso quel coso non è durato nemmeno una settimana» Si lamentò Ashton Irwin entrando nella Hall dell’albero.
«E ora non solo dobbiamo pagare una camera qui, siamo anche senza pullman» Aggiunse Calum Hood aggiustandosi il cappello sulle orecchie.
«Siamo stati fortunati a trovare questa camera, in questa zona di Amsterdam questa settimana gli Hotel sono praticamente tutti pieni»
«Si, per il nostro concerto Michael» rispose Ashton seccato.
«Hanno detto che lo aggiustano entro domani no? Non è poi un problema così grave» Intervenne Luke Hemmings, mentre si sistemava lo zaino sulle spalle.
«Abbiamo prenotato una camera qualche ora fa» Disse Michael alla receptionist. Lei, una donna minuta sulla quarantina, con la pelle olivastra e i capelli scurissimi legati in una coda alzò lo sguardo e puntò gli occhietti vispi in quelli di Michael.
«Salve signore, mi dà il suo cognome per favore?» chiese in un inglese dall’accento strano.
«Clifford»
Lei controllò il suo computer rapidamente. «Oh…» fu tutto ciò che disse.
Michael si passò una mano tra i capelli verdi e prese un respiro profondo «Qualche problema?»
«Ecco, la vostra prenotazione è stata…cancellata, purtroppo un altro cliente ha occupato la camera» Aggiunse in tono affranto.
«Che vuol dire un altro cliente ha occupato la nostra camera? L’abbiamo prenotata noi» Michael cominciò a lamentarsi troppo in fretta perché la povera donna riuscisse a capirlo. Lei si limitò quindi a fissarlo con sguardo afflitto, annuendo apprensiva di tanto in tanto.
«Ci pendo io Telly, va a prendere un caffe» La voce squillante di una ragazza colse Telly di sorpresa facendola sobbalzare sulla sua poltrona girevole. La donna si alzò lentamente, in piedi raggiungeva a stento il mento della ragazza appena arrivata, la fissò come a volerle comunicare qualcosa, ma lei non le diede peso. Con una pacca sulla spalla la mandò via.
«Ciao, sono Sophia» si presentò sorridendo a Michael. Lo fissò per qualche istante, poi spostò lo sguardo sui tre ragazzi dietro di lui che lo guardavano con impazienza. «Qualcosa non va?»
Michael fu sollevato constatando che l’inglese di Sophia era molto più comprensibile di quello parlato da Telly. «Quella signora ha detto che la nostra prenotazione è stata cancellata e che qualcun altro ha preso la nostra stanza»
Sophia abbassò lo sguardo verso il monitor luminoso, mugugnò qualcosa di incomprensibile, passandosi una mano tra i lunghi boccoli castano chiaro.
«Capisco…» digitò velocemente qualcosa «L’ha fatto di nuovo, L’ha davvero fatto di nuovo!» si morse un labbro, mentre i suoi occhi si spostavano da una parte all’altra dello schermo. Finalmente si fermò e tornò a rivolgere l’attenzione al ragazzo di fronte a lei, notando che intanto i suoi tre amici si erano avvicinati.
«Siete stato fortunati ad avermi incontrata» decretò infine. «Il presidente della Croazia arriverà in visita stasera e per fare bella figura mio padre ha pensato bene di dargli una suite quadrupla e l’unica attualmente non occupata era la vostra.» Spiegò lei smagliante come se stesse dando loro una bellissima notizia.
«Il presidente della Croazia è in camera nostra?» domando con disappunto Calum.
«Risolvo tutto, mi bastano quaranta secondi» cominciò a digitare freneticamente tasti senza distogliere lo sguardo dal monitor.
«Il caro signor Ivo Josipović starà comodissimo nella 371, che è una singola, lui è uno solo quindi va benissimo. Voi invece siete quattro e andate nella 216...» bisbigliò lei più a se stessa che ai quattro davanti a lei.  «Servizio in camera?»
«Restiamo solo stanotte, quindi no» Rispose Ashton che non vedeva l’ora di chiudersi nella sua camera e dormire.
Gli occhi azzurri di Sophia guizzarono verso la grande scala al centro della camera, per notare l’uomo ben vestito che si dirigeva verso di loro. Si lasciò sfuggire un imprecazione a bassa voce.
«È mio padre…secondo piano, corridoio B stanza 216, sbrigatevi»
Luke la guardò stupito.
«Tuo padre è il proprietario dell’hotel?»
«Si, il tizio nel ritratto all’ingresso, quello che non vuole che io metta mano a questi computer, ora sparite, se ve ne andate subito non scoprirà niente.» Gli intimò lei senza guardarlo. I quattro non se lo fecero ripetere due volte e si diressero a passo svelto verso la loro stanza.  Salirono le scale e imboccarono il secondo corridoio. Trovarono la stanza e ci si fermarono davanti, tutti tranne Luke che indugiava sull’ultimo gradino per guardare la ragazza sorridere al padre che la squadrava torvo.
«Muoviti Luke» Lo chiamò Ashton. Il più giovane del gruppo si voltò e raggiunse gli altri tre che aspettavano davanti alla porta.
«Qui per aprire ci vuole un codice» Constatò Calum che cominciava ad averne abbastanza,
Il telefonino di Michael squillò due volte, lui lo prese per leggere il messaggio che gli era appena arrivato da un numero sconosciuto.
 
