Nick autore: Oducchan_OfTheLowerCourt
Titolo: Perfect isn't easy
Personaggi: Sawamura Daichi, Sugawara Koushi
Pairing: DaiSuga
Genere: slice of life, romantico, fluff
Avvisi: slight what if ('till proven wrong ù.ù)
Rating: verde
Note:
Non sta scritto da nessuna parte che Sugamama non sia bravo in cucina. Però non c'è scritto neppure il contrario. Quindi teniamolo come un headcanon (finché non verrà smentito o confermato or whatever XD)
Doveva essere fluff... è fluff, ma non son mica tanto convinta, c'è qualcosa che non mi torna ma non so cos'è e se la continuo a ritoccare non migliora. Boh.
Senpai... per lei <3
Titolo: Perfect isn't easy
Personaggi: Sawamura Daichi, Sugawara Koushi
Pairing: DaiSuga
Genere: slice of life, romantico, fluff
Avvisi: slight what if ('till proven wrong ù.ù)
Rating: verde
Note:
Non sta scritto da nessuna parte che Sugamama non sia bravo in cucina. Però non c'è scritto neppure il contrario. Quindi teniamolo come un headcanon (finché non verrà smentito o confermato or whatever XD)
Doveva essere fluff... è fluff, ma non son mica tanto convinta, c'è qualcosa che non mi torna ma non so cos'è e se la continuo a ritoccare non migliora. Boh.
Senpai... per lei <3
Perfect isn't easy
Sugawara è perfetto.
Sugawara è bellissimo, con quel viso che pare rubato a un angelo, gli occhi grandi e caldi e gentili, i capelli chiari che gli incorniciano il viso. Sugawara è meraviglioso, appassionato e studioso, serio e giudizioso, sempre con una parola di incoraggiamento e un sorriso per i suoi kouhai, determinato e inamovibile. Sugawara è stupendo, con quel modo in cui schiude le labbra quando lo bacia, con quel sorriso tremulo che gli fiorisce in viso quando gli sbottona la camicia, quello sguardo compatto e deciso quando mette piede sul campo e non concede un centimetro agli avversari.
Sugawara è perfetto... tranne che in cucina.
Sembra essere più forte di lui, ma le padelle e le pentole non si fanno intimidire dalla concentrazione che ci mette a mescolare gli ingredienti, né si fanno ammaliare dalla cura con cui aggiunge i condimenti. Immancabilmente, c’è qualcosa che finisce con l’andare storto: la salsa che si brucia, il riso che non si cuoce, la carne che s’indurisce, il pesce che resta crudo.
A guardare la casseruola annerita e l’espressione del suo ragazzo, così abbattuta e disperata, Daichi non riesce a reprimere un moto spontaneo di assoluta tenerezza, invece che di rabbia. Gli si avvicina piano piano, gli stringe con dolcezza la braccia attorno ai fianchi, e gli sottrae la pentola per depositarla nel lavandino.
-Non ti preoccupare. Ordino qualcosa da mangiare da asporto-
Le spalle di Suga si abbassano di un altro centimetro, sconfortate e demoralizzate. Lo sente tirare su col naso e balbettare una qualche scusa avvilita (“Cosa dirà tua madre, è già la terza pentola che rovino” “Mi dispiace così tanto, non capisco dove ho sbagliato” “Sono proprio un disastro”); sa che non dovrebbe, ma gli viene veramente naturale sorridere e ridacchiare, nascondendo poi la risata contro la pelle morbida della sua spalla.
-Te l’ho mai detto che ti amo lo stesso anche se fai schifo in cucina?-
E Koushi diventa così bollente che pare stia andando a fuoco, rosso in viso come un peperone; ma poi gli tira una manata sul petto, si rilassa e finalmente scoppia a ridere, così Daichi può asciugargli le lacrime e baciarlo decentemente tra un ghigno e l’altro ―gli avanzi bruciati finiscono giù per la pattumiera, il padrone di casa acchiappa il telefono per una rapidissima chiamata e poi solleva di peso il suo ospite, trascinandolo tra le sue braccia in salotto, ed entrambi cadono sul divano ridendo e strillando come due bambini, già dimentichi del guaio ai fornelli.