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Autore: Rety    19/06/2014    0 recensioni
Ascolti: 3.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Crack Pairing
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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I

Mi viene subito voglia di dormirti accanto, stasera, e per sempre, Amore.
Che tanto nulla è perfetto lo sappiamo tutti, ma guarda queste onde, si muovono e vibrano con estrema armonia: tanta da farmi ricredere sul mondo, sull'uomo. 
Quando sento questo brano non esistono mali a cui impossibile è rimediare.
Quando ascolto questa melodia, il mio sangue scivola. Ho parquet lucido a rivestire i miei vasi sanguigni. E tutti si vogliono bene.
Stasera vorrei averti accanto, tu poggi la testa sul petto mio stesa sul fianco, e la gamba sinistra si fa spazio sopra le mie ad abbracciarmi da ogni lato.
Quando ascolto questa musica vedo foglie color pastello che cadono dagli alberi, si staccano ma non raggiungono mai il suolo, dirette da un vento che profuma di zucchero filato e primavera verso un mare di sogni nebbiosi.
A un certo punto sale e scende, cresce e decresce, malinconia.

II

Collo sottile, rossetto rosso acceso e pallore studiato accuratamente, i tuoi capelli biondi immobili ardono della luce della luna, su un promontorio di speranze luccicanti e tremolanti, che suonano come vetri rotti sotto il peso di scarpette di Cenerentola andate a male e vento blu, e freddo, e mare ghiacciato, e stive di vascelli pirata pieni di buoni propositi e svolte.
Quando ascolto questa vita la notte prende vita, diventa turchese e azzurra come un cielo decorato a pomeriggio primaverile soleggiato ma non troppo, uno di quei classici pomeriggi da stendersi sul prato e dare un nome, una forma, un colore, un desiderio, un motivo alle nuvole, le meravigliose nuvole, che vanno.
Abbiamo passato molta vita a guardarci in faccia male, senza prendere nota dei tratti somatici più importanti e adesso? Adesso non ti ho davanti, né so come disegnarti. 
Andiamo a perderci nei quadri, che sia in un museo che puzza di polvere e tarli, che siano i risultati finali dell'esame di stato, passato sicuramente, chissà come, appesi in qualche bacheca o muro molle della molla nostra scuola e vita giovanile rappresa quanto svanita.

III

Questo credo sarà l'ultimo, ché sto perdendo la cognizione del sogno, e sto tornando nella preoccupazione mondana delle cose da fare e del compito di matematica di domani che va, in un modo o nell'altro, copiato come mai prima.
Come non ci fosse un domani - né per me, né per te, né per il mondo, né per noi - queste stelle stanotte brillano. Stanotte intendo dirti tutto ciò che non ti ho detto mai. Stanotte sai: sai già che non ti dirò nulla. Ho perso le note a piè di pagina, smarrite in cunicoli densi di pieghe nelle tue labbra, dissolti in cipria e scocche profumate, rosse, polverose, aride pianure di vita pura.
- Quanto ti ha stancato?
- Cosa?
- Questa vita mordace.
- Ma dai smettila, scemino, che nemmeno lo sai!
- Cosa?
- Cosa vuol dire "mordace".
- E' vero, ancora non lo so. E quanto bella sei.
E quanto bella sei.



 

   
 
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