5715 :)
 
Senza farsi troppe domande inserì la Password, la serratura scattò e la porta si aprì. I quattro entrarono e Luke si girò un ultima volta per vedere Sophia salutarlo dal piano di sotto.
Ashton si lasciò cadere di peso sul letto e si sfilò gli anfibi neri.
«Firmiamo una petizione per santificare quella ragazza» Propose Calum, «senza di lei, penso che stanotte avremmo dovuto dormire nel pullman, senza aria condizionata e senza poterci spostare.
«Fortuna che gli strumenti sono già al palazzetto altrimenti domani ci saremmo dovuti fare un chilometro e mezzo con le chitarre in spalla a piedi» fece Michael.
«Si e io mi sarei portato la batteria nello zaino» Commentò Ashton che finalmente aveva allentato i nervi.
«Io non ho nemmeno capito cos’e successo» Disse Calum slacciandosi le scarpe.
«In pratica c’era questo tizio dalla Croazia a cui avevano dato una stanza da quattro, la nostra. Allora la brunetta… »
«Sophia, si chiama Sophia» Luke corresse Michael quasi senza rendersene conto.
«Si come ti pare» Proseguì lui «Sophia ha messo Mister Croazia in una stanza singola e noi in questa qui»
«E sembra che suo padre non fosse particolarmente contento» Aggiunse Calum.
«Già»
I quattro passarono la serata davanti al computer ad ascoltare musica, sdraiati sul letto di Ashton. Ad un tratto, Luke si slanciò il avanti e rotolò per avvicinarsi al comodino.
«Michael passami il tuo telefono» chiese allungandosi il più possibile. L’amico gli diede il cellulare senza distogliere lo sguardo dal portatile che aveva sulle ginocchia.
Luke cercò il messaggio con la password che Sophia aveva inviato loro qualche ora prima. Trovò il numero della ragazza e lo salvò nella sua rubrica. Si batté il telefonino sul mento un paio di volte chiedendosi se inviarle un messaggio, poi prese una decisione.
 
Hey grazie per averci dato la stanza :-))
 
La risposta di lei non tardò ad arrivare.
 
Di niente, tu chi sei dei quattro?
 

Luke rispose scrivendo semplicemente il proprio nome, poi si rese conto che lei non poteva sapere chi di loro quattro fosse Luke.
 

Alto, spalle giganti, gambe da modella e piercing?
 

Luke sorrise e involontariamente si ritrovò a fissarsi le spalle. Erano così larghe?

 
Sono io. Lo sai che siamo una band? Domani siamo in concerto, ti va di venire a vederci?
 
Una band? Wow, mi piacerebbe, ma sono in punizione tipo per sempre, sai quando ho detto che mio padre non mi avrebbe mai scoperta? Beh mi ha scoperta :/
 
Mi spiace :--( posso chiedere come facevi ad avere il numero di Michael?
 
Ci avete dato il numero quando avete fatto la prenotazione
 
Ma quelli non sono dati privati, inaccessibili o roba simile?
 
Nella sua camera Sophia sorrise, si portò una ciocca di capelli dietro le orecchie, poi rispose.
 
Si, teoricamente si ;)
 

 
 



 *** Angolo Autrice ***
Ciao a tutti persone bellissime :3 
Sono contenta che abbiate letto il primo capitolo, spero vi sia piaciuto e vi abbia incuriositi almeno un pochino. Questa è la mia prima storia sui 5 seconds of summer, fetemi sapere cosa ne pensate. Posterò il seondo capitolo mercoledì prossimo.
Vostra Scatolettaditonno_o
  
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