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Autore: Princess Kurenai    18/06/2014    0 recensioni
Hermine Gottlieb non si sarebbe mai dimenticata il suo primo giorno all'Accademia.
Ad essere sincere, non era emozionata. Si trovava esattamente dove voleva trovarsi, e in vista di quel giorno aveva addirittura preparato tutto nei minimi dettagli: orari e piano di studio, sistemazione nella camera e come se non bastasse l'ordine degli indumenti nel suo armadio.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, FemSlash | Personaggi: Hermann Gottlieb, Newton Geiszler
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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Titolo: Primo giorno all’Accademia
Fandom: Pacific Rim
Personaggi: Fem!Hermann Gottlieb (Hermine Gottlieb), Fem!Newton Geiszler (Maria Newton Geiszler)
Pairing: Newmann
Genere: Introspettivo, Fluff
Rating: SAFE
Avvertimenti: OneShot, Genderbend
Conteggio Parole: 895
Note: 1. Fic proveniente dal mio askblog Sharara ☆ Goes On per il prompt: Sarei curiosa di vedere una.. bella genderbender tra herm e newt u_u <3
2. Per quest’avventura i nostri “eroi”, mutati in “eroine”, avranno i volti di Elizabeth Henstridge (Hermine Gottlieb) e Tatiana Maslany (Maria Newton Geiszler). Spero vi piaccia!



Hermine Gottlieb non si sarebbe mai dimenticata il suo primo giorno all'Accademia.

Ad essere sincere, non era emozionata. Si trovava esattamente dove voleva trovarsi, e in vista di quel giorno aveva addirittura preparato tutto nei minimi dettagli: orari e piano di studio, sistemazione nella camera e come se non bastasse l'ordine degli indumenti nel suo armadio.

Le piaceva avere le cose sotto controllo - il mondo stava andando a pezzi sotto la minaccia dei Kaiju e di conseguenza Hermine voleva almeno avere il potere su quelle piccole cose -, ed anche se sapeva di apparire un po' strana lei avrebbe semplicemente risposto che non si trovava lì per farsi delle amicizie ma per studiare un modo per fermare quei mostri.

Tuttavia, era stato chiaro fin da subito che non sarebbe riuscita ad evitare la sua compagna di stanza. Era l'unica pecca, la cosiddetta 'incognita' di una vita accademica altrimenti perfetta. Per quel motivo quando Hermine sentì della musica provenire da quella che doveva essere la sua stanza, in lei si insinuò un vago senso di timore.

Lesse più volte il numero della stanza - come per assicurarsi di essere nel posto giusto -, prima di farsi coraggio ed aprire la porta; la musica, che fino a qualche momento prima era bloccata dall'uscio chiuso, la investì con forza e violenza... ma mai quanto l'orrore nel vedere il disordine regnare nella camera.

Vestiti sparsi su entrambi i letti, valige aperte sul pavimento ed una ragazza con dei pantaloncini in jeans - che sembravano essere un affronto al comune pudore - che ballava e canticchiava appendendo poster dal dubbio gusto sulle pareti.

Hermine rimase quasi senza fiato e sperò con tutto il cuore di aver sbagliato per davvero stanza anche se il numero corrispondeva - magari aveva sbagliato quella ragazza.

« Ehi! Ciao!», Hermine non poté non sussultare quando si trovò davanti il viso allegro della ragazza che si era resa subito conto della sua presenza, « Sei la mia compagna di stanza?»

« C-credo», esalò in risposta, ancora troppo sconvolta da quell'inferno.

« Come? Non ti ho sentito!», gridò l'altra alzando la voce.

Hermine aprì bocca ma la ragazza la bloccò correndo subito verso il suo I-pod per spegnerlo.

« Così va meglio!», esclamò con un ampio sorriso, « Sei Hermine Gottlieb? La mia compagna di stanza?», chiese tirandosi su le maniche della camicia che, con i suoi movimenti esagitati, si erano abbassate. Aveva dei tatuaggi, e quello fece storcere il naso ad Hermine.

Tutto in quella ragazza era... esagerato, strano e disordinato. Dal suo abbigliamento fino ai capelli raccolti in tante treccine.

« Sono io», dichiarò duramente, « Tu sei... Maria Geiszler?», domandò a sua volta, sperando in una risposta negativa.

« Yup!», assentì l'altra, « Maria Newton Geiszler, strano vero? Lo devo tutto a mia madre, ma mi piace! Ma non chiamarmi Maria, è un nome troppo comune! Chiamami Newt! È molto più originale, non pensi Herm?», sparò a raffica tendendo la mano ad Hermine che, ancora scombussolata, accettò senza dire niente.

« Allora», riprese Geiszler, « Ho preso il letto vicino alla finestra, ti da fastidio?»

Hermine strinse le labbra ma quello era il piano, preferiva avere il letto più vicino alla porta per le vie di fuga dell'Accademia.

« No. Assolutamente», rispose seria, lanciando un'occhiata a quello che doveva essere il suo giaciglio sommerso dagli abiti della sua... 'compagna di stanza' - seriamente? Doveva davvero condividere la sua carriera accademica con quella lì?!

« Libero subito il letto! Tranquilla!», esclamò Newt, afferrando i suoi vestiti e lasciandoli cadere senza alcuna cura per terra, « Finisco di appendere i poster e do una sistemata! Ti piace il rock? E i Kaiju? Beh, non saresti qui se tu non fossi almeno un po' interessata, vero Herm?»

« Il mio nome è Hermine», borbottò l'altra ragazza, ignorando tutte le altre domande.

« Io trovo che i Kaiju siano degli esseri grandiosi! Non vedo l'ora di poter studiare i loro resti da vicino! Ho alcune teorie che potrebbero interessarti!», cinguettò ancora Geiszler, sedendosi a gambe incrociate sul proprio letto per osservare Hermine iniziare ad aprire la prima valigia - sistemata in un modo quasi impeccabile.

« Quale persona sana di mente potrebbe trovare... grandiosi quei... mostri?», ribatté lanciandole un'occhiata.

« Andiamo! Non puoi non aver notato le loro somiglianze con i dinosauri! Per me c'è qualche collegamento!», spiegò Newt aggiungendo poi un: « Ma indossi davvero quel... coso?», non appena i suoi occhi si posarono su un cardigan marroncino.

Hermine arrossì e ritirò subito i suoi indumenti come per nasconderli alla vista dell'altra.

« Io credo che nei loro attacchi ci sia una matrice matematica», mormorò.

« Noiosooooo... la matematica non ti rende una rockstar! Sono esseri viventi, Herm! Mica numeri!»

« I numeri sono quanto di più vicino ci sia alla grafia di Dio», ribatté Hermine. Non era solita perdere la pazienza in quel modo ma in meno di cinque minuti quella ragazza era stata in grado di irritarla come non mai.

« Pensala come vuoi, Herm! Tanto ho ragione io!», ridacchiò Newt, scendendo dal letto per togliersi senza alcun pudore la camicia che indossava, « Ti secca se uso subito il bagno? Beh non credo, sei occupata con le tue valige!», dichiarò lanciando per terra i propri indumenti mentre camminava verso il bagno della loro stanza, lasciando Hermine con la bocca socchiusa per lo stupore e un po' per la rabbia.

Hermine Gottlieb non si sarebbe mai dimenticata il suo primo giorno all'Accademia... e la causa aveva un nome: Maria Newton Geiszler.

   
 
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