Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt 
Titolo: Time is running out
Personaggi: Bokuto Koutarou, Akaashi Keiji
Pairing: BokuAka
Genere: slice of life, comico, commedia
Avvisi: OOC (che ho enfatizzato un po' troppo l'enfantilismo di Bokuto), what if (future!fic)
Rating: verde
Note:
Shame on me che scrivo certe stupidate >.<
Also, nelle mie fic c'è e ci sarà sempre questa misteriosa signora Midori che è una vicina un po' rompiballe, perché metà delle mie ship vivono tutte nello stesso pianerottolo.
Qui Bokuto e Akaashi sono già diplomati, vanno all'università assieme e si allenano ancora assieme perché da bravi bimbi giocano ancora a pallavolo <3
Also, io lo so che dovrei togliere qualche u al nome di Koutarou, ma che volete farci. Mi piace così XD


 

-Oggi niente sesso-
Akaashi, che sta ancora togliendosi di dosso l’ultimo strato di vestiti preparandosi a una lunga doccia ristoratrice dopo le fatiche dell’allenamento e che tutto ha per la mente tranne che ulteriori attività fisiche, si volta all’indirizzo della testa grigia del suo convivente (si rifiuta di chiamarlo in altro modo), trovandolo impegnato a deprimersi sul divano.
-...Uh?- è la sua replica, resa assai poco brillante dalla stanchezza.
La smorfia di autocommiserazione di Bokuto ha un peggioramento esponenziale. Si infossa maggiormente tra i cuscini, arrivando ad appallottolarsi su se stesso e a nascondere la testa  nell’incavo del bracciolo, e parte a frignare.
-Ho fatto schifo per tutto l’allenamento. Non me lo merito!-
Keiji lo studia per quaranta secondi netti. Il tempo che ci impiega a riconoscere l’ennesima crisi esistenziale di quel deficiente del suo capitano, di decidere di ignorarlo, e che ha decisamente bisogno di una doccia entro i prossimi cinque minuti per avere energie in quantità sufficiente ad avere a che fare con tutto questo.
-Come vuoi. Io sono in bagno-
L’espressione di pura indignazione e incredulità di Koutarou lo insegue finché non scompare dalla stanza.
 


Un'ora, cinque minuti e trentasette secondi dopo...
-Akaaaaaaashiiiiiiiiiiiiiiiiiiii-
L’interpellato sbuffa, al vedersi travolto dal dolce peso di un povero gufo di quasi vent'anni, preda delle lacrime e della disperazione che evidentemente ritiene sia una buona idea investire l’unica persona presente vagamente disposta a consolarlo. Bokuto gli lancia le braccia al collo, se lo stringe al petto con una presa stritolante, e gli innaffia la maglietta pulita di una buona dose di moccio e lacrime.
-Che c’è?- chiede Keiji, per nulla impressionato. Produce dalla tasca dei pantaloni un fazzoletto, che si affrettta a passargli sul viso e a cacciargli in mano. Koutarou lo usa per soffiarsi rumorosamente il naso, poi lo getta in un angolo e gli si accuccia in grembo, guardandolo implorante.
-Mi pare avessi detto niente sesso, per oggi- per sua disgrazia, Akaashi non si fa per nulla intenerire. Se lo scrolla un pochino di dosso per tornare ad avere le braccia libere, e torna a concentrarsi sul tomo universitario che stava minuziosamente studiando da che è uscito dalla doccia. Bokuto fa un verso a metà tra il singhiozzo e l’offeso, prima di sgranare gli occhi e tornare ad abbracciarlo.
-Lo so- pigola, con voce piccola, e abbassa lo sguardo, demoralizzato –Però, potremmo almeno... farci le coccole?- aggiunge, alzando il tono e colando speranza da tutti i pori.
Akaashi lo fissa, in silenzio. Considera che se non lo accontenterà continuerà a stargli appiccicato per tutta la sera, implorando o peggio ancora piagnucolando; che se invece lo fa contento se ne starà buono e quieto finché non gli toglierà la sua attenzione; che se si applica con cura a soddisfarlo in un certo determinato modo può anche ridurlo al silenzio completo per un paio d’ore.
Un secondo e venti millesimi dopo, decide.
-Va bene. Basta che non fai troppo baccano, se la signora Midori viene a bussarci anche questa volta ci parli tu. Da solo-
Koutarou probabilmente manco si ricorda chi sia la loro simpatica e adorabile vicina, e infatti procede a cacciare uno strillo entusiasta e a strusciarglisi addosso con fin troppa energia.
Almeno finché Akaashi non decide di averne abbastanza, gli prende le mani tra le sue e gli stampa un bacio sulle labbra sorridenti ― e non si applica a soddisfarlo in un certo determinato modo che lo riduce a una massa di deboli gemiti e di tremiti sconclusionati nell’arco di venti minuti scarsi.